martedì 30 aprile 2019
lunedì 29 aprile 2019
PUBBLICO E PRIVATO
Angela Merkel ha governato egregiamente la Germania senza mettere in piazza il suo privato. E di questo la Germania le è molto grata. Non del suo privato ma del suo Governo.
Se i politici dovessero essere valutati in base al loro privato allora che si dovrebbe dire di Berlusconi e delle sue "cene eleganti"che si presenta con Forza Italia alle Europee? Cucu'
Roma. Record debito: Rutelli, Veltroni, Alemanno
BARBARA PALOMBELLI LA LADY PIDOCCHIA DELLA MARGHERITA
NESSUNO MI CREDERA'
Nel corso del processo in cui deve difendersi dall'accusa di uxoricidio, Larry Ballentine racconta gli avvenimenti accaduti nell'ultimo periodo della sua vita. Costretto dalla moglie Greta a lasciare Janice, la sua amante, Larry aveva iniziato una relazione con Verna, la quale, morta in un incidente d'auto, era stata scambiata per sua moglie. Questo fatto gli avrebbe consentito di sopprimere la vera consorte per ereditarne il denaro, se Larry non l'avesse già trovata vittima del suicidio cui l'aveva spinta la scoperta del suo nuovo tradimento. Agli occhi della legge, Larry Ballentine potrebbe dunque essere colpevole di due omicidi e solo il ritorno di Janice sembra dargli qualche possibilità di discolparsi.
Un drammone complicato di quelli che Hollywood sfornava con attori di richiamo in storie di amori e gelosie rappresentati come fotoromanzi o le attuali soap dove il sesso ed i sentimenti si raccontano invece di viverli. Per fare l'amore coniugale la moglie era in sottoveste mentre l'amante sempre in giarrettiera ed il bacio era di alto profilo elegante e senza lingua in bocca. Difficile da credere ma soprattutto nel crederci perchè con la pistola sempre in mano si voleva scoraggiare l'effetto emulazione nel trasgredire la vita coniugale.
Un drammone complicato di quelli che Hollywood sfornava con attori di richiamo in storie di amori e gelosie rappresentati come fotoromanzi o le attuali soap dove il sesso ed i sentimenti si raccontano invece di viverli. Per fare l'amore coniugale la moglie era in sottoveste mentre l'amante sempre in giarrettiera ed il bacio era di alto profilo elegante e senza lingua in bocca. Difficile da credere ma soprattutto nel crederci perchè con la pistola sempre in mano si voleva scoraggiare l'effetto emulazione nel trasgredire la vita coniugale.
CAFARNAO NON E' CINEMA VERITA'
PROFUGHI IN LIBANO
La regista Nadine Labaki che ha firmato anche film come E Ora Dove Andiamo e Caramel racconta la storia di alcuni profughi Siriani ed Etiopi che vivono come clandestini nelle baraccopoli di Cafarnao.
domenica 28 aprile 2019
UN GIORNO IN PRETURA. IL PROCESSO DI FRINE
Questo è uno sketch tratto dal film di Alessandro Blasetti Altri Tempi dove Vittorio De Sica nella parte di un istrionico avvocato fa un'arringa che galvanizza la platea e seduce la Corte facendo assolvere una popolana di Napoli che era stata arrestata per offesa al Comune senso del pudore avendo mostrato le sue forme maggiorate in decollèté
venerdì 26 aprile 2019
RUBIO CAMIONISTI IN TRATTORIA
In Tv imperversano gli chef stellati che fanno scuola o talent per dilettanti aspiranti cuochi oppure promuovono gare fra celebrity o meglio ancora una sorta di guide Michelin in giro per i Ristoranti del Paese.
Uno di questi è lo chef Rubio molto seguito sul canale 9 anche se non fa nulla per rendersi simpatico lanciando sempre battutine sarcastiche come “Per chi voglia una relazione stabile con il colesterolo, questoi è il posto giusto.
Invece sì, perchè basta ridurre le porzioni che i piatti sono alla portata di tutti perchè guardando lo chef che li gusta, fanno venire l'acquolina in bocca e tanta voglia di cibo genuino dove è tutto grasso che cola dove le prelibatezze sono quelle della cucina casalinga con il cibo che affoga nel sugo, nella salsa nell'olio fritto, e la pasta rigorosamente fatta a mano con un trionfo di tagliatelle vermicelli fettuccine tagliolini e spaghetti alla chitarra.
