martedì 28 febbraio 2023

MAURIZIO COSTANZO. OCCHIALI SCURI IN STILE FUNEBRE

Con la morte di Maurizio Costanzo tutto il suo pubblico ed estimatori hanno partecipato ai funerali in diretta tv cercando tra la folla i volti noti  molti dei quali, donne in primis, avevano gli  occhiali buio pesto un must degli anni 80 quando le star li mettevano in scena anche di notte in Via Veneto lanciando la moda in tutto il mondo che aveva attecchitto specie fra le rock star. Con gli applausi al famoso caro estinto in quel periodo avevano iniziato ad accompagnare le sfilate delle celebrity - in lutto per l'elogio funebre davanti ai microfoni  che non evitavano per non perdere l'occasione di esibirsi -  erano gli occhiali scuri perchè conferivano loro un certo fascino carismatico, da star appunto, anche se molti telespettatori a casa malignavano che fosse per nascondere gli occhi senza trucco o per non farlo colare, se c'era.  Certo l'occhiale scuro fa anche un certo effetto diciamolo: "Siete delle Pompe Funebri?" chiedevano ai Blues Brothers vestiti di nero e con gli occhiali buio pesto. "No siamo cantanti!" Ecco appunto.

Anche Maria De Filippi li ha indossati sia per la veglia funebre in campidoglio che per il funerale ma giustamente tutti hanno pensato che fosse una barriera per non manifestare il suo dolore pubblicamente. Con questo pudore dei sentimenti Maria De Filippi ha dato una grandissima lezione di dignità negandosi al pubblico che comunque ha salutato gentilmente con una stretta di mano prestandosi suo malgrado a fare selfie, un gesto che molti hanno criticato non avendo compreso che Maria è sempre stata al passo con i tempi e, come diceva The Queen nel film omonimo, conosce bene il suo pubblico avendogli dato visibilità con i suoi programmi, mantenendo sempre e comunque con esso la giusta distanza. Al funerale non c'è riuscita, per educazione per timidezza o per pudore dei suoi sentimenti di fastidio. Insomma Maria De Filippi è stata ineccepibile con un comportamento molto composto di stile ed eleganza. Se proprio si vuol trovare qualcosa su cui dissentire sono proprio quegli occhiali scuri indossati costantemente anche nell'incontro con Giorgia Meloni Presidente del Consiglio che invece era a viso aperto per cui l'etichetta “prevede” che si dovessero guardare negli occhi. E' un piccolo particolare che comunque apre l'osservazione su questa consuetudine di portare gli occhiali buio pesto ai funerali per dar quel tocco di stile funebre ormai adottato da tante star e non solo.

Come non dimenticare comunque la veletta di Jackie ai funerali del Presidente John Kennedy che pur velando il viso non lo nascondeva lasciandolo intravedere, ma i tempi sono cambiati e oggi si ricorre agli occhiali scuri. Sarà pure giusto usarli come barriera o per seguir una moda (chiamiamola col suo nome) ma non si capisce dove sia la mancanza di stile nel far vedere l'occhio umido o la lacrima furtiva. Per carità! Dove sta il problema?  Questo per dire che se oggi ai funerali è stata ampiamente consolidata la consuetudine di battere le mani meglio sarebbe evitare di mettersi gli occhiali scuri se non altro per accompagnare con un ultimo sguardo a viso aperto la bara del caro estinto che se ne và laddove tanti sono stati indispensabili ed insostituibili nella vita per passare a quella in Paradiso. 

Così se Maurizio Costanzo lo dovremmo immaginare come molti hanno recitato nell'elogio funebre ai microfoni o in Tv (lasciando da parte la commovente  lettera della figlia Camilla con tanto rispetto per il suo grande amore per il Papi) a ripetere come in vita il Costanzo Show con gli amici famosi, che dovremmo pensare di tutti quiei migranti che in contemporanea sono morti affogati a Crotone? Continueranno a fare i morti di fame anche in Paradiso? Purtroppo ma anche no, la morte rende tutti uguali indistintamente. Per questo si dice che si passerà a miglior vita!

