mercoledì 7 settembre 2016

UN PADRE E UNA FIGLIA



Il tema Padre e Figlia è stato ampiamente trattato nell'ultima stagione cine con film girati dall'italiano Gabriele Guccino, Padri e Figlie con Russel Crowe ed Amanda Seyfried  e dal francese In Nome di Mia Figlia di Vincent Garenq con Daniel Auteuil.
Da ultimo, ma non ultimo avendo vinto a Cannes il premio alla Regia è uscito il film Un Padre e una Figlia del regista Christian Mungiu con Adrian Titieni e Maria Victoria Dragus tutti stranieri per il pubblico europeo anche se ambientato in Romania nei Paesi UE.

Se il film di Guccino gira intorno ad una baby-patatina (gridata a piè sospinto dal padre fin troppo affettuoso fin da lasciare in disparte l'amore per la moglie) poi cresciuta con tante problematiche sessuali ad ispirazione del film In Ccerca di Mister Good Bar, gli altri due si distanziano con la figura di un padre sempre protettivo ma perfettamente inquadrato nel sociale a differenza del ruolo di Russel Crowe che invece delinea una figura di padre genialoide fuori dalle righe  a far sregolatezza come da copione di quel luogo comune dove il seme della genialità è insista nella follia (alcolica in primis).

Non c'è follia invece in questa figura di Un Padre e una Figlia più delineata sul filo dell'uomo in grigio perfettamente inquadrato nel sociale nel quale ha fatto dignitosa carriera politicamente corretta avendo messo da parte ogni velleità e sogni di cambiamento  per sé che comunque caparbiamente cerca di coltivare nella figlia inculcandole l'idea di migliorare trovando il coraggio di volare fuori dal nido (la Casa, la Patria) a completare gli studi in una prestigiosa Università Inglese. Studi che la figlia ha sempre effettuato applicandosi diligentemente superando esami con ottimi voti fino ad arrivare alla maturità con un incidente  di percorso rappresentato da un tentativo di stupro del quale rimane vittima.

Lo shock apre la mente a tutti i protagonisti della sua famiglia ed agli antagonisti intorno (l'amante con un figlio) tranne che al Padre il quale minimizza il dramma rimanendo fermo nella sua volontà di vedere la figlia partire per dare una svolta alla sua vita uscendo da quella mediocrità che solo il suo Paese può offrirle.
Costi quel che costi anche a costo di qualche piccolo compromesso tramite un Do Ut Des con un potente malavitoso in coppia con il Preside e in combutta con il Capo della Polizia,  il padre si attiva per dare una dritta alla figlia in modo da poter superare la maturità con il punteggio per accedere all'Università.
Un costo troppo alto per la moglie che si schiera apertamente contro il marito perchè l'unico idea di cambiamento che ha realizzato è stato quello di cambiare la vecchia moglie con una giovane.
Di fronte a questa situazione difficile da dipanare la figlia trova invece la strada giusta da percorrere autunomamente  avvicinandosi alla filosofia di vita corretta della madre svolgendo l'esame senza ricorrere a sotterfugi ma attendendo serenamente il punteggio per poi decidere se restare o partire. In entrambi i caso il padre le offre il suo appoggio e tutto il suo amore per cui lascia allo spettatore la speranza di un volo della “cucciola” cotanta figlia di un padre determinato giusto quanto basta a neutralizzare incidenti di percorso in una retta via.
Bel film robusto e realistico nel quale la quotidianità di tante famiglie si rispecchia perchè di persone perbene ce ne sono tante. Per fortuna che la piccola ha assimiliato la parte positiva  fra la sua genitorialità che l'ha dotata di una formazione complementare in un mix di senso di giustizia da parte di madre nel rigetto di ogni compromesso e da parte di padre nel saper cogliere le opportunità in un perfetto equilibrio tra intuito (materno) e razionalità (paterna).ad evitare errori nella vita  dei quali pentirsi amaramente  anche se è pur vero che sbagliando si impara. Questo vale comunque per le menti semplici e sbandate alle quali sia mancato un supporto  per avere fiducia nella vita anche se non sempre l'educazione risulta fondamentale perchè a sviare i ragazzi ci sono sempre amici o “scuola”inadeguata.
Se poi ci si mette pure la famiglia ogni speranza di farcela diventa impresa ardua e spesso vana. Ma più che la famiglia stabile attenta e protettiva in sé, la garanzia a formare una buona base di partenza per un trampolino di lancio in una vita migliore è nella genitorialità dei singoli individui (al di là del sesso) nel quale è insito il DNA.

Questo per dire che è l'individuo alla base di una società forte e vitale così come l'atomo sta alla formazione di un nucleo a formare il tessuto di un elemento. E' la disgregazione dell'atomo che genera energia distruttiva e dunque non è la famiglia in sè come nucleo della società ma è la singola genitorialità.

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