La carne è variegata passando dal manzo all'agnello dal pollame alla selvaggina dal piccione alle frattaglie.mentre il pesce è di maniera dagli spaghetti allo scoglio alle grigliate, passando per le friitture ed i brodetti. Contorni ed antipasti a volontà.
Il format va in onda all'ora di pranzo o di cena ed è seguito soprattutto perchè ha un segreto: è veloce e piroettante senza troppo indugiare nelle preparazioni che tanto noi a casa non realizziamo per mancanza di tempo, ma solo nelle portate che vengono mangiate anche con le mani tanto per accentuare la viscerale unione dell'uomo con il cibo della cucina “di mamma” con quei sapori che hanno ancora le vecchie generazioni nel palato quando si mangiava sempre in casa.
Infatti la cucina per camionisti è detta anche cucina casalinga da Osteria dove l'accoglienza è quella di “casa nostra”. All'insegna della semplicità e qualità.
Unica nota eccentrica è data dalla stesso Rubio che ad ogni puntata sfoggia una camicia a quadretti sempre di colori diversi ma tutte in stile “tovaglia in Trattoria" che sta facendo tendenza.
giovedì 25 aprile 2019
25 APRILE 2019
Una precisazione sulle mie osservazioni del 25 aprile sul punto delle differenze perchè forse mi sono spiegata male. Infatti so benissimo che far la differenza sia importante nella vita ma in quel contesto della festa della Liberazione del 25 aprile èenso che parlar di differenze, che poi si intendevano fra comunisti e fascisti, fosse il caso di metterle da parte perchè la liberazione ha coinciso con la fine della guerra per tutti. Visto che le vendette nel dopoguerra sono state ampiamente perpetrate pareggiando i conti, sarebbe auspicabile che in questo giorno si festeggiasse la fine delle sofferenze che hanno segnato tutti e dalle quali ne siamo usciti trovando una pace che dura da più di senttant'anni, anche se con idee differenti. Tra l'altro non ho riportato in video una citazione inappropriata ad avvalorare il mio dissenso là dove si tirava in ballo anche una citazione di "Al Bano" che ha raggiunto il picco nel far con la differenziata la differenza, leit motiv del discorso del 25 aprile..
MARIA DE FILIPPI SI RACCONTA A RAFFAELLA
(Il picco lo raggiunge alle 21.55 quando spiega che invece di studiare preferiva copiare...) Ma che vada a cagare
domenica 21 aprile 2019
CAFARNAO NON E'' CINEMA VERITA'
PROFUGHI IN LIBANO
La regista Nadine Labaki che ha firmato anche film come E Ora Dove Andiamo e Caramel racconta la storia di alcuni profughi Siriani ed Etiopi che vivono come clandestini nelle baraccopoli di Cafarnao.
sabato 20 aprile 2019
LA CONTESSA SOPHIE DI ESSEX LA FACCENDIERA DEI WINDSOR
Che la contessa Sophie fosse un membro importante della famiglia reale inglese non era sfuggito a nessuno per la sua Onnipresenza a tutte le liturgie che si inscenano intorno alla Regina che l'avevano messa in luce come faccendiera al servizio di Sua Maestà la Regina.
La quale ha trovato in lei una nuora zelante e devota nel fare sempre l'inchino degna dunque di essere la moglie del figlio Edoardo ultimogenito e Conte di Essex.
Tutti a Palazzo la temono perchè considerata l'ago della bilancia fra i Windsor di sangue reale figli di Elisabetta I e le nuove generazioni dei nipoti di “sangue misto” ultimo dei quali il royal baby di Meghan ed Harry, perchè come una sorta di capo in sala stampa è l'unica autorizzata a parlare avendo piena fiducia della regina perchè la contessa rispetta rigorosamente tradizioni e gerarchie.
Così si è fatta portavoce della situazione incresciosa nella quale si troverebbe relegata Meghan che sembra quasi bandita da Palazzo per essere stata spedita in tutta fretta in campagna lontana da Kate e William.
Ma non dalla Regina come assicura la Contessa Sophie dando il benvenuto ai Duchi di Sussex Meghan ed Harry nella nuova residenza a Frogmore Cottage in Home Park nella quale si abitueranno presto perchè tutti i regal parenti della contea di Essex le saranno vicini ben felici di allargare la famiglia col nuovo royal baby arrivato.
Il quale crescendo potrà unirsi ai suoi cugini e nipotini fortunati di Sophie ed Edoardo chiamati in riunione dalla nonna Regina Elisabetta, che insieme al principe Filippo trascorre molto tempo in quella zona, per prendere il te' delle 5 dopo aver frequentato la scuola e le lezioni di equitazione, lo sport preferito da Sua Maestà.
