martedì 17 marzo 2020

CHRISTINE LAGARDE, FACCENDIERA E POCO DI BUONO


Quando Christine Lagarde era succeduta a  Mario Draghi l’Europa aveva esultato seguita dall’Italia e da tutti i media perché una donna era stata eletta a capo della BCE segnando un passo importante per tutto il genere femminile.
Tutti si inchinavano a questa donna così autorevole che avrebbe sicuramente portato avanti il prezioso lavoro (specie per l’Italia) svolto da Draghi con la stessa lungimiranza a senso di responsabilità.
Soprattutto piaceva la sua eleganza molto ammirata dalle giornaliste fashion che la presentavano come emblema della manager dal look impeccabile con tailleurini modellati esaltati dalla sua figura longilinea e soprattutto da quel taglio di capelli a fili bianchi e grigi che la facevano sembrare la sacerdotessa della fica-economia. Come tipologia sembrava la madre dell’Irene Pivetti quando era Presidente della Camera con quiei tailleurini modellati e il foulard Hermes intorno al collo a dare un tocco di eleganza British.




Qualche avvisaglia  della sua vera natura faccendiera con le mani in pasta l’avevamo avuta al meeting promosso da Angela Merkel quando  aveva riunito tutte le personalità femminili al vertice per un tavolo di discussione sulle quote rosa e sul ruolo delle donne nei posti di comando, vedendola scodinzolare dietro a IvanKa Trump con la quale faceva più volentieri selfie che con le altre sentendosi evidentemente  più alla pari con la figlia del Presidente degli Stati Uniti. Un modo di fare civettuolo e servile che la sminuiva come manager ma nessuno ci fece caso anzi, perché l’atteggiamento veniva interpretato come fascino erotico del potere femminile del connubio Manager e Donna.

Salita al vertice della BCE quel “fascino erotico” accreditatole l’aveva sfoderato prima ancora di far valere le sue competenze, rivelando al mondo intero di come facesse ancora l’amore nonostante l’età (64 ANNI) con grande soddisfazione del marito. Il quale non confermava comunque ma tutti le avevano creduto sulla parola offrendole molto spazio nelle pagine dei giornali dove si decantava con ammirazione questa sua performance privata che aveva avuto il coraggio di rendere pubblica proprio per confermare quel connubio coniato sopra di Manager e  soprattutto Donna.

Al grido di  "Mon mari Il Vien ho oui, Il vien tout le jours…” l’intimissimo non era più mistero che invece di farla richiamare all’ordine aveva eccitato tante giornaliste rosa e non diciamo di quali testate tanto da farle condividere in coro “che gioia che bello e ci perdoni l’entusiasmo!” perché esaltavano le gesta di una manager che aveva osato abbattere un tabù senza considerare che questa mancanza di ritegno fosse pari alla sfacciataggine delle confessioni delle star. Così fu che Cristine Lagarde più che una manager e donna venne stata assurta a diva e manager.
Persa l’umanità di donna si era ammantata dell’aura di divina corredata del potere di vita o di morte. Delle borse ovviamente.
Infatti presa dal delirio di onnipotenza in un momento in cui l’Italia c’è l’emergenza drammatica e tragica del coronavirus la Cristine Lagarde ha fatto cadere le borse a picco incurante del danno procurato a un Paese in grande difficoltà dimostrando doti umane zero e zero senso di responsabilità avendo seguito solo l’interesse di speculatori-squali. Sarebbe curioso sapere che cosa ne pensa Draghi ma non sapendo né leggere né scrivere tra squali e draghi pensiamo con certezza che Cristine Lagarde sia Faccendiera e Poco di Buono per cui sarebbe giusto chiederne  le dimissioni accogliendo il grido accorato e appassionato di Massimo Giletti da Non è L’Arena che invece ha lasciato titubante, come se non volesse prendere posizione, Matteo Renzi di Italia Viva.  Sì  e Viva l’Italia!

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