lunedì 27 febbraio 2023

FRANCESCO ARCA NEL NUOVO POLIZIESCO RESTA CON ME

Francesco Arca sempre più presente nelle fiction ha scelto la sfida dei polizieschi per vestire i panni del vice Questore della Squadra Mobile di Napoli  Alessandro Scudieri un segugio che pur di seguire le tracce di una banda di rapinatori e scassinatori di banche non esita a portare la moglie incinta in un ristorante dove presume ci sia un incontro per uno scambio di istruzioni di una nuova rapina. Infatti lui punta verso un giovane che incrocia insistentemente lo sguardo di una donna sola al tavolino facendogli pensare di essere sulla pista giusta che trova conferma con l'apparizione di un motociclista con casco ed in mano e una pistola che si fa largo fra i clienti fra i quali anche la moglie che viene spinta violentemente a terra perdendo il bambino. Il dramma famigliare lo perseguita perchè la moglie cade in depressione per cui lui è sempre più determinato a sgominare quella banda trovando le energie per portare avanti altre indagini di omicidi che risolve brillantemente fino a quando non trova morto un amico e informatore della polizia che lo induce a chiedere il turno di notte per poter svolgere le indagini in un certo senso “a modo suo”da cane sciolto se non fosse che ad affiancarlo ci sia l'Agente di intervento notturno Salvatore (Antonio Milo)  con la sua aiutante Linda (Chiara Celotto) che del lavoro d'ufficio non ne vogliono sapere per cui si forma una squadra di intervento compatta.

Il rapporto con la moglie Paola (Laura Adriani) è sempre più teso appesantito anche dalla decisione di Scudieri di prendersi cura del bambino del suo amico, il piccolo Diego, al quale era già molto affezionato che la moglie accetta fino a quando non venga trovata una sistemazione in un'altra famiglia per poi decidere di andare ognuno per la propria strada. Insomma un divorzio nei denti che il poliziotto, conoscendo la moglie, non prende in considerazione pensando che il tempo calmerà il dolore. Dopo i primi musi lunghi che mettono il bimbo a disagio finalmente un abbraccio di affetto che li unisce tutti insieme dopo che il piccolo Diego (Mario Di Leva), scappato da casa per paura di essere messo in una Casa Famiglia, viene ritrovato. La serie con la regia di Monica Vullo sta decollando riuscendo a catturare l'interesse anche perchè formata su struttura collaudata con le indagini svolte in parallelo con le vicende private e familiari alle quali si partecipa tra un inseguimento al cardiopalma ed un battito di cuore emozionante allenando la mente nel formulare ipotesi sulle intuizioni di Scuderi cercando di arrivare alla soluzione prima di lui con un urlo liberatorio: “L'avevo detto che era quello!” Il quale finisce agli arresti.

Se da casa si potesse votare, forse chissà...un giorno, si potrebbe aiutare nelle indagini di questi poliziotti ma ovviamente non è consentito togliere loro tutto il merito. E Francesco Arca se lo merita tutto perchè, con l'esperienza acquisita come attore di tante fiction, diventa credibile anche nei ruoli di compagno tenero gentile  romantico e fedele che vanno oltre il sex symbol sul tipo canaglia impunita o sciupafemmine con il quale si è messo in evidenza, preferendo ora esprimersi con personaggi di integra virilità così come l'abbiamo visto anche in Fosca Innocenti. Un bel salto di qualità che gli è valso un grande consenso di pubblico, femminile in primis, diventando una garanzia di successo di una fiction.

Altri interpreti a formare la squadra di Scudieri sono Alessia (Angela Ciaburri già vista nella serie Noi)  in versione poliziotta-rude e maschia che non le manda a dire nemmeno al suo superiore Capo Nunzia Raimondi (Maria Pia Calzone).

 Il piccolo Diego è carinissimo, accattivante con un viso paffuto e di forma rotondetta facendo comunque riflettere su dove e come vadano a cercare questi bambini talentuosi perchè sanno recitare ed essere simpatici riuscendo a catturare l'amore a prima vista del pubblico. La serie è creata dallo scrittore Maurizio Giovanni autore di Mina Settembre, Il Commissario Ricciardi, I Bastardi di Pizzo Falcone tutti ambientati a Napoli e così con questo Resta Con Me si può dire che non ne abbia sbagliato una.


lunedì 20 febbraio 2023

FIORI SOPRA L'INFERNO UN THRILLER FRA LE MONTAGNE DEL FRIULI

 Chi ha paura dell'uomo nero? I bambini no, o quanto meno i quattro bambini molto uniti fra di loro che in un paesino d'alta montagna  in provincia di Udine frequentano la scuola condividendo le passeggiate nei boschi in cerca di un fantasma che ogni tanto appare osservandoli senza comunque far loro  del male.