La regina infatti ama circondarsi dei nipotini di Essex anche se non li ama più dei cavalli e dei suoi carlini, ma non disdegna di far loro l'onore di un tè coi pasticcini soprattutto nei week end.
Quando la contessina di Essex, così come dichiarato da Sophie, aveva saputo chi fosse la sua nonna impersonata dalla Regina Elisabetta aveva subito uno shock dal quale comunque si era subito ripresa perchè fossero così tutti gli shock al mondo ci sarebbe da mettere il titolo piuttosto che la firma.
Insomma, la contessa di Essex non si sa se parli per sé o per esprimere il pensiero della Regina la quale è preoccupata del comportamento di Meghan di non voler partorire nell'Ospedale dei reali Elisabetta prima e poi seguita da Kate, sperando che decida almeno di partorire nell'ospedale della Contessa Sophie che a questo punto ne riceverebbe in pubblicità una cifra (intesa come riscontro ma non in sterline ovviamente) sicuramente perchè sarebbe un privilegio la scelta di Meghan ed Harry in questo senso stante la popolarità mediatica di cui godono.
I duchi di Sussex non si sa ancora come prenderanno questa prospettiva di un futuro fortunato del loro baby in arrivo solo perchè prenderà il tè coi cugini intorno alla Regina quando sarà centenaria come lo è diventata la Regina madre, oppure se valuteranno il caso di mandare il loro piccolino a giocare con i coetanei anche perchè la nuova Regina nel frattempo potrebbe essere diventata Camilla quale Consorte del Re Carlo che non sembra il tipo da tè e pasticcini nonostante sia una tradizione di Casa Reale tanto che potrebbe fare una piccola rivoluzione nel sopprimere questo rituale con o senza i nipotini.
Carlo e Camilla sembrano più propensi a farsi un goccetto di wiscky o di bollicine prima di andare a dormire (un'abitudine anche della Regina che sorseggia una coppa di champagne prima di coricarsi) non solo ma pure dopo pranzo dopo cena e all'ora del tè lasciando così i real nipotini a farsi spupazzar dai genitori nella consapevolezza di non togliere loro la fortuna di un'esistenza agiata. Anzi, fuori dalla costante presenza del Re e di Camilla eviteranno moine da cortigianeria in età precoce sporcandosi la bocca con tanto cioccolato dei pasticcini.
mercoledì 17 aprile 2019
LA TV DEGLI ANZIANI
Gli anziani imperversano in Tv dove stanno sgomitando per continuare ad esserci.
Il più agguerrito è Maurizio Costanzo che non solo è ritornato con il suo show ma si è pure accapparrato trasmissioncine salottiere in RAI una delle quali la conduceva in coppia con Enrico Vaime che è stato eliminato (e fuori Uno) S'è Fatta Notte e altre due con il format Memory (dopo aver condotto Swing), che aveva lanciato Pippo Baudo con Novecento rubandogli così l'idea e posto su Rai Premium che la Rai vorrebbe sopprimere per mancanza di ascolti insieme a Rai Movie senza valutare il fatto che invece di sopprimere potrebbe cambiare i film sostituendoli con più attuali e in Premium cambiare il conduttore di Memory
Sì perchè Maurizio Costanzo ha fatto il suo tempo e dovrebbe pensare di lasciare spazio ai giovani o quanto meno ad anziani ancora presenti e lucidi come Pippo Baudo per esempio o Piero Angela che il Costanzo ha citato per fare un paragone con se stesso adducendo che a sostenrlo in Tv sia la progettualità. Una progettualità originale comunque e non copiata o carpita ad un collega altrettanto anziano ma ancora pimpante come il Baudo.
Il quale quando conduce non si avvale di fogli e foglietti che gira e rigira come Costanzo per trovare il filo conduttore perso con la memoria (“in Memory”) e in quell'altra trasmissione dell'Alfabeto dove dice C come la Cuccarini per esempio del quale comunque tiene il filo il conduttore che gli fa da spalla e da suggeritore perchè Costanzo ha sempre e solo in mente la sua Maria. Con tanta stima.
Così Maurizio Costanzo imperversa in tutte le salse e Tv RAI e Mediaset come se detenesse un potere assoluto da monarca piuttosto che da nonno “stracchino” perchè piace a quelli che non hanno i denti, cioè a quella fascia di anziani a lui pari che con la Tv dentro o davanti ci fanno un pisolino.
