giovedì 11 maggio 2017

L'ORGIA DEL POTERE CON I CARMINA BURANA




E a proposito di ammucchiate e inciuci, dalla Politica all'Arte il salto è di qualità puntando al Teatro Regio di Parma con lo spettacolo dello Spellbound Contemporary Ballet che di queste pratiche ne ha fornito un'ampia versione orgiastica sulle musiche di Carl Orff dei Carmina Burana e antichi autori classici.
La danza contemporanea che interpreta brani classici, in questo caso di grande forza e potenza come il brano più conosciuto perchè ha fatto da colonna sonora al film Excalibur, è sempre un connubio difficle perchè rischia di tradursi in una gestualità enfatica o ieratica al limite dell'isteria come una sorta di performance in Dies Irae da Messa da Requiem.




Lo sfondo e leit motiv è religioso perchè ci sono temi sacri di grande moralità che danno il ritmo ai rapporti più disparati da quelli amorosi con accoppiate etero a quelli violenti mimando stupri di un branco, o amorali e corrotti con accoppiate lesbo o gay in un divertissment nei quali si vuole evidenziare la poesia e l'arte tra corruzione del potere temporale e clericale.
L'orgia del potere si potrebbe definire questo spettacolo perchè la musica è di una potenza a cassa di espansione che batte sullo stomaco facendo scatenare istinti primordiali consumati fra sesso e libagioni cercando di prevaricare gli uni sugli altri.
Le coreografie sono rappresentate in perfetto sincrono con le movenze dei ballerini eseguite a modo e soprattutto ad arte di danza contemporanea in una serie di esercizi ginnici acrobatici e sinuosi con svitamenti serpentini a dar l'idea degli accoppiamenti sessuali eroticamente consumati in modo selvaggio, atleticamente inappuntabili (anche se alla fine perdevano il coinvolgimento per ripetitiva di una sorta di coito infinito, che a volte è peggio di quello precox) intercalati in una scenografia in movimento con salti su di un tavolo trasformato in  letto e poi in armadio con scomparti o in una sorta di monolite da scalare danzando  in gruppo al ritmo vivacizzato di Vivaldi o a quello liturgico delle musiche sacre di autori del Medio Evo fra i quali anche cantici dei poeti a raccontar l'amor cortese fra donzelle e cavalieri.
E nel finale la grande festa con tutti i ballerini intorno al tavolo in un rittorno della musica inizial  Carmina Burana di Carl Orff a chiudere il cerchio di una sorta di giro dell'inferno con abbuffata orgiastica priva di freni inibitori.
Il pubblico ha molto apprezzato la performance frutto di un grande allenamento da parte di ballerini poiroettanti in perfetto sincrono con le battute del ritmo, formando un ensemble armonico con gli strumenti musicali come se raffigurassero una per una le note che emanavano, supportato dall'enfasi potente del coro, meritandosi in pieno di ricevere il lungo plauso della platea.  Bellissimo spettacolo “sublimato”da sprazzi di poetico lirismo in una carnalità furoreggiante tra il sacro ed il profano.
             

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