martedì 27 febbraio 2018

MELONI VS. GUERRITORE.

Meloni vs. Monica a La 7 ieri sera. “E io tra di voi” a(8 e mezzo c'era la Gruber mentre lo Zucconi di Repubblica non faceva testo.


Infatti a rimbeccarsi erano le due ospiti: la Meloni con un fervore appassionato a difendere i poveri cristi italiani dai poveri rifugiati invadenti mentre la Guerritore in versione diva e donna con le borse "naturali" sotto agli occhi a fessura appesantiti anche da tanto maskara le dava lezione politically correct incitandola ad una visione più ampia verso questo esodo di massa dai Paesi in Guerra in Africa.
Sarebbe bastato che la Meloni le chiedesse l'elenco di questi Paesi in  guerra (dove si sa è molto attiva solo in Siria e in Medio Oriente) per zittirla ed invitarla a continuare ad occuparsi di spettacolo invece che di politica, ma la Meloni continuava il suo monologo imparato a memoria giusto per questa campagna elettorale.
Così come fa anche il pivello Di Maio, con a seguir i due Mattei, Renzi e Salvini, e Berlusconi, mentre il nuovo che avanza sembra incarnarlo Grasso volendo ripristinare l'art.18 per realizzare il sogno di tanti giovani che da grandi vorrebbero “il posto fisso” giustamente come tanti parlamentari.
 I quali anche se perdono le elezioni minacciano di restare incollati alle poltrone per servire il Paese.
Sì in poltrone e sofà perchè a lavorar saranno sempre le piccole Imprese artigiane che insieme alle prostittute sono le uniche a danzare in Italia sapendo esercitare un mestiere,  perchè arte e cultura sono del settore divertissment. Uno spasso.
Quando si dice che l'Italia è il Paese di Bengodi dove tutti vogliono sbarcare!
Mica per lavorare , ma per il posto fisso! Va bene anche in Stazione...


venerdì 23 febbraio 2018

QUESTI FANTASMI (di Eduardo De Filippo)




Eduardo De Filippo è un grande autore che ha ispirato attori e registi di fama internazionale come Laurence Olivier e Franco Zeffirelli del teatro e del cinema dove veniva tradotto da Filumena Marturano in Matrimonio all'Italiana.
Io ho avuto l'onore di “conoscerlo” tramite la Tv ai tempi in cui si riservava la prima serata al Teatro che n egli anni 60 aveva molto riscontro tra le masse per poi “ridursi” a una fascia di élite rappresentata da studenti e docenti anche perchè è diventato, con tutte le innovazioni e rivisitazioni, troppo cerebrale e metaforico incomprensibile ad un pubblico ormai assuefatto alle fiction Tv che saranno pure di semplice scrittura ma comunque di grande spettacolarità.

Anche Eduardo De Filippo a me da bambina risultava incomprensibile per la sua “parlata napoletana” circoscritta al territorio che Totò allora aveva sdoganato in tanti film con Peppino (fratello di De Filippo) mantenendo solo l'accento, però capivo l'importanza del personaggio e la sua grandezza dalle ovazioni del pubblico che non erano dettate dall'applausometro ma scaturite spontaneamente da sincera ammirazione dalla platea del teatro.


In questa stagione della Fondazione Teatro Due Eduardo De Filippo è stato riproposto dopo il grande successo dell'anno scorso, ripetuto puntualmente anche con Questi Fantasmi in scena il 18 e 19 febbraio 201 facendo il tutto esaurito  con tante presenze in sala di Napoletani residenti che hanno condiviso i consensi di tutto il pubblico per  la commedia tragi-comica allestita dalla Compagnia di Teatro Luca Di Filippo oggi diretta dalla vedova Carolina Rosi (anche interprete nel ruolo di moglie adultera) con la regia di Marco Tullio Giordana.

Fra tutti spicca il protagonista anziano Gianfelice Imparato nel ruolo di Pasquale Lojacono molto simile nella mimica al vecchio maestro Eduardo distinguendosi con un monologo al balcone dove dà lezione per fare un buon caffé con la moka. Caffè napoletano, il migliore in tutto il mondo.

https://www.youtube.com/watch?v=cOBMewfqnus




La commedia è ambientata nel dopoguerra quando il Paese si stava risollevando dalla fame patita dove un pollo arrosto rappresentava un piatto ricco tanto che portarsi la gallina sottobraccio per la strada era sinonimo di abbondanza in una casa.