Un altro anziano di serie “furbetto” è Corrado Augias che si è accollato non si sa come una trasmissione da condurre in linea con i divulgatori storici di successo della Tv da Piero ad Alberto Angela, da Roberto Giacobbo a Purgatori prendendo un po' da tutti per metterli in un calderone tirando fuori Città Segrete che sembra un risotto pout pourri.
Infatti la ricetta è: prendi Parigi e mettici i docu di Maria Callas e Onassis poi un salto nei sotterranei delle ossa dei cimiteri trafugati ai tempi della Rivoluzione per collegarsi a Versailles e la triste storia di Marie Antoinette passando alle periferie perchè Parigi è anche la plebe.
Di segreto che non sia già stato visto e rivisto non si sa cosa ci sia.
Cosa non si fa per mantenere un posto in Tv che sembra offerto tanto per farlo campà. Tempo una prima puntata che Notre Dame è andata a fuoco e non è un segreto perchè l'abbiamo vista tutti.
Un programma ha successo? E allora moltiplichiamolo fino ad esaurimento della pazienza degli spettatori come è stato fatto con i Talk Show, i talent, i reality e le fiction delle quali non se ne può più a parte qualcuna recitata a modo.
Poi ci si chiede come mai SKY o Netflix o tutte le Tv anche se a pagamento stiano surclassando le Generaliste. Le quali sembrano persistere solo perchè la fascia di utenti “affezionati” sono nostalgici e tecnologicamente disabili perchè la maggior parte del pubblico è formato da anziani che col telecomando vagano da un canale all'altro dall'1 alla 7-8-9- da TeleCapri a TeleSanterno, da TeleOrba a Teladòio, fino ad arrivare (bene o male) a quota mille.
Poi c'è il buio. Il famoso buco nero trovato nello spazio lontano milioni di anni luce nel quale questi utenti adulti e anziani non si avventureranno mai nella consapevolezza che il buco nero è roba da giovani disoccupati ma veloci e curiosi ricercatori. Da neutrini del Gran Sasso per intenderci che viaggiano oltre la materia espandendosi nell'infinito fino a trovare un buco per immergersi dentro vivendo un tempo perduto nel nulla.
DEV PATEL MILIONARIO AD HOLLYWOOD
DEV PATEL è l'unico attore di origini indiane che si sia affermato ad Hollywood al di là dei film Bollywoodiani. I quali sono bellissimi e molto popolari in india tanto che un regista al quale era stato offerto di lavorare in produzioni dello star system aveva rifiutato perchè avrebbe perso il pubblico indiano composto da miliardi di persone.
Ma Dev Patel ha scelto il cinema occidentale anche se ingaggiato, stante la sua morfologia tipicamente indiana, per film in stile Bollywoodiano, dove innovato all'occidentale ha lavorato con star internazionali come nei due della serie Mairgold e il Ritorno a Marigold Hotel girati dopo il successo planetario di The Millionaire che comunque non si è mai più ripetuto perchè la storia raccontata era tanto commovente da prendere il cuore.
Dev Patel dopo questo film sembrava essere stato messo in ombra da Frida Pinto, la Latika sfregiata brutalmente dal sicario del suo amante e fratello di Jamal impersonato da Dev Patel.
Infatti lei era diventata la diva del gruppo perchè anche la bambina che impersonava Latika nelle
baraccopoli di Mumbai era emersa tra i rifiuti nei quali era tornata dopo aver preso l'Oscar in ensembla con li protagonisti adulti, per una storia di degrado familiare perchè il padre voleva venderla per indigenza, così mi par di ricordare.
Frida Pinto però dopo alcuni film nei quali in costume come The Immortal o Il Principe del Deserto e la commedia di Woodfy Allen Incontrerai l'Uomo dei Tuoi Sogni, non si è imposta come attrice ma piuttosto come modella finendo ad esaurimento interesse da parte del pubblico anche per il suo atteggiamento da diva che l'aveva portata a rompere con Dev Patel privo di scritture importanti.
Invece il ragazzo si è ripreso alla grande dimostrando tutta la sua versatilità di attore eclettico e affabulatore come nella serie di Marigold Hotel e anche di ballerino piroettante dove emergeva come una sorta di re della festa non solo in quanto spospo ma anche per la sua energia trascinante ed entusiasmante da leader.
Infatti poi col nome di Lion è stato iungaggiato per un film dall'omonimo titolo dove veniva adottato insieme ad un altro ragazzo scelti da una famiglia australiana (la madre adottiva era Nicole Kidman) da un contesto miserevole come un orfanatrofio dove alcuni bambini impazzivano così come era successo per il fratello adottivo di Lion.