Eppure il commissario, nella persona della burbera Teresa Battaglia, che indaga su un efferato delitto avvenuto fra i boschi dove è stato trovato il cadavere di un uomo appoggiato sulla neve orrendamente mutilato senza occhi e con un taglio alla gola, si convince sempre più che il killer sia proprio quel fantasma anche se lui le aveva risparmiato la vita una volta che l'aveva trovata svenuta, essendo la Battaglia afflitta da diabete e da disturbi attribuibili all'Alzheimer. 

Le indagini vengono svolte in parallelo fra il commissario e i suoi due aiutanti, il fedelissimo Giacomo Parisi (Gian Luca Gobbi) e il giovane  fighetto nuovo arrivato Massimo Marini (Giuseppe Spata)  che si è subito conquistato le grazie della Battaglia come “servizievole pivello” e  4 bambinetti molto coraggiosi e determinati nello scoprire la tana dell'uomo nero, un omone alto coperto da un tabarro e una maschera di legno in volto, che loro chiamano fantasma.


Ben presto il killer da inizio alla serie dei delitti puntando sulla madre della bambina del gruppo che ferisce alla gola dopo averle morso orecchie e naso lasciandola comunque viva mantenendo lo stesso trattamento per il figlio del sindaco ma il commissario non riesce a trovare un filo logico fra queste aggressioni mortali e crudeli risultando i casi sempre più intricato con il ritrovamento delle ossa di un bambino e un cadavere di un adulto comunque fatto sparire prima dell'arrivo della polizia giunta sul posto grazie a una soffiata. La location di questa fiction Fiori Sopra l'Inferno scelta nella zona di Tarvisio in Friuli Venezia Giulia  è l'ideale per fare da sfondo ad un thriller  conferendogli, con il bosco che circonda case isolate, un'atmosfera inquietante e piena di suspence perchè ovviamente l'uomo nero fra quella fitta vegetazione è sempre in agguato apparendo all'improvviso alle vittime che urlan di terrore rimanendo paralizzate dalla paura lasciandogli la possibilità di prevaricare per torturarle e uccidere. L'unico elemento che potrebbe far scoprire l'assassino dietro alle sembianze di questo mostro, sono gli occhi azzurri per cui si comincia a lavorare pescando fra la popolazione chi abbia queste caratteristiche individuate ben presto in un personaggio già additato nel Paese come diverso e pericoloso che lo fa diventare immediatamente sospettato.

Elena Sofia Ricci dà il volto al commissario, la profiler Teresa Battaglia che impariamo a capire nel suo carattere scostante con qualche flash-back dove in età giovanile viene picchiata brutalmente dal marito mentre è incinta.  A tutto c'è una motivazione anche a quelle che formano un serial killer le cui crudeltà si possono amputare ad altrettante ricevute nel corso della vita, infanzia soprattutto, che una volta individuate contribuiscono a decifrare il profilo per trovare quel filo logico che possa impedire altre azioni anticipandone le mosse nell'essere riusciti ad entrare nella sua mente carpendone la strategia di attacco. Il lavoro psicologico è molto importante ancor più dell'azione per cui quando il Commissario Battaglia impedisce al suo aiutante il giovane Marini di sparare all'uomo nero che ha raggiunto dopo un inseguimento, gli dà una lezione sulla differenza tra un poliziotto pivello e una commissario profiler. Ma lui ha la volontà di imparare perchè preso da sincera ammirazione verso questo capo donna e burbera ma benefica così come dimostra quando tratta coi bambini, per cui l'intesa fra i due si consoliderà sicuramente nel tempo.

La fiction è molto avvincente ma poiché l'uomo nero è troppo presente anche alla luce del sole, viene allentata la tensione nell'abituarsi alla sua figura che non fa più tanto effetto. Belfagor per esempio, in quella famosa serie con Juliette Graco, veniva inquadrato un attimo, e sempre in pochissime sequenze per cui ogni volta che si intravedeva creava terrore togliendo il fiato.



venerdì 17 febbraio 2023

MARE FUORI. GIULIETTA E ROMEO IN SALSA PUMMARO'


