sabato 17 ottobre 2015

BABY PATATINA

                   
L'inizio del film corre sul filo dell'ambiguità: Padri e Figlie si presta ad interpretazioni ambigue. Sì perchè c'è un papà (Russel Crowe) particolarmente affettuoso con la sua bambinetta che chiama in continuazione “patatina” mentre lei gli corre in braccio, addormentandosi con lui sul divano lasciando però la moglie a dormire su un letto freddo.
Inevitabile che scatti la gelosia e scoppio di ira.
Purtroppo mentre tutti e tre sono in macchina dove la bambina è posizionata dietro che guarda corrucciata mammina mentre fa una scenata a Papà scagliandosi contro una rivale, potenziale amante: “Lo vedo come la guardi” mentre lui borbotta qualche frase facendolo sbandare causando un incidente con la morte della moglie.


Così partendo sul filo dell'ambiguità (perchè non si capisce se la scenata era per le attenzioni alla bambina o verso una seduttrice adulta) il film si snoda nel descrivere il rapporto padre e figlia che lui, come scrittore di successo, racconta fra un attacco e l'altro di epilessia (la malattia dei grandi della storia perchè affliggeva anche Giulio Cesare), nel suo ultimo romanzo prima di morire lasciando la bambina orfana di entrambi i genitori.
Se la prima parte è da considerarsi un'americanata poco credibile, nella seconda con la patatina adulta il film decolla sulla dritta psicologica del tema abbandono e paura d'amare.  
Un regista italiano che si trova a lavorar in America con mostri sacri Hollywoodiani poteva dare un tocco di italianità d'autore al film invece di far un'americanata da box office col risultato che, se in America può anche passare una causa intentata dal cognato e la di lui moglie sorella della defunta per adottare la bambina, deliziosamente dolce con i capelli lunghi lunghi a riccioli d'oro, togliendola al padre anche se ha un magnifico rapporto con lui tanto da indurre a pensieri maliziosi, in Italia suona esagerato e falso.
A meno che il regista volesse mettere il dito su un'America puritana piena di problemi irrisolti come quella di genitori e figli perchè non si parlano e se lo fanno la troppa affettuosità viene interpretata ambiguamente.


Difficile per Muccino sarà fare il regista in terra straniera ma è ancora più difficile riuscire ad interpretare il suo pensiero perchè forse lui stesso a certe conclusioni non ci era arrivato.
Come quella di pensare di aver scavato a fondo sui rapporti padri e figlie che in quel Paese sono particolarmente complicati così come già visto in certi film anni 50 aperti con Gioventu' Bruciata nel quale la figlia adolescente (Natalie Wood) nel tentativo di dare un bacio a papà lo imbarazza a tal punto da appiopparle uno schiaffo. L'America era puritana allora e a tutt'oggi nulla pare sia cambiato.
 Secondo Gabriele Muccino che insistendo fin troppo con questa patatina di papà tanto da non capire bene che rapporto sia, risulta fin troppo comprensibile una reazione infastitdita da parte di una moglie priva di spirito. Di patata. Appunto.
Ma anche le baby patatine crescono e quella di papà, superata la fase adolescenziale  concedendosi a chiunque le piacesse, diventa come ovvio una patata bollente sempre pronta a finire ogni relazione a letto con una botta e via facendosi comunque valere nel sociale come ottima psicologa a sostegno di bambini con gravi problematiche (maestrina dalla doppia vita già visto con Diane Keaton In Cerca di Mister Goodbar).
La paura dell'abbandono è una realtà di molti giovani che non riescono ad avere relazioni stabili per insicurezza e mancanza di stima non avendo avuto un equilibrato rapporto affettivo con genitori poco attenti anche se presenti nella loro vita.



Così alla fine come ogni bella favola di Gabriele Muccino arriva il moroso giusto, paziente intelligente e sopratutto con il cuore grande di un leone. 
Perchè ci vuol coraggio ad amare incondizionatamente passando sopra ogni ricaduta di quella che comunemente potrebbe definirsi una bella gatta da pelare, sperando che non sia afflitta anche lei come mammina dalla sindrome della lupa. Un classico fra gli autori italiani di cine e televisiva memoria. Perchè questa è la fonte di ispirazione dei nostri registi italiani che traducono a Hollywood là dove già tutto è già stato creato e inventato.
Gli americani comunque continuano a credere nel cinema italiano per la capacità di imbastire  piccole storie da fiction tv, giuste appunto da distribuire nei canali televisivi con tanti primi piani begli ambienti, tra cocktail, vernissage e letti sfatti in perfetto stile Beautiful che gira e rigira resta sempre il copione originale di base per gli intrecci torbidi familiari in versione patinata insieme a Sex and The City per le sfilate in passerella di ragazze allegre ma molto fashion sulla scia di Pretty Woman.


Col risultato che alla fine a vendere è sempre un prodotto in serie: in questo caso son le patatine fritte con amburger e salse a piacere perchè del libro dell'autore Padri e Figlie non c'è alcuna traccia in commercio. Bisogna andare a spulciar fra i classici là dove si parla di complesso edipico riferito anche ad Elettra ma quella è un'altra storia che non appartiene ad autori leggeri, anche se sul filo del rasoio come Gabriele Muccino di serie Gillette il meglio di un uomo, in barba a Socrate, Eschilo passando dal più famoso Omero.

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