Una mise rosso fuoco, uno svitamento, un colpo d'anca ad evidenziare uno spacco con farfallina in vedo-non-vedo e basta un soffio di vento che vedo-nudo, Elodie è esplosa sventolando questa sorta di bandiera rossa per farla intravedere in nome della libertà delle donne. C'è chi per un ciuffo fuori dal velo in Iran ci ha rimesso la vita, cè chi per un “ciuffo” del triangolo assassino vuole mettersi in gioco. Evvai! Così sgambettando sul palco attorcigliandosi al palo con le girl che fanno da”splendida cornice” Elodie è diventata a tutti gli effetti la nostra performer più popolare sulla scia di quelle americane che hanno fatto scuola e dalla quale l'unica ad emergere a livello internazionale ora è Taylor Sweet perchè di discosta nettamente da tutte con coreografie a movenze sexy ma innocenti: la gonnellina roteante mentre ancheggia in un tripudio di pailettes stelline e strass, mandano in visibilio le platee di tutto il mondo mentre negli Stadi Nazionali si continua la tradizione americana vecchio stile di Madonna e Lady Gaga alle quali Elodie ha detto di ispirarsi anche se le sue movenze coreografiche sembrano ispirate a Dua Lipa la cui sensualità è di alto gradimento erotico a differenza di Elodie in movenze ginniche-acrobatiche da Lap-Dance. Ma tant'è!

Se comunque ci sarebbe ancora da lavorare sulla voce, come consigliato da Ornella Vanoni con la quale Elodie ha duettato, sulla sua presenza fisica, e scenica, non c'è nulla da obiettare riconoscendola come la numero uno per eleganza e stile che con la coscia lunga imprime battendo il tacco fetish. Già, una volta la coscia lunga della sinistra era Alba Parietti ed Elodie, anche lei molto schierata e di parte, la sostituisce egregiamente sapendo anche cantare e ballare. Un conto però è recitare. Sì perchè se è lecito provarci non si capisce perchè come appaia sullo schermo si gridi alla rivelazione ed al miracolo. Miracolata del PD? No di certo perchè il talento le viene riconosciuto perfino con un David di Donatello 2025 ricevuto per il film Fuori quale attrice non protagonista ex aequo con
Matilda De Angelis. La quale invece si è lamentata trovando strano dover dividere un premio perchè si toglie l'unicità all'artista. “E” stata premiata la coralità” ci ha tenuto a spiegare la Presidente di Giuria mettendo a tacere ogni polemica che invece ha un grande eco presso i social.
Questa “coralità” porta comunque alla memoria il post-68 delle Università quando la rivoluzione aveva introdotto il “voto unico” che si assegnava allo studente più bravo e “secchione” nel presentarsi agli esami come capo del gruppo con il quale divideva la promozione in parti uguali. Nessuno escluso. Così parlava la sinistra e così sembra tornato in auge anche nel cinema dove il talento l'esperienza e i riconoscimenti a livello internazionale sono messi a disposizione della coralità anche se formata d attori dilettanti perchè il film è un gioco di squadra. Come nel calcio anche se poi sono i singoli ad emergere sempre, mai ex aequo perchè il gol lo fa uno solo. Tutto questo aiuta la crisi del cinema? In un certo senso sì perchè le polemiche si traducono tutte in pubblicità. Piccoli escamotage che comunque non contribuiscono a riempire le sale semivuote anche se il cinema va a gonfie vele con produzioni incessanti e prolifere purtroppo non grazie alle idee ma alle sovvenzioni elargite dal Ministero della Cultura (a cani e porci verrebbe da dire pensando al milione versato all'assassino della compagna e figlia trovate a Villa Panphili per un documentario mai prodotto e richiesto sotto falso nome) disposto ad incamerare le passività quando il costo supera i biglietti, in nome dell'arte nella sua coralità.
Ecco è proprio questa coralità che Matilda De Angelis ha messo in discussione e alla quale ci sentiam di dar pienamente ragione: si chiama consapevolezza di sé e del proprio valore. Basta con le mammolette umili asservite al potere dello star system a sua volta asservito alla Politica e alle logiche di mercato a scapito del merito. Anche questa si chiama lotta per la libertà non femminista ma di un undividuo per affermare la propria unicità e identità. Nel film Fuori del regista Mario Martone la parte di Matilda recitata in modo naturale senza parrucche e orpelli è più intensa ed espressiva e soprattutto più ricca di sequenze (molte delle quali in coppia con il personaggio interpretato da Valeria Golino) rispetto a quelle di Elodie che invece ha poche apparizioni in triangolo con le amiche e dove viene inquadrata singolarmente a terra in carcere con i polsi tagliati in un flash di pochi secondi. Basta per riconoscere il talento di un'attrice?
Insomma tutto viene messo nel calderone per la grande festa del David di Donatello dove le premiazioni si svolgono, red carpet a parte seguito sui social, in sordina se non fosse per qualche polemica a riportarlo in vita e di cui gli antichi splendori, quando i produttori rischiavan di tasca propria, non rimane che il ricordo di un tempo che fu.