Mare Fuori, la serie Tv della Rai, è tornata in terza stagione per riprendere la storia ambientata in un carcere
minorile di Napoli, ispirata a quella di Nisida con tanti giovani protagonisti molto bravi nell'immedesimarsi nelle parti di delinquenti senza speranza di riabilitazione. A dirigere il carcere è Paola, impersonata da Carolina Crescentini che si avvale della collaborazione di operatori del settore maschile e femminile che controllano con severità ma molta umanità il cui scopo è quello di salvare questi ragazzi da un futuro di delinquenti professionisti passando la loro vita avanti indietro dalle carceri dure per adulti.Missione impossibile che comunque non induce la direttrice a mollare perchè vale la pena di riuscire a salvarne almeno uno. Ma una nuova delusione l'attende puntualmente dopo aver posto le speranze in Gaetano che credendolo “recuperato” lo ha reinserito in famiglia per continuare un percorso di lavoro come pizzaiolo sotto le direttive di un ex carcerato. “Mi raccomando riga dritto!" ha raccomandato la direttrice sicura che ce l'avrebbe fatta anche mettendogli a supporto come sostegno il suo braccio destro Massimo che con lei aveva intrecciato una liaison amorosa troncando ogni rapporto con la moglie (ma non il figlio).

Purtroppo la famiglia “mafiosa” alla  quale Gaetano è aggregato anche in carcere capeggiata da Edoardo non gli ha lasciato vivere la sua nuova vita di persona per bene costringendolo a seguire delle direttive con l'esecuzioni di un “infame traditore”(Mimmo) dopo aver minacciato i suoi genitori lasciandolo così senza scampo dal quale ne esce scegliendo di morire. La violenza di questi giovani ragazzi con le ragazzine sempre con coltelli in mano e corpi contundenti per colpire ed imporsi con la stessa ferocia dei maschi,  scuote gli spettatori che si appassionano alle loro battaglie fra fazioni rivali connesse alle famiglie mafiose di fuori che li sorvegliano introducendo pizzini e “soldati” disposti ad andare in carcere per rinforzar le fila di un capo-banda. Dietro a quella facciata di duri però si nascondono le insicurezze adolescenziali con i loro giovani cuori che battono d'amore quando ci sono liaison in corso o stanno per formarsi. 

Infatti nel carcere nascono simpatie corrisposte, oppure si consolidano quelle già in corso con patner esterni, oppure di amore-odio fra giovani di opposte fazioni (Rosa e Carmine) che mettono in crisi il sistema malavitoso nel quale sono coinvolti, perchè vi sono nati e cresciuti  pensando che quello solo sia il loro mondo. Questa coppia rivale delle famiglie Salvo e Ricci,"fra una coltellata-graffio"e una sfida a bigliardino, è quella che accende la speranza di un recupero non solo dei ragazzi ma delle faide fra le  famiglie mafiose che speriamo non si ottenga con il costo della vita come fu per Romeo e Giulietta, perchè questo è quanto la fiction sta facendo palesare come una sorta di West Side Story in a' pummaro' napoletana.

Per saperlo, la serie completa è su Rai Play ma non conviene guardare il finale per togliersi il piacere di seguire le puntate su Rai Due ogni giovedì con interesse in tutta la sua suspence al cardiopalma perchè questi ragazzini sono veramente violenti e pericolosi facendo riflettere su una società che non sembra occuparsi a fondo del problema. Infatti non si capisce perchè questi ragazzi abbiano ancora contatti esterni con le famiglie mafiose e non siano invece coinvolti in progetti intelligenti e interessanti che vadano oltre la scuola di pizza e il gioco del bigliardino. Ma è una fiction seppur violenta ma patinata al punto giusto per essere accattivante  per cui figuriamoci cosa succede nella realtà in quelle situazioni vere dove i ragazzi restano abbandonati a loro stessi e allo sbando sempre in gara fra loro invece che con un bigliardino! Tutti i ragazzi sono eccezionali in questi ruoli di delinquenti ma da segnalare come rivelazione è Carolina Crescentini che per la prima volta ricopre un ruolo pieno di dolente umanità uscendo dal clichè sexy e brillante che l'ha sempre caratterrizzata con le commedie del cinema italiano nel quale si è superata con il film A Casa Tutti Bene, anche questo su Rai play.

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MARE FUORI UN TEMA TRAGICO MA TROPPO PATINATO

https://ritaguandalini.blogspot.com/2021/12/mare-fuori-un-tema-tragico-troppo.html



sabato 11 febbraio 2023

LE RELAZIONI CON GLI EX REALI E VIRTUALI.

