martedì 21 aprile 2015

OMOSEX E DIRITTI MINORANZE E DEBOLI

Gli stilisti sono scesi in campo per dare una testimonianza omosex secondo i canoni del buon gusto fashion. Dolce e Gabbana hanno fatto discutere nel mettersi contro le coppie che vogliono anche figli dicendo che invece dovrebbero accontentarsi dignitosamente seguendo la loro natura omo che non può affiliare. Molte star si sono schierate in favore di Elton John e del suo compagno che hanno adottato uno o due bambini anche se a loro viene dato come modello genitoriale una coppia di maschi. Così vale anche per le femmine. Penso che quella di Dolce e Gabbana sia stata una lezione di grande stile che manca a tanti omosex che già convivono, come per esempio Niki Vendola ed il suo compagno, che non perde occasione per lamentarsi di non potersi sposare ed avere figli.









Senza entrare sul matrimonio gay del quale comunque ho già parlato ampiamente in passato è interessante soffermarsi sulla testimonianza di Giorgio Armani anche lui stilista di grande classe che ha sfoderato anche in occasione dell'ultima sfilata consigliando agli uomini omo di non usare travestimenti ridicoli fermandosi qui senza aggiungere ad effetto checche. Giustamente. Un conto è il travestimento per fare imitazioni come le drag queen un altro è mascherarsi da donne come tanti viados.
Daria Bignardi nell'ìultima puntata di La 7 delle Invasioni Barbariche aveva presentato una coppia gay con tre gemellini e nonni al seguito per dare il supporto nel crescerli ai quali ha dato tutti la benedizione il prof. Veronesi come esempio da seguire.


Molti invece nutrono riserve perchè finchè sono piccoli tutto va bene (come a scuola) ma poi quando crescono potrebbero avere problemi e quindi non sarebbe giusto crearne maggiormente a dei bambini già in partenza, con tutti quelli che dovranno affrontare nella vita.
A colpire è stata comunque la mamma surrogata dei gemellini come esempio di grande apertura ed emancipazione anche se la motivazione non era stata fra le più brillanti: “Ho visto quanto era bello il mio bambino per cui ho voluto moltiplicarlo...eccet.”
A parte che ogni scarafone è sempre bello a mamma sua, ogni bambino anche se gemello ha una sua personalità e lo abbiamo visto con Romolo e Remo, con Caino e Abele e tanti altri esempi. Però è piaciuta la sicurezza e la determinazione con la quale voglia ed ha voluto  mettere le sue ovaie a disposizione. Esattamente come fanno i maschi che vorrebbero inseminare tutte le donne primo perchè dal collo in giù sono tutte uguali e poi per perpetrare la specie a loro immagine e somiglianza.

Una donna  non era mai arrivata a questo grado di pari opportunità (Nicole Kidman è stata la prima star ad usufruire di una madre surrogata)  e questo sì che andrebbe insegnato nelle scuole ai bambini e alle bambine per farli crescere uguali e quindi in grado di accettare in un futuro senza problemi anche famiglie diverse.
Ma per il momento  in Italia questa tipo di nucleo familiare viene ancora visto come fenomeno da circo (diciamo pure anche mediatico), perchè le bambine giocano ancora con la Barbie e i maschietti con la pistola ad acqua. Se poi lo si insegna a scuola i bambini vanno a raccontarlo ai genitori che sicuramente fanno battute o sorrisini di compatimento come a dire, vabbè ci sono anche quelli, ma voi bambini no eh? State attenti.

Bisogna partire sempre dalle donne e poi i bambini. Nelle società civili si fa così: prima le donne e poi i bambini. Gli uomini poi seguono. A meno che non pensiamo di essere tutti sulla stessa barca che, stante il momento di grande crisi, sia in procinto di affondare come una sorta di Titanic con l'orchestrina che continua a suonare mentre si balla e ci si abboffa di mangiare (v: expò mentre tanti disperati non hanno da mangiare), per cui queste regole di rispetto e civiltà non siano più valide facendo regredire gli uomini a livelli bassi  dove a sopravvivere siano sempre i prepotenti e arroganti che buttano in mare prima le donne coi loro bambini. Che sian barconi di immigrati o navi da crociera non fa differenza. Animali!


lunedì 20 aprile 2015

CAROLYN CARLSON, LA DANZA DELLA NATURA

Dopo Tosca X, altro giro altra serata con Carolyn Carlson Company, Short Story, in un trittico molto raffinato e di rara eleganza visto nella serata di Sabato 18 aprile 2015 al Teatro Regio di Parma.


Ffinalmente un bellissimo spettacolo, molto breve ma incisivo in una sorta di danza della natura con Carolyn Carlson che danzava l’acqua mentre le sue due allieve danzavano il respiro e il vento ed il raggio di luce.
Dopo tutta la danza contemporanea finalmente un gioiellino. Perché comunque la danza contemporanea sa essere molto avvincente ed emozionante al di là delle performances ginniche che si vedono abitualmente che la riducono quasi sempre a saggio scolastico.
Dal Theatre National de Chaillot di Parigi Carolyn Carlson crea le sue coreografie originali che poi porta in giro per l'Europa approdando questa volta a Parma con due danzatrici nel ruolo di fate che giocano con gli elementi naturali della terra e degli astri.

