venerdì 29 giugno 2018

ANGELINA JOLIE A UN BIVIO


Dove sorgeva un campo profughi, dove i bambini piangevano, dove c'era da sbloccare una situazione migratoria là interveniva sempre Angelina Jolie.
La sua attività era intensa e molto apprezzata dal mondo intero che vedeva nella Jolie la mater generosa ed accogliente incarnata anche nel privato della sua vita con l'adozione di bambini naturali d adottati di varie etnie.
E' curioso che in questi periodo di chiusura dei porti e di disperazione dei bambini unito al pianto dei rifugiati, Angelina Jolie non abbia fatto alcuna mossa a differenza di star come Amal o firts lady. Ancora più curioso è che anche Angela Merkel abbia fatto un passo indietro dopo aver promesso di attivarsi in favore dell'Italia per risolvere il problema immigrazione avendo preferito valutare nuove proposte dal premier Conte con il quale non pare ci sia feeling a livello di spocchia. Quella di Conte che si è definito difensore degli italiani.

Di che cosa siamo accusati non si sa o forse sì: di essere stati troppo superficiali nel valutare un problema serio preferendo vantarci con il mondo come salvatori di vite umane perchè quelle perse non si contano.
Se né l'Angela né l'Angelina si sono mosse ci sarà una ragione ben precisa perchè della loro serietà di intenti non si può dubitare anche se lo scopo alla fin fine  è sempre quello di rafforzare l'immagine di sé come statista la Merkel e come ambasciatrice dei diritti umani della Jolie. L'importante che agiscano giustamente.
Entrambe sono state surclassate, si fa per dire, dalle azioni tempestive ma gaffose di Amal, Melania e Ivanka con il Mexican Children per un eventuale candidatura alla Casa Bianca di George Clooney o per mantenere il posto già occupato anche se con un fatti in là di fatto da parte di Melanie e Ivanka.

La Jolie dopo il divorzio da Brad Pitt si sente tagliata fuori dalla corsa alle prossime elezioni per cui probabilmente ha ritenuto inutile ogni intervento.
Più probabile che sia invece in tutt'altre faccende affacendata come la lavorazione di un film “sui rifugiati” o la  ricerca di un partner adeguato o semplicemente con il cuore già occupato dal suo amore e che la Jolie si stia godendo per rinascere dopo la batosta con Brad Pitt.
In ogni caso nell'attesa di una sua apparizione sulla scena di un qualche disperato in lacrime ci piacerebbe inviare un messagggio alla Jolie incitandola nel continuare la sua missione umanitaria, piuttosto che quella di attrice o regista nello spettacolo, perchè l'America potrebbe essere pronta ad una eventuale candidatura come single. Perchè no: si può fare.

giovedì 28 giugno 2018

BAMBINI IN GABBIA

I bambini in gabbia non sono una novità. In Italia comunque perchè in molte carceri i bambini per non farli separare dalle madri detenute li mettono in carcere con loro senza pensare ai danni che ne potrebbero derivare come l'aggressività per mancanza di rapporti sociali.
Come piccoli animaletti in gabbia crescono dunque rabbiosi e potenziali ribelli verso una società che hanno assaporato come ostile.
Sono piccoli abbandonati che non ricevono un'educazione o un'istruzione adeguata perchè spesso le madri non sono all'altezza di fornire per il livello sociale molto basso dal quale loro stesse provengono.
Se per andare in un Centro Commerciale le mamme possono usufruire di parcheggi per bambini accuditi da baby sitter in carcere lo Stato non è in grado di provvedere: basterebbero gruppi di volontari per fare mini club di intrattenimento e di istruzione per tutti i bambini in prigione consentendo loro di crescere come se andassero all'asilo. Non dovrebbe essere un problema irrisolvibile ma purtroppo viene ignorato così come tante problematiche delle minoranze.Tutti i bambini dovrebbero poter usufruire della scuola della sanità e di tante altre agevolazioni anche se fossero sans papier o piccoli Rom. I quali quest'ultimi vengono lasciati impunemente per le strade a delinquere senza che nessuna autorità intervenga perr sapere da chi siano mandati o gestiti, questi bambini, lasciandoli al loro destino di futuri teppisti.


In America il Presidente Trump con i suoi modi spicci ha trovato una soluzione nel separare i genitori detenuti dai bambini onde evitare che possano crescere a loro immagine e somiglianza di messicani spacciatori o  delinquenti di varia illegalità. Una separazione a “fin di bene” per il Paese e per questi bambini potenziali teppistelli che Trump ha voluto ospitare in gabbie separate da quelle dei “messicani adulti” che nonostante il muro “osano” ancora varcare il confine.
Lo scandalo è scoppiato globalmente tanto che Melania la Firts Lady ha pensato di cavalcare l'onda per proporsi come mater di questi bambini in gabbia. Non ha fatto in tempo di esternare la sua indignazione che la scena le è stata subito rubata da Ivanka la quale invece di parlare alla stampa è andata dritta dal papà per fargli fare un decreto salva-famiglie ricordandogli da dove le sue moglie ed i figli erano venuti (dai Paesi dell'Est Europa dopo la caduta del muro di Berlino).

