lunedì 17 ottobre 2022

GRANDE PRESENZA DI STRANIERI AL FESTIVAL VERDI

Il Festival Verdi a Parma ha chiuso con un successo mondiale. Sì perchè negli spettacoli in replica gli stranieri fra il pubblico l'han fatto da padroni essendo stati presenti in gran numero con tedeschi, inglesi e giapponesi. Tanti tantissimi davvero. Una coppia di tedeschi, facente parte di un gruppo posizionato avanti, era al mio fianco per cui non ho perso l'occasione per fare alcune domande dopo che mi avevano salutato in perfetto italiano: “Ma venite tutti appositamente dalla Germania per vedere l'Opera?” “Sì, le abbiamo viste tutte anche il Rigoletto a Busseto”. “Ci fate un grande onore!”avevo risposto.Gli stranieri amano Verdi e per vedere le sue opere a Parma sono disposti a  venire in loco perchè la petite capitale val pure una Messa. Da Requeiem. E allora perchè non diamo loro uno spettacolo degno di una grande opera continuando ad allestirla secondo tradizione? Perchè è quello che vorrebbero gli stranieri non potendone più di vederla nei loro Paesi innovata e corretta in stile contemporaneo con delle scenografie imbarazzanti che vorrebbero essere d'avanguardia ad effetto gran pasticcio? Sarebbe come presentare un piatto di spaghetti con la marmellata.  Meglio saper fare un buon sugo al pomodoro piuttosto che un branzino al cioccolato come dicono i grandi chef.

Facendo un confronto con le due ultime opere in replica, La Forza del Destino e Simon Boccanegra, l'innovazione scenografica e di costumi introdotta in entrambe era molto diversa: nella prima, La Forza del Destino, si era mantenuta l'atmosfera del tempo pur con delle scenografie stilizzate e costumi in linea classica che non  hanno mancato di dare corposità pomposa all'opera, mentre nella seconda, Simon Boccanegra, era stata fatta una scelta di stravolgimento con l'intenzione di far operazione coraggiosa i cui effetti sono stati appunto “imbarazzanti” come detto sopra.  Perchè noi che siamo originali andiamo a copiare all'estero? Mah!

Infatti l'ambientazione ai tempi dei Doge a Genova del Simon Boccanegra era stata catapultata tutta ai giorni nostri con dei fondali digitali su lavoratori portuali in scalo merci che magari potevano anche starci, facendo un parallelo tra passato e presente mantenendo quest'ultimo secondo tradizione perchè questa è un'idea che nessuno ha ancora adottato e che potrebbe essere valutata, invece in scena costumi e scenografie erano tutti all'insegna del contemporaneo mixato alla rinfusa. La bellissima soprano “curvy” Roberta Mantegna  nel ruolo di Amelia per esempio aveva un abitino setoso bianco a fiori rosa mentre lavorava come titolare in un box pieno di fiori che innaffiava tra un gorgheggio e l'altro ad effetto vispa Teresa in buffo contrasto con la sua voce divina, forte e possente sia in assolo che nel duettare con il Doge (il baritono Vladimir Stoyanov) in cappotto di pelle con collo di pelliccia, e con il fidanzato Andrea (il basso Riccardo Zanellato).  La coppia dei due giovani morosi, dentro al box di fiori ha colpito molto perchè oltre a duettare con grande bravura, ha recitato con passione unendosi in un primo bacio con intensità erotica per l'impetuoso abbraccio con il quale lui da dietro posizionava le   mani sul di lei petto che, nel secondo bacio, Amelia invece le abbassava sui suoi fianchi per finire la romanza insieme in duetto romantico.  

Una piccola differenza l'abbiamo notata anche nel coro perchè nella Forza del Destino con Orchestra e Coro del Teatro Comunale di Bologna con la direzione del maestro Roberto Abbado il divertissment ambientato all'Osteria con la zingara Preziosilla era recitato molto bene sia nella mimica e gestualità che nel coordinare le scenette d'amore e d'amicizia,  mentre in Simon Boccanegra, in una coreografia da festa paesana con bandierine e barbecue, lo slancio interpretativo era inscenato con una recitazione di maniera. Va sottolineato comunque che il Coro del Teatro Regio di Parma diretto da Martino Faggiani non aveva comunque nulla da apprendere, in fatto di voci, da quello di Bologna  presente nella Forza del Destino  dove è stato contestato da loggionisti e manifestanti esterni non comprendendo la ragione di tale sostituzione perchè il Coro del Teatro Regio è parte essenziale delle opere di Giuseppe Verdi e ancor di più in un Festival in suo nome.

Così dal box di fiori alla festa paesana passando nel finale in un mattatoio con tanto di animali squartati appesi,  il Simon Boccanegra possiamo dire che abbia fatto un pieno imbarazzante non all'altezza delle voci dei cantanti che hanno invece deliziato decretandone il successo, comunque non condiviso in pieno questo va detto, perchè nell'intervallo dopo la scena del box con la soprano in fiore, un gruppo di giapponesi si era incamminato verso il Centro lasciando il Teatro Regio con l'Opera vista a metà. Penso che su questo e sull'innovazione, soprattutto nelle opere di Verdi ci sia molto da riflettere perchè se gli spettatori stranieri quasi tutti adulti e di una certa età vengono in massa per assistere al Verdi Festival, Parma dovrebbe attivarsi per accoglierli con uno spettacolo in linea con la tradizione senza temere di sembrar “antichi e sorpassati”. Il fascino dell'opera è racchiuso nella sua trasposizione originaria per cui stravolgendola c'è il rischio di  renderla estranea agli stranieri stessi.




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