I rapporti con gli ex sono tra i più difficili e complicati ma basta poco per renderli semplici: cancellandoli dalla memoria (con un clic per quelli virtuali e con l'indifferenza per quelli reali con i quali meglio sarebbe mantenere rapporti civili. Ci sono tanti tipi di ex, ex marito, ex fidanzato, ex compagno, ex oggetto dell'innamoramento. Ecco, questo è il più difficile non tanto da cancellare quanto dal toglierselo di dosso. Infatti questo ex, che ha goduto del fatto di aver suscitano interesse o amore senza magari corrisponderlo, una volta che la cotta viene a cessare si sente colpito dalla sindrome “Rigau” (il cosiddetto fantomatico marito a sua insaputa di Gina Lollo) entrando nella crisi di rigetto della quale non riesce a farsene una ragione.

E' il più difficile come ex perchè rappresenta una sorta di inquilino al quale sia stato affittata una casa (intesa come cuore) senza un regolare contratto ma con una scrittura privata paragonabile al matrimonio per procura che Gina Lollo ha firmato riuscendo comunque nell'intento di farlo annullare senza comunque riuscire a mandare via l'inquilino da quella casa dove pretende di continuare ad abitare mettendo becco fra le sue proprietà. Beccata e fuga? Ma nemmeno per sogno perchè meglio continuare a suonare  marciandoci dentro nel far riconoscere il proprio ruolo. Il  patrimonio della de cuius val bene una Messa da Requiem seguita in religioso silenzio davanti alle telecamere di tutto il mondo. Quando un cuore cessa di battere è impossibile pensare di esservi ancora dentro specie se era già uscito anche dalla mente per cui il problema resta tutto da risolvere con le carte bollate. Alle quali purtroppo Gina non potrà rispondere se non per interposte persone che si sono fatte carico della sua eredità spirituale vantando il ruolo di amiche del cuore. Quando batteva.

Però a questo punto sorge spontanea una domanda alla morte di una persona, a prescindere dal suo patrimonio,  quelli che l'hanno “amata” in vita come coniugi parenti amici e affini, restano sempre confermati nei loro loro ruoli o diventano ex. Perchè fa strano sentir dire io sono l'amica del cuore di...quando questa è già morta. Io sono ex amica del cuore è più corretto. 

Questo per dire che quando uno entra nella fase di ex a livello virtuale (web e televisione) o quella  fantomatica e in fase di rigetto, dovrebbe rendersi conto di aver perso tempo servito solo a togliere la concentrazione dalla  realtà dove ben vengano anche le sane discussioni di coppia con coniuge e tutti gli altri ex con i quali si è condiviso un percorso che ha contribuito ad arricchire la vita di esperienze vissute nel bene e nel male.


giovedì 9 febbraio 2023

POLITICHE SOCIALI IN PRIMO PIANO A S.REMO SECONDA SERATA


S.Remo in seconda serata ha visto scendere dalle scale ad affiancare Amadeus e Gianni Morandi Francesca Fagnani assurta al successo con la trasmissione Belve, dove lei miagola come una gattina tutta sorrisi e carezze graffianti. Che dire di questa nuova conduttrice del Festival di S.Remo che non sia già stato detto da tutti i media che la coccolano senza alcun ritegno qualunque cosa dica anche di gossip di basso profilo?  Che era vestita pari pari a un'ape regina. Come a dire alle altre “sue colleghe”io son io voi non siete un …? Forse sì ma anche no anche se, professionalmente parlando, lei era, fra le conduttrici, quella di maggior spessore come giornalista di inchieste importanti nel suo curriculum. Bombastica Fagnani! Sì perchè lei sul palco dell'Ariston non ha voluto parlare mai di sé ma del suo lavoro che ha espletato sia come giornalista rosa che di cronaca nera. Purtroppo le battute di gossip hanno lasciato il gelo fra i malcapitati primo fra tutti Al Bano che spente le candeline dei suoi anni 80 ha ricevuto i complimenti della Fagnani perchè alla sua età è ancora conteso dalle donne. Silenzio in sala e Al Bano che si gira dall'altra parte.  La seconda frecciatina rosa l'ha lanciata ad Amadeus puntando in basso, settore mutande, ma quella sorta di “fallo di mano” è stato respinto gentilmente dal conduttore che ha deviato il discorso sulle canzoni chiedendo quale preferisse “Vattene Amore” (la canzone di Amedeo- Minghi forse da tradurre in una sorta di paragone con Amadeus-dinastia- Ming? Forse sì ma anche no.) ha risposto decisa la Fagnani con la prepotenza che come da lei stessa ammesso la contraddistingue parando comunque  il colpo con un'altra “Ci rivedremo fra cent'anni”. 