Con Immersion la Carlson si ripropone come danzatrice  a riprodurre l'acqua in tutte le sue forme: con le onde del mare in primis lasciandosi cullare dalla marea con movenze mimiche roteando prima dolcemente poi a scatti sempre più veloci e saettanti fino ad arrivare allo scroscio di una pioggia purificatrice. Poi le gocce che scendono una ad una fino a far traboccare la ciotola nella quale immerge le sue mani per riprodurre il suono di un ruscello con l'acqua che scorre cristallina e limpida per poi finire dentro due ciotoline posate su un tavolo vicino come una sorta di coppe nelle quali bere e dissetarsi.
La coreografia è ben diversa dalla precedente versione d'Eau vista a Parma alcuni anni fa dove l'acqua invece era descritta come elemento inquietante (anticipando  come una sacerdotessa custode dei segreti della natura, lo Tsunami  di Haiti e dell'impianto atomico di Fukushima) che aveva ispirato la danzatrice dopo un soggiorno a Venezia e a Mestre descrivendo le acque paludose in riva e minacciose intorno alle piattaforme petrolifera al largo dell'Adriatico.


Con Wind Woman invece  l'interpretazione è di Céline Maufroid, che volteggia con leggiadria e grazia con tutto il corpo insieme al fluttuare dei capelli lunghi e setosi che getta all'indietro per scoprirere il volto ed ascoltare il respiro degli essere viventi che la circondano facendo mulinello come fosse presa da un vortice di vento che soffiandole sopra la fa vibrare mettendola in contatto con il respiro della sua anima.
Anima dolcissima ed eterea che vola come foglia al vento che la culla prima dolcemente con il soffio caldo di sirocco per poi strapazzarla con il sibilo della tramontana. Curiosamente questa allieva di Carolyn Carlson è forse quella che più ha ereditato il concetto di danza a corpo libero di Isadora Duncan della quale proprio Carlolyn Carlson è devota seguace.



Invece con Mandala interpretata da Sara Orselli l'allieva danzatrice si rpropone con le movenze più vicine alla mimica di Carolyn Carlson con il volteggiar delle braccia a scatti e le movenze del corpo che si snoda sinuoso a serpentina  come una sorta di molla sotto un raggio di luce il cui il bagliore, come quello di una bacchetta magica, la fa girare su sé stessa: un fascio di luce su una giovane donna la quale come ipnotizzata dal raggio e dal calore si attorciglia cercando di elevarsi dalla terra nella quale la natura umana striscia.
La luce poi via via si espande fino a farle sciogliere i capelli facendola danzare libera dal comando di quella bacchetta magica di luce,  ritornando  nell'ombra nell'ora del crepuscolo.
Spente le luci ed i suoni della natura di acqua ed aria le tre protagoniste di questa danza poetica e delicata si presentano insieme per gli applausi scroscianti ad onorar questa sacerdotessa di una danza libera ed ancestrale ad evocare i riti della pioggia, i fuscelli che si piegano al vento senza spezzarsi e chiamando a raccolta tutti gli esseri viventi che cercano di elevarsi a Dio chiedendo di illuminare il volto della sua luce e prenderne il soffio del respiro. Divine creature!

INDIETRO TUTTE DUE!



domenica 19 aprile 2015

IL RITO DELL'OSTIA TRA SACRO E PROFANO



Non credo molto ai sondaggi ma da oggi mi sono ricreduta.
Massimo Scaglioni dà i numeri sulla Rete 4 dove mette in pole position I Miracoli condotti dalla Leccese. Perché c’è un grande ritorno verso la religione grazie a Papa Francesco che con il suo papato semplice e normale ha conquistato tutto il mondo tanto da riprendere le persecuzioni contro i Cristiani per paura di un rinnovato potere di passata memoria al tempo dei Patti Lateranensi fra Stato e Chiesa.

Patti leonini per la Chiesa che comunque aveva subito un arresto dopo la rivoluzione del 68, e l’introduzione della legge sul divorzio nel 78 con a seguire l’aborto terapeutico nei consultori comunisti.
A conferma dei numeri del Massimo Scaglioni è la grande folla che oggi si trovava in Chiesa della Steccata per la messa domenicale, che superava di gran lunga quella del Teatro Regio di Ieri sera per l’evento Parma Danza con il trittico di Carolyn Carlson in uno spettacolo molto raffinato, una sorta di danza della natura, ma di nicchia.




Segno che i fedeli sono più numerosi degli appassionati di Danza contemporanea, come a dire 1 a zero per parafrasare i “Numeri”.
Oggi si celebra la giornata di Gesù risorto il quale si è presentato agli undici apostoli dicendo: “Sì sono io. Sono proprio io”.




