martedì 23 febbraio 2021

LOLITA LO BOSCO MANCA IL SOSTEGNO DEL ROMANZO D'AUTORE

Possono un paio di tacchi a spillo ed una sfida in stilettata a scalzare un Montalbano dalla Pole Position? Questo è quanto si era riproposta Luisa Ranieri calzando il ruolo del vice Questore nella città di Bari, Lolita Lo Bosco, creando una forte curiosità.



Infatti la fiction ha fatto un pieno di ascolti più per la curiosità verso l'interprete sempre molto amata dal pubblico per la sua calda femminilità che per l'interesse di una nuova serie sul genere commissari.questurini-guardie e delinquenti della quale esiste già una vasta gamma che attualmente ha gli occhi puntati sul Commissario Ricciardi, entrato in pieno nel cuore degli spettatori.

















Lolita Lo Bosco se non delude dal punto di vista estetico mandando in visibilio quando si toglie le decolleté maculate a tacco 12 per infilare le pantofole ed entrar nel letto con la sola compagnia di un bicchier di vino rosso essendo una single per scelta avendo preferito dedicarsi alla carriera anima e corpo, lascia un filo perplessi dal punto di vista dell'etica professionale che infrange portandosi a letto un sospettato di stupro appena esce dalla cella, a comprovata innocenza, dove lei l'aveva sbattuto nonostante fosse stato “il suo primo amore” e non si fa per dire.

Sì perchè la circostanza è avvalorata dalla dichiarazione di mammà (Lunetta Savino nel ruolo di sè stessa) intorno al tavolo della vigiglia di Natale affermando che l'indagato fosse quello che “aveva deflorato la sua figliola all'età di 17 anni, alla presenza di bambini perchè ovviamente non sanno tradurre il significato.


Nella sua qualità di single libera e indipendente la vice questore Lolita Lo Bosco invece pensa di potersi permettere iniziative sessuali con gli “scarcerati” ma quì non ci sta  nel confronto con Montalbano commissario di virile integrità fedele alla fidanzata Livia ma soprattutto fedele a sé stesso come integerrimo funzionario dello Stato né tanto meno si può fare un parallelo con il Commissario Ricciardi e la cantante lirica Livia (sospettata in un episodio dove ne esce pulita) alla quale lui cede perchè febbricitante senza esserne consapevole seppur partecipativo, come a dir la carne è debole ma lo spirito è forte nel pensare a un'altra, per cui è sollevato dal paragone.

Non si può essere femmina Lolita per contrapporsi a un Montalbano sogno, non tanto per una questione discriminante ma per forza d'autori, perchè Andrea Camilleri fa la differenza.

Il genere investigativo, quando è basato su romanzi d'autori funziona sempre in tutte le versioni venga tradotto così come succede con Geroge Simenon per Maigret, Aghata Christie per miss Marple o Monsieur Poirot ed infine per Maurizio De Giovanni per il Commissario Ricciardi, ma quando si forma l'alchimia speciale fra autore e interprete del personaggio chiave come nel binomio Maigret-Gino Cervi, Montalbano-Luca Zingaretti, Miss Marple-Margaret Rutheford e da ultimo ma non ultimo Ricciardi-Lino Guanciale, è allora che si forma una serie destinata a lasciare il segno e che farà scuola.

Purtroppo le investigazioni al femminile in serie Tv, senza togliere nulla alle sceneggiature,  non sono basate su romanzi d'autore perdendo in spessore,  per cui indagare con lo stiletto non è garanzia di successo di questo genere nel quale l'unica fino ad ora ad emergere è stata Gillian Anderson con The Fall Caccia al serial Killer perchè la femmina-indagatrice-in-tocco-di-classe si contrapponeva ad un predatore sessuale, crudele assassino a doppia personalità intrigante. creando una forte suspence.

Quello che manca in Lolita Lo Bosco infatti è proprio la sospence essendo il racconto dipanato sul filo di una comicità di maniera che toglie tensione e alone di mistero visto e considerato come la scena clou con il tentativo di incastrare l'assassino da parte di Lolita è accompagnato dalle gesta maldestre dei suoi collaboratori a rendere comica una risoluzione dai risvolti tragici, e in divertissment.

Così a forza di sdrammatizzare si perde il contatto con la realtà delle serie crime traducendola in una sorta di finale a taralucci e vino.

Detto questo Lolita Lo Bosco è piacevole a vedersi perchè Luisa Ranieri è una star indiscussa per dar successo a qualsiasi cosa intraprenda perchè basta la sua presenza ad illuminare anche una serie non all'altezza di quanto prometta e cioè una fiction ad interpretazione sexy e a carattere criminale in un binomio di eros e tanathos che purtroppo più che esplosivo si riduce a fuoco di paglia.

Se invece la sfida di Lolita a Montalbano voleva intendersi sul piano della parodia c'è riuscita in pieno.

 

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