La casa in questione ha la sinistra fama di essere infestata dai fantasmi per cui viene affittata a quel Pasquale Lojacono che di mestiere metteva in pratica l'arte di arranggiarsi senza riuscire a concludere nulla, per cui trovandosi in ristrettezze si era deciso ad “aprire quella porta”.
Fra equivoci e colpi di scena dove si  appare sotto mentite spoglie di fantasmi per coprire adulteri (l'amante, Massimo De Matteo, con la moglie del protagonista), colpi di mano lesta (quella del portiere, Andre Cioffi) o per mettersi in pace con la coscienza di fronte a soldi, mobili e gioielli che appaiono per mano del portafogli dell'amante il quale ovviamente non esiste perchè fantasma.

I personaggi femminili si interscambiano i cliché: quella della moglie-puttana che alla fine appare come santa e quella della moglie-santa che in sostanza è un'arpia senza alcuna stima di sé e incaapce di crescere i figli destinati a diventare bamboccioni.
Il tutto è rappresentato con un'interpretazione di grande dignità a nobilitare storie di ordinaria e misera quotidianità in un mix che ricorda lo stile del principe De Curtis in arte Totò nel film Miseria e Nobiltà.
La commedia è in 3 atti con scene e luci di Gianni Carluccio Costumi Francesca Livia Sartori Musiche Andrea Farri. La scenografia è di tipo tradizionale con un interno (l'ingresso) e due balconi sui quali si affaccia il protagonista per dialogare con un vicino “professore” che non si vede ma, come una sorta di Grande Fratello,  è sempre vigile limitando la libertà di movimento anche nella propria casa.
La commedia infatti è molto attuale anticipando di decenni il mondo contemporanea dove ormai siamo spiati tutti quanti attraverso telecamere sulle strade o effetti speciali tecnologici “nascosti” nei mezzi di comunicazione che sono in grado di raccogliere dati anche privati di tutti.
Tanti applausi e felicità così come si chiudevano gli spettacoli fino a qualche decennio fa, secondo tradizione.
 

giovedì 22 febbraio 2018

TENDENZA PRIMAVERA-ESTATE 2018



Aggiornamento: 1 marzo 2018
The annual Royal Foundation Forum this morning, the Duchess of Cambridge braved the snow and ice once more to visit ‘Victorian Giants’ at the National Portrait Gallery.
Kate ha sfoggiato lo stesso modello sotto indicato sostituendo i disegni con motivi floreali e primaverili a conferma che a dettare il trend primavera estate 2018 sia proprio lei.Come volevasi dimostrare.





Servono ancora le sfilate? La Regina Elisabetta ha partecipato per curiosità rispondendo all'invito di Anna Winthour la sacerdotessa della moda.

Infatti alla Regina delle sfilate (moda) non gliene-può-fregar-dimeno- perchè da anni segue il suo stile immutato nel tempo con tessuti naturali di lana cashemere o seta impreziositi da gioielli, tre giro-perle in primis, accompagnati da spolverini, soprabiti i cappotti tailleur con le mitiche broches, in tono su tono  su tono alle mises ma comunque sempre a tinta unita anche sopra a un abitino floreale, con gli immancabili cappellini a bombetta ornati con fiorellini o piume.

Uno stile unico e inimitabile perchè anche Camilla duchessa di Cornovaglia, pur restando in linea alla Regina si propone innovata in uno stile personale.




A dettare il trend-moda non sono comunque le modelle che in passerella sfilano con abiti stupefacienti ma improponibili per eccesso di eccentricità. Il successo dell'eccesso non sempre paga a meno che l'eccesso non rappresenti il lusso che, comunque basta poco per scadere nedl pacchiano, buono per le donne degli sheicchi perchè anche regine e principesse con l'haute couture vanno al risparmio. Una che non guarda a spese è Ranja di Giordania mentre Letizia di Spagna che può competere sicuramente con lei in fatto di eleganza spende la metà. Kate Middleton che si è sempre distinta nel riciclo quest'anno si è data alle spese pazze uscendo continuamente per gli eventi a parare il nuovo che avanza di Meghan Merkle superandola con il suo presenzialismo sulla scena.
Come in Tv è il continuo apparire che decreta il successo di un conduttore e Kate è in testa a condurre la sfilata-fashion indicando la prossima tendenza nonostante i consensi al look di Meghan sui toni beige e ghiaccio (bollente come il suo temperamento).





