sabato 6 maggio 2017

CASALINGHE DISPERATE TRA LE MACERIE DEL MURO DI BERLINO.







Si guarda sempre con un certo sussiego ai film d'Oltrecortina che comunque trovano sempre molti consensi al Festival di Berlino mentre nelle nostre sale si rimane un filo basiti non sapendo se prendere sul serio le introspezioni a freddo dell'amore e del desiderio delle donne dell'Est.
Infatti vengono sempre alla memoria le scenette di Zelig con Cripstak e Petrektek che si scambiando le rispettive emozioni, esternandole a parole, dopo un rapporto sessuale consumato meccanicamente.


Il film Le Donne ed il Desiderio di Tomasz Wasilewski ce lo illustra aprendo la serie di accoppiate, viste dalla parte femminile, con una giovane donna Agata madre di un bambino e moglie infelice di un operaio che pensa solo alla carriera e come dar benessere alla propria famiglia. Il loro rapporto in crisi si riaccende con la passione che infiamma la carne della moglie  la quale, desiderando ardentemente il Prete del Paese giovane idealista di bell'aspetto,  brucia prendendosi con violenza il sesso del marito. Una consolazione magra perchè la carne è debole e lo spirito del Prete  resta forte ma lontano e separato dalla Chiesa. C'è n'è abbastanza per disperarsi anche se mal comune è mezzo gaudio. Infatti nella comunità tante altre donne non sono messe bene dovendo fare i conti con varie realtà.
La direttrice di una scuola Iza per esempio se la deve vedere (si fa per dire) con una rivale defunta, “le più pericolose”, tampinando il vedovo, medico condotto del Paese, del quale è stata amante per diversi anni perchè aspira a continuare la relazione e farsi sposare. Missione impossibile perchè lui è padre e non si sente di tradir la moglie spirata a miglior vita con la Preside di sua figlia per cui ad Iza non resta che consolarsi facendosi un suo ex alunno che la stallona in bagno mentre lei si guarda allo specchio partecipando senza soddisfazione, lasciandolo alla fin della goduria, con le mani in mano.
Inacidita al massimo la Preside si rifà con una vecchia insegnante Renata (una dfonna di una certa età  la quale nel privato ha arredato la casa come un bel giardino con piante in ogni stanza e guardando gli uccellin che volano da un ramo all'altro beccando le briciole di cibo sulla sua tavola) licenziandola perchè “...ha già dato anche troppo...”.
Non agli uccellini è ovvio ma insegnando agli scolari che comunque non ha mai amato: lo si deduce vedendola sempre intenta  a spiare la vicina Marzena insegnante di aerobica e piscina-therapy, tra l'altro sorella della Preside Iza, riuscendo ad intrecciar con lei un'affettuosa amicizia che scoppierà in tutta la sua
tenerezza, dopo averla trovata nuda, addormentata da una forte ubriacatura, lavandola dalle tracce di sperma sul corpo lasciatole da una fotografo segaiolo. Il film coinvolge  freddamente specie guardando scorrere in sequenza tanti nudi femminili di carne giovane e carne tremula che si espongono senza alcuna traccia di pudore secondo il costume dei Paesi Nordici e dell'Est in particolare, risultando interessante nel rigore ambientalistico, in questo contesto nella Polonia di Lech Walesha in sholidarnos dei primi anni 90, quando si respirava il senso di libertà dopo il crollo del muro di Berlino e della voglia di allinearsi all'Occidente rappresentata tra le masse con l'introduzione dei jeans importati finalmente nei Paesi Comunisti senza censura insieme ai collants. Tutti  prodotti con i quali tanti turisti occidentali del sesso  avevano poi riempito le trolley per conquistare le ragazze dell'Est tutte in fregola come in una sorta di calzedonia e sull'orlo di una crisi di Jeans.


Quei Paesi erano ancora indietro rispetto a noi Europei che invece avevamo importato già dal dopoguerra le mode e gli stili di vita americani con i jeans e lo stile militare ad imperversare nelle bancarelle dei Mercati rionali sbarcati a Livorno e in vendita aimagazzini all'ingrosso, con tanti liquori, wisky in primis, che non mancavano nelle  nostre tavole dopo i pasti a sostituire i “cordiali” o i Zabov della nostra tradizione.
A conferma c'è una citazione nel film Le Donne e il Desiderio  quando Iza invitata a sedersi a tavola per sorseggiare un liquore, così  risponde: “...allo zabaione”. Zabov? Zabov o Vov a piacere...
Non male come film in una sorta di revival nel revival che invece di sfociar nell'happening lascia l'amaro in bocca come se le donne avessero perso il tram del desiderio per disperarsi tutto sommato di una buona sorte (tutte quante erano ben piazzate) della quale non hanno saputo cogliere l'attimo fuggente. Infatti invece di lottare per la rinascita hanno preferito invadere l'Europa per venir a far i mestieri che le Occidentali non vogliono più fare,  ma si fa per dire, con la badante in primis. Il resto è vita.E non si fa per dire.


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