Nonostante l'amore e la vita di benessere per entrambi Lion si affermava mentre l'altro soccombeva. Anche questo è un film di Hollywood in stile Bolliwoodiano perchè la prima parte è ambientata in india con tante scene folfloristiche molto accattivanti, ma Dev Patel ha dimostrato di essersi i affermato perfettamente nel mondo occidentale e nello star system dove sicuramente sarà sicuramentre in grado di sostenere parti di straniero perfettamente integrato senza essere relegato in ruoli di caratterista. Questa è la sfida che devono vincere molti attori quando sbarcano a Hollywood, sfida nella quale pochi possono dire di essere riusciti perchè dopo un filmino o due tornano tutti a casa.
martedì 16 aprile 2019
ALL'OMBRA DELLE CATTEDRALI
Addio a Notre Dame?
L'incendio di Notre Dame ha fatto insorgere molte domande perchè là dove non erano riuscite la Rivoluzione Francese o le Bombe tedesche, è riuscita una fiamma divampata forse da un mozzicone di sigaretta o da un corto circuito oppure da mano dolosa. Essendo il rogo scoppiato proprio in concomitanza della crisi in Libia con la previsione di 800mila rifugiati richiedenti asilo.
Ma questo è anche il punto per cogliere l'occasione nel parlare di clandestini all'ombra delle Cattedrali dove trovavano rifugio nel periodo in cui venivano costruite in tutta Europa nei quali tanti clandestini senza un tetto né identità per ricevere protezione e per procurarsi il cibo così come descritto nel romanzo di Victor Hugo Notre Dame de Paris tradotto in tanti film e da ultimo anche in un musical di Riccardo Cocciante che ha talmente colpito le platee di tutto il mondo da aprire il filone d'oro a tutta la serie di musical che sono risorti dopo un periodo di oblio perfino a Broadway che è stato da sempre la culla di questo genere di spettacolo musicale.
La storia di Esmeralda la rom vittima di un Prelato potente preso da cupidigia lussuriosa e forte gelosia nei confronti del ragazzo, suscitando anche l'amore segreto in un gobbo mostruoso che soffriva per la sua inadeguatezza fisica da spegnere ogni speranza di essere ricambiato se non con un'affettuosa amicizia che lei gli offriva, ha sempre commosso soprattutto di fronte alla fine violenta e brutale che l'aveva colpito con il cappio al collo in quanto calunniata dal prelato come strega.
Il musical è stato una rivelazione per la protagonista Lola Ponce lanciata come cantante in tutto l mondo.
Non è stato così invece per le interpreti di Il Nome della Rosa tradotto in film con Valentina Vargas e nella serie televisiva con Antonia Fotaras tratti dal romanzo di Umberto Eco che allarga anche lui la storia intorno al Monastero ed alla Grande Libreria custodita dai frati, ai diseredati e disgraziati che vagano tra i rifiuti per un po' di cibo tra i quali appunto una bellissima giovane amata da un novizio e da un frate mostruoso e nel contempo perseguitata da un Inquisitore Domenicano con problematiche sessuali che la condanna al rogo come strega. Un rogo che comunque si spegne per divampare invece nel Monastero distruggendo la libreria e sulle cui ceneri tutti i protagonisti si commiatano prendendo strade diverse.
Il Presidente francese Emanuel Macron ha invece rassicurato il suo popolo che Notre Dame sarà ricostruita e quale occasione migliore per dare accoglienza ai rifugiati Libici mettendoli al lavoro per far risorgere la Cattedrale visto che occorreranno 30 anni per ritrovar l'originario splendore? Un gesto nobile per farsi perdonare le intromissioni nella rivoluzione Libica e in tutti i Paesi del Medio Oriente della quale la Francia ha sempre avuto un ruolo di primo piano e molto ambiguo con una mano sulla democrazia da esportare e un'altra sul petrolio da importare a patti leonini.
lunedì 15 aprile 2019
NOTRE DAME DE PARIS
(Osservazioni dal PalaCassa di Parma nell’aprile 2003 DI Notre Dame de Paris in spettacolo Live)
Sullo sfondo un grande muro composto da cubi che si aprono e si chiudono in una scenografia caleidoscopica che accompagna le canzoni ed i balletti in un susseguirsi di acrobazie altallenanti e saltellati.
