E' morta Irene Papas, l'attrice greca dal volto cupo con due occhi neri profondi incorniciati da sopracciglia folte e labbro imbronciato ad esaltare un interiorità inquieta e drammatica giusta per dare volto ad eroine tragiche.
La sua bellezza mediterranea si prestava per molti ruoli di tempra sanguigna racchiusa da una calma apparente dolce e quieta che hanno fatto di lei la Penelope indimenticata del serial televisivo con Bekim Feimiu, poi riproposta in una nuova versione con Greta Scacchi dove la Papas faceva la madre.
Su Rai Play la possiamo vedere anche come interprete di vedova siciliana in un film molto interessante, A Ciascuno il Suo con Gian Maria Volonté per la regia di Elio Petri che parla di mafia dove lei ha il ruolo di una vile collusa.
Il racconto si snoda intorno a due delitti di pastori che inducono un giovane professore Laurana (Gian Maria Volonté) ad indagare fra i notabili del suo paesino avvalendosi della collaborazione della vedova di uno di questi che nota per avere un rapporto di soggezione e sudditanza con una Eccellenza importante, interpretata da Gabriele Ferzetti. A far insorgere il sospetto nel professorino solerte sono i carattere delle lettere anonime che anticipano i delitti perchè sono composte traendole dall'Osservatore Romano, che ovviamente i due pastori non potevano leggere.
Se loro non c'entravano nulla la Chiesa comunque entra nella sfera delle indagini del professorino, avendole scoperto in un ruolo importante nel malaffare di mafia.
Il professore si sente molto attratto dalla vedova che trasuda sessualità da tutti i pori tutta compressa da un atteggiamento pudico anche se sembra ricambiare gli sguardi di fuoco che solo un Gian Maria Volontè sa lanciare in questi frangenti di amore e morte dimostrandosi all'altezza della tragedia quando si trova solo con lei in luogo solitario dove esplode l'attrazione erotica facendola stendere a terra per intrufolarsi con le mani fra le sue gambe che si intravedono con le nere giarrettiere in un look total black come una sorta di femme fatale.
Il pathos è al culmine prima che si compia la tragedia che inizia quando lei si discosta per non consumare l'atto sessuale lasciandolo solo al suo destino preferendo ad un eroe perdente un personaggio eccellente di malaffare in odor di mafia che andrà a sposare mentre il professorino salterà in aria con l'esplosione del capanno in cui era stato rinchiuso dai mafiosi. A Ciascuno il Suo. Il cinico finale lascia senza parole perchè nessuno avrebbe immaginato, così come per la mafia e i mafiosi eccellenti nella realtà.
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