Da non confondere con il Je suis Charlie Hebdo (rivelatosi fatto terroristico come tanti, anche questi comunque parte di una resistenza. Del nemico.) perché Gesù la satira l’ha tradotta in seria resistenza pagando di persona.
Infatti è finita tragicamente come tutti sappiamo con il sacrificio dell’agnello di Dio che si trasforma in carne con il rito dell’eucarestia per essere mangiato. “Fate questo in memoria di me”.
Un rito che sa anche di profano perché in africa per esempio si crede, e così anche fra gli indiani, che mangiando il corpo o una parte di esso come cuore o fegato, di un animale si assimili il suo spirito incarnandolo nel sociale.


sabato 18 aprile 2015

BALLANDO E CANTANDO, SECONDO IL MIO GUSTO


venerdì 17 aprile 2015

A TOSCA X UN PIRIPIRI.


Mi spiace ma io non ho assolutamente applaudito.
Una signora parla con la sua vicina che le dà ragione anche se lei si è unita agli applausi. Per forza di inerzia, per educazione perchè non si fischia per primi.
Tanti sono i motivi che portano ad applaudire anche se un solo grido si eleva sul palco ad accompagnare come leit motiv tutta la Tosca ballata: “Assassino assassino assassino...” ripetuto all'infinito.

E basta Siamo al Regio perdinci e non si può tradurre una tragedia nel tormentone, a riecheggiare per l'eternità, di Ferite a Morte. Basta tagliamoglielo al maschio una volta per tutte e che sia finita lì.
Tosca X non è piaciuta al pubblico che tra l'altro non è nemmeno accorso numeroso perchè molti palchi insieme a tante poltrone erano rimaste vuote.
Le romanze della Tosca danzate in chiave moderna erano scollegate fra di loro, come se non c'entrassero nulla: i danzatori potevano benissimo procedere anche senza la musica in quello che alla fin fine risultava essere un saggio scolastico con movenze ripetitive viste e riviste in tanti balletti di danza contemporanea. Amici di Maria de Filippi inclusi.

Non ci si può inventare coreografi geniali facendo un mix tra Opera Lirica e Danza moderna per dare una nuova chiave di lettura ad una tragedia già acclamata e conosciuta. Che altro resta da dire? Assassino assassino assassino. Infatti detto e ballato: lui morto lei ferita a morte Scarpia che non ha pietà a la vuole sua il coro che incalza correndo avanti e indietro per il palco in un su e giù ossessivo prima in fila poi rompendo le fila per far quadrato cerchio e ancora figure geometriche due a due tre a tre quattro a quattro, e poi in alto le mani, abbasso le mani scossa elettrica testa roteante busto eretto piegato e poi alzato corpi incrociati e così via sulle note di una Tosca lugubre fin dalla prima sequenza con l tormentone asssassino assassino assassino ripetuto all'infinito.

Finalmente era finita. Chiuso il sipario, la Compagnia Artemis Danza di Monica Casadei è riapparsa per gli applausi finali che sinceramente sono stati inviati ai ballerini perchè molto bravi. Il resto tutto da dimenticare sperando che con Traviata si possa dare un senso ad un non senso rendendo giustizia a tutta questa Compagnia di giro che va dal Teatro delle Briciole Briciole al Teatro Due per approdare al Teatro Regio di Parma  Mercoledì sera con Tosca X: Piripiri.....
        

mercoledì 15 aprile 2015

IL REGIO A TUTTA DANZA CONTEMPORANEA

Uno due tre quattro...In alto le braccia, e poi arquate. Gamba levata incrocio. Kaské. Criminal tango?

No. La danza contemporanea è rigidità assoluta. Così come l'abbiamo vista nel duetto Alessandra Ferri ed Herman Cornejo.
Lei non più giovanissima ma ancora agile e scattante nel fisico di una ragazza adolescente si muove in sincrono alle movenze di lui che nonostante il nome Latino di sangue caliente ha ben poco.
La tecnica è perfetta, fin troppo tanto che mancano le emozioni.
Le coreografie a livello ginnico non aiutano nemmeno alla fine quando lei si attacca in un bacio piroettante più da fenomeno circense che di danza classica.

Tolte le punte le esibizioni sono tutte rigorosamente a piedi nudi con salti acrobatici piroette e pas de deux perfettamente asimmetrici.
Piace la danza contemporanea? Insomma. Guardando gli spettatori in sala la domanda sorge spontanea perchè i visi non sono proprio attenti con molti spettatori intenti a manovrare lo smart per immortalare una sequenza e poter dire agli amici, io c'ero. Molto chic! Sì ma non c'è l'incanto della danza classica col balletto sulle punte del quale, c'è poco da dire, si sente la mancanza.
Un po' come l'Opera allestita secondo la tradizione degli antichi fasti.
Ma bisogna guardare avanti nel quale forse è impensabile un futuro ancora sulle punte perchè comporta grandi sacrifici che vanno oltre un allenamento da ginnasti.