Così più che l'indignazione di Melania potè la supplica di Ivanka anche se poi a Melania è stato dato il compito di seguire l'operazione bambini fuori dalle gabbie. Per andare dove? Questa è una bella domanda perchè la soluzione è rimasta un mistero anche se alcune star come Amal e George Clooney si sono subito attivate offredo 100mila dollari per questi bambini in attesa di uscire dalle gabbie. Da tenere separati dai genitori o per unirli a loro in carcere? Nel qual caso forse era molto meglio se fossero rimasti in gabbia in attesa di un'organizzazione statale che avrebbe potuto consentire di dar loro un'istruzione e quant'altro si possa offrire ai bambini della loro età togliendoli temporaneamente dalla custodia dei genitori in attesa di un rimpatrio tutti insieme. Ecco è proprio del rimpatrio tutti insieme che forse le signore della Casa Bianca hanno gaffosamente accelerato,  quando invece Trump voleva solo togliere dei bambini dall'illegalità per dare loro una dignità diversa da quella delinquenziale. Ma cos'è uno shcerzo sulla pelle dei bambini?

Quando si dice che un uomo al potere non dovrebbe mai permettere interferenze da parte di familiari parenti e affini fidandosi solo di sé e dello staff da lui nominato! Guidare un Paese non è uno scherzo e tanto meno prendersi gioco dei bambini per emergere come prime-donne. Oltre al danno anche la beffa.
Sì perchè la donazione della coppia Amal e Clooney probabilmente servirà per il rimpatrio. Così finalmente le famiglie saranno unite! Unite a casa loro, mica negli USA.

mercoledì 27 giugno 2018

NOVITA' E REPLICHE IN GIALLO VERDE


L'eterno ritorno delle signore in giallo


REPLICA IN GIALLO E VERDE

Dopo le signore in giallo a tutta replica in green nel senso della terra del proprio orto come il basilico in primis perchè i prodotti sono garanzia di genuinità.
Ecco la mia ricetta del pesto a base di basilico arricchita rispetto a quella industriale Biffi pubblicizzata oggi sul Corriere composta da basilico scaglie di grana padano e pinoli. D'accordo ma è molto meglio con uno spicchio d'aglio e con le noci. Pestare il tutto e condire alle classiche Trofie che stanno al pesto come le Troiane ai Classici greci essendo indispensabili per evitar l'effetto "cima di rapper".


















                                            LA NOVITA'


  IL THRILLER DEL BASILICO





"Giulia infilò le mani tra le fitte foglie di basilico, si levò immediata una fragranza fresca e golosa e per tutto il corpo le corse un brivido di attesa
Adorava quella pianta semplice, fin dai tempi del liceo. Un giorno, durante un compito in classe di latino, era incappata in alcuni versi di Plinto:
induce torpore e conduce alla pazzia, bisogna averne paura"



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lunedì 25 giugno 2018

A QUIET PASSION CON TANTA POESIA

Si può vivere senza un partner per tutta la vita?
Sì ma si vive male specie se sei un'artista. Vissi d'Arte e D'Amor recita Mimì nella Boheme mentre Emily Dickinson  ha vissuto Vivendo d'Arte senza alcun pudor mantenendo la sua integrità. E virilità.
Sì perchè l'integrità è alla base di un comportamento retto e incorruttibile ad incarnare “l'uomo giusto”.
Nel film A Quiet Passion si cerca di mettere in luce la presonalità complessa di Emily Dickinson una delle più importanti poetesse che ebbe la sventura di nascere nell'800i n un Paese di provincia di quell'America Puritana nella quale le donne erano completamente sottomesse  al padre e all'Autorità scolastica resa ancora più indigesta se facente parte di una comunità religiosa ad inculcar nelle fanciulle gli insegnamenti del Vangelo. I quali venivano completati con quelli degli evangelisti una volta uscite dal College dove Emily aveva cominciato la sua ribellione nel rifiuto di Dio come padre padrone assoluto della sua anima oltre che della vita.





“Io non lo sento dentro di me, mi dispiace”ribatteva ancora giovanissima  la Dickinson (interpretata da Emma Bell) alla superiora facendola restare allibita di fronte a questa mancanza del timor di Dio che le precludeva la salvezza.
Da che? Questa è la domanda  la cui risposta è comunque semplice essendo ovvio che la Emily volesse essere sollevata dal mondo del quale aveva paura non riuscendo a concepire una vita fuori dalla sua famiglia, né tanto meno in un convento nel quale comunque lei si trincerava ugualmente chiudendosi in sé stessa.


