lunedì 28 ottobre 2013

CARNAGE O IL DIO DELLA CARNEFICINA

           Roman Polanski dopo il processo mediatico e quello della giustizia Americana, revocati gli arresti domiciliari ha voluto chiarire sicuramente dire la sua sul fatto delle minorenni procaci che vagano da un party all’altro con un bicchiere in mano e la droga nell’altro in cerca di piselli col permesso di mammà e papà sempre assenti. I quali si materializzano solo al momento del patteggiamento per risarcimento danno.
Polanski lo fa scegliendo un testo teatrale, Il Dio Delle Carneficine, per una trasposizione cinematografica con due attrici premio Oscar, Cate Winslet e Jodie Foster, dell’autrice Jazmine Reza, una scrittrice francese nota per un ritratto impietoso (peggio di quello della ex moglie Cecilià che lo ha definito ridicolo quando ha regalato l’anello uguale al suo alla Carlà, e in linea con quello di Segoléne in campagna elettorale) di Sarkozy, andato a ruba.
Il testo è stato tradotto in tutte le lingue: in Francia con l’interpretazione di Isabelle Hupper, a Londra con Ralph Fiennes, a Brodway con Jame Gandolfini e JeffDaniels ed infine in Italia con Silvio Orlando. Questo per dire i nomi più importanti e di spicco.
Il film è graffiante come il testo grazie alla vena istrionica del regista Roman Polanski capace di toccare le vette sublimi del lirismo per abbassarsi a quelle esilaranti della tragicommedia passando dall’Horror in salsa truculenta.
Infatti il racconto di Carnage (Il Dio Della Carneficina) è una tragicommedia incentrata proprio nel rapporto genitori e figli debosciati, mettendo il dito sulla piaga per colpevolizzare i genitori in toto.
Poche balle, nella società del lassismo e della libertà senza regole né principi, la colpa va addebitata ai genitori che, o non si occupano dei figli manco per niente o, quando lo fanno, si sprecano in loro difesa oltre il dovuto negando l’evidenza delle malefatte delle “loro creature”.
La storia è quella di due coppie le quali, di fronte ai loro due figli che si sono accapigliati di brutto con tanto di denti rotti e ricoveri in ospedale, si raccolgono in salotto per mediare.
Tanta buona volontà finisce a pallino perché la discussione degenera a poco a poco facendo riaffiorare i più bassi istinti dei genitori che se le danno a più non posso fino al tragico epilogo.
Genitori comunque della media borghesia ipocrita e sotto sotto piena di magagne, a sfatare quel detto popolare che le colpe dei genitori non devono ricadere sui figli, purchè i genitori si astengano dal contribuire. Questa è la morale del discorso alla quale il registra si attacca per una ferma difesa della sua colpa di aver sodomizzato una ragazzina, entrambi in “stato di ebrezza”.
Infatti la domanda che lui si pone parrebbe proprio questa: sì, ho sbagliato (infatti ha patteggiato e risarcito) ma ad Hollywood fra un party e l’altro capita spesso di fare un culo a qualcuna in tiro, spesso anche consenziente. E’ il gioco delle parti. Perché mai le mamme allora lasciano le ragazzine a ciondolare “bordo piscine”ansiose di farsi pisellare?
La sculacciata è d’obbligo. Poi non si meraviglino le mamme se le sculacciate sul culetto gliele infligge il “Polanski” di turno, perché quello va oltre e fa anche tanto male.
Polanski è un regista geniale e “disturbato” perché gli eventi tragici famigliari lo hanno segnato irreparabilmente ma ora è consapevole e vive una vita serena con una bellissima moglie, Emmanuelle Seigner, e un figlio.
Se la giustizia degli uomini non gli vuole dare tregua, quella divina ha già dato il suo verdetto.
Perché Polanski ha un’attenuante. I genitori delle ragazzine/i stronze, no.

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