Quest'anno il repertorio è molto vasto con Guest Star La Fondazione della Danza Aterballetto (con Sentieri Vertigo e Rain Dogs nonchè Don Quixote de La Mancha) che negli anni passati ha avuto molto successo con Certe Notti su musiche di Ligabue dove il connubio danza classica e hip hop si sposava felicemente.
Perchè il segreto di uno spettacolo avvincente di danza, contemporanea o classica, è sempre racchiuso nella musica che accompagna le movenze danzando con i ballerini.
Infatti l'idea geniale è proprio in questo Trio Concert Dance dove la coppia “maschio e femmina” in perfetto sincrono a rappresentare l'androgino (l'eterno ritorno di Odile e Odette) danza insieme alla musica a rendere divina la performance
                       
Le musiche sono di un lirismo raffinato esaltate al pianoforte da Bruce Levinston che vanno da Sebastian Bach, Frederic Chopin, Philip Glass, Gyorgi Ligeti, Mozart, Eric Sati e Domenico Scarlatti con i solisti dell'Opera Italiana al violino, viola e violoncello: un concerto con alcuni brani che hanno fatto da intermezzo galvanizzando la platea che ha ascoltato in religioso silenzio.
L'evento Parma Danza si spalma per tutto il mese di aprile fino al 9 maggio che chiude con il Lago dei Cigni, Balletto Classico  dell'Opera di Kiev tutto sulle punte a confrontarsi con il Canto del Cigno del Balletto di Roma con una rivisitazione alla  Matthew Bourne's Swuan Lake presentata agli Arcimboldi di Milano questa Primavera.


  https://www.youtube.com/watch?v=C5BSyJ_vlHo#t=60

Grande attesa per Carolyn Carson che ritorna a Parma dopo lo spettacolo EAU e molta curiosità per Tosca e Traviata della Compagnia Artemis di Monica Casadei e l'Eoliene in Circo coreografico.
E grandi applausi per tutti perchè comunque vada, dietro ogni performance di danza c'è sempre un grande lavoro di ricerca per nuove forme di allestimento e molto allenamento fisico. L'importante come detto sopra è scegliere la musica a dare il ritmo per tenere il passo tra lirismo o sensualità carnale.

martedì 14 aprile 2015

HILLARY CLINTON PUNTA ALLA PRESIDENZA. ATTENZIONE AMERICA

 
Hillary Clinton è scesa in campo per candidarsi alle primarie del Partito Democratico. Quello stesso partito che ha tanto difeso anche quando era uscita dallo staff di Obama facendo un passo indietro nel prendersi la responsabilità (ma non la colpa) dell'attacco dell'11 settembre 2012 al consolato Statunitense a Bengasi in Libia dove vennero uccisi l'ambasciatore e altri tre americani
Il Partito prima di tutto perchè l'ideologia è più forte dell'idea che si era fatta di Obama e Michelle: una coppia nera nera che avevano silurato i Clinton perchè facevano loro ombra.
Hillary nel corso della sua carriera politica ha dovuto ingoiare molti rospi e ormai arrivata alla terza età si è accorta di aver trovato in Bill il suo principe. L'unico che volenti o nolenti ha sempre creduto in lei come grande animale politico.

Dopo tanti tentennamenti e delusioni ora Hillary è scesa nuovamente in campo con una strategia che oltre a rinfrescare il look ha puntato sulla famiglia unita “Perchè se la Famiglia è forte anche l'America sarà forte”.
Minoranze di colore, gay giovani anziani e tutto quanto fa problematica di una vita quotidiana vissuta fra le pareti domestiche chiusa fra quelle mura con tanti mutui e bollette da pagare: insomma la famiglia con tutti gli affetti correlati, che siano etero od omo, rinsaldati. Uniti si vince. Hillary fa quadrato con la sua famiglia: i nonni la figlia Chelsea e il nipotino nuovo arrivato.

Con la famiglia non si sbaglia mai e questo dovrebbe essere una strategia valida per vincere. Del resto anche Margaret Tatcher l'aveva fortemente sostenuta quando parlava dello Stato dicendo che in primo luogo ci sono le famiglie. Non la famiglia che poteva essere intesa come quella Reale. Sì perchè quando uno parla di famiglia è sempre riferita alla sua. Le famiglie sono l'insieme di tanti nuclei ivi compresi quelli delle famiglie allargate che per esempio in America sono forse la maggioranza. E qui che Hillary sta facendo acqua.
Più che alle famiglie sembra che si sia ispirata alle grandi dinastie, come quella dei Kennedy in primis alla quale Bill Clinton non ha mai nascosto di ispirarsi mentre la dinastia dei Bush sta incalzando per tornare ancora alla Casa Bianca.