Le mises della primavera saranno abitini in corto a tunica o morbidamente fasciante con maniche a tre quarti (un look anni 50-60) e frappine in fondo (o volants nelle stesse maniche) così come ha proposto in versione midi  la duchessa di Cambridge nei giorni scorsi a Buckingham Palace dove ha  ospitato insieme a Sophie, duchessa di Wessex in classico nero, il Fashion Exchange Reception a Buckingham Palace.
Presso la Music Room del palazzo reale stilisti e artigiani provenienti da tutti e 52 i paesi del Commonwealth britannico hanno esposto le loro creazioni magnifiche e sostenibili. L’obiettivo è stato quello di creare delle partnership tra talenti emergenti e professionisti affermati in vista del Commonwealth Heads of Government Meeting (CHOGM) che si terrà a Londra il prossimo aprile.
Per l’evento, a cui hanno partecipato importanti nomi della moda come Anne Wintour, Stella McCartney, Livia Firth, Karen Walker, Bibi Russell e Naomi Campbell, Kate Middleton ha scelto un mididress con motivi floreali nei toni del bianco e del nero di Erdem.

lunedì 19 febbraio 2018

L'ILLUSIONE DEL BRANCO ROSA

Le avevamo amate subito, prendendole in toto con pregi e difetti perchè aprivano una nuova era sulle relazioni fra donne, non più rivali ma amiche sincere e spalle sulle quali piangere in caso di bisogno.
Tutte compatte, senza invidie, rancori che durassero più di un giorno, chiacchiere malevole o commenti acidi a doppi sensi, si riunivano sempre con piacere per una colazione un aperitivo una serata in un abbraccio corale più intenso e sincero di quello fra sorelle.
Questo era il vero messaggio di Sex And The City la chiave del suo successo che andava oltre il fashion victime delle protagoniste.

Le donne finalmente imparavano a fare squadra o quanto meno si applicavano per essere all'altezza di Carrie, Samantha, Miranda e Charlotte molto aperte e disincantate che non si scandalizzavano di nulla affrontando ogni avventura anche la più imbarazzante con disinvoltura e naturalezza

 come quando la piccola Charlotte che lavorava in una Galleria d'Arte, si trovava alle prese con una coppia di anziani che collezionava vagine in tutte le sue forme artistiche, scultoree pittoriche o in plastica di sexy shop e si sentiva chiedere se volesse unire all'esposizione anche la sua fica,



oppure  come quando Carrie raccontava di aver cominciato a sentirsi veramente a proprio agio in coppia con Mister Big solo quando era riuscita a fare in sua presenza una puzzetta.


 Per non parlare di Miranda dal piglio manageriale, quando si era messa a fare il bagno alla suocera o Samantha ...



Ah, Samantha! Con lei ce n'era fin troppo da raccontare, sempre arrapata ogni volta che vedeva un maschio mangiandoselo senza tante remore in ogni spazio che trovasse libero anche se il suo era già occupato dal partner di turno perchè Two è meglio che one. Samantha era fatta così e le sue amiche non si permettevano di giudicare.



Tutto bello tutto perfetto quel mondo di done emancipate libere professionalmente ben piazzate, fisicamente ben carrozzate anche se sempre a piedi o in taxi, ma soprattutto economicamente ben retribuite.
Tutte in un colpo solo che aveva fatto centro nell'immaginario femminile incitandolo per la prima volta  a riflettere sul fatto di poter trovare piacere nel fare lealmente squadra in amicizia sia come single che da impegnate.
Le amiche non si toccavano e se qualcuno si azzardava con qualcuna le altre erano pronte a battersi sempre in sua difesa a spada tratta.
Che bella favola alla quale era tanto difficile credere  che nemmeno le protagoniste ci erano cascate pur “vivendola” da più di un decennio.


