martedì 13 febbraio 2018

EVVAI COL VENTO IN POPPA


Quanto ci mette un autore di sé nell'opera che crea?
Più che un filo, parecchio. Quentin Tarantino per esempio ha dimostrato sempre una mente violenta e perversa conquistando un pubblico plaudente che ha pagato volentieri il biglietto senza chiedere il rimborso uscendone soddisfatto.
Invece lui si è scusato. Sì perchè girando questi film con la sua musa “amatissima” Uma Thurman si è fatto prendere la mano causando un incidente stradale mentre lei era alla guida sul set di Kill Bill allo scopo di filmarne la morte in diretta e superar sé stesso nella regia del twist a coda di rondine della Thurman dove la faceva stramazzare a terra con bava alla bocca.

Quanto ci fosse della Thurman in questa scena così ben interpretata perchè una persona normale non saprebbe mai da che parte cominciare, è solo da immaginare facendo palesare che perversione e degrado vadano di pari passo al Twist galeotto col rischio che poi qualcuno infili la discesa agli inferi senza più alcun freno. Da qui i freni manomessi all'auto della Thurman a chiudere il cerchio di Kill Bill e Jene in Tarantino ma lasciando aperta la partita di Pulp Fiction.
Infatti la coppia si ritrovata 20 anni dopo sul red carpet di Cannes per una rivisitazione di questo ultimo film facendo moine davanti ai flash dei fotografi perchè lo spettacolo prima di tutto deve continuare per incantare il pubblico.
Il quale poi è rimasto basito di fronte alle rivelazioni inquietanti della Thurman che danno una luce sinistra sul personaggio Quentin Tarantino. Ne aveva bisogno? No, perchè tutti lo avevano inquadrato nella luce giusta e non erano i soliti sospetti.
C'è sempre qualcosa di te in quello che crei o produci: questa è una legge universale che vale sia per gli autori che per gli interpreti.
Infatti attori e attrici si calano nel personaggio dando loro forma e carattere personali.

Facciamo un altro esempio con Cleopatra o altri personaggi della Roma Imperiale come Poppea delle quali si conoscono le imprese pubbliche perchè su quelle private si è favoleggiato parecchio e mica un filo.
Ogni attrice ha dato il suo contributo alla leggenda con un'interpretazione tale e quale a sé stessa od al costume vigente: Vivien Leight si è molto attenuta alla versione Shakespeariana ispirata dalla vicinanza di Sir Lawrence Olivier del quale era pazza e non si fa per dire perchè tale ne è uscita dopo il divorzio da lui, rappresentando una Cleopatra nevrotica intelligente e ambiziosa ma di gusto Kitch come da tradizione Hollywoodiana che ha trovato la sua esaltazione con Cecil B.De Mille nei 10 Comandamenti tutto in un tripudio di voile, il tessuto nylon che allora imperversava.


La Poppea di Claudette Colbert invece era impersonata dall'attrice a sua immagine e somiglianza, scanzonata, in stile Chanel, pettinata alla garconne di Charleston memoria che invece di civettare con centurioni o soldatacci che secondo leggenda Poppea andava a scovare nelle bettole in incognito, invitava le amiche a fare il bagno in picina piena di latte d'asina.
Su questo tema potremmo citare anche Anna Falchi catapultata nella serie dei favolosi anni 90 quando si presentava nel film  SPQR facendo ballonzolar le poppe dicendo in perfetto accento romagnolo: “Ssssono Poppèa”, anche se non fa testo ma ridere parecchio. E ci stava.
La Cleopatra di Elizabeth Taylor era matronale come le sue forme  con il petto sempre open-air, la boccuccia a cuore  che fiatava sul filo diflebile sentimento bruciando parecchio fuoco di passione  così come era lei nella vita.

Lo spettatore si accorge subito della finzione verso la quale ha una forma di rigetto. E' quanto succede nel cinema italiano dove sta andando forte il tipo coatta interpretata con successo da Michela Ramazzotti nella Pazza Gioia dove ha forgiato un personaggio disadattato e disperato raccolto da Dafne Socccia in Fiore e da Selene Caramazza in Cuori Puri per poi trasformarsi in caricatura nella commedia  di Carlo Verdone Benedetta Follia con una versione rosa di coatta tecnoligicamente svampita (Ilenia Pastorelli) ma improponibile perchè
esagerata tanto da non raggiungere la giusta misura  di tanti personaggi lanciati da Verdone. Il quale ormai anziano continua a riproporsi perdendosi in un mondo che non conosce: quello dei giovani che non sono più i borgatari de' mamma Roma.
Infatti anche  su questo punto il Fortunata di Sergio Castellitto ha fatto flop nonostante la premiata interpretazione di Jasmine Trinca perchè lui ha voluto riproporre il bis con Non Ti Muovere interpretato da una disperata Penelope Cruz che per questa versione di borgatara e mignotta ma buona come il pane si è giocata la storia con Tom Cruise che l'ha lasciata in tronco non riuscendo più a distinguere la realtà dalla finzione tanto era realistica la sua interpretazione del personaggio Italia.
Realtà che lo ha deluso anche con Katie Holmes sposata subito dopo, perchè molto fine che lo ha portato a frequentazioni snob con la coppia Beckam con la quale faceva shopping al quadrato perchè lei di quella realtà poi la rifiutava.



Infatti con il divorzio da Tom Cruise Katie ha scelto di mettersi,  fraquentandolo in incognito ad evitare di farsi tagfliare in tronco gli alimenti dall'ex marito, insieme al Djiango di Tarantino e con il quale così si chiude il cerchio con questo regista sopracitato.


Questo per dire e ribadire che il mondo dello spettacolo andrebbe preso con le pinze anche in tutto il suo splendore perchè dietro si celano miserie umane alle prese con fatti e misfatti quasi sempre impuniti.Poi vabbè c'è sempre il canarino che si mette a cantare  incurante che la ruota della fortuna si metta a girare contro avendo trasgredito a quella “legge universale che dice di non fare la pipì controvento, ma sempre col vento in poppa. L'importante è avercele..le poppe. Non importa se rifatte perchè con quello spettacolo una può darle a bere con un latte d'asina o di vacca a piacere. Meglio di capra come destino di una Francesca che di cognome faccia Cipriani.

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