Se Hillary è scesa in campo vuol dire che i sondaggi sono positivi  ma quello che ci si chiede come mai, sia stata clamorosamente sconfitta in gara con Obama. Perchè lui era il nuovo che faceva sognare mentre Hillary con le sue rughe e l'apporto di un marito importante non dava garanzie di solidità come se si appoggiasse a lui per vincere, male interpretando invece il suo messaggio di famiglia nel bene e nel male sempre unita. Forse questo messaggio gli americani sono pronti a recepirlo assurgendo questa vecchia signora a grande matriarca, piuttosto che Presidente, così come rappresentate da Angela Merkel in Europa e la Regina Elisabetta nel Regno Unito: vecchie signore solide e di carattere fermo che danno un senso di stablità ai loro Paesi.
Insomma Hillary gioca in difesa dei valori della famiglia unita cambiando il linguaggio della comunicazione perchè anche nella prima candidatura si era proposta come  madre protettiva che risponde ad un attacco sulla telefonica linea rossa ma con un titolo molto inquietante “ Attenzione America”
L'attenzione invece era stata tutta rivolta verso Obama sostenuto anche dai media Europei che sapendo poco o nulla della politica americana hanno fatto prendere una cantonata agli Americani, soprattutto alle minoranze che pensavano di averlo dalla loro parte quando invece la famiglia Obama si è rivelata molto attenta al fashion, al mondo delle star e all'orto bio per mantenere la linea. Se il fondo schiena di Michelle ne aveva bisogno, gli americani avevano bisogno di riforme serie.
E' curioso che la sanità, per prima introdotta da Hillary, non sia nel suo programma come una delle priorità da completare favorendo invece la banalità del quotidiano con quieto vivere. Persino l'ambientalismo è stato trascurato nel programma anche se Hillary si era molto attivata in tal senso perorando la causa promossa da Leonardo Di Caprio su questo tema, per lui tanto importante da indurlo a lasciare momentaneamente il cinema.

Hillary è una donna ferita per cui sembra un filo ripiegata su sé stessa e sulla sua famiglia ma sicuramente una volta eletta sfodererà tutta la grinta con la quale ha saputo brillantemente affiancare Bill quando era Presidente segnando uno dei momenti di più grande benessere che avesse attraversato l'America.
Più che una casalinga è sempre stata una grande amministratrice tanto che il suo matrimonio era stato etichettato come Premiata Ditta.
Se lo slogan Più Forte è la Famiglia più Forte sarà L'America sembra di averlo già sentito con Più forte sarà la mia Azienda più Forte sarà l'Italia con a seguire clamorosa sconfitta (per l'Italia)
Hillary ha comunque capito che per vincere, come tutte le donne deve proporsi umilmente a testa bassa come regina del focolare domestico. E questo per le donne rappresenta già un'altra sconfitta.
Due sconfitte faranno una vincente per fondare questa nuova dinastia americana a nome Clinton?
Attenzione America! Vabbè, dovendo scegliere, sempre meglio di quella dei Bush


sabato 11 aprile 2015

VINCITORI E VINTI

Poltrone e Sofà.
Partigiani di qualità.

venerdì 10 aprile 2015

MEDICINA TE SALUE CON UN DITO NEL POPO'

Capita sempre più spesso di vedere fra le tv del digitale rubriche che trattano di medicina condotte da soubrette o conduttrici che hanno studiato magari da regine o prime donne ma sicuramente non da dottoresse in medicina.

E' pur vero che si limitano a leggere le domandine scritte sul foglietto qualche volta azzardando anche con dei consigli sulle diete, un campo dove non si sbaglia mai basta dire di evitare grasso e alcolici, ma non si capisce come argomenti tanto importanti che riguardano la salute siano trattati in modo così leggero da conduttrici poco esperte del settore.
Tempo fa in Rai Rosanna Lambertucci, che per diverso tempo aveva condotto una rubrica di medicina estetica  facendosi fama di grande esperta, era stata licenziata  perchè non era medico e quindi non idonea a trattare l'argomento facendo ripiegare la Lambertucci al settore diete.
Le quali, insieme alle ricette di cucina,  sono ampiamente trattate su Internet a tutti i livelli, bio compresi. Pescando fra le informazioni sul Web molti hanno composto libri facendo un copia incolla ad effetto collage ad istruzioni per l'uso.

Come a dire prendi qui, prendi là e fai le pagine di un libro da vendere con tanto di firma. Che importa se poi non vendono perchè quello che conta è averne almeno scritto uno nella tua vita da mostrare con orgoglio.

Peccati di vanità sui quali si può anche sorvolare ma i settori importanti come la medicina dovrebbero essere condotti e approfonditi da persone qualificate e non da conduttori o conduttrici che magari non sanno nemmeno fare una puntura sul popo' ma solo metterci dentro un dito!


       

DANZA A PIEDI NUDI O SULLE PUNTE?

L'evento Danza suscita sempre grande entujsiasmo. A Parma è cominciata la stagione spalmata a tutto il mese di aprile fino alla prima settimana di maggio.

                     
https://www.youtube.com/watch?v=hEx9aZeqJhQ

 (tema di apertura di Parma Danza 2015 con Alessandra Ferri che inaugura il fesrival insieme a Herman Cornejo e Bruce Levingstone che esegue la musica al pianoforte in Trio ConcertDance 


Gli artisti sono tanti e di fama internazionale mentre gli spettacoli sono suddivisi in danza contemporanea e classica dove le performances sono eseguite a piedi nudi o sulle punte.
A rompere questa tradizione nel panorama della danza contemporanea ci sono soltanto due artisti che hanno osato facendo coppia agé con tutte le sfumature del grigio per raccontare la loro storia d'amore.
       

