lunedì 13 gennaio 2020

HAMMAMET CRAXI IN LOVE

         
Parlare di donne non è una questione politica, così ha parlato Amadeus a proposito della partecipazione a S.Remo di Rula Jebreal.

Parlare di donne in generale diventa una questione politica. Così parlò Craxi.



Nei favolosi anni 80 in Italia era tutto uno scintillìo col made in Italy che esportava in tutto il mondo e le famiglie cominciavano a godere del benessere della settimana corta ed il week end.
I leader della politica della finanza e dell’industria si dividevano fra lavoro e casa passando dalle amanti nei giorni di lavoro alle famiglie in fine settimana. Se alle famiglie facevano fare una vita dignitosamente benestante, durante la settimana con le amanti si scatenavano andando dappertutto elargendo donazioni di immobili e servitù correlate o anche di emittenti Tv per consentire alle amate dell’alcova di emergere nello spettacolo o in qualche attività  finanziaria
Le famiglie sapevano ma tacevano perché questa era pratica diffusa nella Prima Repubblica surclassata nella seconda Repubblica  da molti manager al vertice andando in seconde nozze con le loro amanti, per poi ritornare nella terza Repubblica a perpetrar quel detto “moglie tra i fornelli e amanti fra le cene eleganti” senza che nessuno abbia avuto da ridire perché ogni accenno di dissenso veniva assolto o tacitato in opportuna sede e non sempre giudiziaria.

Bettino Craxi è stato un grande leader politico o un grande ladro?
Quando era in auge e lo si vedeva sfilare fra i grandi del G7 con aria consapevole ed autorevole emergendo fra tutti per la sua alta statura l’Italia era orgogliosa di esserci come quinta potenza del mondo perchè quando un italiano andava all’estero aveva credito mentre ora se un italiano va in Europa per una commessa deve pagare a vista fattura e non dopo tre mesi come tutti gli altri Paesi UE.
Dopo il lancio delle monetine contro Bettino Craxi, l’unico leader di un partito ad aver pagato nel processo di mani pulite per finanziamenti illeciti ai partiti dei quali godevano tutti, la prima Repubblica chiudeva i battenti per battere con la seconda la terza, la quarta…
Batti un colpo? No, battere proprio cassa perché “La Democrazia ha sempre un costo” così come enunciava Craxi nell’esilio dimostrandosi quel leader lungimirante che passerà alla storia,  quella  storia d’Italia nel quale lui si immedesimava in Garibaldi essendosi ferito ad una gamba causa diabete perché di fronte a un piatto di pasta e a un dolcetto al pomodoro non poteva resistere mangiandone a volontà con voracità senza curarsi delle conseguenze a confermar quel detto Dimmi come mangi e ti dirò chi sei.
Il film Hammamet racconta gli ultimi anni di Craxi vissuti in Tunisia in una malattia sempre più incalzante che lui accettava come una sorta di penitenza mista a mal d’Africa senza lamentarsi preferendo soffermarsi sulla sua terra nel ricordarla come una sorta di amante mai dimenticata alla quale aveva dato tanto ricevendone solo ingratitudine.
C’è da credere alle sue parole avvalorante anche dalla testimonianza della figlia Stefania nei i talk show che in questi giorni di uscita del film hanno fatto a gara per ospitarla, per confermare quanto Craxi tenesse a stecchetto la famiglia e sfatar quella leggenda del tesoretto nascosto.
 Il resto è tutta un’altra storia che Gianni Amelio cerca di raccontare facendo commuovere e vergognare l’Italia di essere stata tanto ingiusta nei suoi confronti non avendo soppesato i pro e i contro mettendosi solo contro per attuare una rivoluzione che a tutt’oggi non ha cambiato nulla anzi, ha cambiato in peggio perché l’Italia degli appalti pilotati, delle mancate manutenzioni delle mancate infrastrutture delle privatizzazioni sconsiderate della svendita dei suoi tesori immobiliari del magna magna e degli sprechi, di tesoretti ne ha seminati tanti anche se resta sempre e comunque la Penisola delle Meraviglie che tutti ci invidiano e che noi lasciamo bellamente all’incuria e ad affondare insieme ai barconi accogliendo a braccia aperte solo le navi da crociere, curiosamente lanciate dagli americani nei favolosi anni 80 con il serial Love Boat.

Il film Hammamet è avvincente ed apprezzato per la bravura del protagonista Pierfrancesco Favino essendosi calato nei panni di Craxi non solo con trucco e parrucco ma anche nella mimica e nella voce in una performance incisiva quanto quella di Buscetta facendoci ben sperare in un riconoscimento internazionale che rivaluterebbe anche la figura del leader socialista Bettino Craxi perchè il garofano rosso era un fiore all’occhiello del made in Italy che aveva dato lustro al nostro Paese più di una rosa meravigliosa o un giglio immacolato perché il linguaggio dei fiori ha il suo profumo:  profumo di lavoro di arte del fare e di exportare…mentre oggi il made in Italy è stato venduto al miglior offerente così come si faceva quando l’Italia era divisa in tanti staterelli prima che arrivasse Garibaldi, Garibaldi fu ferito in una gamba. Come il Craxi di Gianni Amelio dove la figlia (che non assomiglia alla logorroica Stefania nemmeno nel modo di porgersi perchè molto attiva e silenziosa per nulla propensa a parlare con la stampa) si chiama Anita (Livia Rossi) mentre nella vita in un curioso parlallelo l’amante “figa d’oro” si chiamava Anja (Pieroni), la compagna devota degli ultimi tempi è invece interpretata da Claudia Gerini e la moglie Anna da Silvia Cohen, Alberto Paradossi è fisicamente somigliantissimo all’originale Bobo così come è originale la casa di Hammamet dove nel giardino Craxi dormiva con il materasso sotto il cielo stellato come in tante case a Tunisi dove si dorme sulle terrazze perché non c’è umidità nell’aria,  l’ospedale e la spiaggia che circonda la Medina con il Suk. La moglie Anna è rimasta nella casa ad Hammamet perché contagiata da quel mal d’Africa che le ha fatto dimenticare l’Italia.

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