martedì 30 maggio 2017

L'ATERBALLETTO CHIUDE PARMA DANZA AL TEATRO REGIO

Immancabile appuntamento con l'Aterballetto di Reggio Emilia la compagnia di Danza contemporanea più prestigiosa d'Italia che ha chiuso Sabato scorso l'evento Parma Danza 2017.
La stagione è stata proficua con pubblico molto presente che ha dimostrato interesse anche per coreografie difficili da decifrare e tradurre che comunque hanno appagato i sensi sia a livello acustico per la scelta delle musiche che di quello visivo per le coreografie che hanno danzato con le luci, imparando l'arte e mettendo da parte gli effetti digitali sullo schermo limitandosi a quelli elettronici nell'ultima parte.
L'Aterballetto infatti si è sempre avvalso abbondantemente di questa tecnica a supportar scenografie inesistenti ma la direzione artistica di Cristina Bozzolini, cresciuta nel Corpo di Ballo del Maggio Musicale Fiorentino dove fin dall'inizio ha interpretato ruoli da solista e poi come prima ballerina in coppia con Nureyev Baryshnicov e Amedeo Amodio (che insieme a Liliana Cosi aha fondato l'Aterballetto), ha riportato La Compagnia Aterballetto agli antichi fasti della danza contemporanea “classica” danzata a corpo libero o sulle punte.


L'imprinting della Bozzolini è in felice triangolo con due coreografi prestigiosi come Jiri Pokorrry, foto in basso, (dalla Repubblica Ceca)  autore di Words And Space e Philipe Kratz (foto in alto) autore di Hybrid e Phoenix che hanno creato un mix ispirato a Bejart (musiche barocche) a Carolyn Carson (nei suoni della natura con il ticchettìo della pioggia da quello scandito delle gocce allo scroscio che


accompagnano le movenze dei ballerini a scatti snodati) e alla scuola Alley American Dance Theater per le coreografie in assolo, in coppia o ensemble e a quelle a mimiche circensi per le animazioni acrobatiche e  figurate.
Lo spettacolo si divide in tre parti il cui significato oltre alla visione piroettante tra classico e moderno rimarrebbe oscuro se non ci fosse il libretto ad illustrare il percorso del trittico. Il quale apre con un ensemble a rappresentare un dialogo interpersonale nel quale ciascuno monologa con il proprio io per poi riunirsi tutti insieme in un abbraccio corale in movimento su un corpo solo. Di piacevole effetto comunicativo la scena è stata molto applaudita per poi catapultarsi nella seconda “Hybrid” nella quale si sono esibiti in coppia due ballerini fra movenze ginniche contemporanee alternate a quelle classiche sulle punte interpretatando una sensualità robusta ma elegante coinvolgendo il pubblico nell'atmosfera sexy senza bisogno di traduzioni per capire la performance.



La terza scena “Phoenix” si svolgeva sul tema “Morte e Rinascita” in una sorta di Araba Fenice perchè i movimenti si susseguivano ciclicamente iniziando con delle figure in libero movimento per poi alternarsi ad altre in sincrono e ricominciare all'infinito con l'intento del coreografo di illustrare l'annientamento dell'uomo per giungere ad una più ampia comprensione (e compassione) di ciò che eravamo e quello che potremo diventare.

Idea di base per dare modo ai ballerini di dare sfogo ad una aggressività ed asservità fisica con spirito giocoso onde creare un forte energia erotica supportata dalla musica psyco-elettronica di ritmo battente e vigoroso.
Applausi calorosi per tutti esausti e soddisfatti dell'amplesso artiostico in happening.


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