lunedì 9 settembre 2013

VENEZIA UN ABBRACCIO TUTTO ITALIANO, ANZI ITALIANISSIMO

     
Il Festival di Venezia è finito. Finalmente. Calato il sipario i commenti a caldo sono stati diversissimi fra loro fra delusioni ed entusiasmo alle stelle, le poche che hanno fatto una breve comparsa come George Clooney, Sandra Bullock e Scarlett Johansson con forfait di Lindsay Lohan mentre tutto il resto era cinema d’autore italiano.
Italianissimo come diceva Anselma Dall’Olio (con una zazzeretta corta niente male perché la ringiovanisce assai) al Gigi Marzullo Gosth, definendo autori e attori e film: italiani, vecchi e giovani,  al cento per cento, con una giuria capeggiata da Bernardo Bertolucci, italiano a metà prezzo avendo lavorato a caro prezzo con gli americani per le mega-produzioni.
Ma il made in Italy non si discute perché autori italiani si nasce e lui modestamente lo nacque.
Così come i vincitori di quest’anno delle Coppe e dei Leoni senza dimenticare gli omaggi alle carriere del più omaggiato anche all’estero come il regista Federico Fellini. Italianissimo anche lui.
Onore e rispetto. Infatti il promo del Festival lo anticipava ampiamente stante la colonna sonora che accompagnava lo spot uguale al leit motiv dell’ultima fiction sulla mafia trasmessa in replica con Gabriel Garko nel ruolo di Fortebraccio. Mafiosissimo.
Nel promo c’erano pure i gondolieri che si radunavano in gruppo davanti al Palazzo della Mostra del cinema a simboleggiar quella Venezia in Gondoeta così ben illustrata nel film Venezia La Luna e Tu con Alberto Sordi.  Un Grande nell’incarnare l’italiano medio.
Il quale tra l’altro è stato anche molto presente in un film di Federico Fellini fra i tanti racconti della sua Romagna rappresentati con Amarcord, La Nave Va e i Vitelloni. Quest’ultimo con Sordi che si distingueva in una sequenza memorabile nella quale viaggiando in macchina scoperta con gruppo di amici alzava il braccio di fronte a lavoratori sul ciglio della strada salutandoli col manico di ombrello: “Lavoratoriiiiii!!!! Prrr….”
Un “forte-braccio” italianissimo.
Lo specchio di un’Italia a metà mafiosa. L’altra metà invece è contro. Ma per fiction.
E’ così che ci facciamo riconoscere da tutti.

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