martedì 4 dicembre 2018

L'AMICA GENIALE


Dopo tanto battage pubblicitario non si poteva non rispondere con gli ascolti per la serie L'Amica Geniale promossa come evento di Natale.
La trasposizione dal romanzo di Elena Ferrante è stata molto seguita perchè avvincente sopratutto grazie all'ambientazione in una zona della periferia di Napoli delimitata da un sottopasso che varcandolo porta in piena campagna con la strada verso il mare.
Il quartiere periferico è composto da case popolari come una sorta di alveari a comporre palazzoni condominiali di chiaro stampo fascista quando il Duce dava una casa a tutte le famiglie anche se abitarle era un incubo pewr l'ammassamento di appartamenti che davano sulla strada con i balconi stenditoi dai quali si gridava Canta Napoli!

Non solo perchè Roma rispondeva con i suoi casermoni di Viscontiana memoria immortalati nel film Bellissima con Anna Magnani che si sbracava al balcone di un piano altissimo per chiamare la sua bambina che giocava nel cortile
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Questi casermoni sono stati rappresentati anche nel film  Una Giornata Particolare visti anche questi come un incubo in un giorno di parata per salutare il Duce quando si svuotavano lasciando un silenzio tombale

https://www.youtube.com/watch?v=eBTlIKcBcL4

 rotto solo dalla voce della custode che controllava la virtù della sposa lasciata sola in casa. La quale coglieva l'attimo fuggente con un bacio appassionato ad un signore gay ma non troppo prima di essere spedito al confine. Sophia e Marcello era la coppia memoriabile.
Così la storia delle due amiche si dipana accompagnandole da bambine fino all'età adulta in una cornice di Italia povera con tutte le difficoltà da superare che ricorda molto il serial patinato con Anna Valle  che girava principalmente intorno al suo look di tubini e perle.



L'amica Geniale è più veritiera nel look dopo-guerra delle bambinette mentre i personaggi sono un filo esagerati  avendo le amichette genitori maneschi e fin troppo severi che non rispecchiano la realtà famigliare del tempo nel quale anche se si dava del voi ai nonni c'era molto calore e sofferenza da parte delle donne nel vedere penalizzate le figlie rispetto ai maschi favoriti nel frequentar le scuole anche se le femmine eran più dotate intellettualmente. A scuola invece gli insegnanti erano autorevoli e punitivi, spesso annoverati fra le autorità di un Paese o un quartiere di città insieme al farmacista al prete al sindaco e la maestra appunto (i maestri maschi erano sbarcati solo in Tv) resa mitica nel film di Don Camillo perchè bachettava il sindaco Peppone. Non sempre le famiglie comunque accettavano consigli e punizioni dalle maestre perchè a comandare era sempre il padre-padrone del  nucleo o la Capo-famiglia anziana perchè in molte regioni specie rurali vigeva il matriarcato.
Certo l'autrice parla della sua esperienza ma non è detto che fosse lo specchio di quella società italiana  povera ma bella così ben descritta in tanti altri film perchè gli accattoni alla Pasolini erano una minoranza analfabeta di strada dedita al bullismo e a delinquere che con l'istruzione si è diffusa anche a scuola con la rivoluzione del 68 cher aveva abolito il lei ai professori mettendoli in stato di soggezione ai giorni nostri di fronte agli studenti e alle famiglie che li appoggiano.

Il film mantiene comunque un'eleganza documentaristica che accompagna anche il percorso delle due amiche con la più piccola molto presente nelle iniziative da pestifera incosciente mentre quella grande la segue un filo “scollata”, più distaccata, lasciandole il ruolo di leader.
Questo nella prima puntata per cui si resta curiosi di vedere il seguito con la regia di Saverio Costanzo il quale ha presentato il format da Fabio Fazio porgendosi con umiltà e timidezza come se fosse timoroso del suo operato quando si sapeva già in partenza essere un successo annunciato.
Ma tale atteggiamento è apprezzato più di tanti registi sbruffoncelli che solo perchè si circondano di belle-fighe pensano di fare centro.

Saverio Costanzo che se chiudevi gli occhi sembrava di senire il padre Maurizio, ci teneva a sottolineare di sperare d'aver rappresentato le due amiche nell'autenticità dei loro anni riuscendoci benissimo nel rendere credibile la piccoletta furbetta e un filo “scollata” (come citato nel romanzo) la più grandicella, più bellina e intelligente. Ma si sa canta Napoli dove la furbizia è sempre più apprezzata per imparare l'arte di arrangiarsi. Vedremo il seguito...


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