venerdì 16 maggio 2014

ESTATE IN BARCA,ISTRUZIONI PER L'USO




A me piace molto il mare. Il nuoto è uno degli sport che preferisco, dopo la danza e lo stile libero. Ma seguo molto anche le regate perchè adoro le barche a vela. Fare una vacanza con la barca è roba da ricchi? No, perché oggi ci sono molte occasioni ed opportunità per tutti. Ci vuole però una grande passione. Quel tanto che basta per fare delle rinunce lungo il corso dell’anno, come aperitivi e mojito vari, oppure sigarette e week end mordi e fuggi, per ritrovarsi alla soglia dell’estate con un piccolo gruzzolo e fare vacanze lontano dai carnai delle spiagge superaffollate, alla ricerca di spiaggette più esclusive. Si può iniziare a piccoli passi con gommone, imbarcazione molto sicura che viene usata nei salvataggi delle pilotine in difficoltà nella tempesta, dotandolo di un piccolo motore anche a 10 cavalli, per poi passare a venticinque in attesa di dare la patente nautica. Che non è difficile, basta imparare le regole di navigazione, l'ancoraggio nei punti giusti per evitare di incastrare l'ancora, i nodi alle funi, l'attracco al porto e,ovviamente, le tecniche al timone, molto simili a quelle di un'auto.

Quindi, si può passare ad un livello più alto cambiando il gommone con un piccolo scafo a 85 cavalli per poi passare a quello sempre più grosso. Basta finita lì, perché puntare al cabinato fa scattare la tariffa superiore entrando nel campo del lusso e di quella fascia di ricchi che-si-son-fatti la barca, rischiando di far come loro la figura dei parvenue.

Con un motoscafo, anche piccolo, vai comunque sempre al massimo. 
Più di una barca. L’importante che abbia il parabrezza per potersi appoggiare e navigare in piedi, poiché seduti si rischia il colpo di frusta. Così posizionati, si può sfrecciare alla massima velocità consentita (e il più possibile al largo per evitare i sub) cavalcando le onde seguendo e ritmando le oscillazioni dello scafo. E’ come stare su un cavallo che corre al galoppo su una prateria senza alcun ostacolo. L’adrenalina va alle stelle ed il piacere è dei più esaltanti che si possano provare. Poi magari ti capita di incrociare un mega yacth che sfila lento…lento…con i poveri Vip che cuociono al sole facendo puntatine alla doccia per rinfrescarsi un po’. E tu li saluti con un yahuuuu! per poi riprendere la tua corsa come una spinta verso l’infinito. Roba da giovani, non da ricchi. Ma ci vuol passione…

                                   PARADISO TERRESTRE
  






















Se si vuol prendere il sole integrale come in una sorta di Paradiso Terrestre bisogna andare in barca o nelle spiaggette esclusive.
Ci sono insenature apposite per chi pratica nudismo, come sotto al Monte Conero
o Cala Luna in Sardegna ove è stato girato il film con Maria Angela Melato e G.Carlo Giannini "Travolti da un insolito destino nel mare azzurro d'agosto" che negli anni 80 erano prese d’assalto, ma in Italia ci sono pochi luoghi dove il nudismo viene praticato tranquillamente.
All’Estero invece è ancora  diffuso in alcune località famose come Formentera, Ibiza, o Mikonos e meno famose come alcune isolette dell’Adriatico all’altezza della Croazia che si chiamano Mali Losinj e Veli Losinj.
Qui il nudismo (specie a Veli Losinj perchè vi si accede solo in barca) è praticato da bagnanti che non vogliono essere fotografati da estranei e restare così nudi al sole in pace col mondo intero.
Non c’è niente di male in questo tipo di nudismo perché fa parte di una filosofia di vita che esalta il contatto con la natura come esperienza che ti irradia di energia, tradotta in forza fisica e spirituale.
Lo posso confermare perché per un paio di anni sono andata in questa isoletta per prendere il sole integrale con marito e amici e ricordo un episodio che mi aveva fatto riflettere guardando una coppia di anziani coniugi stesi nudi al sole.
I loro corpi non erano osceni perché alzandosi in piedi sulla roccia apparivano snelli e ancora pieni di vigore nonostante i capelli grigi, frutto sicuramente di costante allenaento sportivo.
Quando all’unisono si erano tuffati in mare avevano cominciato a nuotare fianco a fianco dolcemente con piccole bracciate per sentirsi cullare dall’acqua limpida e a calma piatta. Era un’immagine bellissima perché mi aveva fatto pensare a come sarebbero diventati Adamo ed Eva nel Paradiso Terrestre se non avessero morso la mela.

