sabato 1 agosto 2015

PAUPERISMO VINTAGE E ARTE DEL FAI DA TE

 LIKE A VIRGIN?
No, è Sarah Jessica Parker così conciata per la festa del  serie Sex And The City.
Il nuovo look che sfoggerà è decisamente copiato da Madonna degli anni 80, quando aveva lanciato la canzone Like a Virgin e recitato come protagonista in Cercasi Susan Disperatamente.
Carrie si sa ha sempre fatto tendenza e quello che propone è un genere vintage.
Il trend lo aveva già dettato con il primo film dove, scartato l'abito pomposo ed esageratmente addobbato (un nido in testa con tanto di uccello), che non le aveva portato fortuna perchè l'aspirante marito si era dato a gambe levate, aveva poi optato, nel il secondo round , per l'abito vintage di Vivien Westwood.
Vintage, ovvero la ricerca fra le scorte di magazzino per le aziende e quella degli armadi per i privati, sarà dunque la tendenza delle nuove passerelle di moda, stante la crisi di idee (ormai si è creato già tutto) e di money.
La stessa trama del film lo conferma, sia nella forma che nella sostanza perchè anche la storia si svolgerà in un ambiente Newyorkese meno allegro e spensierato con crolli finanziari di manager rampanti come Mister Big e ripiegamento delle protagoniste nei valori semplici e familiari. A conferma del nuovo pauperismo che avanza. Anzi, che sta imperando.

La crisi ha toccato la moda? Era tempo che lo si sapeva. Eccome.
Certo, guardando le guru italiane e americane. le direttrici di Vogue Franca Sozzani e Anna Wintour si comprende subito perchè.
Se si conciano loro in quel modo, come fanno a scegliere con fiuto vincente?
Anna Wintour porta un caschetto biondo, corto e gonfio con frangetta che si usava ai tempi di Valentina di Crepax.
Persino Meryl Streep che pur ispirandosi nel Diavolo Veste Prada alla Wintour,  si è rifiutata di copiarne il caschetto adottando una pettinatura più dinamica e meno "checa".

Per non parlare della Franca Sozzani, la quale pur non avendo l'età di una ragazzina, porta i capelli lunghissimi a ondine schiacciate sulla fronte sul un fisico asciutto, quasi rinsecchito, che le danno un tocco di sciatteria ad effetto horror.

A completare il quadro è lo sguardo ieratico della foto dove posa con gli occhi rivolti al cielo confermando di non esserci. Sulla terra.
E la moda ha tanto bisogno di manager con polso e piedi per terra che sappiano uscire dal tunnel in cui si è ficcata dopo l'orgia di eccessi degli antichi fasti, all'insegna del "pacchiano".
"Lo chic è volgare" affermava infatti Gianni Versace aprendo la passerella alle top modell vestite come zoccole di lusso:Naomi Campbel, Claudia Schiffer, Linda Evangelista e Cindy Crawford.
Quest'ultima furoreggiava in giarrettiera nera da portare come abito da sera. Volgare, ma bellissima da lasciare senza fiato.
Però però è finita. Soprattutto se si continua a guardare per aria.
Non so come l'interpreta questo sguardo la fisiognomica, ma so quello che affermava Nietszche "Aristocratico non è colui che guarda dall'alto in basso,o viceversa, ma quello che guarda dritto, davanti a sè".

Che cosa dovrebbero fare in questo momento gli stilisti per rinnovarsi e trovare una soluzione?
Quello che dovrebbero fare loro io non lo so, ma so quello che sto facendo io, perchè la moda mi piace e non intendo rinunciarvi assolutamente nemmeno con la crisi.
Ci sono tanti accorgimenti per continuare a vestire in modo personale anche a poco prezzo. Basta comprare abiti semplici e normali per poi rifinirli mettendoli a modello,  arricchendoli con accessori preziosi, come bottoni gioiello, o passamaneria ricamata.

Un'altra soluzione è quella di comprare scampoli nei centri appositi, in cui si trovano anche pezzi firmati a prezzi accessibilissimi venduti a peso per confezionare abitini su misura.
Quando il tessuto è prezioso e puro (cotone canapa lino lana cashmere e seta)  saprà valorizzare anche il più semplice modello, senza bisogno di tanti drappeggi o ghirigori, come si vedono sfilare sul red carpet a Venezia o a Cannes dove tra tante balze e strascichi i tessuti sono spesso sintentici e stretch. Non c'è nulla di più tremendo.
Per la cosmesi io punto ai prodotti naturali, senza profumo. Ho la fortuna di avere un'amica che mi fa le creme "su misura" perchè lavora in un laboratorio di cosmesi che distribuisce in tutto il mondo anche nelle Grandi Case. Sia la crema idratante per il viso che il latte per il corpo sono il composto-base di un prodotto americano molto noto.
La costosità del prodotto è dovuta all'aggiunta dei profumi, molto richiesti dalle clienti, disposte a pagare cifre altissime.
Da un po' di tempo sono spuntati molti negozi con prodotti naturali vegetali che si possono arricchiore con qualche goccia di olii essenziali, a prezzi abbordabili come Bottega Verde

che sono sempre molto frequentati più delle profumerie classiche le quali già da tempo devono subire la concorrenza delle farmacie con prodotti senza profumo che spesso crea allergie.

Insomma, per uscire dalla crisi, le donne devono arrangiarsi in qualche modo perchè se si aspetta la soluzione industriale, non si riceve alcun riscontro. Più che le piccole aziende secondo me è il fai-da-te che tira il mercato.

D'altra parte lo ha detto anche Armani che per ispirarsi lui osserva i giovani (che sono i più creativi sempre), quelli che circolano nelle metropoli, e in metrò: i loro jeans, le scarpette e t-shirt gli accostamenti fra diversi capi.  Confermato da tanti altri stilisti che trovano idee per le strade e nelle disco.
Però questo è il solito circolo vizioso: il giovane si destreggia, lo stilista crea,e sul mercato lievitano i prezzi. Tanto vale, come dicevo sopra,far da soli mettendo in moto la fantasia e l'arte di...arrangiarsi. Il nuovo pauperismo lo esige.

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