           MICHAEL BARYSHNIKOV E ANA LAGUNA, UN DUETTO CON LE SCARPE

Three Solos and Duet con Mikahil Baryshnikov e Ana Laguna in scena al Teatro Regio di Parma per l’evento Parma Danza Maggio 2009.
Chi dei due ha la dentiera? Nessuno dei due perché alla loro età sanno ancora mordere, alla grande: fisico snello, asciutto per entrambi, scattante e pieno di slanci come quello di due adolescenti che hanno fermato il tempo.
Quel tempo che Mikhail ripercorre trasmettendo immagini docu dei suoi esordi quando veniva filmato negli esercizi alla sbarra come ballerino di grandi promesse.
Perché già da allora, nel ragazzino un filo goffo ma sprizzante energia allo stato puro, si intuiva il talento del grande ballerino. Il più grande di tutti i tempi perché ha oltrepassato il confine del classico della igorosa scuola russa, per unirsi a quello contemporaneo americano, fondendo e rinascendo in tutta la sua originalità.
“Quando sono sbarcato a New York ero ingenuo” dice di sé Mikhail che comunque ha imparato presto la lezione della Grande Mela, fatta di lavoro duro accompagnato da un pizzico di cinismo e tanta fortuna dietro l’angolo. Sì, perché il ballerino che volava sul palco, con l’occhio glauco ed il capello biondo, non lasciava indifferente il pubblico femminile composto per la maggior parte da star plaudenti sensibili al richiamo del suo forte sex appeal. Che veniva sollecitato ad esprimere anche sullo schermo con la partecipazione a vari film ad introdurlo nel firmamento di Hollywood e delle suo quotazioni in borsa. Come la sua, veramente consistente da come evidenziavano le calazamaglie trasparenti con pacco in evidenza.

Tanto bastava per conquistare dive fashion di “gusti difficili” del calibro di Jessica Lange e Sara Jessica Parker. Ma non sono state loro a renderlo grande, bensì i suoi balletti che resteranno sempre nella memoria come performance del ballerino classico più aerodinamico che sia mai esistito.
Lo spettacolo è iniziato con un assolo Valse-Fantasie in cui fa sfoggio di talento mimico nell’interpretare un uomo poco prima di incontrare un vecchio amore mai dimenticato.
Davanti allo specchio ricorda nel sistemarsi i capelli ed il vestito, facendo quiei piccoli gesti quotidiani accompagnati alle emozioni che sono riaffiorate e che lo portano a saltare nell’altra dimensione dei classici tre metri sopra il cielo.
Un altro assolto in Years Later danza sullo sfondo dei suoi esercizi degli esordi, ai quali si aggiungono le sue immagini proiettate, una gigante e l’altra ad effetto ombra, mentre lui rimane in scena a dimostrare di non aver mai perso la sua dimensione di uomo normale, con i piedi per terra. Perché i voli pindarici fanno solo parte dello spettacolo e delle illusioni.
Ed infatti quello che stupisce è la sua performance di uomo, più che di ballerino in calzamaglia, perché come tale volteggia sul palco vestito normalmente con giacca e pantaloni: prima con le scarpe alternate a quelle da ginnastica e poi  a piedi nudi.
Infine ecco l’accoppiata con Ana Laguna, la ballerina di origini spagnole anche lei non più giovanissima, con fili d’argento fra i capelli cresciuti allo stato naturale: no problem, l’energia che sprigiona è ancora più forte e potente.

Prima in un assolo anche lei in cui esprime le emozioni pensando all’incontro con lui, Solo for Two, e poi Place in cui danzano insieme in una sorta di quadretto familiare dove il quotidiano rende un filo demenziali dipanato fra piccoli litigi, dispetti intorno al tavolo da cucina e riappacificazioni con fughe di lei sotto il tappeto, come una qualsiasi coppia normale.
E’ in scena il fascino indiscreto della normalità danzato nella terza età in cui oltre ai contrasti, si fanno conti e bilanci del vissuto.

Uno spettacolo singolare diverso da tutti quelli visti fino ad ora. Molto avvincente nonostante la contemporaneità. Sì, perché la danza moderna non sempre è compresa fino in fondo anche perché spesso risulta un filo noiosa riducendosi a veri e propri saggi di ginnastica con coreografie alienanti da catena di montaggio e musiche che sono un gnigo gnEgo a tambur battente. Ricordo una Compagnia di New York che aveva inscenato una coreografia con sottofondo una goccia d’acqua martellante fino alla fine: da urlo, come una sorta di tortura da Guantanamo.
Non è questo il caso perché i quadri coreografici anche se ridotti all’essenziale nelle scenografie sono arricchiti da una bellissima musica che accompagna le movenze dei ballerini: E di questa felice scelta della colonna sonora, va sicuramente il merito all’ esperienza Hollywoodiana di Baryshnikov che comunque non è indicata nel libretto.
L’entusiasmo del pubblico ha sommerso di applausi i due interpreti con un’invasione di ragazzine verso il palco armate di telefonini, nonostante i divieti delle operatrici di sala. Molto piacevole davvero.

venerdì 3 aprile 2015

LA DODICESIMA NOTTE. BONNE NUIT TRISTESSE

 Che cosa deve fare una ragazza naufraga in un'isola? La famosa?

