venerdì 16 giugno 2017

RITRATTO DI FAMIGLIA CON TEMPESTA

Torna sugli schermi il cinema giapponese tanto osannato ai Festival negli anni passati prima che fosse surclassato da quello cinese.
Il Giappone era sempre rappresentato in formato cartolina con i cigliegi in fiore, i ponticelli sui laghetti pieni di fiori di loto nella traduzione americana mentre gli originali e più apprezzati erano quelli di Akira Kurosawa interpretati da Toshiro Mifune quasi sempre ambientati ai tempi dei gloriosi samurai che roteavano la Katana per difendere popolazioni e territori nei quali i cinesi non sono mai riusciti ad infiltrarsi come dominatori prendendosi la rivincita con il sushi che hanno mescolato alla loro cucina di bocconcini di pollo alle mandorle, maiale in agrodolce ed involtini primavera per continuare a sopravvivere.

Anche il cinema aveva subito questa forzata fusione sfornando produzioni ambientate in Giappone con attori Cinesi ad interpretare soldati del Sol Levante fra gheishe e bagashe.
Finalmente il Giappone ha trovato la sua dimensione di normalità affrontando temi del quotidiano uscendo con un film interessante, Ritratto di Famiglia con Tempesta.
I tifoni si sa sono temuti più dei terremoti perchè le case sono costruite tutte secondo le tecniche antisismiche. Il film ci illustra un Giappone integrato in una società globale nella quale ci potremmo tutti rispecchiare se non fosse la cultura a far la differenza.
Infatti il tema è universale, con marito e moglie divorziati perchè è lei a portare i pantaloni con uno stipendio regolare e tanto pragmatismo nel pianificare la sua vita futura evitando di fermarsi per piangersi addosso e soprattutto piangere di fronte a una marito bellissimo e pieno di talento sprecato che lei tampina in modo implacabile per avere gli alimenti senza alcuna pietà perchè del suo talento di scrittore non gliene poteva fregar di meno.


Tutto il mondo è paese verrebbe da ribadire ma la differenza culturale sta nel quotidiano di queste persone in eterno conflitto che si svolge in maniera delicata, fra inchini e sorrisi a nascondere i colpi bassi reciproci inferti con calma ed eleganza nel rispetto dei rispettivi ruoli sia genitoriali che filiali offrendo comunque il buon esempio nel mantenere come punto di riferimento la nonna anziana. La quale filosofeggia fra un pensiero di esperienza vissuta e una citazione colta spaziando anche verso quella classica occidentale nella quale coltiva hobby raffinati prendendo lezioni di musica socializzando davanti a una tazza di the e una poesia.  Se il marito l'aveva rovinata con la sua inettitudine lei è rassegnata a dover subire la stessa sorte con il figlio che continua ad amare, nonostante lui apporfitti della sua pensione, in nome del talento nel quale lei crede senza mai togliergli la sua fiducia. La nonna è la figura centrale di questo film che come una sorta di Grande Madre accogliente, quando tutti sono riuniti sotto il suo tetto, riesce a conciliarli grazie alla sua abilità di cuoca ed alla sua personalità generosa e allegra.


La leggerezza regna sovrana nella sua casa facendo passare un tifone per un normale temporale sotto il cui scroscio di pioggia si immergono nipote e genitori per un tentativo di riconciliazione insieme al sereno purificatore d'aria che viene dopo la tempesta. Ma ancor più serenamente i protagonisti si salutano per affrontare nuove strade che nel frattempo sono già state tracciate.
Il film è ancora acerbo recitato come una commedia teatrale dove dare spazio alla parola senza curarsi dell'espressione dei visi in primo piano nei quali comunque appaiono tutti carini e ordinati.
A spiccare il volo è la nonna perchè porta avanti la tradizione della cultura giapponese in un ruolo femminile servizievole come una sorta di gheisha colta, fantasiosa e creativa nell'affrontare la sua vecchiaia rendendola tanto viva da illuminare la vita di tutti dispensando perle di saggezza che loro sono ben felici di raccogliere. Quello che incuriosisce,al di là dei piccoli ambienti, è la società Giapponese servita in modo eccellente dai mezzi pubblici e soprattutto dalla mancanza di immigrati e rifugiati stranieri che evidentemente non sono ancora arrivati insieme alla schiera di badanti, per cui vige ancora il rispetto per l'anziano come componente importante della famiglia e non come “malato” da far accudire a terzi.


Forse è proprio questo il messaggio che ci viene trasmesso per mantenere giovane l'anziano che viene seguito anche in condizione di liberta nella quale cercherà di autogestirsi con dignità. Quanto alle problematiche genitoriali il film ci mostra come il divorzio tolga ogni possibilità di riconciliazione là dove una tempesta invece aveva portato un momento per ritrovarsi a riflettere sull'errore di una separazione netta inducendoli a mantenere, loro malgrado, le nuove scelte frettolosamente intraprese. Ci voleva un film Giapponese a farci ripensare su una legge che forse è stata troppo drastica per noi Europei più in linea con la moda americana che ora si ritorce in Italia come un boomerag sui partner più deboli, donne e casalinghe in primis, perchè non possono più contare sugli alimenti. “Abbiamo sbagliato a divorziare” riconoscono onestamente i genitori, ma oramai è cosa fatta e Capo A.

Ecco che qui sta l'errore di base evidenziato dal film perchè la donna, pur nella sua condizione di autonomia e libertà acquisita, vuole sistemarsi con un altro uomo per formare una nuova famiglia.
Meglio sarebbe stato continuare da single godedonsi il suo bel maritino usufruendo delle puntatine domenicali dall'accogliente suocera per gustare il Ramen o il sushi al Ristorante. Sempre offerto dalla nonna, questo va detto. Ma evidentemente le donne in Giappone non sono pronte per questa soluzione all'insegna della leggerezza e libertà mantenendo stretto contatto con ex coniuge e familiari annessi e connessi che comunque le accomuna nello stesso destino a quelle donne europee ed americane che trovano dignità soltanto facendo famiglie su famiglie, figli su figli fallimenti su fallimenti e così via.
Tutto il mondo è Paese ed in questo caso è la cultura della sofferenza a non far la differenza accomunando le donne di tutto il mondo nell'essere  segnate da un destino di coercizione a ripetere diabolicamente gli stessi sbagli non avendo ancora modelli di donne single felici e vincenti alle quali ispirarsi. Il film è un filo soporifero da digestione lenta a stimolar tante riflessioni a palpebra pesante per poi esporle come sopra. A freddo e a mente lucida.

Nessun commento:

Posta un commento