Gabriella Simoni è una telegiornalista ormai arrivata. Si arrivata alla soglia di sessant'anni ma non si capisce perchè sia sempre in missione di guerra. Là dove c'è un atto terrorista lei è presente con i suoi servizi che sono veri e propri bollettini di una strage appena compiuta.Ai tempi della guerra in Iraq era inviata speciale insieme a Monica Maggioni ed a Lilli Gruber, dopo essersi fatte le ossa anche in Somalia insieme ad Ilaria Alpi la quale purtroppo ci ha lasciato la vita.
Se le due prime telegiornaliste erano le dive - Monica Maggioni si era fatta immortalare in tuta mimetica sotto una tenda dei soldati nel corso di un attacco, Lilli Gruber si presentava vezzosamente sul balcone “della Press” in un fondale di bagliori saettanti per fortuna molto lontani, con fluttuanti pashmime firmate Armani una diversa ogni giorno avendone caricato una valigia piena - la Simoni era la cenerentola del gruppo, definita altezzosamente dalla Gruber come “la mia portinaia” che tradotto fa pettegola. Epiteto che fa la differenza fra telegiornalista di razza e telegiornalista chiacchierona senza mai concludere.
Infatti guerra facendo, sia la Maggioni che la Gruber hanno trovato pace nelle varie emittenti tv, sedendo comodamente la prima in poltrona al CdA della RAI mentre la seconda (ma non seconda) conquistandosi quella poltrona di 8 e mezzo che a tutt'oggi conduce con successo di ascolti, mentre la “Cenerentola-pettegola” Simoni ha continuato facendo servizio in luoghi scomodi. In Piazza Tahir, quando tutti facevano servizi con delle riprese rubate a you-tube o ad Al Zazeera, lei c'era a raccontar in diretta i tafferugli nei quali si era trovata poi invischiata come una pivella non dando più notizie per diversi giorni facendo fare un grande scoop a Mediaset che, in attesa di vederla riapparire, guadagnava in spot ed in credibilità sulla sua pelle di inviata speciale di guerra già pluridecorata per altre precedenti missioni.
Ma non ci sono solo guerre e politica perchè ad accendere l'interesse non va sottovalutata la nera che ha fatto da protagonista nei talk show di plastico memoria.
Ai tempi del delitto Yara, per fare cronaca minuto per minuto sugli sviluppi, Gabriella Simoni aveva messo le tende a Gambirasio per essere sempre pronta ad aggiornare su chi entrasse od uscisse dalla scena del delitto dando una lezione di telegiornalismo stakanovista ad Alessandra Sardoni assurta a personal-trainer di Enrico Mentana in servizio giorno e notte senza potersi concedere mai un pisolino perchè subito interrotto dallo strillone del direttore del Tg La 7 per consentirgli di arrivare primo in qualche maratona elettorale.
Ma a letto (virtualmente parlando) con Mentana nemmeno a parlarne perchè la Sardoni aveva la sua brandina singola in spalla facendo coppia con il Chicco rigorosamente a letti separati e servizi uniti dando i numeri per mancanza di sonno ed uno sfiancante ci-dò che ci-dò fai da te nel senso che la Sardoni in video si trastullava in attesa di sviluppi ed il Mentana in studio che se lo godeva facendo impennare l'audience come una sorte di bottiglia e vasetto politicamente corretto.
Ma la nuova frontiera dell'Informazione bellica è sempre e solo battuta da Gabriella Simoni della quale ormai Mediaset non può più fare a meno avendo la Mimosa Martini disertato diventando a tutti gli effetti una reduce senza guerra sottomano, avendola passata di mano alla Simoni sempre in prima linea là dove scoppi una bomba Kamikaze o ci sia un pulmino in transito all'impazzata per raccontare su come sia andata. Quello che incuriosice è sentire una signora di quasi sessant'anni che non sia stata messa a riposo in uno studio a sonnecchiare su una poltrona come invece è stato riservato alla Cesara Buonamici la quale sono anni che non fa servizi esterni limitandosi a fare la diva e nonna a mezzo busto. Quando tutte hanno conquistato una poltrona, Gabriella Simoni è ancora ingaggiata per servizi scomodi e di rottura come se ancora dovesse far gavetta. Certo se avesse percorso le vie della moda del costume e dello spettacolo forse il posto per una conduzione in rosa ci potrebbe essere così come è stato riservato a telegiornaliste del branco d'assalto Cristina Parodi, Monica Maggioni, Lilli Gruber e da ultima (ma non ultima) la Cesara la quale, anche se ha una certa età comunque si sa vestire e presentare con un look firmato.
Persino Mimosa Martini aveva un suo stile con collettini a punte sempre alzate a conferirle un'aria autorevole di quella che di guerra ne sapeva come un generale.La Simoni purtroppo ha uno stile casual che a livello video non perdona anche se sicuramente è una delle più brave telegiornaliste perchè come lei nessuna sa strappare il cuore con i servizi sui rifugiati, bambini orfani di guerra e tutte le vittime rimaste sul campo doloranti dopo il passaggio di un Kamikaze, oltre ad una grande professionalità. Ma non sono questi i requisiti per bucare il piccolo schermo. Eppure basterebbe la firma su una pashmina, una camicetta, un'acconciatura Oreal per farsi valere come tante sue colleghe sedute comodamente in poltrone e sofà in posa da dive in accavallo. Campa cavallo che la Simoni cresce. Sì per arrivare alla fatidica pensione come una reduce che ha visto cose raccontandole in diretta quando le colleghe cosa non hanno fatto per sedersi e leggerle tutte quelle cose. Come i Carabinieri dove uno scrive e l'altro legge e sono sempre oggetto preferito delle barzellette di serie La sai L'ultima? Magari la sappiamo tutti ma vuoi mettere saperla raccontare?
Nessun commento:
Posta un commento