mercoledì 18 marzo 2020

DIVAGAZIONI SUL CORONAVIRUS


Il coronavirus non è un’opportunità. Il coronavirus è un’isolamento forzato al quale ci dobbiamo rassegnare mettendoci a fare quelle cose che abbiamo trascurato tutto l’anno causa lavoro, per scelta o per necessità.
Le attività più gettonate sono le pulizie di casa più approfondite sulle quali ci si butta la prima settimana andando via via a riprendere il ritmo di prima, poi ci sono i fornelli con piatti da sperimentare nonché torte e pasticcini sui quali anche quelli ci siamo buttate la prima settimana a capofitto perdendo il ritmo perché gli ingredienti in dispensa si esauriscono e non è certo prudente andar a far la spesa tutti i giorni di uova fresche per cui meglio sarebbe centellinare. Ci sono inoltre le letture di libri e giornali, i giochi coi bambini, la Tv e tutti i mezzi di comunicazione come telefonini smart pc e quant’altro che ci metta virtualmente in contatto per non sentirci isolati.
Invece mai come oggi siamo soli con noi stessi e la quarantena ci ha rivelato il dramma della solitudine all’interno delle famiglie che si verificava già da tempo. Infatti molti si riversano sui balconi a cantare e ballare per ritrovare un minimo di socialità che anche la Chiesa ci nega. Andare al supermercato sì, ma in Chiesa no, anche se fossimo tutti in fila e uno per volta,  non è un genere di prima necessità alimentar lo spirito.

Così ha colpito molto la passeggiata del Papa da solo per le vie di Roma per andare a pregare verso quel crocefisso sotto al quale si erano radunati i fedeli al tempo della peste.
Attenti ai falsi profeti si legge fra le righe della Sacre Scritture quando annunciano la fine del mondo e questa pandemia sembra quasi un’anteprima perché di Profeti  ne sono spuntati come funghi dove ognuno dice la sua smentendosi l’un l’altro creando una gran confusione. Tutti d’accordo comunque sul fatto che bisogna stare in casa e questo ci sta e lo dobbiamo seguire per non diffondere contagio ma c’è chi si pronuncia sulla durata più lunga di quella di un altro c’è chi lo chiama cigno nero e… giù la nipote di Verdi il Cigno di Busseto che crolla.
Della serie le disgrazie non arrivano mai da sole. Chiamiamolo col suo nome Coronavirus evitando per una volta metafore e giochetti mediatici.

Per una volta lo sgarbato Vittorio Sgarbi ci è sembrato che le sue esternazioni fossero una voce melodiosa specie quando si indigna che ai fedeli sia impedito di andare in Chiesa facendoci pensare che non sia un falso profeta anche quando urla virus del b..del c…Parole grosse che gli sono valse denunce alle quali lui ha risposto che non ha paura anche tossendo ripetutamente (per un’influenza dice lui, quella che lo colpisce tutti gli anni così come ha sempre colpito tanti di noi).
E ci crediamo. Sì perché molti contagiati consapevoli o non guariscono in pochi giorni così come abbiamo visto con Maurizio Porro, Barbara Lori, Teresa De Sio per esempio per fare nomi illustri insieme a tanti sconosciuti che hanno reso le loro  testimonianze e acceso una speranza in tutti noi
avvalorata anche dalla dichiarazione di un virologo a Mattino 5 condotto da Francesco Vecchi, il giovane conduttore che ha surclassato nel cuore degli spettatori Federica Panicucci (della quale si vedeva ormai solo il rossetto ed il mascara tanto era diventata trasfigurata dai fari abbaglianti spianarughe) quando ha affermato che ci sono in circolazione tanti virus e non tutti letali. Buone notizie che ci confortano alle quali si aggiunge l’appello di un sacerdote che invita tutti al balcone  alle ore 21 per recitare il Rosario ad alimentar con la preghiera anche lo spirito.

Speriamo che l’Italia non voglia solo cantare e ballare ma ritrovar l’unione nella fede in Dio pregando tutti insieme che aiuti l’uomo nella sua continua ricerca della cultura della vita  che in questo momento si focalizza sul vaccino anti-virus unico elemento che lo possa debellare definitivamente in tutto il mondo per non creare poi circoli viziosi,  al di là di quella barbarica proposta della immunità di gregge lanciata da Boris Johnson. Come direbbe Sgarbi: capra! Capra! Capra!
La fede in Dio e nella scienza, questo ci salveranno..


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