giovedì 3 dicembre 2015

LA LOCANDIERA DI CARLO GOLDONI. UN MESTIERE ESERCITATO AD ARTE


Divani divani divani, divani sparsi per tutta la stanza (la hall) dove si inseriscono tavolini mobili insieme a poltrone e sofà: La Locandiera è di qualità.
Carlo Goldoni l'aveva scritta a metà 700 ed è ancora attualissima specie con la regia briosa  di Walter Le Moli per la fondazione Teatro Due in scena martedì 25 novembre.
Allegro andante a ritmo minuetto i personaggi appaiono tutti in scena accennando passi di danza mentre la locandiera appare con una falcata mascolina vestita da cavallerizza:  camicia con maniche a sbuffo, polsini a ventaglio e striscie di volants al collo calzoni neri a vita alta e stivali fetish ad effetto mise avant Chanel.
Curiosamente anche in questa pièce la protagonista è in stile cavallerizza come visto in Ivanov ma al posto della treccia rossa di Sasha, la locandiera porta un caschetto rosso fiammante.


Tutte a capello rosso le protagoniste a Teatro Due come la musa di Walter Le Moli Elisabetta Pozzi che nella scorsa stagione ha furoreggiato con il suo trittico nel mito scegliendo la propria strada fra i classici della Grecia  dando un concreto contributo alla regia. Che non era di Le Moli. Il quale ha comunque optato per la rossa fiamma di questa locandiera (Cristina Cettellani) che curiosamente assomiglia tale e quale a Milly D'Abbraccio la sorella famosa di Maria Angela l'attrice che aveva fatto coppia con la Pozzi nel 2001 per l'allestimento di Maria Stuarda, uno spettacolo che aveva fatto molto scalpore per il bacio lesbo tra La Stuarda ed Elisabetta ad immaginare che le due si amassero in segreto secondo il testo tradotto da Dacia Maraini. Ma più che il lesbo-chic potè la ragion di stato per cui lo spettacolo seguì alla fine il corso classico del taglio della testa alla regina di Scozia con a seguire un successo annunciato.


La locandiera dura tre ore che passano velocemente perchè si segue da cima a fondo nel piroettar delle situazioni scoppiettanti di una società decadente fatta di nobili oziosi che fanno a gara nello sperperar il patrimonio, nel quale a vincere è il Marchese Forlipopoli rimasto a grattare il fondo del barile.
Il denaro, i cadeaux di preziosi fanno da sfondo alle vicende che girano intorno alla locandiera faccendiera emblema di quella classe media che si stava imponendo per far girare tutto quel denaro sperperato emergendo poi con la rivoluzione. Il fattore vincente di questa vivace Locandiera  sta nella operosità senza disdegnare di svolgere di persona il mestiere presentando biancheria pulita piatti e intingoli succulenti, vini pregiati insieme a tanto brio  per farsi il giro giusto  fra i nobili molto ben disposti a mettere una mano sul portafoglio e una sul cuore senza mai toccarla con un dito. Sì perchè la Locandiera non è una civetta che promette senza mai dare  puntando invece ad esercitare il mestiere ad arte, sia come manager che come donna. Obbligatissima ma non a costo della sua onorabilità. Però, tirando troppo la corda nello sfidare un cavaliere che odia dichiaratamente tutte le donne per farlo capitolare sotto il suo femmineo potere, si ritrova sola in una situazione imbarazzante come una sorta di la Bella Cecilia che tutti la vogliono ma nessuno la piglia. E in quella società le donne sole non sono mai dame, come si evince dalle due commedianti che pur essendo vestite da nobili una volta smascherate vengono trattate come volgarissime cocottes.


I tempi non erano ancora maturi per le donne per affermarsi anche se autonome e indipendenti per cui La Locandiera finisce mestamente per scegliere di maritarsi con il suo fedele servo sicura che anche dopo potrà dominarlo continuando onestamente nel suo gioco. Di Locandiera-faccendiera furba e scaltra capace di spillare soldi ai viziosi nobili.

Ed è proprio il servo che si accaparra la parte più esilarante perchè armandosi di secchio e scopa per pulire il pavimento, entrando in scena  si ritrova due operai con tuta e casco che fanno il lavoro con un aspiratore ad anticipare il tempo del cambiamento in corso.
Tante sono le trovate divertenti che il regista ha inserito facendo un bellissimo spettacolo con Laura Cleri, Paola De Crescenzo, Sergio Filippa, Luca Nocera, Massimiliano Sbarsi, Nanni Tormen ed Emanuele Vezzoli in replica ancora dall'8 al 13 dicembre. Da vedere.
           

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