martedì 21 giugno 2016

FIORE NEL LETAME


Il festival di Cannes 2016 è il festival delle donne, principali protagoniste in tutti i settori da quello dei film alla giuria passando per il red carpet straordinariamente variopinto di presenze femminili ovviamente di grande bellezza.
Fra queste sono comunque emerse le tipologie di ragazze interrotte a rappresentare il cinema italiano come la Pazza Gioia e Fiore entrambi ambientati in Casa di Riabilitazione per malattie mentali e Riformatorio che tradotto fa comunque sempre carcere.
I luoghi di segregazione esaltano ancora di più i temperamenti ribelli che si impegnano in una eterna sfida contro le regole e l'autorità.
Sfida che rende vincenti soprattutto le donne  perchè la vita libera le ha temprate facendole grintose e determinate. Purtroppo a perpetrare l'illegalità e la trasgressione che solo un sentimento d'amore corrisposto può mitigare il senso di frustrazione nel luogo di pena dove a farla da padrona è sempre e comunque la tristezza.

La stessa che pervade lo spettatore in una compassione infinita per questa gioventù della quale si è sempre pensato fosse parte di uno sparuto gruppo in minoranza. Invece pare che si stia diffondendo sempre di più fra le nostre giovani generazioni le quali, se negli anni di piombo (il periodo che più ha segnato la ribellione giovanile) avevano reagito violentemente all'esterno verso le istituzioni, ora sono  ripiegate su sé stesse facendo del male a loro e alle  creature che nascono.

Insomma una generazione di sbandati, tatuati in ogni dove che vivono ai margini della città  per cui ...”lasciami stare perchè sono un poco-di-buono” come recitava la famosa canzone dei Corvi.
Infatti è meglio quando si trovano fra di loro, facendo accoppiate in questi luoghi di detenzione nei quali fra tante umiliazioni e privazioni si rafforzano i sentimenti di solidarietà umana e poi d'amore verso il preferito/a fra tanti derelitti con il quale  condividere aspirazioni ed elevare insieme  lo spirito sulle ali della libertà.
Infatti anche nel film Fiore nasce un idillio fra due ragazzi, Dafne e Josh che dopo essersi scambiati alcune parole dietro le sbarre iniziano a scriversi di nascosto per raccontarsi e per conoscersi fino all'inevitabile innamoramento.

Il sentimento è molto intenso con baci furtivi ma appassionati che si scambiano dopo un primo contatto fisico di un ballo lento per l'ultimo dell'anno nel quale si riconoscono: lei porgendogli la sua bocca carnosa e sensuale dal rossetto rosso e lui sorridendole scanzonato fissandola con uno sguardo penetrante che accende la scintilla della passione facendo nel contempo scattare il senso di possesso che sfocia in rissa da parte di lui, e in scenate di gelosia da parte di lei nel vederlo in parlatorio con la ex venuta a fargli visita.
I loro cuori però battono all'unisono anche quando vengono separati da un trasferimento di Josh sistemato in un contesto lavorativo facendo pesare ancora di più gli ultimi di mesi restanti a Dafne. La quale non aspetta di finire perchè approfitta di un permesso di due giorni concessole per stare con la nuova famiglia di suo padre dalla quale scappa all'impazzata fino a ritrovare il suo grande amore con il quale si aprirà a una nuova vita insieme correndo da un posto all'altro, prendendo i mezzi che capitano dal bus al treno per eludere la polizia sempre alle calcagna e vivere una vita da impuniti così come hanno vissuto nella loro adolescenza di ribelli delinquenziali senza tetto né legge come saccopelisti sotto le stelle o nelle panchine delle stazioni.


 Una vita tragica di partenza riscaldata dal loro sentimento che nobilita una esistenza sempre ai margini senza speranza di un recupero, almeno fino a quando nascerà una creatura. Così si spera.
Il film anche se in certi momenti è un filo lento, recupera il ritmo con i ragazzi in fuga che alla fin fine risultano le scene più accattivanti specie con la corsa prima di Dafne all'inizio e poi con Josh alla fine al battito cardiopalmico di un dinamismo spettacolare come le calde prede animalesche che non vogliono finire in gabbia tanto che alla fine, infilato un vagone del metro, anche gli spettatori in sala tirano un sospiro di sollievo per aver seminato i poliziotti.
Il film è avvincente perchè lo sono anche i protagonisti insieme a tutto il cast di figure minori ma delineate con crudo realismo, quello delle carceri a tolleranza zero dove anche ridere è proibito per non scadere in tentazione di sembrare umani. E questi sarebbero i luoghi di recupero dove basta impegnare i ragazzi in attività ricreative o artigianali per dare loro una possibilità di riscatto nella vita che li aspetta, totalmente rinnovati? Se non c'è  un minimo di umanità nel seguirli senza ricorrere a delle punizioni sadiche non basta perchè si dovrebbe tener conto che sono già stati abbastanza puniti dalla vita nella quale non hanno trovato il giusto habitat per  crescere sereni senza paura per mancanza di amore e di fiducia avendo conosciuto solo violenza e forza bruta. Su queste tematiche ci sono già stati molti film ma non abbastanza per far smettere di riflettere.

Molto bravo anche Valerio Mastrandrea che si conferma attore dai ruoli difficili più votati all'estremismo piuttosto che alla commedia sempre e comunque di stampo italiano. Fiore, con la coppia Dafne e Josh è un bel film.

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