martedì 31 dicembre 2013
IL MATRIMONIO SECONDO PUPI AVANTI
Finisce l’anno in bellezza Rai Uno con la fiction Un Matrimonio di Pupi Avati, dopo un anno di produzione molto proficua.
Le fiction Tv sono diventate la maggior attrattiva per gli spettatori un filo stanchi dei talk show specie politici che ultimamente hanno invaso il piccolo schermo insieme alla cronaca nera che invece resiste sempre molto bene pur non raggiungendo punte di ascolto molto alte.
Tante sono le fiction da ricordare, perché sono loro a fare il pieno in questo 2013, tra le quali spiccano quelle in costume dall’800 fino agli anni 50 questi ultimi sempre molto graditi per quella sorta di Come Eravamo che ancora è nella nostra memoria.
Un Matrimonio è uno di questi, perché la fiction inizia negli anni del dopoguerra quando l’Italia aveva cominciato a rimboccarsi le maniche per ricostruire un Paese in ginocchio.
L’ambientazione è molto curata sia per gli interni delle famiglie modeste di operai che in quelle ricche ma in piena decadenza costrette a svendere quadri e preziosi vari per sopravvivere in una Bologna rossa determinata a segnare il rinnovamento concedendo opportunità a tutti, ivi comprese le donne che sono le prime a trovar lavoro.
Perché il lavoro è tanto e soprattutto offerto ai giovani che vengono assunti come apprendisti in tutte le mansioni, dall’artigianato al commercio dall’industria alle professioni per avviarli all’assunzione a tempo indeterminato.
Il lavoro era una sicurezza ma soprattutto una certezza perché una volta conquistato lo si poteva mantenere fino alla pensione.
Bei tempi e non si fa per dire a confermar quel detto che si stava meglio quando si stava peggio.
Infatti il progresso tecnologico era ancora agli inizi mentre invece quello metalmeccanico si stava espandendo fino a raggiungere i livelli massimi con la Fiat 500 facendo il botto e aprendo il boom economico.
La storia è quella di due giovani di diversa estrazione sociale, lei bellina e operaia, lui carino e agiato ma in difficoltà stante il padre (Cristian De Sica nel ruolo che fu di suo padre Vittorio nella realtà) più propenso a scommettere nel gioco dei cavalli piuttosto che mandare avanti il laboratorio di camiceria dove le operaie non ricevono salario da mesi.
A babbo morto il figlio eredita i beni che seguita a svendere fino a quando non trova un socio antiquario per darsi al commercio delle opere d’arte delle quali è fine intenditore.
Lei, Michela Ramazzotti invece dopo varie esperienze negative trova lavoro alla Timo come centralinista arrivando così all’agognato stipendio fisso e sicuro per poter convolare a giuste nozze col fidanzato dopo aver lasciato uno spasimante musicista e di talento respinto con una telefonata interurbana fatta dalla Timo a costo zero.
Insomma dopo due puntate siano arrivati al pranzo di nozze con torta nuziale e discorso del fratello aspirante giornalista fazioso in quanto di tendenza comunista, che rovina la festa con un comizio sulla resistenza.
Per festeggiare le nozze d’oro c’è ancora tempo perché i due ragazzi hanno fatto un matrimonio in Chiesa con giuramento di fedeltà e amore per tutta la vita che fino al 1978, anno in cui venne ammesso il divorzio, era preso molto sul serio perché non era ancora prevista la famiglia allargata la quale, se formata da coppie dissidenti, era messa al bando dalla società non riconoscendo il nucleo destinato alla clandestinità.
Dopo tutto è cambiato ma Il Matrimonio di Pupi Avati vuol dare l’esempio di Come Si dovrebbe Essere per ricominciare ad avere stabilità nel Paese perché è dal nucleo familiare che si forma una società forte e piena di benessere proiettata con slancio al domani.
