giovedì 2 dicembre 2021

MARE FUORI UN TEMA TRAGICO TROPPO PATINATO

Le fiction Tv anche quando inseguono tematiche difficili di  criminalità tendono sempre a svilupparle per piacere ammantandole di fascino piuttosto che per raccontare il degrado di una triste realtà. La quale anche se tentano di rappresentarla con neoralismo non mancano mai di inserirle qualche tocco di glamour come abbiamo visto in Mare Fuori, seconda stagione. La serie infatti è molto interessante perchè ambientata in un carcere minorile che guarda il mare di Napoli (Mare Fuori appunto) con giovani che hanno già fatto esperienze molto dure sia in strada che in ambito familiare arrivando anche a commettere omicidi. Se in carcere si cerca di insegnar loro la legalità con metodi moderati all'insegna della disponibilità al dialogo, loro si impegnano a riproporre le dinamiche della strada formando bande o fazioni che si dividono a perpetrare le azioni di bullismo delinquenziale con cui sono cresciuti. 

I reparti sono ovviamente differenziati con quello delle ragazze tutto in “rosa” fra belletti sorrisini, lettere d'amore scambiate con i fidanzatini e rivalità al femminile  sul piano vanità invidia e gelosia, mentre quella dei maschi è un tripudio di percing, tatuaggi, canotte e muscoli in vista, fra i quali si fanno notare i talentuosi Artem Tkachuk (nel ruolo di Pino O' Pazzo) e Nicolo' Galasso (in quello di Tano O'Pirucchio) molto bravi a recitare con la giusta fisicità di giovani fuori da ogni controllo ma entrambi tenuti a freno dai loro capi, quella della fazione buona Filippo (Nicolas Maupas ormai lanciatissimo nelle fiction) in carcere per sbaglio ad impersonar il classico eroe bello gentile e di buona famiglia, e da quello della fazione turbolenta che con intelligenza raggela i bollenti spiriti dei compagni  per non farsi “mangiare” i permessi di uscita senza comunque perdere la sua natura delinquenziale nel suggerir di perpetrare le loro vendette “a morte” una volta usciti in permesso.

Filippo è anche molto generoso nel proteggere i compagni e intenzionato a portarsi in famiglia a Milano una volta uscito, la fidanzatina Rom Naditza (Valentina Romanini), la quale, udite udite, quando viene ospitata dalla madre del ragazzo si trova a fare il bagno in una vasca piena di schiuma nella quale si immerge con le cuffie dello smart cantando a squarciagola come Julia Roberts in Pretty Woman. 

Così dalla tragedia alla farsa il passo è breve. Perchè queste emulazioni imbarazzanti in un contesto così drammatico vengano messe in atto non si sa  perchè riescono solo a togliere pathos e credibilità a una serie che, se proprio vuol copiare, potrebbe benissimo senza sbagliare nel svilupparla con realistico rigore, ispirarsi alla serie di Suburra e di Gomorra piuttosto che alle commedie Hollywoodiane. 

A dirigere il carcere minorile è Paola, (Carolina Crescentini) la cui umana comprensione e disponibilità non trova riscontro da parte dello zoccolo duro che vorrebbe castigarla in quanto donna mettendola sotto, ma riesce a farsi amare comunque dalle ragazze e ragazzi più  recuperabili prendendosi a cuore i loro problemi con la generosità di una mamma e non si fa per dire perchè chiede in affido la bambina di uno di questi la cui moglie è stata uccisa il giorno del matrimonio colpita per sbaglio nel perpetrare una vendetta contro il ragazzo.  Ad affiancarla ci sono il Comandante della Polizia Massimo (Carmine Recano), l'educatore Beppe (Vincenzo Ferrera) ed il consulente legale (suo ex marito) impersonato da Fausto Maria Sciarappa.La fiction è comunque avvincente perchè si intrecciano tante storie tra passato e presente dei ragazzi in carcere, tutti molto bravi. Ed è forse questo il segreto del grande consenso delle fiction perchè si avvale di attori professionisti e di giovani con esperienze e studi in campo artistico che sanno recitare con le physique du role dando una garanzia per un prodotto di qualità la cui originalità non dovrebbe comunque essere intaccata da citazioni-cine-famose (v.Pretty Woman appunto) alle quali gli autori sembrano non resistere.

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