giovedì 6 agosto 2015

RAI: COSI' PARLO' ALDO GRASSO


LA SVOLTA DELLA RAI. COSì PARLO' ALDO GRASSO (5 Settembre 2009)

Molto interessante è un’intervista concessa dal critico televisivo Aldo Grasso dove ha spiegato la Tv dagli albori ai giorni nostri indicando in tre punti le rivoluzioni che hanno caratterizzato la sua evoluzione.

Il primo è rappresentato dalla comparsa delle Tv commerciali che, ampliando il parco giochi delle reti televisive, ha aperto la gara competitiva in quanto “più si vede e più si sceglie, principio fondamentale della democrazia che induce nel contempo ad innalzare il livello qualitativo”.
La seconda rivoluzione è indicata nel Telecomando perché ha permesso agli utenti di fare comodamente zappimg sdraiati sul divano consentendo così di spaziare da un programma all’altro, senza dover rimanere fissati anche controvoglia su un solo canale, per la pigrizia di doversi alzare.


La terza, è il Digitale Terrestre che consente l’introduzione di una miriade di canali in cui tuffarsi golosamente facendo veloci puntate, ad inevitabile rischio di una sorta di mordi e fuggi senza fermarsi ad approfondire..


C’è però una quarta rivoluzione di cui il prof. non ha parlato, sicuramente perché non l’aveva ancora visionata, essendo andata in onda la sera stessa a tardi orario. E’ il programma trasmesso da Rai Uno della serie Rai Notte diretta da Gabriele La Porta, intitolata Città Amara. La rivoluzione è tutta nel contenuto in quanto l’argomento trattato andava decisamente oltre al piccante. Diciamo pure hard perché parlava di trasgressioni sessuali, con tanto di immagini porno di ragazze in primo piano impegnate nella lap dance,   in topless e sculettanti con sederini a filo dentale. Non solo, le immagini si arricchivano anche di flash e qualcuna, in un briciolo di pudore, era sfocata a rappresentare incontri lesbo, triangoli e ammucchiate, rapporti sado-maso con descrizione dettagliata di ogni forma di piacere: da quello esibizionista a quello urogenitale, da quello necrofilo a quello feticista in una girandola di Sesso Matto e quant’altro che solitamente si vede a tarda notte nelle Tv private.


Perfino la musica scelta come sottofondo era identica alla colonna sonora di uno show hard intitolato Le Peperine”,   un genere incentrato sullo strip e lap dance. Ma sotto forma di inchiesta, la Rai  faceva un’indagine fra le nostre città avvalendosi anche  della consulenza di autorevoli esperti  come Riccardo Schicchi e varie manager femminili, tutti esperti del settore porno, che volgarmente in “gergo” vengono anche chiamati papponi e maitresses. Così, nel nobile intento di informare gli italiani di qualcosa che hanno già visto e stravisto nelle loro Tv locali o sbirciato (alzi la mano chi non lo ha mai fatto!) via Internet, la Rai di fatto ha sdoganato la pornografia Tv.  E’ un po’ come succedeva negli anni ’60-70 con i film tipo Europa e Mondo di Notte, che sotto-forma-docu presentavano gli spogliarelli più hard dei Night club delle Capitali, facendo cassetta al botteghino. Uno, in particolare, veniva anche proiettato nelle scuole. Ricordo che si intitolava Helga e faceva parte di un programma di educazione sessuale in cui si  faceva vedere come nasceva un bambino, con immagini nude e crude in posizioni ginecologiche a vagina sbattuta in primo piano. Una scena che mi aveva shoccato perché io pensavo che i bambini nascessero dall’ombelico. Correva l’anno…Non lo dico.
Evidentemente la Rai è uscita allo scoperto con il porno-docu, per essere al passo con i canali commerciali dove da tempo il sesso è liberalizzato e presentato in tutte le salse, senza censure. Con la differenza che queste ultime hanno il puro scopo di divertire catturando ascolti (l’auditel lo conferma), mentre con il porno-docu a scopo didattico e il si vede-non si vede, si dice ma non si fa, si guarda ma non si copia, più che accender l’interesse spesso può la palpebra pesante.
                 

                 

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