Se il gossip ha raggelato il monologo-inchiesta-giornalistica in un carcere minorile nel napoletano (sull'isola Nisida) ha catturato l'attenzione sull'accento dei ragazzi intervistati perchè si rivolgevano alla Fagnani parlando in romanesco (la sua lingua): “A' dottorèe!” quando si sa benissimo che in napoletano si pronuncia a' dutturissa. Ahi Ahi Ahi!!!!Sono i particolari che fan la differenza. Così se Francesca Fagnani voleva distinguersi non c'è riuscita. Sì perchè l'intervista-servizio al carcere di Nisida sembrava, più che ispirata a fatti di cronaca vera (quiei minori che recentemente erano scappati dal carcere minorile di Beccaria), alla serie  che sbarcherà in seconda stagione prossimamente sulla Rai, Mare Fuori interpretata da Carolina Crescentini quale direttrice di un Carcere minorile di Napoli ispirato a sua volta a quello di Nisida formando così una sorta di parallelo fra realtà e finzione-fiction. Insomma una sorta di chicca in operazione marketing che comunque non toglie nulla all'intento nobile di portare alla ribalta di un palco con milioni di spettatori, un problema importante ma che ci porta nel contempo a mettere sullo stesso piano “surfiste” le conduttrici fino ad ora ascoltate perchè se di Chiara Ferragni abbiamo riconosciuto la capacità di cavalcare l'onda a tutto selfie della moda, del costume e degli eventi con S.Remo in primis, di Francesca Fagnani si può dire altrettanto riconoscendole l'abilità di cavalcar l'onda della fiction Mare Fuori  proponendola sotto forma di interviste in backstage in accento romanesco come una sorta di reality Tra i detrattori della Fagnani alzo il  braccio perchè pur riconoscendola come  professionista bella brava e “simpaticamente bombastica” non apprezzo il suo sorriso... da stronzetta? No, da furbetta che se può andar bene come persona, per un giornalista non è sinonimo di “duro e puro”. Nulla di personale quindi perchè come dice il saggio “Tu non sei il tuo lavoro”.

A togliere la scena alla Fagnani, con la “sua realtà” in tutta bellezza calda e sensuale è stata la creator digitale di origine iraniana Pegah Moshir Pour accompagnata da Drusilla Foer entrambe in rosa magenta con la quale ha inneggiato alla libertà con un monologo di grande impatto presentato a spalle nude con il bellissimo seno in bellavista e sciogliendo i suoi capelli a dimostrar di “scavalcare la paura” di un possibile atto di vendetta da parte dei fanatici del regime iraniano che  controllano le donne dissidenti e attiviste nei Paesi stranieri tenendole sotto tiro. Fra tante politiche sociali ad appesantir ulteriormente l'angoscia di cui siam tutti pervasi (tra covid, guerra, rincari bollette e ora pure un terremoto devastante in Turchia e Siria) il Festival di S.Remo ha comunque allietato il pubblico in sala e a casa con tante belle canzoni  di big e giovani promesse ma soprattutto con quelle del trio Morandi-AlBano-Ranieri fche hanno fatto spiccare il volo alla serata rendendola memorabile. Meno male che a S.Remo ci sono anche i cantanti con le canzoni!




mercoledì 8 febbraio 2023

CHIARA FERRAGNI A S.REMO 2023 PRIMA SERATA

Che dire del Festival di S.Remo che non sia già stato detto? Che Amadeus ha fatto il suo tempo ma ora è tempo di finire con onore al merito di aver messo le canzoni in primo piano sulla scena riportando l'evento a livello   nazional popolare con il quale ha raggiunto l'apice in questa edizione aprendo con la prima serata con il Presidente Sergio Mattarella e l'elogio alla Costituzione recitato da Roberto Benigni. Dopodichè non si può andare oltre per cui Amadeus potrebbe lasciare in bellezza concedendo al prossimo conduttore la possibilità di rinnovare la formula delle conduttrici una per sera: una perchè ha milioni di follower, un'altra perchè, a prescindere d'essere compagna-di fa interviste senza sconti anche se poi le risposte son scontate, un'altra perchè sa bene intrattenere con brio e simpatia e un'altra ancora perchè grande campionessa sportiva. Ma una bella conduttrice fra le migliaia che circolano in Tv che sappia cantare ballare intrattenere per tutto il Festival lasciando tutti a bocca aperta con un look smagliante lussuoso senza sconti, no?”. Guardare il Festival è diventata una penitenza tanto che un'artista eclettica come Anna Oxa si è presentata con una sorta di saio. Ma ve la ricordate la Oxa quando con il perizoma in vista-vedo-lato-b tra il voile nero della mise saliva le scale gradino su gradino a ritmo cadenzato sex sex sex...? E la Patty con le acconciature elaborate? La Vanoni con lo sfoggio di un'eleganza raffinata che non ha mai avuto eguali? E Milva quando apriva bocca come una pantera cantando con una voce estesa e profonda...senza sconti?   

