IL TARTUFO non è solo un tubero ma anche un'opera di Molière molto in linea con la serie Beautiful che si presta anche ad un parlallelismo con la politica attuale.Il suo percorso è chiaro fin dall’inizio quando appare in scena la suocera arcigna e di nero vestita che bacchetta i componenti la famiglia, dalle due nipoti alla signora nuora (seconda moglie del figlio) estendendosi al fratello di lei per finire col difendere un amico esterno, morigerato e pio, senza accorgersi della sua doppiezza.
A contorno, una servetta impicciona e saggia, capace di fronteggiare sia il padrone che le situazioni, un fidanzatino innamorato e un capo famiglia succube della Vecchia Grande Madre e dunque fortemente dipendente da Tartufo (l’amico di famiglia) considerato come punto di riferimento, tanto da indurre a nominare lui, il bugiardo, quale unico erede di tutto il suo patrimonio, escludendo il figlio e concedendogli la figlia in sposa.
Insomma una famiglia con una storia antica ma ancora attualissima.
Infatti dipanandosi fra pettegolezzi, intrecci amorosi e battibecchi fra i componenti familiari, sembra di assistere alla soap Beautiful che non risparmia colpi di scena clamorosi.
Tartufo è il damerino, farabutto di turno assetato di potere che potremmo paragonare in Beautiful a personaggi (oggi comunque usciti di scena) come Deacon, arrivisti e scaltri, capaci di insidiare contemporaneamente sia la madre che la figlia.
Grazie al loro fascino ambiguo riescono ad inserirsi in una ricca famiglia per impossessarsi del patrimonio controllandola nel seminare le solite storie di corna. Ma con Tartufo, l’agnello vestito da lupo viene comicamente smascherato, come in una sorta di pochade, prima ancora che si arrivi alla consumazione carnale.
E allora, salvata la virtù della madama, la commedia del Tartufo dovrebbe finire bene.
Infatti dipanandosi fra pettegolezzi, intrecci amorosi e battibecchi fra i componenti familiari, sembra di assistere alla soap Beautiful che non risparmia colpi di scena clamorosi.
Tartufo è il damerino, farabutto di turno assetato di potere che potremmo paragonare in Beautiful a personaggi (oggi comunque usciti di scena) come Deacon, arrivisti e scaltri, capaci di insidiare contemporaneamente sia la madre che la figlia.
Grazie al loro fascino ambiguo riescono ad inserirsi in una ricca famiglia per impossessarsi del patrimonio controllandola nel seminare le solite storie di corna. Ma con Tartufo, l’agnello vestito da lupo viene comicamente smascherato, come in una sorta di pochade, prima ancora che si arrivi alla consumazione carnale.
E allora, salvata la virtù della madama, la commedia del Tartufo dovrebbe finire bene.
Ma ecco il colpo di scena clamoroso. Giù la maschera, Tartufo tira fuori la faccia dello scaltro politico-voltagabbana, senza scrupoli ma simpatico, furbo nel servirsi della legalità per favorire l’ingiustizia in difesa dei suoi interessi pubblici e privati.
Uno spettacolo attualissimo che non ci viene risparmiato dalla nostra classe dirigente, dove gli affari della politica sono arrivati ad intrecciarsi con quelli familiari, coinvolgendo ex mogli figli amanti e parenti, v. per citare qualcuno l'ex Presidente del Consiglio protagonista del “fago tuto mi" il cui colpo di Teatro col Tartufo gli mancava ma la sua ridicola realtà ha superato l'immortalità dell'opera. Bel colpo.
Uno spettacolo attualissimo che non ci viene risparmiato dalla nostra classe dirigente, dove gli affari della politica sono arrivati ad intrecciarsi con quelli familiari, coinvolgendo ex mogli figli amanti e parenti, v. per citare qualcuno l'ex Presidente del Consiglio protagonista del “fago tuto mi" il cui colpo di Teatro col Tartufo gli mancava ma la sua ridicola realtà ha superato l'immortalità dell'opera. Bel colpo.
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