venerdì 18 luglio 2014

VERDI FESTIVAL IN TILT





Quando si dice con due non ne fai uno giusto!
Due sovrintendenti del Regio non sono riusciti a farlo decollare facendo affossare il Festival Verdi.
Bastava eliminarlo senza renderlo ridicolo con una sola opera in cartellone e tanti eventi collaterali a fare coro. Sì col trombone.
Una stagione lirica importante dovrebbe bastare alla quale inserire obbligatoriamente opere di Verdi fra le altre di vari autori.
Il buon senso suggerirebbe così. Giuseppe Verdi è stato celebrato abbastanza al Regio per cui si potrebbero allestire tournée in tutto il mondo così come fanno i Teatri di Brodway (v. Alvin Theater Dance) o quelli del Bolshoji, il Teatro alla Scala, quello di Londra o di Montecarlo.
Il problema è che il Teatro Regio non produce le opere di Verdi perchè non c'è una scuola per i giovani cantanti specializzati su questo autore non c'è più un'Orchestra del Teatro Regio con un Direttore a dirigere come il maestro Foggiani con il Coro.
Infatti di tutto l'ambaradan del Teatro Regio l'unico ad avere un'identità ben definita di Parma e Teatro Regio è proprio il Coro che in tante Opere di Verdi è sempre molto importante.
L'Orchestra Toscanini che resti al Toscanini.
Insomma il Teatro dovrebbe avere una sua identità ben precisa curando costume e scenografie oltre ad "allevar" cantanti al Conservatorio (un tempo glorioso) per poi pensare ad esportare senza necessariamente dover sempre puntare sul turismo.
Il problema sono i costi troppo elevati dei sovrintendenti che vengono da altre città pensando di risanare il bilancio senza tener conto delle tradizioni del territorio. Che andrebbe rispettato con le sue tradizioni.
Ieri sera per esempio (16 luglio) a Rai 5 c'era un'opera lirica con ambientazione rinnovata e corretta in senso moderno. La soprano cantava in giarrettiera nera facendo perdere l'aura drammatica che le vesti barocche invece supportano. Era un po' come la Marini con il film Bambola che nel finale drammatico nel quale lei piangeva a dirotto sull'amante morto il regista Bigas Luna si posava sul suo cul facendo arrabbiare la Valeriona nel sentirsi penalizzata.
Il lato b) come metafora non è male comunque. Bigas Luna era un regista bizzarro che la Marini non poteva capire.
Il lato b) come metafora non è male comunque. Bigas Luna era un regista bizzarro che la Marini non poteva capire.
Infatti non l'ha capito la critica che si è scatenata prendendola in torta trascinando anche il pubblico.
Purtroppo se uno lavora per il pubblico deve anche farsi capire: dalla critica in primis e dal pubblico dopo.
Non sempre i due coincidono ma questo non è importante a meno che non ci sia un deficit da sanare.
Ad ogni modo penso che il Teatro Regio dovrebbe orientarsi sul fattore tradizione ed export.non tralasciando il fatto che se anche compri due devi pagarli come uno.
 Invece c'è il rischio che ricomprino Meli il quale vorrà il doppio... dei due che han lasciato!


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