Ad ogni modo Amadeus ha aperto ancora una volta il Festival a-modo-suo puntando soprattutto sulle nuove leve, i primi giovani apparsi in scena fra le quali ha spiccato Ariete con una canzone dal testo interessante cantata con una bella voce suscitando tenerezza (e quella domanda “ma perchè l'hanno sistemata così?” che a suo tempo avevamo formulato con Arisa) nel vederla infagottata in una giacca rossa simil pelle di due o tre taglie più grandi che la penalizzavano anche se comunque la giacca extra large era un must anni 80. Molto carino è apparso Gian Maria giovanissimo cantante biondino elegantissimo con la camicia bianca aperta infilata davanti nel pantalone e lasciata a coda dietro con l'aria da pulcino che contrastava con una voce sicura e robusta.  Anche Mister Rein ha colpito con una canzone suggestiva dal motivetto orecchiabile “..camminerai con me...” cantata insieme ad un coro di bambini di grande impatto emozionale. Marco Mengoni ha confermato la sua classe con un completo sportivo calzoni e giubbotto di pelle ad effetto elegante. Una conferma è arrivata anche da Leo Gasmann sempre più sicuro e bravo con una voce bisbigliante per poi espandersi in modo squillante e pieno di energia.

Se Elodie voleva stupire con l'abito da cigno nero ha raggiunto lo scopo di accentrare l'attenzione su di sé piuttosto che sulla canzone così come succede di solito. Qualcuno ne ricorda una invece che i suoi cambi di look le sue esternazioni imbarazzanti? A rubare la scena a tutti è stato Blanco prendendo a calci rose e fiori sul palco, un gesto che a molti è apparso geniale nella sua sregolatezza a caratterizzar la tempra di un fuoriclasse della canzone. Fuori sicuramente ma di classe non c'era ombra. La classe l'ha sfoderata Gianni Morandi entrando silenziosamente in scena con una scopa per raccogliere le rose recise mentre Amadeus cercava di calmare Blanco con la gentilezza che lo contraddistingue senza il minimo rimprovero forse perchè il Festiuval ha finalmente avuto la sua prima scossa, con la moglie Giovanna in platea che lo applaudiva probabilmente ricordando che proprio con “la scossa” il loro rapporto era decollato.

Nessuna scossa invece con la comparsa di Chiara Ferragni perchè è stata una rivelazione nell'esprimersi con semplicità disarmante e in un modo gentile di porgersi che fa comprendere il senso istintivo dell'eleganza di una influencer molto intelligente ed accattivante nel fiutare il business e catturare milioni di follower facendo continuamente stupire, non tanto nel cogliere l'attimo fuggente, quanto nell'abilità di cavalcare “l'onda” (delle mode, del costume, delle tematiche sociali). Una performer al passo coi tempi “virtuali” piuttosto che reali perchè il suo mondo resta il web le comparsate agli eventi modaioli e Festival di S.Remo incluso, anche con una mise ad effetto nudo. Sì perchè l'effetto era virtuale per cui bastava un nude-look facendo intravedere il seno tra il voile di una mise per dare di sé un'immagine reale. Un'occasione persa. “Solo il 10% delle persone che mi sono vicine mi conoscono realmente” Embè tutto il resto fa novanta perchè  a onor del vero il disegno del seno virtuale, faceva un certo effetto come una sorta di  “nudo-bionico”


