venerdì 19 gennaio 2018

LEO NUCCI GRANDE RIGOLETTO


                           
“Larà Larà Larà...” Povero Rigoletto!
Standing Ovation per Leo Nucci che si conferma il Rigoletto per eccellenza delle opere di Verdi. Grande!
Se nel 2012 era stato acclamato con l'interpretazione di Michele Pertusi in questa edizione è stato accolto in trionfo. Tanti applausi che hanno inebriato Leo Nucci e che lui generosamente ha voluto condividere con tutti alzando la manina per invitare il pubblico ad applaudire orchestra e coro del Teatro Regio diretto da Martino Faggiani, dopo aver chiesto pietà a lor signori cortigiani per ridargli la figlia rapita. Larà larà larà...
Povera Gilda! Standing Ovation anche per Daniela Cappiello (mentre alla prima era presente Jessica Nuccio, dopo aver fatto ancora coppia con Nucci all'Arena di Verona, la piccola di Elisir d'Amore in versione Via col Vento applaudita nelle passate stagioni Liriche) che in questo Rigoletto al Teatro Regio di Parma ha avuto ll'onore  di duettare con il grande baritono il quale l'ha premiata (così come fa con tutte) con un bacio a sipario chiuso quando insieme concedevano il bis sulle note di Vendetta tremenda vendetta.finendo con un baritonale do-di-petto lui e un soprano acuto di lei che mandava la platea in delirio.
L'allestimento classico era lo stesso dell'edizione 2012 con la regia di Elisabetta Brusa ma con la variante di qualche passo di danza in più a dare brio alla festa senza comunque riuscirci in pieno.
Certo la Brusa non è un Franco Zeffirelli maestro impareggiabile nell'animar le feste operistiche (v. La Traviata con Le zingarelle in primis, o la memorabile marcia de l'Aida con Roberto Bolle) ma poteva dare un movimento sexy all'orgia andando oltre il coma etilico delle cortigiane adagiate “elegantemente” bordo tavolo appese alla tovaglia con quelle ancora vigili che si muovevano sinuosamente sul tavolo a movenze “eleganti” da classico balletto. Niente di stravaccato per carità perchè “Verdi è un autore elegante” anche se i cortigiani, stupratori e prostitute, sono vil razza dannata con le panze piene dopo essersi abbuffati di risotto col puntello, stracotto di asinina o tortelli di zucca innaffiati a lambrusco della Bassa mantovana.
Povero Verdi! Larà larà larà....

Dopo averlo cacciato da Parma ora viene continuamente incensato elegantemente nel “suo” Teatro Regio (quando in realtà il “suo” era quello della Scala), sopratutto dopo che ad averlo rivalutato era stata la grande Renata Tebaldi. Parmigiani vil razza? Vabbè acqua passata era solo per “rinverdir” la storia della lirica il cui spettacolo è sempre coinvolgente e non c'è performance Tv che tenga il passo perchè la musica dal vivo ti prende nel petto facendo vibrare l'anima in sincrono con le vicende tragiche che si stanno consumando in scena. La quale si è trasformata passando dalle libagioni alla nebbia padana per poi aprirsi all'interno della casa di Rigoletto e Gilda con camino spento perchè sono i cuoi a palpitar d'amore mentre in quella de' “La Donna è Mobile” cantata dal Duca di Mantova di grande fisicità passionale (Alessandro Scotto Di Luzio) fra le braccia di una femmina malvagia, il camino ardeva come le fiamme dell'inferno.
Piccole raffinatezze che hanno dato merito all'autrice di una scenografia comunque di maniera “elegante” così come i costumi fra i quali spiccava il mitico multicolore del Rigoletto “di Leo Nucci”.
L'entusiasmo del pubblico alla fine (nell'edizione della domenica pomeriggio) era incontenibile con applausi e tanti flash dei selfie e scatti a tutti i protagonisti in scena con al centro il “Grande Vecchio” della Lirica Leo Nucci commosso e gratificato da una Parma che l'ama sinceramente e incondizionatamente.

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