lunedì 23 marzo 2020

GIUSEPPE CONTE UN UOMO SOLO AL COMANDO

Giuseppe Conte è stato duramente attaccato per aver gestito l’emergenza Coronavirus con decreti a tappe con modalità di comunicazione molto discutibili.
Infatti l’ultimo decreto è stato diffuso a reti unificate nelle emittenti televisive che avevano preso il docu da Facebook, il social nel quale era sbarcato il Presidente del Consiglio che Matteo Renzi aveva così commentato “Non siamo al Grande Fratello”.
Anche Enrico Mentana aveva alzato la voce disapprovando tale metodo avendo praticamente escluso la conferenza stampa che normalmente si adotta. Normalmente, ma qui siamo in casi di emergenza e quando si verificano un Premier deve prendere il comando intorno al quale si dovrebbe fare cerchio senza creare opposizioni o polemiche per non rallentare le dinamiche da attivare con i rituali burocratici e creare confusione nel raccogliere lamentele o chiacchiere sul presupposto che le decisioni di un Premier siano ponderate con persone competenti di sua fiducia.


Per l’opposizione la cosa migliore sarebbe stata quella di chiudere subito tutto subito, almeno per un mese, forse sì ma forse no perché probabilmente si è cercato di non chiudere tutto per non creare il panico nella popolazione  lasciandola a corto di generi di prima necessità e di comunicazione che avrebbe potuto creare un black out da incubo con tafferugli saccheggi di bande armate così come sta temendo New York dove ci sono stati assalti alle armi.
Ma a parte questo vogliamo soffermarci sulle modalità dell’ultimo decreto che sono state disapprovate soprattutto dalla maggioranza ed opposizione perché esclusi dalle decisioni essendo stati tutti invitati a rimanere a casa come se andando a lavorare in Parlamento facessero più danno oscurando la leadership del Premier accusato di credere d’essere al Grande Fratello.
Anche la stampa si è indignata per essere stata esclusa dalla conferenza dalla quale comunque non è stato escluso il popolo, quello dei social e quello della Tv. Infatti tutti hanno sentito il discorso del Premier che anche se emotivamente deprecabile, così come ha commentato Mentana, è entrato nel cuore della gente per le parole accorate che oltre a creare ansia hanno aperto uno spiraglio alla speranza di riuscire a vincere se si seguono le regole così come ci esortano tutti i giorni medici e infermieri che non finiremo mai di ringraziare per il lavoro che svolgono.

Per quanto riguarda "le offese" alla stampa sarebbe comunque utile osservare come tanti giornali, il Corriere in primis, si trovino difficilmente nelle edicole,  aperte anche nei giorni festivi alle quali  la scorsa domenica (cioè ieri) però non si poteva accedere per il divieto dei Carabinieri di circolare per cercare “beni non di prima necessità”. Giustamente. Il decreto infatti lo avevamo già visto in Tv.
Così, in difesa del nostro Presidente del Consiglio,  ci sembra che le modalità di comunicazione del Premier siano state appropriate e tempestive arrivando prima di ogni stressante consultazione del Parlamento che con qualche suggerimento “per gli acquisti e per le vendite” voleva esserci pure lui, e di una stampa quotidiana non troppo efficiente “per causa di forza maggiore”.
Passo dopo passo con equilibrio e ponderazione resistendo con fiducia nel restare a casa, quelli che hanno il privilegio di poterlo fare, riusciremo a farcela. Aspettiamoci un altro decreto comunque, perché come la pazienza non deve avere limiti per cui il Parlamento  insista pure nel tornare a lavorare per dare ogni suggerimento possibile al Governo. Parlare si può, è nell'agire che ci vuole coraggio.

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