giovedì 2 febbraio 2023

MATILDE GIOLI INTERPRETA FERNANDA VITTGENS



Da pochi giorni è stato celebrato il giorno della memoria con la riproposizione di tanti docu e film e una nuova programmazione su Rai Uno della fiction Fernanda, interpretata da Matilde Gioli e basata su una storia vera. La protagonista Fernanda Vittgens prima direttrice donna del museo di Brera si era distinta in tempo di guerra per la grande generosità e determinazione nel salvare le opere d'arte dal saccheggio dei tedeschi e tante vite umane aiutando molti ebrei fornendo loro carte di identità false per ad arrivare al confine svizzero e trovare la libertà.  L'intento nobile è perseguito comunque in maniera un filo approssimativa con tante incongruenze che comunque non hanno tolto l'interesse per una fiction che mette in luce il coraggio di una delle tante persone che in quel periodo si erano attivate per nascondere Ebrei dalle retate per l'invio ai campi di concentramento e che sono rimaste nell'anonimato. Fernanda era un personaggio in vista dell'epoca per l'incarico importante che le era stato conferito per cui il suo operato è stato riconosciuto pubblicamente mentre la fiction è andata oltre nel santificarla come da copione di ogni agiografia.  Matilde Gioli interpreta il personaggio assurgendola a una sorta di vestale votata all'arte e alla salvezza di vite umane  calzando i suoi panni in modo austero e dimesso senza un filo di trucco e un filo di tacco per cui a brillare sarebbero solo i suoi occhi se non fossero sempre così mesti senza quel lampo di luce che richiederebbe la fierezza nello sfidare il nemico quando viene arrestata.

 La scelta di puntare sugli occhi della Gioli non sembra sia stata fatta a caso come a voler contrapporsi ad un'altra eroina di una fiction Passaporto per la Libertà di Canale 5 trasmessa il mese scorso dove si è puntato invece sulla bocca dell'interprete Sophie Charlotte  a tutto rossetto a dare smalto brillante alla figura di Aracy de Carvalho vissuta realmente come addetta ai passaporti dell'ambasciata Brasiliana in Germania anche lei molto attiva nell'aiutare tanti ebrei. La serie di Canale 5 in tante puntate ha permesso di soffermarsi su tanti particolari dolorosi a scatenare emozioni e suspence che invece la fiction Fernanda in una sola puntata non è riuscita ad esternare perchè il racconto si è soffermato più sulla vita della protagonista nel percorso che va da bambina a direttrice del Museo mentre il resto è stato dipanato in un contesto molto patinato e poco credibile.

Nessuno mette in discussione le nobili azioni della protagonista e di quelli che l'hanno affiancata, ma tutto sembra svolgersi in modo irreale e abbastanza superficiale. Basti pensare alla sequenza nella quale Fernanda insieme ad un suo gagliardo operaio (Eduardo Valdarnini)  con un carico di opere d'arte e la famiglia del suo professore, che aveva caldeggiato il suo talento facendola assumere al Museo, e ora ben in vista al finestrino del mezzo, si trova ad affrontare una pattuglia di blocco di camerati che l'operaio convince a farli passare perchè deve “andare a consumare un rapporto con una signora sposata e molto per bene” cercando di tenere alto il buon nome del maschio “mussoliniano”. Passato allegramente il posto di blocco, c'è un altro inghippo alla villa di campagna dove alcune signore capeggiate da Fernanda eludono una perquisizione mettendo i quadri salvati dal Museo appesi al muro della casa facendo credere ai fascisti che fossero dei falsi comprati ad un mercatino. 

Intanto Milano come si evince dal docu inserito è distrutta  per cui Fernanda tornata nella sua casa continua a vivere tranquillamente come se nulla l'avesse toccata con le luci sempre accese il riscaldamento sempre in funzione (visto che a letto lei e la sorella sono in sottoveste con spalline sottili) e soprattutto con tanto cibo da mangiare da permettersi di andare ad offrire ad un Ebreo rifugiato nella sua casa il piatto preferito da suo fratello! Sì ma prima della guerra perchè poi è subentrata la fame per tutti. E che dire del carcere nella quale Fernanda è stata rinchiusa? La cella single è linda spaziosa e luminosa con lenzuola pulite dove dorme scrivendo lettere alla famiglia senza subire pressioni interrogatori o torture  mentre quando era libera inviava le sue missive al suo ex direttore rifugiatosi nei boschi con la resistenza che gli venivano regolarmente recapitate con indicazioni su come si salvavano gli ebrei senza pensare al rischio nel venire intercettati. Insomma è tutto troppo composto ed elegante, con la Gioli perfettina nel suo mesto rigore penalizzata ancora di più da quell'onda a capello raccolto che le incornicia il volto che non le dona affatto.


Certo il ruolo lo esigeva ma c'è modo e modo perchè confrontando la Fernanda vera con l'interprete non pare proprio che il risultato estetico-artistico sia a favore di Matilde Gioli. La quale comunque può dichiararsi soddisfatta nell'aver ottenuto finalmente un ruolo da protagonista assoluta tanto da farle dichiarare in un'intervista di essere ormai a cavallo. Al trotto comunque perchè di strada ne deve ancora fare per imparare a correre al galoppo illuminando la scena come la Carvalho!