Infatti nella realtà si detestavano o rivaleggiavano esattamente così come da secoli e millenni fanno tutte le donne : quelle che dicono di avere più amiche che amici maschi è solo perchè questi ultimi  scappano per la paura di fronte alla libertà o indipendenza che si concedono pari a quella di un maschio non solo facendo sesso senza amore ma facendolo con una botta e via: ognuno a casa propria. E tutto questo si prospettava nella serie delle “ragazze” già negli anni 90 arrivando là dove mister Grey di 50 sfumature è riuscito a fare nel secondo decennio del duemila mandando Anastasia a dormire nel suo letto dopo avere consumato insieme. Vitte Vitte!
Insomma la vera rivoluzione femminista l'avevano vissuta loro le ragazza di Sex and The City col sorriso sulle labbra  senza incazzature fregando il maschio sul piano della parità sessuale ma soprattutto su quel punto dove sta nascosta la sua vera forza facendo squadra o branco.
Una strategia tecnico-tattica che le ragazze hanno copiato nella serie senza trovar riscontri nella realtà che hanno invece vissuta fuori dal set rivaleggiando come prime-donne.
Questa rivalità ha perfino mostrato un lato duro da rasentare la furia cieca e l'ignoranza manifestata via social tweettando dei messaggi scambiati fra le amiche Carrie e Samantha  e nemiche che di nome fanno Sarah Jessica e

Kim Catrall in occasione della morte del fratello di quella che nel serial era rappresentata come la maniaca sessuale. La quale Samantha ha sdegnosamente rimandato a Carrie le condoglianze intimandola di non approfittare più di lei per mettersi in mostra “come bella persona”. Solo il dolore profondo poteva farle proferir quelle dure parole che poteva benissimo stemperare con un secco grazie chiudendo decisa  il tenativo di riconciliazione non essendo obbligatorio perdonare cattiverie subite nel passato. Nel mondo dello spettacolo “Mai-dire-Mai” per cui non si sa fino a quando potranno resistere con questi musi duri e che forse nascondono solo un gioco al rialzo perchè elaborato il lutto si può riaprire un filo di speranza “di  pace” e di rivalutazione dei cachet  che esiste sempre là dove si litiga. Samantha avrebbe dovuto ignorare il tweet di Carrie che sarebbe definitivamente morta lì perchè se la parola colpisce più di una spada l'indifferenza uccide. Le scenate plateali finiscono sempre in una sceneggiata pubblicitaria che si  fa presto a tradurre in sceneggiatura del film di Sex and The City numero tre. Perfetto.

domenica 18 febbraio 2018

KATE E WILLIAM FRA LE STAR AL BAFTA

Kate e William sfilano fra le star al Bafta del quale il principe è presidente dal 2010.


Gli abiti di Kate sono sempre uguali ai precedenti eventi...

ma sono i gioielli che cambiano. Siamo i Windsor!


Se nel 2014 la parure era della Regina Elisabetta...
...la parure di smeraldi è un dono del principe William composta in una una sorta di riciclo dei gioielli di Diana così come aveva fatto il Principe Harry con l'anello di fidanzamento a Meghan Merkle composto da tre diamanti due dei quali della collezione ereditata da Lady D. Innovata e corretta!








venerdì 16 febbraio 2018

FOCUS, LA DOCU-STORIA RESTAURATA E CORRETTA


Navigando fra i Canali, anche se resto sempre affezionata alla generalista ho scoperto una trasmissione molto interessante sul filo della divulgazione scientifica degli Angela

 ma totalmente di fonte americana così come tanti format che si possono seguire al di là dei confini dei numeri del telecomando dove un conto è digitare un tasto un altro è comporlo con due. Sì perchè sdraiati sul comodo divano si diventa  pigri ma questo anche grazie alle ricche offerte della tv generalista, sul piano docu con il seguitissimo Correva L'Anno o La Grande Storia. La curiosità arricchisce ancora di più per cui sono rimasta sorpresa nel vedere i docu del canale 56 con il programma Focus. Date alla mano ma soprattutto filmati inediti mi ha molto colpita il servizio sui dittatori russi da Stalin a Lenin con immagini delle masse rivoluzionarie fra le quali veniva iondividuato anche Trosky. Le immagini erano molto nitide e realiste, perchè evidentemente restaurate ad arte,  ben diverse comunque da quelle girate nella Grande Guerra del 15-18   con la vecchia tecnica di ridolini.
I filmati restaurati riprendono lo splendore della realtà anche se miserevole o penalizzante come quella di un popolo povero e oppresso nobilitato dalla “furia” della rivoluzione perchè permette di entrare nella storia facendoci conquistare dalle ideologie che hanno segnato il suo corso.
Un conto è vedere le masse che si muovono alla ridolini un altro è vederle avanzare come un fiume in piena. Bellissimo spettacolo, avvincente e ipnotizzante come pochi.