Tutti giovanissimi, i ballerini formano anche il coro delle canzoni dei protagonisti: “il gobbo” Quasimodo (Giò Di Tonno); Frollo Arcidiaco di Notre Dame; Febo capitano delle Guardie, Gringoire, poeta e Clpin capo degli emarginati.
Ed infine lei, la protagonista femminile Lola Ponce una delle voci più melodiose sentite negli ultimi anni.
“Zingara, zingara, zingaraaaaaa!” grida muovendo sinuosamente il corpo come un’odalisca.Regina di una Corte dei Miracoli: stranieri, clandestini, esclusi, uomini e donne che vivono all’ombra della Cattedrale, perseguitati ed emarginati.
Il niente che conta niente, capitanati da Clopin la cui voce possente esprime tutta la rabbia dei pezzenti.
Lei, che sarà impiccata con tutti gli emarginati messi alla gogna che gridano a tutta forza “Libertà”,
mentre “DUE TORRI” gigantesche sinmbolo della Cattedrale, archetipo della Grande Madre come una sorte di Grande Mela newyorkese, che tutti avvolge protettiva sotto le sue ali, danzano roteanti in circolo fino a sparire.
E ora, nel 2000? Uguale.
Una curiosità:Notre Dame de Paris è apparsa in scena per la prima volta nel 1998 a Parigi, tre anni prima del fatidico 11 settembre con l'attacco alle torri gemelle.
Un evento tragico che ha segnato il mondo cambiandolo per sempre, così come lo è stato con l'opera di Cocciante che ha dato una svolta a questo genere di spettacolo imponendosi su tutti quelli a seguire fino ad oggi facendo risorgere il genere musical che sembrava ormai in declino.
Un musical geniale e pieno di passione come tutta la musica e le canzoni dell'autore Riccardo Cocciante.
L'ITALIA A CATAFASCIO
L'italia dice no alla UE sui diritti d'autore
L'Italia dice no ad aprire i porti
L'Italia dice no per partito preso, quello dei no.
Di Maio contro Salvini,
Salvini contro la Raggi Conte nè con Salvini nè con Di Maio e rassicura il Qatar piena accoglienza dei rifugiati dalla Libia.
I quali si stanno preparando per invadere l'Italia dopo che la guerra civile l'aveva provocata la Francia nel sostituire Gheddafi.
L'Italia come Ponzio Pilato dovrebbe lavarsi le mani anche se con mani pulite ha fatto la sua porca figura destituendo Craxi lasciando che Berlusconi scendesse in Campo a fare il resto con la Repubblica delle Banane di De Benedetti mentre l'Italia stava a guardare andando a catafascio.
Per saperne di più chiedetelo alla Cesara Buonamici, così come ha stabilito chi maneggia i miei post con "le gemelle diverse e i "pizzini del Corriere")" le Laure, le Paole e compagnia delle belle in Jihad che un certo giornalismo fomenta.Si vergogni!
L'Italia dice no ad aprire i porti
L'Italia dice no per partito preso, quello dei no.
Di Maio contro Salvini,
Salvini contro la Raggi Conte nè con Salvini nè con Di Maio e rassicura il Qatar piena accoglienza dei rifugiati dalla Libia.
I quali si stanno preparando per invadere l'Italia dopo che la guerra civile l'aveva provocata la Francia nel sostituire Gheddafi.
L'Italia come Ponzio Pilato dovrebbe lavarsi le mani anche se con mani pulite ha fatto la sua porca figura destituendo Craxi lasciando che Berlusconi scendesse in Campo a fare il resto con la Repubblica delle Banane di De Benedetti mentre l'Italia stava a guardare andando a catafascio.
Per saperne di più chiedetelo alla Cesara Buonamici, così come ha stabilito chi maneggia i miei post con "le gemelle diverse e i "pizzini del Corriere")" le Laure, le Paole e compagnia delle belle in Jihad che un certo giornalismo fomenta.Si vergogni!
domenica 14 aprile 2019
venerdì 12 aprile 2019
giovedì 11 aprile 2019
ANDREA CHENIER UNA STORIA D'AMORE NELLA RIVOLUZIONE
Andrea Chénier è un'opera poco rappresentata e non si comprende perchè- Infatti in scena al Teatro Regio di Parma in questa stagione Lirica ha infiammato i cuori degli spettatori che si sono commossi soprattutto nel finale quando il poeta Andrea Chénier (Martin Muehle) si univa in un abbraccio caldo e appassionato con la contessina Maddalena di Coigny (Teresa Romano) per salire insieme sulla ghigliottina.
