In amore e in guerra tutto è concesso. E noi siamo in guerra. Se l'Europa si è trovata unita per inviare le armi in Ucraina, con la crisi dell'energia si è trovata divisa. Si perchè se le armi servono a Zelensky per continuare la guerra in una sorta di Vai-avanti-Tu-che-a noi-ci scappa la sanzione, il freddo lo sentiamo sulla nostra pelle, come quando eravamo in guerra dove oltre al gas mancava pure la legna. In caso di emergenza purtroppo ognuno è portato a pensare per sé. Ricordo un episodio di quando ero bambina in collegio, dove ho ricevuto un'educazione all'insegna della fratellanza universale la condivisione l'accoglienza, e in un giorno di festa erano arrivati gli alunni delle scuole esterne per giocare insieme nel cortile. All'ora di merenda noi collegiali siamo stati chiamati in refettorio per consumare della frutta fresca, molto costosa in quel tempo, mentre gli altri bambini erano rimasti fuori perchè non ce n'era abbastanza anche per loro. E allora dovevamo restare senza pure noi? Certo che no. La suora direttrice aveva fatto la scelta giusta per i suoi bambini. In un caso di emergenza si devono fare delle scelte.
Così non dobbiamo meravigliarci se Scholze abbia pensato agli interessi della Germania cercando di risolvere la crisi energetica con lo stanziamento di 200 miliardi per pagare (non per dare aiuti) il gas sollevando così i tedeschi dal pagamento del prezzo in eccedenza e continuare a scaldarsi durante l'inverno, molto più rigido in Germania rispetto al nostro. Angela Merkel avrebbe fatto lo stesso? Sicuramente sì. Siamo in guerra e tutto è concesso per fare gli interessi del proprio paese senza farsi scrupolo di lasciare gli altri Paesi a sbrogliarsela da soli visto che col tetto del gas non si trova quell'accordo preannunciato in campagna elettorale nella quale le promesse si sono sprecate. Ad un certo punto la priorità assoluta è stata data alle bollette con formule e formulette che dovevano incantare per sollevarci da questo peso che potrebbe rivelarsi drammatico più della stessa emergenza Covid. Tutti davano per certo un intervento dello Stato per accollarsi il prezzo di eccedenza rispetto alle bollette dello scorso anno; c'è chi parlava di risolvere la crisi dividendo l'energia elettrica da quella del gas (le bollette non sono già divise?); c'è chi assicurava che gli italiani avrebbero ricevuto tutti indistintamente bonus accreditato in conto calcolato in base al consumo dello scorso anno; c'è chi prometteva mari e monti... Promesse promesse|.
Ora è stata eletta a grande maggioranza Giorgia Meloni. Ben ci sta. Sì perchè la sua determinazione la sua sicurezza, le idee chiare la coerenza e la dialettica grintosa e sciolta hanno convinto la maggior parte degli italiani sicuri che metterà le cose a posto così come promesso in campagna elettorale da lei e da tutto il Centro destra, con Berlusconi in testa che ogni giorno appariva al Tg per raccontare l'ultima...promessa. Tra queste ovviamente anche le bollette che erano in cima alla classifica delle promesse da mantenere in questo Governo che tutti aspettiamo al varco. La prima cosa che abbiamo sentito dopo la vittoria, per affrontare le bollette è stata: Guardiamo all'Europa. E ci meravigliamo se Scholze abbia guardato al suo Paese. L'Europa è in guerra che è la causa della crisi energetica che stiamo affrontando. E in guerra tutto è concesso. Il problema è la guerra. La quale sta già cominciando a dividere l'Europa anche se comunque guarda ancora all'America che continua a finanziare Zelensky per sconfiggere Putin sempre più intenzionato a non mollare, anzi a fagocitare i territori invasi, mentre si sostiene che Putin stia perdendo. Ha perso la testa questo sì per cui sta diventando sempre più pericoloso.
Giorgia Meloni è la prima premier donna del nostro Paese e come tale ci sta benissimo dobbiamo fidarci del suo appello al senso di responsabilità, anche se non siamo sicuri che metterà tutto a posto perchè il compito è quanto mai difficile. Buon lavoro.
Nessun commento:
Posta un commento