Un altro servizio interessante è quello su Cleopatra regina d'Egitto (la cui storia mi appassiona sempre) con il primo piano focalizzato sulle Idi di Marzo per poi delineare la personalità della Regina più in trigante di quell'impero.
Se Shakespeare l'ha esaltata nella tragica storia d'amore con Antonio  che tanto infiammò la coppia che l'aveva interpretata sullo shermo come Elizabeth Taylor e Richard Burton, la realtà documentata ha demolito il mito di Erose Thanatos perchè Cleopatra dopo la morte del suo Cesare, non aveva fatto (come la Taylor) le valigie per tornare in Egitto ma era rimasta a Roma ben altri 4 mesi per poter guardarsi intorno e posare gli occhi su Marc'Antonio il quale rimase intrappolato dal suo fascino perchè donna di intelligenza superiore al cui livello Antonio si arrampicava come sugli specchi. La storia l'ha dimostrato mandando ai posteri il suo fallimento come stratega testa di legno rtiuscendo a distruggere la flotta di Cleopatra anche se era più forte di quella romana.
Di fronte al corpo dell'amante Cloepatra non si diede per vinta risultando l'aspide una fake-new (diventata leggenda che ha ispirato dramaturgi poeti e pittori) perchè la Regina d'Egitto rimase lucida anche se prigioniera nel suo palazzo dove si ingegnò per preparare la strategia tecnico-tattica per  conquistare Ottaviano. Il quale invece era spietato quanto lei facendola soccombere all'idea di essere portata a Roma come trofeo di guerra con un destino da schiava.
Tutte notizie che non sono insegnate nei libri di scuola, ma quello che resta curioso è che la storia del Mediterraneo sia così ben documentata dagli americani, quelli studiosi che non si lasciano prendere da fantasie storiche Kolossal-cinematografiche avvalendosi comunque con  scene fiction accattivanti, tecnica consentita non essendoci docu filmati dell'epoca!
Questo per dire che non si comprende l'esclusione di direttori stranieri dai nostri musei perchè uno studioso che ha approfondito una materia non può essere confuso con una sorta di genius loci perchè uno scienziato è mosso da passione per l'argomento senza essere necessariamente nato in loco. Certo nascere fra le piramidi può essere un punto a favore come nato con la “scienza infusa” ma quel che conta è dimostrare di saperne più di chiunque altro per avere credibilità internazionale. Punto e capo A.

mercoledì 14 febbraio 2018

DUE PER LA “PROPRIA” STRADA


Ci sono film che sembrano confezionati su misura per la protagonista come con il film 2 Per la Strada rivisto recentemente in Tv dove viene periodicamente trasmnesso, che sembra modellato per dare l'occasione a Audrey Hepburn di sfilare in abiti haute couture, da Courréges a Paco Rabanne con qualche tocco di Givency, tutto in stile anni 70 quando la moda viveva nel ricordo della Swinging London esaltata in Blow Up.
Il partner è lo scanzonato Albert Finney che dopo l'interpretazione libertaria di Tom Jones nel libertino 700, si era ammantato dell'aura di sciupa-lady.
La lady era firmata nientemeno con il nome di Vivien Leigh la quale quando ancora era signora Olivier aveva avuto un flirt con Fiunney attore della compagnia di giro di Sir Lawrence Olivier.

