sabato 20 maggio 2017

IL FESTIVAL DI CANNES COMPIE 70 ANNI. E LI DIMOSTRA

 Il festival di Cannes è sempre la manifestazione mondana più prestigiosa a livello Europeo perchè di grande richiamo per Divi Internazionali.
Il festival di Berlino infatti è passato quasi in sordina anche se i film selezionati sono migliori, ma più che di film è una questione di divismo e di Red Carpet.
Su quello di Cannes le attrici fanno le dive tutte in gara per presenziare sfoggiando abiti a strascico scollature e spacchi a tutte le età perchè l'importante è esserci. Sul tappeto rosso. 


Le modelle con spacchi inguinali rubano i flash alle attrici così come una volta facevano le starlette sulla spiaggia della Croisette in cerca di visibilità le quali  per rubare la scena non disdegnavano  di mettersi a seno nudo o integrale.

 Le attrici di oggi sono comunque più sgamate tutte con un press-agent che si occupa di scritture e contratti giocando al rialzo con quelle di richiamo al botteghino e al ribasso con quelle che lavorano per trastullarsi un po': da cosa nasce cosa ma solo quando ci mette la firma un autore è cosa fatta facendo nascere una stella. Speriamo che sia italiana.
Purtroppo a Cannes da diverso trempo l'Italia è esclusa dalla rosa dei vincitori e quest'anno anche da quella dei candidati in concorso fatta eccezione per Fortunata di Sergio Castellitto, in Certain Regard, con Jasmine Trinca una protagonista  spesso presente a Cannes ed alcuni anni fa con un film inquietante ambientato in una casa chiusa, nella quale era stata relegata dopo essere stata sfregiata, e dalla quale quest'anno se ne esce con un ruolo di parrucchiera mettendo in luce le sue qualità di attrice sempre più in ascesa. Grazie a Castellitto che se si è sempre confermato come bravo attore, di lui come regista è probabile che non rimanga traccia così come è stato per la moglie Margaret Mazzantini avendo entrambi la pretesa di rappresentare la coppia intellettuale del cinema italiano d'eccellenza ma che trova spazio solo tra le chiacchiere del settore dei salotti Tv  capeggiati da Gigi Marzullo.

Molti sono i film quest'anno a Cannes al femnminile con storie intimiste e sentimentali  per dare voce ai singoli alle prese con rapporti in interni di famiglia o di coppia.
Si parlerà molto di film ma quello che conta dovrebbe essere il riscontro degli spettatori nelle sale ad avvalorare i premi per non ridurre tutto in discorsi  inutili perchè i messaggi non saranno recepiti se non da una ristretta cerchia di pubblico dei cinema d'Essai. I quali comunque fanno sempre il pieno più di quanto facciano le multisale con la raffica di produzioni mediocrti e che nel periodo estivo vengono spesso disertate  perchè si preferiscono le arene dei quartieri all'aperto tanto per passare una serata fra la gente per poi tornare in autunno con le grandi produzioni  e gli effetti speciali più godibili nelle multisale in quanto acusticamente meglio attrezzate.Così è anche per i Festival perchè ormai ce ne sono tantissimi ma come punti di riferimento per i grandi affari restano sempre quelli di Cannes e Venezia, dopo gli Oscar naturalmente.

Ormai ogni città allestisce il suo "festivalino" su misura, un'occasione per invitare qualche stella sul Viale del Tramonto che pur di non uscire dallo schermo e per qualche dollaro in più si adatta a delle ospitate dove esibirsi in un italiano storpiato “Grazie Italia” (sì dei ponti d'oro) dovendo mantenere megaville con piscine e domestici.
Ciascuno tende a premiare i propri prodotti facendo assistere a premiazioni imbarazzanti come quelli di casa nostra con David Donatello in primis,  nei quali piovono premi come polpette avvelenate sui film ritenuti  clamorosamente e ingiustamente esclusi da Cannes perchè di Berlino non si discute il rigore e l'autorevolezza mentre con Hollywood si cerca di fare un do ut des con le star più influenti (quelle sempre in cerca di scritture internazionali di autori italiani non tanto per uscire dallo star system quanto per rientrare nel box office da tempo disertato dai loro fans) allo scopo di mettere una buona parola sui film nostrani. D'Acord basta la parola ma ci vogliono i fatti e il cinema italiano di fatti ne fa molti con film prodotti incessantemente ma spesso tutti uguali o già visti dagli autori importanti del glo
rioso cinema italiano passato.Purtroppo.

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