venerdì 1 giugno 2018

IL LAGO DEI CIGNI CON IL BALLETTO DI MILANO


Il Lago dei Cigni è sempre un balletto di grande richiamo perchè uno fra i più affascinanti della tradizione classica.
Il Balletto di Milano è andato in scena rappresentando questa opera di Chaijcovsky  con una compagnia di giovani.
Certo dopo aver ammirato questa danza dei cigni con gli allestimenti di Teatri come La Scala o il Bolshoij è normale rimaner delusi specie se ci si trova di fronte a quello  che sembra più un saggio scolastico che non la magica rappresentazione del Lago  classico dove scenografia e costumi sono parte essenziale per mandare in estasi lo spettatore rapito dalle movenze tipiche dei “cigni” col capo reclinato ornato di piume e le braccia arcuate a simular il volo dell'uccello.
Un mix di elementi che purtroppo non abbiamo potuto ammirare in questo spettacolo 
dalla scenografia minimal e senza lo scintillìo degli swarovsky perchè tutto ridotto a 
qualche drappeggio con un accenno di lago a specchio in sottofondo e la nebbia 
sparsa in abbondanza ad evocar lo scenario notturno più suggestivo dell'opera, quello 
della danza delle fanciulle prima di trafsormarsi in cigni le quali sono comparse con 
una modesta esibizione non reggenbdosi sicure sulle punte muovendo rigidamente le 
braccia a dimostrar che ancora tanta scuola debbano fare .

Lo stacchetto del quartetto si è notato essendo stato innovato con la formazione di 
due coppie sperando che l'idea fosse di rottura della solita 4 ballerine 4 in sincrono, 
ed infatti ha “rotto” veramente perchè le coppie danzavano divise in una coreografia 
romantica togliendo la magia della mitica quadriglia che gira il capo da destra a 
sinistra a braccia e gambette incrociate.
Persa questa magica atmosfera il corpo di ballo ne ha inanellato un'altra puntando 
alla morte della “dama Bianca”in maniera violenta per il colpo secco che l'ha colpita
in un duello fra il principe Sigfrido (Federico Mella) e Rothbart (Alessandro Orlando)
lasciandoci senza quella visione estatica del cigno che va a morire dreammaticamente
piegandosi piano piano al suono di un violino con un batter d'ali sempre più esiguo 
esaurendosi nel cadere a terra lasciando la ruota del tutù ad avvolgere il cigno senza 
vita.
La prima ballerina nel doppio ruolo della dama bianca e nera, Odile e Odette nel 
balletto classico (Alessia Campidori) ha eseguito la performance della dama bianca  con puntuale aggraziata leggiadrìa, la stessa che si richiedeva anche al cigno bianco, mentre con la nera ha avuto qualche difficoltà ad esprimere l'imperiosa sensualità con la quale il personaggio si deve imporre in scena per far la “festa” al principe Sigfrido facendolo stramazzare cotto ai suoi piedi dopo essere a sua volta caduto nel classico tranello che farebbe cascare tutti gli uomini del mondo messi di fronte alla fidanzatina pura e modesta tutta languidi carezze, quando improvvisamente si esibisce in una lap-dance erotica e ammiccante.
E' importante lo sdoppiamento della ballerina eseguito calzando il doppio ruolo con credibilità perchè non basta cambiare il colore del tutù per dare carattere al  personaggio nel suo dualismo bianco e nero.
Allora sarebbe meglio ricorrere a due distinte ballerine.​

Nel balletto del Lago dei Cigni si stanno comunque sempre più affermando i 
ballerini maschi, Trockadero a parte sempre più bravi e professionali ma di un'altra 
sponda, così come si è potuto ammirare al cinema con Billy Elliot e in scena con 
Matthew Bourne che anche questo Balletto di Milano di giovani promesse ha 
confermato perchè i ballerini si sono resi protagonisti assoluti emergendo  dall'ensemble nell'emanare forte energia a slancio acrobatico ad oscurare le movenze di una femminilità delicata e leggiadra ma priva di energia delle ballerine.
Ormai l'allenamento sulle punte non è più così fondamentale perchè anche nella 
danza classica ci vuole una base di ginnastica con i giusti attrezzi al di là di quella 
artistica per dare slancio ed energia alle performance delle sforbiciate sulle punte con 
il corpo a muscoli tesi e le movenze scattanti per i salti o nel planare a braccia arcuate
planando a braccia arcuate così come prevede la classica coreografia del Lago dei 
Cigni eseguita più rinvigorita rispetto al passato.Altrimenti si assiste al solito saggio 
scolastico allenato su un due tre un due tre davanti alla sbarra e allo specchio.
Il pubblico ha comunque applaudito entusiasta, formato per la maggior parte da 
scuole di danza classica con al seguito parenti amici e affini, tante bambinette vestite 
da sera in abiti in voile, fiocchi e nastri nei capelli e paillettes a gogò come tante 
future principessine della scena.
Ecco è proprio questo rituale infantile nel puntare sul fashion e sull'effimero che 
farà affossare la danza classica delle “ballerine”. Con la B maiuscola.

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