Ma chiusa la porta lasciava aperta una finestra per volare con la mente ad esternare tutto il suo sentimento e la passione  per la vita che traduceva in versi poetici raccontando le sue frustrazioni di donna e di essere umano di fronte all'infinito.
La sua poesia, rimasta nella storia, la rendeva  consapevole che fosse unica nel suo genere senza comunque farla entusiasmare  pensando che la sua persona fosse poco apprezzata in vita per la sua natura poco melleabile e dura e dunque poco amabile.
E' il destino ineluttabile di tutti gli artisti “diversi” la cui originalità è considerata scomoda e inaccettabile tanto da oscurar la genialità che si va a comprendere dopo il “trapasso a miglior vita”.
Sarebbe come dire a una persona “non voglio il tuo amore” rifiutandolo con disprezzo non sapendo che invece in futuro comprerà a caro prezzo.


La personalità di Emily  è comunque diversa  non nel senso di omosex ma complessa a livello caratteriale perchè pieno di contraddizioni: puritana e moralista in teoria ma molto indulgente in pratica con sé stessa tanto da imbastire un flirt con un revederendo “sposato” senza farsi scrupolo giustificandolo col fatto che la liaison fosse basata su quelle affinità elettive che mancavano nel rapporto dell'evangelista con la moglie, donna  integerrima senza vizi né piaceri e tanto meno spirito che accettava come aperitivo o thè solo di bere un bicchier d'acqua.
Pulita dentro e brava fuori a differenza di Emily che invece era un'anima tormentata che si vedeva brutta anche se amava fare la vezzosa con un'amica Vryling Buffam (Catherine Balley nella foto) piena di spirito con la quale si trova in sintonia come fossero compagne di Liceo. Le quali, arrivate alla maturità, si salutano per entrare l'una nei ranghi con un matrimonio standard accettando la sottomissione all'uomo e l'altra, la poetessa, stabilizzandosi in famiglia dalla quale “non mi separerò mai perchè non potrei mai andare a vivere con un “estraneo”.
Citazione di Alberto Sordi che l'autore e regista Terence Davies poteva risparmiare di mettere a soggetto nel film.



La famiglia Dickynson è molto accogliente e soprattutto agiata nella quale vige armonia e amore fra tutti i componenti con i genitori in primis fedeli e devoti l'un l'altra (anche se in realtà sono mentalmente estranei fra loro), ed il fratello e sorella di Emily i quali alla fine si riveleranno i personaggi più umani: Infatti la sorella più giovane e bella,Vinnie (Jennifer Hele e poi Rose Williams nella foto)è soprattutto disposta al compromesso pro bono pacis così come il fratello Austin ( Duncan Duff )va in cerca di soddisfazioni con donne vivaci perchè la moglie Susan (Jodhi May insieme nella foto) lo fa solo per dovere ritenendo “quella cosa lì” un'azione volgare.


Anche se Emily si dissocia da tali comportamenti non approvando nessun cedimento, il rispetto vige in famiglia raggiungendo il massimo nel vegliare i propri cari amorevolmente quando sono in fin dita ad esprimere  tutto il profondo sentimento che li unisce, al di là di interessi patrimoniali o beghe finanziarie inesistenti, rappresentando un mondo antico magari in crinoline e limitato ma sicuramente di grande calore e umanità.
Una Quiet Passion che ha dato buoni frutti perchè la poesia di Emily si legge ancora come attuale e di interesse nel cammino verso l'emanipazione
e la libertà.
Il film è molto curato nella sceneggiatura eclettica con recitazione di verso in verso per accompgnare la biopic di Emily Dicìkinson e nell'ambientazione sia in interni che esterni così come stiamo notando in tanti film storici internazionali che preferiscono attenersi alla ricostruzione più veritiera piuttosto che fantasiosa, sia nell'arredo che nei costumi ed acconciature facendo entrare lo spettatore in quell'atmosfera datata catturandone la partecipazione emotiva.

La protagonista è una curiosa Cynthia Nixon attrice di Sex And The City che ha dato una svolta al suo ruolo di Miranda nel quale era stata relegata per molti anni, per intraprendere un discorso più impegnato a livello di emancipazione delle donne che si avvicina più alla realtà. Anche la scelta del ruolo è più attinente al suo stile di vita nella quale si è rivelata “diversa” avendo una famiglia con una compagna e orientata politicamente verso una candidatura a sindaco di New York.
L'unica delle quattro amiche che stia andando al massimo perchè le altre si sono perse in liti social o come fashiom victim di serial memoria avendo confuso quella fantasia con la realtà.

sabato 23 giugno 2018

UN DUE TRE E CAPO A.MATTARELLA





  Non preoccupatevi che ci sono               Un foglio di fico                 Da Bossi a Boss il salto è della quaglia



giovedì 21 giugno 2018

MEXICAN CHILDREN LASERIE

Giovedì 21 giugno 2018 Dopo il decreto salva-famiglie di Trump George Clooney ed Amal hanno offerto 100mila dollari per far uscire i bambini dalla gabbia.

