giovedì 2 giugno 2016
JULIETA di PEDRO ALMODOVAR
Ad accompagnare un film è sempre molto importante la colonna per dare risalto alle scene facendole danzare al ritmo della narrazione che sia thriller oppur d'azione passando dalla inevitabile commedia alla farsa fino a sfociare nella tragedia.
In questo film Julieta di Pedro Almodovar ci sono invece vari elementi, naturali e non solo (che intersecandosi fra di loro formano il tessuto a drappo rosso della scena iniziale e le reti del pescatore): sono il cervo che insegue un treno in cerca della sua femmina che sul treno è incarnata in Julieta (Adriana Ugarte), la quale si accoppia in un amplesso passionale a ritmo delle ruote delle rotaie, cavalcando un pescatore incontrato nella notte dopo aver rifiutato la compagnia a un signore sconosciuto che avvilito si suicida facendo suscitare sensi di colpa nella ragazza. Altro elemento è il mare le cui onde in tempesta ingoiano tra i suoi flutti il pescatore diventato marito di Julieta e padre della piccola Antea che a sua volta colpevolizza la madre Julieta per averlo fatto affliggere con la sua gelosia.
Ed infine c'è il lago nelle cui acque annega il primogenito di Antea facendo
insorgere in lei un forte senso di colpa verso sua madre Julieta che aveva lasciato sola a Madrid per allontanarsi per sempre da lei rifugiandosi dapprima sulle montagne Svizzere e poi in riva a un lago nel quale trovar l'oblìo volendo cancellare anche una brutta relazione omosex con la sua compagna di adolescenza.
La storia è talmente triste che solo i pochi sprazzi dell'amore consumato prima in treno e poi nel letto riescono a dare un soffio di vita a tutto il film che si dipana fra sensi di colpa rifiuti e malinconia a segnare il destino tragico della vita di Julieta. Di ogni cosa è una tragedia, persino l'arrivo di un fratellino nato dal matrimonio del padre con la badante di sua madre non più autosufficiente e ammalata in un letto, così come era stato per la moglie defunta del pescatore diventato poi marito di Julieta.
Julieta è nata triste e si crogiola in questa sua malinconia leccandosi le ferite da sola non permettendo al nuovo amante di condividere la sua pena del lutto del marito e della scomparsa della figlia tanto amata che crudelmente l'ha abbandonata.
Tutto sembra perduto fino a quando un incidente stradale le riporta l'amante al capezzale a rinnovarle tutto il suo amore e l'appoggio per ritrovar la figlia fattasi viva con una lettera.
I due alla fine partono per quella metà nella speranza di una riconciliazione che dia loro serenità perchè la parola felicità resterà sempre una chimera..
La vita non è un musical. La vita è così come in questo film con la musica che appena appena si percepisce in sottofondo senza essere parte essenziale del film perchè lo sono gli esseri umani con le loro vicissitudine del quotidiano ed il dolore che si portano appresso nel cuore come è il caso di Julieta la cui anima è lacerata in due.
Infatti Julieta è interpretata nel momento della giovinezza e della forma fisica tonica e sessualmente dominante ma con aria sognante da Adriane Ugarte : “Non svegliarti” gli sussurra lui quando lei si concede nel dormiveglia languidamente docilmente come a rispondere all'imperativo del suo inconscio al quale lui risponde con un bacio mordendole il labbro mentre lei gli infila la sua lingua golosa in bocca. L'altra Julieta è quella dell'età matura ripiegata su sé stessa nella malinconia e nel dolore incanalando tutta la sua energia di amore spezzato nella scrittura, interpretata da Emma Suarez più vicina al fenotipo intellettuale incarnato dal suo ultimo compagno.
Nè sposa, né madre, né figlia, Julieta è solo un'amante, questo è in sintesi il messaggio del film di Pedro Almodovar che vuole riportare la vita di Julieta nella sua giusta dimensione perchè in qualsi altra non può che fallire. Diventata conscia di questa sua identità ancestrale si avvia verso la vita con fiducia ed ottimismo perchè questa è la sua realtà che la farà riconciliare con la vita vera nel ricordo di quella vissuta come in sogno nel quale anche i rapporti al femminile sono stati disastrosi. L'unico passabile sembrerebbe quello con la madre colpita dall'Alzeimer che Julieta toglie dal letto di dolore per farla sedere in panchina vestita elegantemente con gli occhiali assomigliando tale e quale a una nota conduttrice di Tg della Tv.
Il più terrificante è l'incontro con la domestica di suo marito, una sorta di suocera Psyco alla Hitchcok 2 La vendetta, impersonata da Rossy De Palma prezzemolina dei film di Almodovar che il regista inserisce come omaggio al maestro del brivido perchè truccata tale e quale al fantasma del film annunciando la sventura del mare che colpirà il giovane e bel pescatore del quale è gelosa.
E' curioso comunque notare che quando Julieta (Adriane Ugarte ) durante le ore di insegnamento sul viaggio di Ulisse per incarnare la bellezza della dea Calypso quando gli offre in dono l'immortalità la illustri in un mix fra Kim Basinger ed Angela Molina due star agli antipodi: quanto l'una è sensuale arrendevole ed aperta ma in fondo puritana tanto l'altra è dura e spigolosa ma in fondo caliente e disinibita a formare il fenotipo contemporaneo molto in voga della latino-americana. A questo punto sorge spontanea la domanda: Shakira o la Belen?
Tra i classici Greci e i personaggi di spot pubblicitari (come non ricordare la Penelope Cruz negli Abbracci Spezzati nel ruolo di sé stessa in promo con Elnett la lacca delle star e la star delle lacche dell'Oreal), passando dalle citazioni di qualche maestro, oggi è Hitchcok domani sarà Bunuel, anche Pedro Almodovar si è presta a costruire un film per fare business con pubblicità occulta.
I critici si sono comuque sbizzarriti con le motivazioni fantasiose costruite ad arte ed artifizi, come si verifica sempre in questi casi fra i cultori e fans dei maestri cult-cine-forum. Forse sarebbe più corretto sostenere che la vena creativa si sia esaurita camuffata in svolta della sua carriera alla quale abbia voluto dare un'impronta romantico-sentimentale inseguendo un filone fin troppo sfruttato nuotando in un mare di soap nel quale Almodovar si muove con cautela come un palombaro, con le pinne fucili ed occhiali. Abbronzatissimo sotto il sole di Cannes 2016 ha presentato il suo film fuori concorso che ha lasciato gli spettatori comunque piacevolmente sorpresi.Tutto sommato un'operazione riuscita con il film da vedere.
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