 No. Ai tempi di William Shakespeare non poteva che vestirsi da maschio: paggetto in cerca di una sistemazione.
La trova alla Corte di un Duca il quale la incarica di far da tramite portando messaggi d'amore a una Contessa che lo rifiuta adducendo di essere in lutto del fratello defunto. Appena visto il paggio, però la Contessa si infiamma facendo lei stessa delle avances al bellissimo “ragazzo/a” che le si presenta in tutta la sua glabra giovinezza.
Potrebbe sembrare la solita commedia degli equivoci in un viavai di personaggi che sembrano quelli che non sono a dar vivacità a un'opera Shakesperiana come La Dodicesima Notte presentato dalla Fondazione Teatro Due il 24 e 25 marzo, invece la commedia si suddivide in due, con le liaison amorose da una parte e dall'altra le tresche buffonesche di una corte che gira intorno alla Contessa sperando di farla capitolare, con maggiordomo in primis preso di mira dallo zio ubriacone della contessa insieme all'astuta dama di compagnia, con a seguir il solito cretino di campagna: un coro diretto dal buffone di corte che non può mancare con le sue battute piene di ironia più beffarde che comiche.

Ci sono tutti gli elementi per rappresentare allegramente situazioni equivoche e piccanti che invece i versi di William Shaskespeare non permettono tanto sono profondi e pieni di allusioni da mettere lo spettatore in stato di  grande concentrazione che nemmeno un'orchestrina di accompagnamento riesce a distrarre perchè accompagna l'azione di ogni personaggio rendendolo ancora più accattivante nella sua performance.

L'introduzione dell'orchestrina l'avevamo già vista nella scorsa stagione come colonna sonora di Molto Rumore per Nulla e non si fa per dire perchè il rumore era accentuato da brani musicali d'epoca anni 40-50 (Boogy Boogy ecc.) accollati alle scenette di una commedia ambientata in quel periodo.

Il risultato era una sorta di assemblaggio ad effetto copia e incolla in un rumore assordante che per innovare Shakespeare si era ispirato alle varie commedie cinematografiche  di quel genere, da quelle Hollywoodiane come New York a quelle Italiane come Polvere di Stelle.
A fare scuola innovativa non era ancora uscito Birdman il film che ha dato la scossa giusta al teatro per  spianare la strada del prossimo futuro.
La musica è il cibo della vita, recita Il Duca nella Dodicesima Notte e dunque l'orchestrina ha una sua funzione. Basta che funzioni.
In Bridman per esempio ha funzionato alla grande: l'orchestrina era il suono di una batteria che dava un ritmo jazz ad un back stage di un'opera teatrale.

Così pure Nella Dodecesima Notte dove batteria si alterna alle percussioni fondendosi anche insieme per lasciare il sax a fare da solista in. un ritmo incalzante che accompagna i versetti di Shakespeare  recitati
a ritmo cadenzato come fosse un minuetto: adagio, allegretto, passaggio di battuta al partner e mossa finale con inchino in un botta e risposta di rara grazia ed eleganza nel rappresentare la vena malinconica alternata a qualche colpo di coda (quella della dama di compagnia insieme al plot dei cortigiani) per dare un tocco di farsa: la classica mossa Napoletana che dà il frizzo finale alla canzone melodica e di cuore

La scuola è quella di Carlo Cecchi, che ha lavorato molto con Eduardo De Filippo del quale si sente l'impronta napoletana, con la compagnia di attori Remo Stella, Giuliano Scarpinato Rino Marino Eugenio CostantiniDavide Giordano Rino Marino Federico Brugnone Barbara Ronchi Daniela Piperno Vincenzo Ferrara Loris Fabviani e Dario Lubatti. Musiche di Nicola Piovani, scena Sergio Tramonti, costumi Nanà Cecchi disegno Luci Paolo Manti.
La Commedia finisce a lieto fine con la comparsa di un fratello gemello del paggetto-ragazza ad impalmare legalmente la Contessa mentre il paggio-ragazza si sposa con il Duca suo datore di lavoro.
Giustamente ogni coppia si è formata etero perchè ai tempi di William Shakespeare non era in vigore il matrimonio gay, per cui non si sa se vissero felici e contenti rimanendo in sospeso l'equivoco di fondo.
Infatti la Contessa si innamora di un  paggio effeminato, mentre il Duca sposa il paggio del quale provava attrazione fisica.