Ecco la ricetta degli UCCELLETTI SCAPPATI tradotti in INVOLTINI ALLA MESSICANA.
iGli uccelletti scappati sono degli spiedini di carne di origine antica, un secondo piatto molto diffuso in varie regioni d’Italia con piccole varianti a seconda del luogo.
Questi spiedini di carne devono il loro nome al fatto che in antichità si usava arrostire sugli spiedi gli uccelli cacciati e, in tempi di magra, si sostituirono i volatili con degli involtini di carne che, per forma, li ricordavano: gli uccelli , in quel caso erano ironicamente “scappati”.
In questa ricetta vi proponiamo una versione degli uccelletti scappati che si avvicina a quella degli involtini messicani.
Pulite un peperone e tagliatelo a listarelle. Preparate gli involtini stendendo della senape su ogni fettina ed arrotolate con una fettina di prosciutto, avendo cura di fermarli con uno stuzzicadenti, quindi infarinate gli involtini.
In una padella dorate la cipolla tritata con dell'aglio, il prezzemolo ed un filo di olio, quindi aggiungete gli involtini, il peperone tagliato a listarelle, la passata di pomodoro, il vino, i chiodi di garofano e, se piace, qualche peperoncino piccante secondo i propri gusti.
Cuocete con coperchio fino al bollore, poi con coperchio sollevato proseguite fino alla completa cottura dei peperoni (circa 20/25 minuti totali).


Mercoledì 20 giugno 2018 Il silenzio degli Innocenti:
the show must go on

Domenica 17 giugno 2018 TRUMP VS. MELANIA
Perchè i bambini separati dalle famiglie non fanno indignare l'America nonostante la supplica di Melania?
Perchè la politica di Trump è lo specchio della società globale:
Questa mattina entrando in un bar c'era un giovane papà con il bambinetto in carrozzeina che faceva i meme. Nessuno lo filava ma quando è entrata uno con il cane tutti si sono alzati per fargli dei buffetti. Questo è.

martedì 19 giugno 2018

L'ATELIER DI SCRITTURA.

   
L'Atelier è un film piuttosto noioso perchè troppo cerebrale e didattico con tanto di lavagna a prendere appunti. 
L'Atelier è un laboratorio di scrittura al quale si sono iscritti alcuni giovani per imparare l'arte della stesura di un libro in questo caso un Thriller sotto la direzione di un'esperta e affermata scritttrice Olivia (Marina Fois)
E' un lavoro di gruppo e come tale bello finchè corto perchè quando si dilunga troppo fissandosi su particolari  si perde la visione del tutto soprattutto seguendo  i ragazzi che si perdono in litigi per far passare il tempo più in fretta anche se avevano scelto loro di partecipare.Infatti il tavolo allestito è come una sorta di banco in classe, diventato inevitabilmente scomodo facendo emergere turbolenze ingestibili fra questi dilettanti piccoli scrittori.

Ma son ragazziiiii!!!! e dunque la disponibilità dell'insegnante è totale per dare spazio a tutti equamente. Compito arduo perchè da una parte ci sono gli immigrati di vecchie generazioni che parlano comunque benissimo la lingua con la conoscenza della cultura assimilata a scuola mentre dall'altro ci sono i nativi residenti che non mancano di punze4cchiare i compagni “musulmani”algerini o di colore. I quali si difendono comunque con impeto passionale  dagli attacchi dei compagni rispondendo per le rime o esprimendo idee basate sulla vita vissuta in famiglia ricordando orgogliosamente i racconti di genitori e nonni che hanno contribuito al benessere di una città di cantieri navali prima fiorente ma poi sempre più in declino segnando drammaticamente il destino di tante famiglie.



Le quali non hanno ceduto mai alla rassegnazione mettendosi coraggiosamente a lottare per la ripresa  riportando l'operosità nella città consentendole di rinascere forte come prima.

Il romanzo da comporre in gruppo è un giallo il cui tema eccita un giovane ragazzo Antoine, solitario  e straffotente di simpatie estremiste, facendolo girare un po' arrapato e un po' imbufalito intorno all'insegnante  non giovane né bella ma interessante, che si turba purtroppo di questo accerchiamento provando attrazione e cadendo nella trappola  del buonismo salvifico che esprime cercando di andare in aiuto all'allievo ribelle dopo averlo visto in video-social esibire facendola roteare una pistola con gli amici di merende.