La ghigliottina è stata presente fin dalla prima scena apparendo in tutto il suo orrore quando veniva squarciato il gigante telo che rappresentava Marie Antoinette la regina che ha “ispirato” la rivoluzione francese in quanto straniera e sperperatrice di denaro pubblico incurante del popolo alla fame.
Ogni rivoluzione che si rispetti deve affogare nel sangue che in Francia è stato fatto spargere dalle teste mozzate dei nobili tanto che per far lavorare a pieno ritmo il boia si è inventata la ghigliottina sostituire la mannaia di passata memoria.
Maddalena e Andrea si incontrano per la prima volta a un ballo in casa dei genitori Conti di Coigny che avevano invitato tanti personaggi della bella società e fanciulle amiche della figlia per allietare la serata nella quale Maddalena si presenta con la serva Bersi e in abiti modesti come da sua scelta non amando lo sfarzo di cappellini parrucche e decorazioni leziose.
Scelta condivisa in pieno dal costumista avendo portato in scena le fanciulline tutte vestite di bianco in gonne voile che svolazzavano gonfiandosi come in una sorta di torta meringata nella quale spiccava come una cigliegina in cima la reginetta della festa Maddalena Contessina di Coigny avendo per distinguersi un fiore rosso fra i capelli e le scarpette in tinta col tacco a rocchetto che si intravedevano dall'orlo longuette sbilenco e onduleggiante.
Vabbè siamo qui per cantare e mica per sfilare sembrava che dicessero le fanciulline le quali elevandosi con un coro angelico tutto si facean perdonar.
L'opera ha entusiasmato per ben altro, per la storia in sé in primis e per gli assolo potenti ed estesi dei cantanti a cominciar da Andrea Chénier quando entra in scena nel salotto-bene da Maddalena nella romanza in cui racconta le peripezie della sua vita nella rivoluzione vivendo in incognito affamata e malata con la fedele creola Bersi (Nozomi Kato) che si offriva di prostituirsi per aiutarla continuando a sentirsi in noblesse oblige perchè servi si nasce anche vestiti da Meravigliose (così come si era trasformata la servetta dopo averla data a qualche cittadino)
La contessina persa l'arroganza nel suo stato di nobile errante si scioglie il cuore per Andrea che la ricambia in pieno provando lo stesso amore che per lei prova anche Carlo Gerard (Claudio Sgura fisicatissimo e di grande stazza) servo infedele da sempre innamorato segretamente di Maddalena fin da quando da bambini giocavano insieme senza le barriere di classe il quale si offre di aiutare “nobilmente” il rivale perchè ricambiato dalla contessina.
Un gesto generoso ma vano perchè i due innamorati una volta scoperti dalle spie del Tribunale del Terrore scelgono il patibolo chiudendo con un duetto talmente emozionante da far scendere qualche lacrimuccia.
Ebbene sì, perchè l'opera ha colpito per l'impeto a cuore aperto con la quale è stata cantata dai protagonisti, per la messa in scena delle masse con un coro (sempre diretto dal maestro Stefano Colò in un ensemble fra orchestra dell'Emilia Romagna Associazione Coro Lirico Terre Verdiane e Fondazione Teatro Comunale di Modena) mirabilmente super inteso come superbamente imperante in un contesto rivoluzionario fra lo sbandierar di vessilli al grido di libertè fraternité egalité e il tonfo sordido della ghigliottina a seminar in tutta la Francia un periodo di terrore dalla quale è riemersa con un Napoleone. Imperatore. Il quale a sua volta ha dissanguato i francesi con le guerre di conquista d'Europa finite a Waterloo come una sorta di oltre al danno anche la beffa.
Grandi applausi per tutti che si sono estesi anche verso un'ospite importante che il pubblico riconosciuto e omaggiato con un'ovazione: tutti in piedi dai palchi alla platea ad applaudire Renata Scotto la grande soprano mantovana che l'Andrea Chénier aveva cantato insieme a Placido Domingo. Correva l'anno 1976 mentre a Parma l'opera è stata rappresentata 20 anni fa. Non solo Verdi comunque perchè i Parmigiani hanno dimostrato di apprezzare questa opera lirica Andrea Chénier eseguita secondo i canoni classici del melodramma con la musica di Umberto Giordano.
Direttore concertatore Giovanni Di Stefano Regia di Nicola Berloffa Scene Justin Arienti, Costumi Edoardo Russo e Luci Valerio Tiberi.Grande spettacolo.
