I film francesi hanno scoperto il filone del medico di base dalle periferie delle città a quello di famiglia in campagna.
E' un filone d'oro perchè trova consensi fra le platee che si emozionano di fronte a tanta abnegazione di queste figure proifessionali che stanno ormai scomparendo per lasciare il posto ai Centri Medici facenti funzioni degli Ospedali con diversi laboratori per affrontare emergenze e visite specialistiche sollevando così il medico da tutte queste incombenze sulle sue spalle.
Il film Un Medico di Campagna affronta queste tematiche rappresentando il quotidiano di un medico di un piccolo centro rurale dove conosce l'anamnesi di ciascuno andando a servire i suoi pazienti a domicilio per offrire loro cure ed assistenza sociale nel prestarsi anche per dare sistemazioni dignitose a famiglie indigenti.
E' un personaggio molto amato e rispettato come una sorta di guru in grado di dare una risposta concreta a tutti i problemi degli abitanti del Paese che lui cura con la stessa attenzione e sollecitudine che rivolge alla sua anziana madre rispettando la volontà dei vecchi novantenni di voler morire nel loro letto e non all'ospedale.
Lui stesso si ritrova a dover curare un brutto male ai polmoni che però non gli impedisce di continuare ad occuparsi dei suoi pazienti accogliendo con diffidenza l'aiuto di una giovane dottoressa mandata dal suo medico dell'ospedale ad affiancarlo per aiutarlo nelle visite. Tra i due ovviamente scatta la competizione non volendo il primo allentare la presa del suo lavoro e la seconda perchè ben intenzionata a diventare medico di campagna, suo habitat naturale, animata da una forte passione per la professione che svolge come una missione.
Il tirocinio della nuova arrivata si svolge di pari passo con le cure chemioterapiche del medico condotto il quale strada facendo tra un casolare e un campo rom, si compiace nel vederla inserire fra la popolazione con umitlà e spirito di sacrificio rimanendo alla fine conquistato dalla sua professionalità in perfetto mix di teoria e pratica (avendo svolto il ruolo di infermiera per molti anni prima di laurearsi in medicina) e doti umane verso i più deboli entrando subito in simpatia con un ragazzo che tutti schivano perchè pensano sia ritardato mentalmente mentre invece lei scopre essere autistico per la sua ferrea memoria e aiutando una ragazza a liberarsi dalla dipendenza del suo rozzo fidanzato che la umilia al punto di farle credere di non essere degna di diventare madre facendola abortire diverse volte.
Ma non c'è solo ignoranza gretta in questo paese perchè gli abitanti come ogni contadino che si rispetti conoscono la vita attraverso i ritmi della natura con la terra che sanno ammorbidire anche se ostica per dare buoni frutti e con gli animali domestici e da cortile e sono in grado di arricchire la conoscenza anche di quelli che tanto hanno studiato in uno scambio proficuo e talmente positivo che alla fine il medico riesce a vincere la sua malattia riprendendo a tempo pieno il suo lavoro. E con la dottoressa sorridente a fianco.
Il film affronta laconicamente la figura del medico senza l'enfasi o lo zelo esagerato dei serial Tv da un Medico in Famiglia ai vari Grey's Anatomy per raccontare l'ultimo baluardo della sanità difesa strenuamente da medici che operano fra le comunità umili e di periferia della nostra società civile per raggiungere l'apoteosi nei Paesi del terzo mondo o in guerra con i Medici senza Frontiere, coraggiosi volontari dell'umanità più penalizzata e afflitta.
Fra tanta malasanità reale e sanità in fiction queste piccole realtà accendono una luce di speranza sulle tante ombre delle baronìe e menefreghismo imperanti che fanno ormai cronaca di tutti i giorni.
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