lunedì 24 giugno 2019

CROCE E DELIZIA. LA COPPIA GAY VA A NOZZE


E' un film che vuole dare un messaggio positivo sui matrimoni gay.
Messaggio ricevuto perchè le motivazioni che portano all'anello al dito sono spiegate in modo divertente e accattivante sotto l'imperativo "quando c'è l'amore ci sono i buoni sentimenti, tutto si può fare" facendo accettare di buon grado l'unione omosex.
Se il messaggio è positivo il film non è riuscito bene partendo col piede sbagliato avendo  in campo base  una netta divisione fra villa e dependence nelle quali hanno preso posto degli stereotipi: i ricchi in villa e i poveri nella dependence:
Non solo, ma i ricchi sono forieri di novità in una sorta di “Dolce Vita” di mentalità aperta a tutte le esperienze sessuali, famiglie allargate, unioni civili, menage a trois insomma tutto quanto fa libero amore ivi compreso quello omosessuale mentre quello dei poveri è un mondo di chiusura nel rispetto dei genitori e dell'amore coniugale regolare con un lavoro portato avanti onestamente anche se sono coatti.
Tutto va bene per entrambi specie per la famiglia agiata impegnata anche sul fronte delle manifestazioni per i diritti gay, fino a quando il mondo omo non arriva in casa con papà straricco che si vuole sposare con il papà coatto.
E' la che scatta la censura per entrambe le famiglie dei due sposini i quali anche se socialmente di classi diverse si trovano d'accordo su un altro punto a domanda incrociata: “Che cosa c'entrano questi con noi?"
Più che l'orgoglio gay potè quello sociale. La classe non è acqua e infatti la famiglia del ceto basso lavora con il mare e con la distribuzione del pesce.
Insomma di classe pescivendola facendo scattare il luogo comune che fra i poveracci caciaroni e chiassosi si nasconda il segreto della felicità vedendo quanta energia positiva  esprimano nel cantare insieme mentre viaggiano in macchina per le vacanze.
Poveri ma Belli. Infatti sono tutti fisicati ben piazzati e livello pettorali e muscoli distribuiti nei punti giusti, mentre la donna del gruppo coatto, sposa e nuora insieme, è incinta con orgoglio pancia che esibisce negli abiti strizzati con un caschetto corto alla Demi Moore in Proposta Indecente.


Infatti le donne di classe agiata tutte al femminile con lunghe chiome a treccia o a onde, le chiedono impunemente se abbia  tendenze lesbo, facendola sussultare inorridita.
La citazione è di Lunetta Savino nel ruolo ormai collaudato dei tempi di Saturno Contro di Orzbeteck della svampita agé.
E con l'omaggio a Ozbeteck continua il film per dare il ruolo della “Fata Ignorante” che fu di Margherita Buy a Jasmine Trinca, l'unica della famiglia che esprima riserve su questo matrimonio gay tanto da escogitare un piano con il figlio del “promesso sposo (Alessandro Gassman) di suo padre per mandare tutto all'aria nella convinzione  che le due famiglie l'una con l'altra, non c'entrino nulla.
Il nulla porta al nulla come dice Romeo a Mercuzio.  Infatti puntuale a dar ragione c'è ancora la citazione della Lunetta che per convincere i commensali della giusta causa del matrimonio Gay attinge ai classici dell'antichità i quali consideravano l'omosessualità come l'espressione più alta dell'amore in quanto amore puro e sublime nel sé e per sé senza alcun fine così come invece hanno le coppie etero che fanno figli per perpetrar la specie.
Ebbene sì, matrimonio gay ma senza figli. Il messaggio ci sta perchè se in questa coppia del film un figlio c'è è quello è  nato regolarmente dall'amore verso la “prima moglie”. Donna.
Questo per escludere quel nuovo modello omosex che avanza volendo copiare la famiglia tradizionale adottando figli o facendoli su ordinazione in laboratorio o con utero in affitto. Alt! E qui interviene Papa Francesco e la Chiesa Cattolica  con le sue tradizioni dell'amore uomo-donna e bambini. Passino i gay, ma i bambini non si toccano.
Inutile dire che dopo varie traversie il film finisce a nozze con tutti i commensali e le famiglie riunite in allegria felici e contenti, dimenticando sberleffi e sfottò ai quali andranno incontro gli sposini.
“Ah froci!” dicono infatti in coro i pescatori quando li vedono baciarsi in bocca.


“E fate i cazzi vostri” risponde il figlio manifestandosi in pieno nella sua razza pescivendola. Altro stereotipo al quale il film non ha voluto sottrarsi mettendo comunque  la famiglia di ceto basso su un piano alto di brava gente per essere degni di entrare in alta società anche se in completa decadenza a dare una iniezione di buoni sentimenti all'insegna di un regolare matrimonio. Gay, ma pur sempre matrimonio regolare.Insomma questo è il film.che nella sua pochezza mette in scena interpreti strepitosi.
A cominciare da Fabrizio Bentivoglio attore eclettico e istrionico che passa dal tragico al leggero con credibilità, capo comico della famiglia agiata dove sulla scia del Latin Lover della Comencini, dopo una vita passata fra varie lenzuola sfornando due figlie (una italiana interpretata da Jasmine Trinca e una francese svaporata e stralunata alla Valeria Tedeschi) si ritrova a chiedere la mano all'unico vero amore della sua vita scoprendo di essere sempre stato gay.
La sua compagna di vita in unione civile è impersonata da Anna Galliena bravissima attrice dalle unghie lunghe che il cinema ormai relega in ruoli minori quanto basta per dare un tocco smagliante e pruriginoso al film.
La curiosità è rappresentata da Jasmine Trinca nel ruolo di Penelope figlia di Fabrizio Bentivoglio finalmente in un ruolo leggero fuori dai panni della Ilaria Cucchi e della Fortunata di Sergio Castellitto premiata comunque a Cannes per cui ci sta benissimo anche come drammatica.

Alessandro Gassman è bellissimo  molto nel ruolo  del rude coatto, patito della Lazio, con canotta Champion bermuda e capelli arruffati da pescatore alle prese con il mare, imponendosi per la sua fisicità  anche se insiste troppo in questi ruoli gigioneschi  e" romaneschi"  da eterno ragazzone quando invece sarebbe pronto per ruoli più impegnativi.

Se questo è il nostro cinema..attori meravigliosi per filmetti low cooast.
Poi ci si domanda perchè i Festival stranieri boicottino il cinema italiano specie come questo tutto recitato in romanesco che per essere compreso aveva bisogno dei sottotitoli così come è stato fatto con Buscetta. Clamorosamente scartato a Cannes.


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