Un'idea di innovazione della Dodicesima Notte potrebbe essere anche quella di fare alla fine un matrimonio omosex. Ma andiamo troppo oltre.
Per il momento le innovazioni teatrali si muovono sul piano delle scenografie e dei costumi puntando all'essenziale, giocando con le luci per il tocco tecnologico e inserendo  musica in sottofondo per vivacizzare le movenze dei performer. Un po' come si fa al circo per creare un filo di suspence con la batteria fino alla mossa acrobatica finale con applauso al fenomeno. Tutto quanto fa spettacolo ed il Teatro si sta adeguando come se si arrampicasse sulle funi per uscire dalla nicchia, cercando di trovare vie nuove con messaggi d'attualità dentro opere tradizionali pur restando fedeli al testo (così come visto in Cassandra di Elisabetta Pozzi).
Operazione riuscitissima anche in questa Dodicesima Notte dove i versetti sono recitati come in una commedia del Teatro di Eduardo De Filippo che non a caso ha ispirato anche grandi protagonisti del Teatro Shakespeariano DOC come sir Laurence Olivier e la sua seconda moglie  Joan Plowning con la quale ha fatto felice sodalizio artistico oltre che felice matrimonio dopo quelli disastrosi con la star di Via Col Vento Vivien Leigth morta giovane, alcolista  depressiva. Bonne Nuit Tristesse.
                         

ELISIR ACCENDE IL REGIO


E allegria con Elisir D'Amore! L'Opera di Gaetano Dinizzetti è stata trasmessa con varie repliche ad aprire la stagione Lirica del Teatro Regio a Parma allestita tutta in una sorta di Via Col Vento volando in Mongolfiera.
Le scene bucoliche infatti giravano tutte intorno alla Grande Quercia in stile Tara con la protagonista sempre in cappellino e vestito rosa a sbuffo dall'inizio alla fine che, come una novella Rossella, si destreggiava fra vari pretendenti alle prese chi con i fumi dell'alcol o chi arrivando  in divisa da Carabiniere in sella a una biciletta piuttosto che a cavallo.

Luci di scena abbaglianti in sottofondo mettevano in ombra i figuranti ad effetto figurine cinesi, per poi passare a fasci di luci rosse per raffigurare un tramonto, e sbizzarrirsi in una vasta gamma di tanti altri colori intercambiati come si fa negli studi televisivi, introdotti da Fabio Fazio in primis. Così da Via Col Vento a Che tempo che fa il passo è stato breve come quello che si fa con il salto della quaglia passando da L'Elisir d'Amore di Dinizzetti al Buongiorno Elisir condotto da Michele Mirabella su Rai 3.
La calata di una mongolfiera, ad effetto musical Mago di Oz, al centro della scena ha completato l'opera con un tutto esaurito sia per la prima che per le repliche anche se più che l'Opera potè l'Operetta.




Perchè questo Elsir d'Amore è un'opera minore diciamolo. Carina e allegra finche si vuole, molto piacevole a vedersi, ma nulla a che fare con le gloriose opere di Verdi. Non solo Verdi giustamente, e spazio anche a musical e canzonette con prosa, manifestazioni sportive e televisive perchè Tutto quanto fa Spettacolo.
L'importante è far cassetta. Dove non arriva lo Stato con le sovvenzioni non può che prevalere l'arte dell'arranggiarsi. Alla napoletana come detto sopra. Se si continua di questo passo invece di portare la Lirica del Regio nel mondo, la si porterà a Porta a Porta a ricordare che è ancora vivo.


Battute a parte, gli interpreti sono stati tutti applauditi insieme ad orchestra e coro.
Prima dell'inizio si è osservato un minuto di silenzio per il disasrto dell'Airbus della Lufthansa dove hanno perso la vita la mezzosoprano Maria Radner ed il baritono Oleg Bryak che il mondo della musica ha voluto onorare.
Tanti applausi per tutti: Jessica Nuccio Celso Albelo Julian Kim Roberto De Candia
Eleonora Contucci sotto la regia di Marcello Grigorov Scene e Costumi Nica Magnani Maestro Concertatore Francesco Ciluffo Maestro del Coro Martino Faggiani Orchestra Regionale dell'Emilia Reomagna e Coro del Teatro Regio. Luci Andrea Borelli.

giovedì 2 aprile 2015

EXPO' 2015 INCREMENTO DEL TURISMO.


Possibile che fra i tanti tesori di Parma non ci sia un Orecchino di Perla firmato Vermeer o una Monna Lisa di Leonardo?. 
Un'idea potrebbe essere la Madonna di San Girolamo del Correggio con l'Angelo di profilo vicino a S.Girolamo che sorride in maniera irresistibile non avendo nulla da invidiare ai sopracitati capolavori. Mancano solo sponsor e promo.

ECCELLENZE TERRITORIALI


"al me' pipèin d'or" : Pollo in due tempi. Una ricetta tipica del Ristorante Molinetto di Parma
Arrostino a in due tempi


Stendere la fettina di pollo, porvi sopra quella di manzo quindi il Prosciutto di Parma e le scaglie di grana.
Arrotolare il tutto in modo che il pollo sia in esterno e legare con spago per cottura.
Scottare velocemente in pedella il nostro arrostino arrotolato e sfumare col vino bianco.
Ultimare la cottura al forno per 10 min aggiugendo il brodo un po' alla volta per mantenerne la morbidezza.
Servire scaloppato con misticanze crude di contorno e una riduzione di latte formaggio e pepe verde.