Questa fama da sciupa-lady (un altro flirt con Anouk Aimée) lo accompagna anche nel film 2 Per la Strada nel quale resta invece intrappolato nel fascino androgino di Audrey Hepburn (Johanna) che lo impalma per continuare a vagabondare con lui per la campagna Inglese dall'inizio del loro rapporto quando facevano allegramente l'autostop, fino al logorio del loro menage coniugale che sfociava in musi lunghi, rimproveri e litigi come tutte le coppie di questo mondo.La sceneggiatura scritta da Frederic Raphael aveva ricevuto una  una nomination agli Oscar del 1968.mentre ill tema musicaleTwo for the Road fu composto dal famoso compositore Henry Mancini Ma è curioso notare che il leit motiv e la scrittura in sintesi si dipanano in poche parole come un sorta di tormentone:  quando luii rincorrendola le dice Ti amo, lei gli risponde sempre "bee".

La coppia è abbastanza improbabile e lo si vede da certe inquadrature dove scoppiano in un ridere ma un ridere che si capisce quanto sia finto dalle espressioni rubate a Finney mentre distoglie lo sguardo dalla "ridanciana" Audrey per cercare l'inquadratura dell'obiettivo.
Non c'è feeling fra i due nella realtà per cui le scene dei litigi e rimbrotti sono quelle più veritiere nelle quali Audrey dà molto di sé.
Infatti dietro la facciata di  spensieratezza nascondeva problematiche in famiglia dove la sua vita non era altrettanto felice come quella interpretata sullo schermo. Audrey aveva fatto un altro film su questo genere brillante  Come Rubare Un Milione di Dollari con Peter O Toole  senza ottenere consensi se non per le sue mises tutte di Givency con le calze scarpe e borse tutte bianche che  facevano tendenza  per poi dedicarsi al genere drammaatico con più credibilità e successo.

Se i suoi occhi si facevano sempre più tristi il suo sorriso immortalato è rimasto radioso nel tempo specie quando, quale testimonial Unicef, si era attivata  per i bambini dell'Africa che premurosamente prendeva in braccio per coccolarli affettuosamente. Una missione interrotta ben presto a causa di un virus letale che la contagiava a causa di questii contatti ravvicinati a pelle o che la colpiva mangiando cibo dei luoghi del terzo mondo che visitava.
Albert Finney invece continuava la sua strada  senza lode né infamia  per poi esplodere clamorosamente in età matura a fianco di Giulia Roberts nel film Eric Brokovich la forza della verità dove faceva il ritratto calzandolo a pennello di un avvocato burbero e benefico in perfetto humor british.


martedì 13 febbraio 2018

EVVAI COL VENTO IN POPPA


Quanto ci mette un autore di sé nell'opera che crea?
Più che un filo, parecchio. Quentin Tarantino per esempio ha dimostrato sempre una mente violenta e perversa conquistando un pubblico plaudente che ha pagato volentieri il biglietto senza chiedere il rimborso uscendone soddisfatto.
Invece lui si è scusato. Sì perchè girando questi film con la sua musa “amatissima” Uma Thurman si è fatto prendere la mano causando un incidente stradale mentre lei era alla guida sul set di Kill Bill allo scopo di filmarne la morte in diretta e superar sé stesso nella regia del twist a coda di rondine della Thurman dove la faceva stramazzare a terra con bava alla bocca.

Quanto ci fosse della Thurman in questa scena così ben interpretata perchè una persona normale non saprebbe mai da che parte cominciare, è solo da immaginare facendo palesare che perversione e degrado vadano di pari passo al Twist galeotto col rischio che poi qualcuno infili la discesa agli inferi senza più alcun freno. Da qui i freni manomessi all'auto della Thurman a chiudere il cerchio di Kill Bill e Jene in Tarantino ma lasciando aperta la partita di Pulp Fiction.
Infatti la coppia si ritrovata 20 anni dopo sul red carpet di Cannes per una rivisitazione di questo ultimo film facendo moine davanti ai flash dei fotografi perchè lo spettacolo prima di tutto deve continuare per incantare il pubblico.
Il quale poi è rimasto basito di fronte alle rivelazioni inquietanti della Thurman che danno una luce sinistra sul personaggio Quentin Tarantino. Ne aveva bisogno? No, perchè tutti lo avevano inquadrato nella luce giusta e non erano i soliti sospetti.
C'è sempre qualcosa di te in quello che crei o produci: questa è una legge universale che vale sia per gli autori che per gli interpreti.
Infatti attori e attrici si calano nel personaggio dando loro forma e carattere personali.

