mercoledì 2 dicembre 2015

IVANOV DI CECHOV UN UOMO CATTIVO INTELLETTUALMENTE ONESTO

Ivanov alla Fondazione Teatro Due Sabato Sera 20 novembre.
Anton Cechov in scena con il Teatro Stabile di Genova e la regia di Filippo Dini fedele al testo classico a rivisitazione scenografica e costumi al di là del tempo assemblati con estro e fantasia.
Ad illuminare le scene tanti candelabri accesi al piano terra e fatti calare dall'alto in stile déco dove a fare da padroni sono panchine (nella prima parte svoltasi in giardino)  divani (tutti rossi in vellutino nella seconda parte)  e sofà (una sorta di divano-letto (nella terza parte) sui quali si consuma il dramma cechoviano.
Una versione molto accattivante era stata trasmessa anche in Tv recentemente su Rai 5 con lo sceneggiato anni 60 interpretato da Anna Maria Guarnieri e Monica Guerritore attrici giovanissime che comunque furoreggiavano in questo genere di drammi molto curati sempre nelle scenografie e nei costumi rigorosamente d'epoca (in questa caso in stile matriosca con le lunghe trecce e sottanoni delle protagoniste donne).
In particolare colpiva la scenografia perchè sviluppata su due piani con porte e finestre che si aprivano e chiudevano sui vari quadri in scena, a differenza di oggi che i quadri delle scene sono intercambiali con le pareti mobili che passano dal giardino agli interni con estrema velocità perchè anche in palcoscenico la tecnocologia ha fatto grandi passi.

La musica invece no, è sempre quella che sta facendo tendenza dopo il premio Oscar di Birdman con la musichetta jazz che accompagna la sfilata dei protagonisti in scena che questa volta è andata solo in finale in occasione degli inchini ed applausi di una platea numerosa nonostante la pioggia e vento scrosciante della serata che non ha fatto desistere gli appassionati di teatro.
Ivanov (Filippo Dini) è il protagonista che si macera fra le sue masturbazioni mentali nei rapporti con le donne della sua vita: la moglie Anna (Sara Bertelà) sposata per la sua dote che però gli viene rifiutata dai genitori di lei per aver ripudiato la religione ebraica che, dopo cinque anni di matrimonio, ammette di non amare anche se malata terminale (tisica), e la fidanzata  Sasha( la giovanissima Valeria Angelozzi,  amante disinvolta e senza scrupoli desiderosa soltanto di prendere il posto della moglie in fin di vita) che non ama anche se piena di vita perchè lui mira a farsi scontare un ingente somma prestatagli da sua madre Zinalda (Orietta Notari).


Insomma un cacciatore di dote che comunque esercita un grande fascino sulle donne per la sua prestanza fisica ed onestà intellettuale scambiata dalle giovani vittime come ricchezza spirituale. Un uomo da amare in gioventù con passione a costo di tagliare con tutta la famiglia, e da salvare  in mezza età a costo di tagliare con la bella società sacrificando la propria gioventù. Di fronte alla quale lui si vuole distaccare mandando all'aria il secondo matrimonio dopo essere rimasto vedovo della prima moglie dichiarando onestamente di non saper amare. Tutti lo sanno tranne le sue donne che si ostinano a volerlo costi quel che costi, anche la perdita della dote. Ecco questo è il conto che non sanno fare e che per lui invece ha la priorità assoluta per cui su questo fraintendimento si snoda tutto il dramma fino al tragico epilogo di lui che si spara un colpo alla testa riconoscendo di essere un uomo cattivo ma intellettualmente onesto, non sopportando di essere amato proprio per questa sua virtù riconoscendo che l'onestà intellettuale non paga. Ci mancherebbe dopo che a  pagare sono sempre le donne.


Non sono solo la moghlie, l'amante e la suocera che in questo dramma devono pagare perchè anche la signorina di buona famiglia Marfa (Ilaria Falini) curiosamente sempre vestita come una cocotte, con la sua dote vorrebbe comprare il titolo di contessa da un vecchio zio Conte Sabel (Nicola Pannelli) disposto a fare “la ridicola follia”  fino a quando non potendone più della stupidità della sua aspirante sposa, non le dà uno schiaffo facendole aprire gli occhi sulla tragica farsa.
La quale ben presto si traduce in tragedia con la morte suicida (un colpo di pistola) di Ivanov che cade a fagiolo su un mondo eccitato e confuso senza alcun punto di riferimento che non siano i rubli di famiglie che vivono nell'ozio annoiandosi per non aver nulla da dire e che non  trovano, nemmeno  davanti a cambiali in scadenza, uno sprazzo di lucidità per cogliere l'attimo fuggente recitato da quel detto che a pagare e a morire c'è sempre tempo. Ma non a perdere l'onore.e trovare finalmente il rispetto di questa bella società.
Molto bravi tutti gli interpreti tra i quali ovviamente spicca la giovanissima  Sasha (Valeria Angelozzi) curiosamente vestita come una cavallerizza con una chioma rossa a treccia fiammeggiante quando si presenta alla casa di Ivanov che ancor più curiosamente non si sente uno stallone. Come dice Nietstzche la maggior parte dei rapporti sentimentali si basano sul fraintendimento. Giustissimo. Applausi per tutti e ...orchestrina con pianoforte e batteria a chiudere alla Birdman!
   

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