mercoledì 14 maggio 2014

COL BOOM, DAL FRIGORIFER0 AL FORNO


Chissà se fra la teleteca della RAI c’è ancora lo spot della Ignis con Carla Fracci che danza.
Sì perché se Carla Fracci è stata la prima ballerina a sostenere che la danza classica andrebbe portata nelle piazze, di fatto è stata la prima a portarla in tutte le case tramite la TVcon uno spot commerciale che comunque ha aperto l’interesse verso la danza classica tra le quali si sono distinte alcune ballerine come Oriella Dorella e Eleonora Abbagnato (quest’ultima è stata anche ospite a S.Remo e da Maria De Filippi).
Con Carla Fracci l’Italia ha scoperto la Danza Classica che fino ad allora era solo per pochi, quelli cioè che frequentavano i Teatri della Lirica tanto da essere contestati nel ’68 in piena rivoluzione studentesca col tiro di uova marce sulle pellicce delle signore che entravano alla Prima.
Il frigorifero Ignis è stato l’elettrodomestico che ha segnato il boom negli anni 50 sommergendo l’Italia di cambiali.
Per la prima volta le case degli italiani venivano corredate con gli elettrodomestici considerati di lusso come il televisore (che allora si andava a vedere nei Bar o Parrocchiette) ed il Frigorifero (che allora era sostituito con i blocchi di ghiaccio) perché si potevano acquistare a rate.
 Bastava avere un lavoro che a quel tempo si trovava facilmente, per poter usufruire di un acquisto agevolato per l’acquisto di tanti altri elettrodomestici come il forno a gas (a sostituire quello a legna o a bombola) e la Lavatrice arrivata molto tempo dopo perché le donne pensavano che il bucato a mano fosse più efficace così come lavare i piatti in lavandino piuttosto che con la lavapiatti.
Quest’ultima infatti dopo un primo innamoramento da parte delle casalinghe è stato quasi abbandonato perché non è concepibile lavar due piatti spendendo tre ore di energia elettrica.
Nel ruolo di un piazzista di elettrodomestici negli anni 50 è stato girato anche un film, lo Scapolo, con Alberto Sordi il quale in uno degli episodi faceva la corte a una bellissima ragazza ansiosa di portarlo in casa.
Portare in casa a quel tempo voleva dire essere automaticamente promessi sposi non come oggi che se la ragazzina si porta in casa il morosino mammina ha già loro preparato la stanzetta con le lenzuola pulite per far trascorrere la notte ai due colombi “Piuttostoi che lo vadano a fare in macchina…!”
Già, meglio piuttosto.
Sordi invece varcando la soglia di casa dell’aspirante fidanzatina si trovava faccia a faccia con mammina piccoletta brutta e grassa per cui vedeva riflessa in lei la sua giovane fidanzata facendolo scappare a gambe levate.
Erano gli anni cinquanta e le storie del quotidiano giravano intorno agli oggetti che avevano contribuito a creare il boom come gli elettrodomestici in primis e la macchina 500 poi.
Con la 500 le famiglie avevano scoperto le gite in campagna la domenica per andare a fare il picnic o in cerca di locandine caratteristiche dove mangiare il pollo arrosto che a quel tempo rappresentava il massimo per tutte le classi.
In Caccia al Ladro per esempio si vedono Grace Kelly e Cary Grant che fanno un picnic col mitico cestino, dividendosi golosamente il pollo fra petto e coscia.
Nei Paesi del Nord Africa il pollo arrosto è ancora considerato tale fra tutte le classi tanto da trovare una rosticceria in ogni angolo delle città e paesinik con banchetti e panchine per il consumo così’ come si faceva da noi negli anni 50.
Tornando da uno di quei Paesi trovandomi accanto a una nota stilista sentivo che si lamentava perché il pollo era cresciuto di prezzo arrivando a pari a quello dell’Italia.
“Ma devono mangiare anche loro” le avevo risposto inducendola a mettersi la mascherina per dormire ed estraniarsi da quelli intorno.
Leggendo il fondo di Galli Della Loggia questa mattina penso che sia giusto che tutti possano godere del benessere ma penso comunque che l’ondata di immigrazione debba essere arginata. L’Europa fa manico d’ombrello proprio perché l’Italia la Spagna e la Grecia aprano gli occhi sul fenomeno che ci sta gravando sempre più con la crisi in corso.
Inutile far paragoni con noi che andavamo in America perché quello era un Paese con terre sconfinate da occupare in grado di accogliere braccia lavoro mentre l’Italia è satura.
Nel nostro piccolo dovremmo invece attivarci per aiutare i Paesi poveri a progredire nel loro Territorio. L’Europa l’ha capito da tempo ma per noi italiani è ancora troppo difficile. Perché?
Perché intorno all’accoglienza c’è il solito business, chiamiamolo pure racket con mazzette nelle quali noi italiani ci distinguiamo sempre.





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