Perchè cercare di capire un potenziale delinquente non si sa, ma la prof. sa il fatto suo per cui si segue in questa sua missione di conversione alla scrittura in ensemble con Antoine dopo aver elogiato le sue idee riuscendo a coinvolgerlo fino a quando lui non mette in atto un sequestro di persona in piena notte  portando la prof. su un dirupo sul mare dal quale lui si tuffa sempre.
Lo scopo è quello di farla spaventare riuscendoci benissimo senza però riuscire a farla desistere nel suo intento di aiutare il giovane al quale prende la mano dolcemente facendogli provare una forte emozione,  più di quanto lui pensasse di provare nello sparare, mettendogli in luce tutta la sua inutile esistenza che lo fa riflettere sulla strada da intraprendere in futuro.
Il film finisce con un addio al gruppo e un ingaggio di lavoro  su un peschereccio per navigare al largo secondo tradizione di famiglia.

Il messaggio del film, oltre a Tanto Rumore per Nulla per far una citazione colta, è che la scrittura  inducendo a pensare e riflettere possa riuscire a dare un senso alla propria vita facendo luce sul potenziale nascosto per cui il lavoro di gruppo di questa insegnante non è risultato inutile. Infatti si deve interpretare come una missione compiuta anche se il libro non uscirà mai perchè più che il prodotto in sé hanno contato i rapporti e la solidarietà.
Persone oltre alle cose in un deje-vue di luoghi comuni infinito che alla fin fine si riduce solo a preferir le chiacchiere alle frittelle. E poi ancora tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino e chi va con lo zoppo impara a zoppicare. Insomma così...
E pensare che aveva cominciato con tanta spocchia ma del romanzo non si è imparato l'arte avendola, giustamente la prof., messa da parte perdendosi fra le vie della banalità del turbamento sessuale pur sublimando l'energia in gesto nobile e salvifico.
Non è più il tempo dei laboratori perchè i maestri di oggi non vogliono eredi per cui si presume che alla fine il romanzo l'abbia portato a termine la prof. mettendo a frutto le idee dei dilettanti-allievi che altrimenti sarebbero vuoti a perdere e incassando i proventi.
Tra il “mettere a frutto” e lo “sfruttamento” il passo è breve e il film lascia il finale all'interpretazione dello spettatore, a piacere. Tutto dipende dalle esperienze  della propria vita. Infatti tra insegnanti e prof può capitare di trovare il pigmalione di Bernard Shaw memoria ma questa è un'altra storia.
Il film merita comunque far conoscere i premi ricevuti in abbondanza: premio Cèsar miglior attrice 2018 Marina Fois,  e altri tre al festival di Cannes 2017 Un Certain Regard a Laurent Cantet per il film per la regia e dalla giuria.  Tutto giocato in casa.

lunedì 18 giugno 2018

GIOVANI PER UN FUTURO CI VUOL CORAGGIO.


Per la formazione dei giovani da inserire nel lavoro ci sono tante opportunità nel frequentare scuole o Corsi che aprono le porte ad un lavoro certo come laboratori di orafi, atelier di moda o chef e quant'altro vada al giorno d'oggi.
 D'accordo per le scuole perchè effettivamente molti giovani trovano una collocazione su richiesta di qualche maestro di bottega d'arte o d'artigianato perchè nell'industria si può entrare anche ereditando un posto così come all'Università o in Medicina ma è quel che segue che non si racconta.
Il mondo dell'arte è molto vivace in Italia un Paese molto creativo e fantasioso capace offrire prodotti d'eccellenza sia nell'agroalimentare che in quello della moda dove il made in Italy occupa il primo posto nell'export.
I giovani che escono da queste scuole dopo un primo iniziale entusiasmo subiscono forti delusioni perchè vengono ingaggiati per offrire il loro contributo lavorativo accontentandosi del fatto di lavorare presso grandi firme che saranno una garanzia per trovare veramente un posto di lavoro.


Dopo mesi di gavetta nella quale sono pagati solo con buoni pasto, senza aver preso una lira perchè i laboratori d'aute couture prestano i loro abiti alle dive che pagano facendo da testimonial per cui non circolano soldi per espandere l'azienda e pagare, i ragazzi sono continuamente cambiati  lasciandoli fuori dall'atelier a bocca asciutta. Vuoi mettere l'onore di aver vestito la diva Hollywoodiana alla quale hanno fissato il bustier, sistemato il drappeggio, allineato un orlo? Tutte esperienze che valgono se messe nel curriculum ma in pratica non danno alcun riscontro in fatto di retribuzione del lavoro mentre quando c'è la fortuna di avere una busta paga il compenso è ai minimi tariffari e senza contributi.