La ghigliottina è stata presente fin dalla prima scena apparendo in tutto il suo orrore quando veniva squarciato il gigante telo che rappresentava Marie Antoinette la regina che ha “ispirato” la rivoluzione francese in quanto straniera e sperperatrice di denaro pubblico incurante del popolo alla fame.
Ogni rivoluzione che si rispetti deve affogare nel sangue che in Francia è stato fatto spargere dalle teste mozzate dei nobili tanto che per far lavorare a pieno ritmo il boia si è inventata la ghigliottina sostituire la mannaia di passata memoria.
Maddalena e Andrea si incontrano per la prima volta a un ballo in casa dei genitori Conti di Coigny che avevano invitato tanti personaggi della bella società e fanciulle amiche della figlia per allietare la serata nella quale Maddalena si presenta con la serva Bersi e in abiti modesti come da sua scelta non amando lo sfarzo di cappellini parrucche e decorazioni leziose.
Scelta condivisa in pieno dal costumista avendo portato in scena le fanciulline tutte vestite di bianco in gonne voile che svolazzavano gonfiandosi come in una sorta di torta meringata nella quale spiccava come una cigliegina in cima la reginetta della festa Maddalena Contessina di Coigny avendo per distinguersi un fiore rosso fra i capelli e le scarpette in tinta col tacco a rocchetto che si intravedevano dall'orlo longuette sbilenco e onduleggiante.
Vabbè siamo qui per cantare e mica per sfilare sembrava che dicessero le fanciulline le quali elevandosi con un coro angelico tutto si facean perdonar.
L'opera ha entusiasmato per ben altro, per la storia in sé in primis e per gli assolo potenti ed estesi dei cantanti a cominciar da Andrea Chénier quando entra in scena nel salotto-bene da Maddalena nella romanza in cui racconta le peripezie della sua vita nella rivoluzione vivendo in incognito affamata e malata con la fedele creola Bersi (Nozomi Kato) che si offriva di prostituirsi per aiutarla continuando a sentirsi in noblesse oblige perchè servi si nasce anche vestiti da Meravigliose (così come si era trasformata la servetta dopo averla data a qualche cittadino)
La contessina persa l'arroganza nel suo stato di nobile errante si scioglie il cuore per Andrea che la ricambia in pieno provando lo stesso amore che per lei prova anche Carlo Gerard (Claudio Sgura fisicatissimo e di grande stazza) servo infedele da sempre innamorato segretamente di Maddalena fin da quando da bambini giocavano insieme senza le barriere di classe il quale si offre di aiutare “nobilmente” il rivale perchè ricambiato dalla contessina.
Un gesto generoso ma vano perchè i due innamorati una volta scoperti dalle spie del Tribunale del Terrore scelgono il patibolo chiudendo con un duetto talmente emozionante da far scendere qualche lacrimuccia.
Ebbene sì, perchè l'opera ha colpito per l'impeto a cuore aperto con la quale è stata cantata dai protagonisti, per la messa in scena delle masse con un coro (sempre diretto dal maestro Stefano Colò in un ensemble fra orchestra dell'Emilia Romagna Associazione Coro Lirico Terre Verdiane e Fondazione Teatro Comunale di Modena) mirabilmente super inteso come superbamente imperante in un contesto rivoluzionario fra lo sbandierar di vessilli al grido di libertè fraternité egalité e il tonfo sordido della ghigliottina a seminar in tutta la Francia un periodo di terrore dalla quale è riemersa con un Napoleone. Imperatore. Il quale a sua volta ha dissanguato i francesi con le guerre di conquista d'Europa finite a Waterloo come una sorta di oltre al danno anche la beffa.
Grandi applausi per tutti che si sono estesi anche verso un'ospite importante che il pubblico riconosciuto e omaggiato con un'ovazione: tutti in piedi dai palchi alla platea ad applaudire Renata Scotto la grande soprano mantovana che l'Andrea Chénier aveva cantato insieme a Placido Domingo. Correva l'anno 1976 mentre a Parma l'opera è stata rappresentata 20 anni fa. Non solo Verdi comunque perchè i Parmigiani hanno dimostrato di apprezzare questa opera lirica Andrea Chénier eseguita secondo i canoni classici del melodramma con la musica di Umberto Giordano.
Direttore concertatore Giovanni Di Stefano Regia di Nicola Berloffa Scene Justin Arienti, Costumi Edoardo Russo e Luci Valerio Tiberi.Grande spettacolo.
NOTA DI COSTUME Lo stile Roccoco'
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