venerdì 24 maggio 2019

ALMODOVAR E BANDERAS IN SODALIZIO ARTISTICO


Antonio Banderas ha dato una svolta alla sua carriera. 
L’avevamo già notato con il film La Vita in Un Attimo del quale trascrivo uno stralcio delle mie osservazioni: "Una sorpresa è rappresentata da Antonio Banderas che finalmente dà il meglio di sé invecchiato nella sua anima spagnola facendo riflettere su come Hollywood abbia creato il divo senza valorizzare la sua umanità alla quale è stato inferto il colpo di grazia in Italia con gli spot della gallina, umanità che traspare in tutto il suo potenziale di vecchio leone facendoci accorgere delle sue doti di grande attore appannate dal suo fare gigione con il quale si è sprecato in tanti film e filmetti commerciali."
Ora è tornato a lavorare con Pedro Almodovar nel film Dolor y Gloria nel ruolo del regista spagnolo che si racconta iniziando dall’infanzia in una Spagna “Una Santa Cattolica Apostolica e Romana” dove ha vissuto in una grotta con la madre (Penelope Cruz la giovane e l’attrice Julieta Serrano l'anziana) verso la quale in fin della sua vita si ritrova figlio devoto superando quello del bambino ribelle.

  in un delirio tremens che ha acceso la sua ispirazione in una creatività trasgressiva e “grottesca” rendendolo famoso in tutto il mondo. Il successo lo ha accompagnato ad una serie di dolori fisici avendo forse somatizzato quelli psicologici da disagio per educazione in seminario costretto dalla madre per povertà che sono sfociati in tanti film raccontando una Spagna che si stava distaccando dal regime del cattolicissimo Generale Franco per allinearsi a quello del re Juan Carlos che i precetti della Chiesa li ha osservati solo in facciata, per poi scatenarsi soprattutto sessualmente nel privato, alla faccia della Regina Donna Sofia timida e morigerata.
Ribelle Almodovar lo è stato fin da piccolo quando viveva nella grotta rivelandosi diverso nell’attrazione verso un giovane e aitante imbianchino  alla cui vista mentre si lavava in una tinozza provava una forte eccitazione con febbre a 40

Il messaggio dolore e gloria è comunque il leit motiv di tanti personaggi di successo  tutti accumunati da una facciata di successo con dietro una grande sofferenza.
Lo è stato così anche per Elizabeth Taylor per esempio la diva bellissima che pur avendo un corpo martoriato dal bisturi il suo viso risaltava sullo schermo per la perfezione dei lineamenti dove brillavano due occhi azzurri come zaffiri contrapposti a quelli di Richard Burton verdi come un  predatore che come una sorta del felino di Cartier subiva fascinazione per gioielli diamanti e pietre preziose regalandole al suo grande amore Liz, formando la coppia più scintillante dello schermo cine e nella vita.

Antonio Banderas in questo film supera sé stesso mettendosi nei panni di Almodovar che l’aveva scoperto agli esordi della carriera di entrambi iniziando un percorso insieme e dividendo le loro strade dopo alcuni film perché Banderas aveva cercato l’avventura nello Star System riuscendo a sfondare grazie alla nomea di Latin Lover che gli apriva la strada verso le star più in gamba conquistando il pubblico di tutto il mondo. 
Una fama di amatore comunque pari a quella di Marcello Mastroianni l’attore che si riconosceva nel protagonista sotto mentite spoglie del film omonimo diretto da Cristina Comencini dove il grande amatore aveva avuto un grande amore omosex, e protagonista come attore del film 8 e Mezzo nel ruolo del regista Fellini che lo dirigeva.

Infatti è curiosa l’analogia fra la doppia coppia Federico-Marcello e Pedro-Antonio dove il sodalizio artistico e la coppia di fatto, così come si dice per suggellar un’intesa intima,  andavano di pari passo.
Almodovar infatti non a caso ha scelto di inserire nel film un monologo reitato da uno strepitoso mattatore  Asier Ebreandia per raccontar in una sorta di racconto dei racconti la favola reale del suo rapporto con Banderas agli esordi  che nel libro dei ricordi servito da copione porta il nome di Marcelo suo chico preferito e grande amore da lui stato lasciato per sposarsi ed avere figli così come è stato il percorso di Banderas.


Il film è lento e adelante adagio fra piroette a colpi di tacco del flamenco e la passione languida del tango finendo in un Kaské al bacio dove si ascoltano anche canzoni di Mina come in Tacchi a spillo.


Nell’incontro fra Banderas e il Marcelo ritrovato (l’attore Leonardo Sbaraglia) dopo un abbraccio d’addio c’è uno scambio di un appassionato bacio con lingua in bocca carnale che rimette in tiro il regista incanalando l’eccitazione erotica nella volontà di ritrovar la vena creativa così decidendo di curarsi con il supporto di un’amica (l’attrice Cecilia Roth)legato a lui da sincera amicizia e porto sicuro dove rifugiar la sua malinconica solitudine.
Bellissimo film con Antonio Banderas che dimostra una grande sensibilità ad impatto emozionale a confermarlo attore di grande professionalità facendoci dimenticare il suo passato di “spagnolo a Hollywood” nel quale ci ha marciato pure dentro come gigione in marketing trionfando in questo film in “simil Almodovar” e da lui diretto come una sorta di coppia dove il regista è il genio mentre Antonio Banderas è il braccio dolce dell’omosessualità sublimata in arte che non lascia eredi perché unica nella sua creatività del sé e per sé rimanendo integra nella sua originalità.


Un'altra osservazione è per Penelope Cruz non troppo benevola comunque perché se Banderas ha ritrovato le sue radici lei si sta distanziando sempre più  mettendosi nei panni della diva internazionale in pesante make up da modella degli spot pubblicitari dove imperversa tanto da sembrare la madre di Almodovar presa in prestito per far da richiamo. Sì da sirena Costa al sapore di sale!
Infatti a Cannes la Cruz ha espresso il desiderio di lavorar con Guadagnino il regista che era presente con un film dove esalta le sfilate di moda di alcune star. Almodovar è stanco e si vede nel trasmettere tutta la sua solitudine e malinconia come a dire sono così ma vorrei essere amato per quello che sono.  Su su suvvia tutto passa anche la depressione. Vedremo il prossimo film….



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