                                           OFF SHORE ED EBBREZZA

Sono un tipo sedentario. Poco sportivo, ho sempre coltivato interessi sul genere intellettuale o manuale. Mi piace molto nuotare, danzare e andare  in bicicletta. Ho preso a fatica la patente. Ma l’ho presa.
Per dire il tipo: quando andavo a scuola guida, dopo i quiz della teoria il maestro aveva annunciato: “Adesso ragazzi passiamo al motore. Perché la macchina ha un motore. Le risulta vero signorina?” disse guardando me vestita come una principessina. E tutti a ridere. Non c’ero proprio.
In teoria comunque ero brava perché i quiz li avevo superati brillantemente. Vabbè poi in pratica ho sempre avuto chi mi accompagnava in macchina. Ho provato il tennis ma ero una schiappa. Nello sci ho preferito flirtare (innocentemente) con il maestro.


























L’unico sport che mi ha veramente appassionata è l’offshore.
La corsa in motoscafo è l’esperienza più esaltante e adrenalinica che si possa provare.
Le mie vacanze di alcuni anni fa erano tutte vissute per soddisfare questa passione insieme al mio partner bravissimo nel guidare questo mezzo con il quale sfrecciavamo per il mare salutando i poveri ospiti dei vari Yacht che stavano a cuocere al sole perché la grande stazza impedisce loro di correre.
Sul motoscafo viaggi in sincrono con le onde cavalcandole come una sorta di wind surf per cui non bisogna star seduti perché può essere in agguato il colpo di frusta per una mossa troppo forte dell’onda anomala.




Infatti noi stavamo in piedi e correvamo felici in alto mare fino all’ora del tramonto quando il caldo diminuiva finendo per sostare lasciandoci cullare dalle onde.


Era arrivato il momento dell’amore. Il sole ancora caldo fra le gambe faceva bruciare di passione i nostri corpi che si univano con intenso piacere. Unico e irripetibile perché non è come fare l’amore fra le lenzuola di un letto. Su un motoscafo è tutto diverso: lo specchio d’acqua pieno di riflessi ti avvolge in una intensa luce e senti che il sottile strato del motoscafo ti separa dall’abisso mentre sopra sei coperta dal cielo infinito facendoti sentire parte di tutto l’universo.
Un’esperienza mistica da far girar la testa in un mix di estasi ed ebbrezza.
Dispiace per chi non l’ha mai provato.

                 














                           LA MIA LUNGA ESTATE CALDA

























La Lunga Estate Calda è un film degli anni 50 con Paul Newman e Joanne Woodward che racconta la storia di un ragazzo incendiario che entra nelle grazie di un ricco terriero per poi conquistarne la figlia riottosa desiderosa di accasarsi con un rampollo aristo con il quale pensa di avere affinità elettive finchè lui non le rivela di considerarla solo una buona amica.
I rapporti spesso viaggiano sul fraintendimento creando illusioni e castelli di sabbia.

Io ne ricordo diverse di lunghe estati calde e una soprattutto della quale conservo ancora lo scatto.
L’estate era molto assolata (e si vede anche dall’abbronzatura) ed è durata fino ad ottobre.
Quello era un periodo che in vacanza ci stavo anche per un mese intero rilassandomi alla grande facendo tanti bagni e feste sia in casa che fuori.
Ero spensierata e felice ma soprattutto molto in forma nonostante non fossi molto attenta alla linea perché mangiavo di tutto.
Un’altra estate molo calda l’avevo trascorsa a Rimini nei primi anni 90 mentre in quella del 2003 sono andata in Tunisia in un Hotel lungo la spiaggia dove faceva talmente caldo che entravo in acqua la mattina alle 7.

                   

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