Facciamo un altro esempio con Cleopatra o altri personaggi della Roma Imperiale come Poppea delle quali si conoscono le imprese pubbliche perchè su quelle private si è favoleggiato parecchio e mica un filo.
Ogni attrice ha dato il suo contributo alla leggenda con un'interpretazione tale e quale a sé stessa od al costume vigente: Vivien Leight si è molto attenuta alla versione Shakespeariana ispirata dalla vicinanza di Sir Lawrence Olivier del quale era pazza e non si fa per dire perchè tale ne è uscita dopo il divorzio da lui, rappresentando una Cleopatra nevrotica intelligente e ambiziosa ma di gusto Kitch come da tradizione Hollywoodiana che ha trovato la sua esaltazione con Cecil B.De Mille nei 10 Comandamenti tutto in un tripudio di voile, il tessuto nylon che allora imperversava.


La Poppea di Claudette Colbert invece era impersonata dall'attrice a sua immagine e somiglianza, scanzonata, in stile Chanel, pettinata alla garconne di Charleston memoria che invece di civettare con centurioni o soldatacci che secondo leggenda Poppea andava a scovare nelle bettole in incognito, invitava le amiche a fare il bagno in picina piena di latte d'asina.
Su questo tema potremmo citare anche Anna Falchi catapultata nella serie dei favolosi anni 90 quando si presentava nel film  SPQR facendo ballonzolar le poppe dicendo in perfetto accento romagnolo: “Ssssono Poppèa”, anche se non fa testo ma ridere parecchio. E ci stava.
La Cleopatra di Elizabeth Taylor era matronale come le sue forme  con il petto sempre open-air, la boccuccia a cuore  che fiatava sul filo diflebile sentimento bruciando parecchio fuoco di passione  così come era lei nella vita.

Lo spettatore si accorge subito della finzione verso la quale ha una forma di rigetto. E' quanto succede nel cinema italiano dove sta andando forte il tipo coatta interpretata con successo da Michela Ramazzotti nella Pazza Gioia dove ha forgiato un personaggio disadattato e disperato raccolto da Dafne Socccia in Fiore e da Selene Caramazza in Cuori Puri per poi trasformarsi in caricatura nella commedia  di Carlo Verdone Benedetta Follia con una versione rosa di coatta tecnoligicamente svampita (Ilenia Pastorelli) ma improponibile perchè
esagerata tanto da non raggiungere la giusta misura  di tanti personaggi lanciati da Verdone. Il quale ormai anziano continua a riproporsi perdendosi in un mondo che non conosce: quello dei giovani che non sono più i borgatari de' mamma Roma.
Infatti anche  su questo punto il Fortunata di Sergio Castellitto ha fatto flop nonostante la premiata interpretazione di Jasmine Trinca perchè lui ha voluto riproporre il bis con Non Ti Muovere interpretato da una disperata Penelope Cruz che per questa versione di borgatara e mignotta ma buona come il pane si è giocata la storia con Tom Cruise che l'ha lasciata in tronco non riuscendo più a distinguere la realtà dalla finzione tanto era realistica la sua interpretazione del personaggio Italia.
Realtà che lo ha deluso anche con Katie Holmes sposata subito dopo, perchè molto fine che lo ha portato a frequentazioni snob con la coppia Beckam con la quale faceva shopping al quadrato perchè lei di quella realtà poi la rifiutava.



Infatti con il divorzio da Tom Cruise Katie ha scelto di mettersi,  fraquentandolo in incognito ad evitare di farsi tagfliare in tronco gli alimenti dall'ex marito, insieme al Djiango di Tarantino e con il quale così si chiude il cerchio con questo regista sopracitato.


Questo per dire e ribadire che il mondo dello spettacolo andrebbe preso con le pinze anche in tutto il suo splendore perchè dietro si celano miserie umane alle prese con fatti e misfatti quasi sempre impuniti.Poi vabbè c'è sempre il canarino che si mette a cantare  incurante che la ruota della fortuna si metta a girare contro avendo trasgredito a quella “legge universale che dice di non fare la pipì controvento, ma sempre col vento in poppa. L'importante è avercele..le poppe. Non importa se rifatte perchè con quello spettacolo una può darle a bere con un latte d'asina o di vacca a piacere. Meglio di capra come destino di una Francesca che di cognome faccia Cipriani.