Le trasmissioni Tv che si attivano per consigliare la scelta delle scuole dovrebbero approfondire aiutando i giovani ad aprire gli occhi sui tanti contratti formativi di lavoro che molti laboratori offrono al solo scopo di sfruttare idee per il business dello scintillìo di lusso nel quale ad incassare spesso è solo il “maestro”.
Allora molto meglio iniziarre da soli, magari come gruppo, avendo il coraggio di creare ex novo con le proprie forze manuali e le idee seguendo la logica di questo sistema come in specie nella moda nel quale l'imperativo è esprimere se stessi offrendo nuove idee che a trovare un lavoro c'è sempre tempo. Non smettere di sognare diceva un tale che di business ne sapeva e allora perchè non realizzare i propri sogni?
 Ci vogliono le idee, questo è il segreto. E coraggio.

giovedì 14 giugno 2018

LA SVOLTA DI KRISTIN SCOTT THOMAS



Londra in piena Brexit, nonostante le notizie drammatiche che ci giungono sui tagli ai rifornimenti alimentari e farmacologici è sempre in festa: un giorno è la parata dei reali per qualche evento come un matrimonio il compleanno della Regina il gettone di presenza di Kate e William per una qualche beneficienza, un party nei Giardini di Palazzo Reale, una sfilata sul red carpet per la prima di qualche film o spettacolo teatrale, qualche mostra d'arte, pop in primis perchè non va dimenticato che proprio a Londra è cominciata la rivoluzione di costume che ha cambiato le donne in gambe, quelle che spuntavan dalle minigonne di Mary Quant.
Quante mano morte hanno attirato salendo sul bus, attaccandosi al tram in corsa o quando si consegnava la velina al dirigente da firmare: una mano sulla penna e una all'altezza inguine e dover tornare al proprio posto dopo aver subito silenziosamente e dolorosamente la molestia mentre le più sgamate la neutralizzavano con una qualche battuta cameratesca onde evitare il bis. Sul sedere.
Ogni conquista rivoluzionaria lascia una scìa di vittime così come sono state rappresentate in tanti film dove le protagoniste che non fossero malate di vittimismo erano molto rare. Una di queste è l'attrice Kristin Scott Thomas nei panni di Fiona dei Quattro Matrimoni e un Funerale nel quale emergeva per il suo allure disincantato e le battute fulminanti a tutto aplomb molto British una delle quali è rimasta memorabile nel commentare gli abiti delle spose  “gonfiati come delle meringhe”.
Il suo look era privo di fronzoli col taglio di capelli a suffragetta il cappello a larghe falde gli abiti a longuette con le sciarpe avvolgenti la scollatura, così talmente rigido e compassato da venir scambiata per una lesbo-chic. Invece gli uomini le piacevano ma solo di un certo tipo “elevato” alla sua altezza.


Una elevata statura difficile da raggiungere per cui restava più  probabile classificarla come la Bella di Siviglia che tutti la vogliono ma nessuno la piglia.
Un genere di amica o amante che va sempre al massimo, ovvero al più fico quello che ci dà che ci dà una volta per tutte. Nel senso di una botta e via, perché lui la single per scelta la strapazza prima di darsi alla fuga sapendo benissimo che scelta non è. Poi vabbè, capita pure di innamorarsi e di sposarsi, ma non con una come Kristin Thomas Scott.
La quale va bene per tutte le stagioni come amica, amante, magari anche come manager (ha ricevuto anche l’onorificienza della Legion d’Onore in Francia)  ma come moglie proprio no. Come amante va comunque sempre al massimo (come volevasi dimostrare sopra).
Infatti Kristin Thomas Scott al cinema ha furoreggiato con tre film : quelli che hanno maggiormente caratterizzato il suo percorso mettendo in risalto il suo fascino fatto di glamour raffinato e spocchioso in apparenza, ma semplice e appassionato nella sostanza.


Dopo l’algida sfilata, che comunque ha lasciato il segno in tutto il film togliendo anche la scena alla  caramellosa Andy mc Dowell, dei Quattro Matrimoni e un Funerale, Kristin ha fatto irruzione ne Il Paziente Inglese con un ruolo romantico e tragico da eroina  Shakespeariana, lasciandosi morire in attesa del ritorno del suo grande amore (Ralph Fiennes)  al quale si era data sfidando le regole delle convenzioni sociali.



