giovedì 20 giugno 2019

DOLCISSIME IN PISCINA


Fra tanti film horror che danno i brividi nelle serate afose dell'estate spicca una commedia di costume italiana.
Infattii è la storia di tre ragazzine grassottelle che affrontano con coraggio la prova costume per allenarsi in piscina con una maestra " fichissima" loro modello di forma ideale raggiunto con un mix di tenacia e sportività.
Inutile dire che le ragazzine sono dolcissime perchè si rimpinzano di dolci e merendine mettendo a nudo il problema di una mancanza di dieta come base per una vita sana.
Ma tant'è le dolcissime si buttando sul cinbo per insicurezza avendo problematiche alle spalle. Piccoli dolori che la loro età ingigantiscono facendoli sembrare tragedie insormontabili come il confronto con una madre bella e affascinante, un fidanzatino virtuale al quale non ci si svela per paura di essere derisa, o un talento nascosto come quello di cantare non avendo il coraggio di esibirsi in pubblico.
Piccole tragedie che comunque grazie a una maestra di nuoto che, portandole ad un traguardo cerca un personale riscatto (già visto in un film francese "Non ci Resta che Vincere") vengono brillantemente superate per la determinazione delle ragazzine di arrivare alla vittoria facendo squadra e sostegno l'una per l'altra.

Un film fresco giusto per combattere l'arsura che ha una sua morale, quella di sapersi accettare . Un messaggio comunque confuso visto che queste “dolcissime” non accettano la loro condizione di grassottelle ben decise ad eliminare tutto il grasso che cola all'insegna del “più sudi e più sai di fresco”.
Il film arriva giusto per continuare a far sognare le giovani generazioni sempre più obese in linea con quelle americane.
Il problema grasso è inarrestabile uniformandosi a livello globale o quanto meno fra i Paesi Occidentali quelli più ricchi che mangiano a sazietà alla faccia di quelli poveri dove i bambini hanno il pancino gonfio per la fame.
La fame del mondo è un problema al quale ci siamo assuefatti anche perchè gli aiuti umanitari non hanno dato esiti sperati essendo sempre stati fagocitati dai governi corrotti per cui con lo scoppio delle varie guerre i popoli affamati sono aumentati segnando quell'ondata migratoria epocale che si sta sempre più allargando dall'Africa all'America Latina  in crisi per bancarotta.
Insomma queste dolcissime mocciose alle prese con i chili di troppo invece di intenerire e provare simpatia facendo il tifo alla fine alla fine inducono ad unirsi al coro dei loro compagnia bulletti che le prendevano in giro.
Giustamente perchè alla loro età essere grasse è una colpa come avere un corpo da reato per essere punito senza dolci e merendine in primis. Poi magari si può anche mandarle in piscina tutte in fila con la maestra in attesa di un riscatto e dunque in punizione pure lei come una sorta di mamma oca e le sue ochette.
                 
 ECCO LA RICETTA. FOIE GRAS CON FICA E FRUTTI DI BOSCO
Il più pregiato è il fegato d’oca, che può pesare tra i 600 grammi e il chilo. Diviso in due lobi, è di colore giallo-rosa.
L’importante è scegliere oche di allevamenti etici che non pratichino il metodo del gavage.

Come si prepara
Per un kg di prodotto, vi serviranno, oltre al fegato, 500 ml di vino semi liquoroso o passito, 70 ml di Brandy, 5 g di zucchero di canna, 10 g di sale, pepe. Per prima cosa aprite il fegato, togliete le vene e tagliatelo a pezzetti. Inserite il fegato in un sacchetto per alimenti e conditelo con una miscela di sale, zucchero e pepe. Versate nel sacchetto il vino e il Brandy, chiudete ermeticamente e lasciate marinare tutto per 24 ore. Trascorso questo tempo sgocciolate il fegato, tamponatelo con un foglio di carta assorbente e riempite con i pezzetti uno stampo rettangolare foderato da carta da forno, stando attenti a non lasciare spazi vuoti. Chiudete lo stampo con della carta da forno e infornate a bagnomaria a 160° per 18 minuti. A fine cottura mettetelo in una ciotola con acqua e ghiaccio e lasciatelo raffreddare per 24 ore in frigorifero. Infine tagliate e servite con décor: a piacere.

Nessun commento:

Posta un commento