martedì 22 ottobre 2019

VERDI OFF DAL DRAMMA ALLA FARSA


Dispiace molto dover smorzare i toni trionfalistici con i quali è stato chiuso il Festival Verdi su certi giornali locali dove si parla appunto di grande trionfo. Certo il maestro è stato acclamato ma solo sul palco del Teatro Regio e non certo negli eventi collaterali primo fra i quali il Verdi Off con i suoi teatrini allestiti nei borghi nelle piazze e piazzette oppure alle finestre per raccogliere sotto il popolino quello che non è riuscito a partecipare all’Opera e distribuire qualche assaggio come una sorta di panem et circenses.
Infatti questo  binomio Verdi Off, mi fa venire in mente le domeniche ecologiche (verdi-ambiente) di passata memoria, quelle introdotte nel 2001 con il Comune che allestiva nelle piazze e nei borghi, per radunar il popolo, giochi circensi con giostrine pagliacci nani e ballerine per allietare queste giornate invogliando nel contempo i parmigiani allo shopping nel guardare le vetrine. I politici approfittavano di “questi bagni di folla” come manna dal cielo per allestire i loro banchetti e fare propaganda in mezzo alle giostrine insieme ai pagliacci nani e ballerine.

E questo sembra che sia anche il Verdi Off con Giuseppe Verdi ridotto quasi ad un pagliaccio perché gli eventi non erano all’altezza del maestro sicuramente.
Io personalmente ho assistito ad un evento preannunciato come una sfilata di costumi del Teatro con musiche di Verdi in un Centro Commerciale dove invece di una sfilata c’erano due manichini con un ragazzo e una ragazza seduti per terra che suonavano le arie delle romanze del maestro
ma davano l’impressione di essere artisti di strada per raccogliere qualche euro con una ciotolina mettendo solo tristezza così come tutti questi eventi collaterali che alla fin fine si riducono a spettacolini ridicoli che non celebrano la grandezza di Verdi. Allora era molto meglio quando le opere si trasmettevano in diretta in Tv dando la possibilità a tutti, ammalati in primis, di ascoltarle insieme alle sfilate del foyer dove l’eleganza e i decollété erano un filo filo più ricercate avendo la telecamera con vista "o-pere".

La Tv locale ha mantenuto comunque i docu di Mauro Biondini molto apprezzati
con il suo Vi Racconto l’Opera specie quello riferito a Renata Tebaldi con spezzoni originali interviste e carellate tra i palchi.
E' inutile purtroppo dire le cose per poi veder uscire articoli con questi toni trionfalistici perchè corre l'obbligo come una sorta di noblesse oblige di parlare sempre bene anche se non è vero, per questioni di immagine di marketing e di turismo, ma dire effettivamente quello che è la realtà può aiutare a migliorare.
Sempre ammesso e non concesso che a Parma “comunque vada sarà un successo” il rischio è quello di cadere in paranoia nel celebrarsi Capitale di ogni evento che allestisce ad ogni cagatina di rondine per far Primavera.
Il modello Parma, città campione, del binomio Ubaldi-Vignali sappiamo tutti come sia finito. Certo la nostalgia è canaglia, l’importante non insistere nel far “canaglie impunite” nell’inseguir orme di antichi fasti allestendo continui festini noiosi che disturbano solo il sonno dei residenti.
Tanto per finire in bellezza:l’anno scorso era stato allestito un evento con i balli originali della pizzica in piazza Ghiaia e bancarelle per far conoscere i sapori della Puglia che si potevan trovare tranquillamente in un negozio di Via Garibaldi se non avesse chiuso perché non vendeva,  per cui incentivare il commercio dei piccoli negozi non sarebbe male senza dover allestire giostrine e orchestrine di pagliacci nani e ballerine che si possono andare tranquillamente a vedere al circo.

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