Dopo il Paziente Inglese poteva mancare l’amante manovale rude ed ombroso?   Certo che no. Una come Kristin con L’Amante Inglese non se lo lasciava scappare a costo di far cadere un mito.
Della serie Principessa Diana…quel genere di principessa che vale a dire eterna amante. C’est l’amour che disdegna il potere e le convenzioni per vivere la passione in tutte le sue forme. Giustamente al massimo. Così Dalle stelle alle stalle il passo è stato breve. Non ha resistito nel proporsi molto sexy facendo l'amore con un rude operaio ne L'Amante Inglese forse per approfondire il tema accennato con Destini Incrociati dove lei era una aristo e lui un poliziotto facendo molto appeal con il contrasto degli opposti che si cercano.
In questo film L'Amante Inglese (nella foto) però aveva esagerato perchè lei ne usciva massacrata anche se poi al massacro aveva mandato il marito gentile paziente e innamorato che comunque lei non voleva più perchè aveva perso la testa per l'operaio forse venendo per la prima volta in tutta la sua vita. L'orgasmo multiplo la penalizzava rendendola un filo isterica quasi assatanata tanto da perdere ogni ritegno. Purtroppo con esito poco credibile perchè quando si spogliava era quasi completamente piatta facendo da contrasto al robusto torace del rude operaio in una accoppiata poco entusiasmante perchè lui era certamente di gusti più rubusti.
Insomma lei così fine e romantica, lui così carnale e rozzo...Suvvia Non si lascia una famiglia per qualche scopatina a modo|...

I partner di Kristin in tutti gli altri film comunquei sono sempre stati di eccellenza in sintonia con il suo personaggio pubblico sempre molto aristo e distaccato. E di gusti difficili come una principessa sul pisello che si rispetti.
Ma molto spesso anche facile preda. Perché vittima delle sue passioni o fashion victim? Questo è il dilemma che accompagna la vita di tante single come Fiona di 4 Matrimoni e…

Un tempo si chiamavano zitelle, oggi si chiamano così, perché si portano appresso un bagaglio di esperienze vissute all’insegna della profondità patinata o della superficialità radical chic che le rende estremamente interessanti.
Sono le amanti: sono la spalla sulle quali piangere, raccontare, parlare sicuri di trovare un appoggio come una sorta di infermiere solidali ed emancipate. In Italia, lanciate dalla base Arcore, vengono chiamate Escort ma sono trattate con sufficienza liquidate con un bunga bunga, declassato ad un waka waka!


In Inghilterra  vengono ossequiate come amanti e sono assurte ai ruoli più brillanti. Noblesse oblige!



I film a seguire il  percorso di Kristin Scott Thomas sono stati numerosi mettendo in evidenza   bravura e professionalità ma per il pubblico lei è rimasta sempre la strepitosa Fiona dei 4 Matrimoni,  unica nel suo genere. Alla soglia dei 60 anni si è ritirata dalla carriera di attrice scegliendo comunque di fare un'ultima apparizione discreta e defilata ma importante nel ruolo della moglie di Churchil interpretato da Gary Oldman tanto per non dare un taglio netto come a lasciar una porticina aperta in attesa di un ruolo accattivante. Sì perchè ormai alla sua età purtroppo non si va oltre al ruolo della suocera arcigna  della moglie insoddisfatta, della madre fallita della donna frustrasta  dell'amante masochista. Andava bene tutto pur di non  entrare nei panni delle donne di una certa età delle commedie brillanti nelle quali invece ci sguazzano le varie Jane Foinda, Diante Keaton e tante altre. Così Kristin Scott Thomas deve essere  entrata  nella crisi che colpisce la terza età quando le donne si trovano a un bivio dovendo scegliere come affrontare il futuro: se con un look dignitoso da attempata femminista con sottanoni pashmine e orecchini etnici oppure ritornare nei ranghi della scioretta anni 50 con le giacche Chanel e la borsetta al braccio. Ma c'è sempre una terza opzione che molte donne non disdegnano a costo di scivolar nella buccia di banana ed è quella del look colorato in stile pop-art che può essere visto con simpatia o tacciato per pacchiano. Quel gusto pacchiano comunque ben lontano dal personaggio Fiona ma forse più vicino alla persona di Kristin Scott Thomas.
La quale si è presentata a una Mostra d'Arte a Londra con pantaloni pieni di farfalle, tutto giocato sui toni bianco e neri, che le svolazzano fra le gambe. A completar lo sfarfallìo una casacca panna vedo non vedo con una piccola balza a coprire il seno dall'alto fino all'altezza capezzolo. Il tutto portato su sandali argentati a tacco 12 e un caschetto nero laccato liscio taglio maschietta che questa volta era inequivocabilmente solo lesbo non avendo nulla dello chic dei 4 Matrimoni lasciando tutti stupiti. Fiona mia che lecca!

martedì 12 giugno 2018

CLEANSKIN CACCIA AL KAMIKAZE


Cleanskin visto recentemente in Tv su Rai 4 è un film che parla di terrorismo cercando di spiegare come possa attecchire sulle generazioni radicate e integrate

 Apparentemente è ovvio perchè il seme dell'Islam è sempre annidato  in fondo al cuore di ogni musulmano riemergendo a seguito di delusioni nella vita occidentale che portano inevitabilmente a rifugiarsi presso chi possa indottrinare per chiarire le idee che invece convincono sul fatto che “loro” siano sempre nemici anche se ti avevano accolto a braccia aperte.
Allah Akbar! Solo lui è grande in tutta la sua illuminata saggezza che incita alla Jihad per distruggere tutti gli infedeli di questa terra senza alcuna pietà.

