lunedì 2 settembre 2013

RETROSPETTIVA FESTIVAL VENEZIA: CINE-TV LA MAFIA E TU.


Ad aprire una stagione autunnale molto calda, andrà in onda stasera la fiction su canale 5 Baciamo le Mani.
Un film sulla mafia al femminile con protagonista Sabrina Ferilli.
A metà prezzo perché l’altra metà è rappresentata da Virna Lisi con la quale fece già accoppiata in contrapposizione nella fiction Rai Uno Le Ali della Vita.
Così a prezzo intero come a dire con una paghi due perché nessuna di loro da sola riesce a fare en plain avendo già fatto il loro percorso a tutto sex-appeal, la fiction si presenta come il solito fumettone, uno di quelli che solo Canale Cinque sa sfornare con un intreccio di drammi di donne perdute, incatenate, violate che trovano il loro riscatto nella redenzione estrema rifugiandosi fra le mura di un convento magari con un mitra in mano oppure buttandosi dai balconi o sotto un treno.
Un classico di Tolstojana memoria? Invece no: è un serial-cult perchè ad ispirare questi drammoni sono i film anni cinquanta in bianco e nero con Ivonne Sanson Silvana Mangano ed Anna Magnani: tutte protagoniste di romanzi popolari, niente a che vedere comunque con il neo-realismo di Roberto Rossellini e Vittorio De Sica prima maniera, che facevano piangere le platee delle piazze o dei cinema della parrocchietta.
 Infatti spesso erano i Preti a gestire per pochi spiccioli queste sale del cinema italiano con protagonista il/a  poveraccio/a tradotto anche in fotoromanzo nei settimanali come Grand Hotel, Sogno (con interpreti, udite udite, Silvana Giacobini l’ex direttrice di Chi, Vittorio Gassman, Anna Maria Ferrero…) perché la produzione Hollywoodiana era riservata alle grandi sale, mentre i cineforum (condotti da Gian Luigi Rondi) si facevano in Tv intorno ai films d’autore che nessuno del grande pubblico si sarebbe mai sognato di andare a vedere al cinema  (film giapponesi in primis come Rashomov o La Donna di Sabbia, della Nouvelle Vague come il Porto delle Nebbie, Caschetto d’Oro, o quelli del disgelo del cinema russo come Quando Volano Le Cicogne).
Dopo cinquant’anni a Venezia si continuano a premiare opere straniere alquanto incomprensibili per noi perché ripropongono il ritorno ad una società ancestrale senza più le tate per i nostri vecchi che venivano parcheggiati al ricovero, con i cinesi in prima fila, giustamente, perché ormai sono i dominatori del mercato globale, mentre i mediorientali sono relegati nelle manifestazioni collaterali in quanto del loro domani non c’è certezza. Così si lascia la parte del Leone ai russi,  in quanto maggiori fornitori di gas (e produttori di missili e  Kalashnicov che loro trafficano ai confini tra Pakistan e Afghanistan per distribuirli in tutto il Medio oriente).
Insomma, Venezia pur mantenendo la sua connotazione spocchiosa si è fatta anche un filo pragmatica entrando nei titoli di borsa e in quelli spicci del botteghino introducendo polpettoni  e facendo sfilare sul red carpet le protagoniste delle fictions e fumettoni Tv, come Manuela Arcuri ed Asia Argento immortalate con mano nella mano insieme alle grandi star Americane, quali protagoniste di Sangue Caldo.
Di Manuela Arcuri regina delle fictions abbiamo parlato ampiamente per cui corre l’obbligo di presentare Asia Argento perché è una rivelazione.
Asia è figlia d’arte, privilegiata e con tanti film alle spalle ma quasi tutti dimenticati. Tra horror e trasgressività è soprattutto nota per le piccole partecipazioni a Corte (con un rossetto avvelenato) della Regina Margot interpretata da Isabelle Adjani e a quelle del Re Sole con il famoso rutto lanciato nel ruolo della Du Barry a tavola in presenza di Marie Antoinette di Sofia Coppola.
Tra un rutto e un rossetto avvelenato Asia ha colpito l’immaginario trovando spazio alla Corte dei Farnese con il film  Baciato dalla Fortuna, e quella del monarca delle Reti Mediaset nella quale è entrata con la fiction Sangue Caldo.
In un ruolo caldo caldo quest’ultimo di donna di vita con un mordi e fuggi di Gabriel Garko perché colpito da morte prematura, che trova il suo riscatto per forza di cose attraverso la figlia (Manuela Arcuri) grazie a un fondo depositato in Svizzera il cui numero di conto è inciso su di un ciondolo che vale come una sorta di codice per aprire una caccia al tesoro.
Morale della favola: fuga di capitale e poi rientro coatto sono le dritte che si dovrebbero seguire in questo autunno caldo per risanare il debito pubblico.
Purtroppo non è previsto in manovra. Perché? Bella domanda ma c’è  risposta pronta: se nelle fiction si predica bene, nella realtà è tutta un’altra musica.
Bisogna saper distinguere la finzione dalla realtà! Che diamine…
Due parole vanno spese anche per Virna Lisi vista recentemente in Sapore di Mare per segnalare una battuta memorabile.
A domanda com’erano i suoi tempi lei serafica manda il messaggio da signora-bene: “…che ne so, ci batteva il cuore…”.
Eh già, a tutt’oggi ai giovani, tra mafia e venti di guerra, non resta che battere il tempo…a suon di mitra. A prezzo pieno della vita!

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