Compito di reclutare combattenti è affidato spesso a un qualche Imam che dalla moschea, impraticabile da parte degli occidentali, cavalca l'onda dello scontento e della delusione dei giovani per riconvertirli alla fede religiosa islamica unica fonte dispensatrice di verità per la salvezza eterna, sintetizzata in poche parole “mors tua vitae mia" e racchiuse in un chicco per seminarlo ottenendo un raccolto di violenza e tribolazione.
Alla dottrina dell'Imam attivista si contrappone l'azione degli agenti che hanno il compito di stanare i Kamikaze prima di scoppiare in qualche attentato supportati da seconde file che entrano in azione nel panico creato depositando zaini pieni di dinamite a completare la strage.
Una vera e propria strategia di guerra con i fanti in avanscoperta che vanno ad immolarsi e gli artificieri  a latere che si muovono in un secondo tempo per poi far entrare l'Imam di turno a raccogliere il trionfo per proseguir sempre più rafforzato con la Jihad andando al massimo.

Massimo Massimo Massimo... Il massimo eroe votato al sacrificio che decide di immolarsi per una nobile causa è il giovane Ash (Abhin Galeya).un ragazzo mediorientale laureato all'Università nella quale si distingue per la mentalità acuta capace di tradurre il movimento estremista con un giudizio equo che attira ammirazione da parte del docente il quale però lo mette all'erta sulle sue esternazioni.
Il ragazzo sembra comunque essere perfettamente integrato dimostrando la sua apertura facendo coppia con una ragazza occidentrale Kate (Toppence Middleton) molto dolce ma libera e spregiudicata che beve alcol e flirta apertamente con compagni di studi.
La disponibilità di Ash è comunque piena di buona volontà fino a quando non viene provocato dal rivale che stende con una raffica di pugni. L'azione tosta viene spiata da un Imam che lo avvicina per indottrinarlo alla Jihad la quale gli apre gli occhi su un mondo che considerava il suo e che invece improvvisamente diventa estraneo insieme alla ragazza in primis della quale si libera manifestandole tutto il suo disprezzo.

Il film è ambientato a Londra ed è basato sugli attentati di alcuni anni fa che avevano fatto tremare il Regno Unito il quale da quel momento si sente sempre sotto scacco per non aver debellato il terrorismo.
La cosa curiosa del film è che comunque tutta la responsabilità della nuova  conversione di Ash cada sulle spalle della sua ragazza piuttosto che sull'Imam il quale ha solo approfittato del momento di confusione del ragazzo per reclutarlo a completare la sua missione contro gli infedeli.
Cherchez la femme e ci dispiace che il film concluda in modo così banale perchè non è possibile che una fidanzatina troppo leggera anche per un occidentale possa accendere la miccia della Jihad.
Troppo facile scaricare sempre la colpa sulle donne, sulle madri,  insegnanti,  amanti...a seguire quel detto che dietro un grande ci sia una grande e dietro a un piccolo “kamikaze” una ragazza allegra. Sì ma comunque con le idee chiare.. Non a caso infatti nella seconda fase in cui si ritrovano lui si decide ad immolarsi dopo che lei schivando un attentato pronuncia dure parole contro i terroristi togliendo ogni speranza di un dialogo e compromesso.

E' un film vigliacco che non affronta le problematiche in modo approfondito non essendoci l'attenuante di una qualche persecuzione familiare alle spalle dei giovani ribelli integrati da generazioni.
La tematica andava affrontata a livello mentale e universitario perchè dovrebbero essere i docenti in grado di rispondere a domande di un ragazzo straniero  più di quanto lo facciano gli Imam.
La fonte del sapere moderato si presume a torto che sia tra quegli studi a contribuire alla sua formazione culturale e occidentale escludendo completamente quella delle origini, per cui la lacuna andrebbe completata magari facendo raffronti e dibattiti senza lasciare che i giovani di opposte ideologie si rimbecchino tra loro evitando di intervenire “perchè terrorismo, Isis e kamikaze sono temi troppo grandi dai quali sia meglio stare alla larga”.
Così se il film Nessuna Verità l' abbiamo visto lasciare aperta la soluzione al sorriso di una islamica che lecca le ferite all'eroe occidentale, questo Clearskin chiude fuori dalla porta una ragazza occidentale perchè con il suo dolce sorriso esprime al terrorista predestinato kamikaze tutta la sua voglia di vivere convincendolo invece ad andare a morire.
Le idee chiare fanno difetto a molti registi che affrontano queste tematiche sperando di sopperire con effetti speciali dei soliti film bellici che facciano da sfondo a una storia d'amore. Un deja-vu infinito ma è l'unico espediente a rendere accattivante un film.