Questo per dire che potrà cambiare il costume aprendosi al nuovo progresso ma con la disgregazione delle famiglie tutto quanto è stato conquistato non avrà alcun senso stante il malessere diffuso per mancanza di equilibrio e di sicurezza interiore che porta alla sfiducia verso il futuro.
Sicurezza non vuol dire sbruffoneria. Attenti al matto!
Nel cast anche Andrea Roncato, Katia Ricciarelli e Valeria Fabrizi.
L'unica nota negativa è la capigliatura biondo-oro anche se dona molto alla protagonista Michela Ramazzotti che a quel tempo era adottata solo dalle star del cinema ma
impensabile in una ragazza di modesta famiglia.
venerdì 27 dicembre 2013
NATALE CON FIGLI DI UN DIO MINOREI
I bambini canterini in Tv fanno audience sia con Ti Lascio Una Canzone, che con Io Canto dove sono seguiti da un pubblico numeroso ed affezionato.
Così ora sono sbarcati al cinema. Indovina Chi Viene a Natale? Ebbene proprio loro.
Era lì la festa. Infatti hanno cominciato con un coro sul palco per cantare l’Isola Felice che ormai non c’è più.
Al centro una famiglia di imprenditori del panettone che vedono lievitare gli utili insieme alla pasta dolce, uva passa e canditi, grazie all'escamotage di assumere disabili, che li fa distinguere come Impresa di Solidarietà.
Mica una cosa semplice far incassare un film. Infatti gli escamotage in questo caso sono sono due con l'assunzione di disabili e tanti tanti bambini.
Poi ci mettiamo il presepe vivente, col bambinello povero, la madonna un po’ troietta in quanto amante del sindaco, e tanti personaggi nella parte di sé stessi: Claudia Gerini con Lo Famo’ Strano Insieme a Claudio Bisio sempre stralunato ma partecipe col tempismo di Zelig, Angela Finocchiaro con le battute che palleggia a Homen, in questo caso il gigante buono Diego Abantatuono a confrontarsi col fratello piccolo e sfigato, ma pieno di iniziative come ogni guitto napoletano (Carlo Buccirosso) che si rispetti.
Ed infine da ultimo, ma non ultimo, il bel Raul Bova che coraggiosamente si propone nel ruolo del disabile senza braccia con protesi, fidanzato con la principessa Sissi della Tv ovvero Cristiana Capotondi che porta avanti i valori trasmessi dai genitori verso i disabili.
Ma un conto è farli lavorare un altro è prenderseli in casa per tutta la vita.
Quando si dice la beneficienza ha valore come spettacolo o come sovvenzione statale perché il resto è impresa ardua!
Sic et complicater!
Insomma viene allestitto un cast eccezionale, dove ad essere eccezionale veramente è sempre lui Diego Abantatuono che dopo il Parmacotto sta imperversando con l’Orso buono della Vodafone che corteggia la foca focarina a viva voce Littizzetto.
Il film nonostante i buoni propositi verso i disabili, bambini compresi in quanto maleducati ma soprattutto cattivi, non c’è proprio anche se si vede perché è Natale ed è un miracolo trovar un biglietto poiché le sale fanno il pieno, qualsiasi film venga proiettato, nel rispetto della tradizione.
Si vuole ridere e mai come in questi cine panettoni 2013 si ride sulle disgrazie dei figli di un Dio minore come disabili, down, sfigati in genere di tutta quella fauna umana in pena comprensiva di separati in casa,divorziati in banca, laureati con carta igienica, imbonitori e giocatori artisti senza arte né parte.
Tutto quanto fa sfaccendati in cerca di fortuna o di famiglia felicemente allargata.
Vedendo il tutto esaurito vale ancora il detto a Natale con i Tuoi.
Per tutto il resto urge una vacanza. Buon Anno e Felice Anno Nuovo!
giovedì 26 dicembre 2013
MARILYN O JACKIE, QUANTUNQUE MOGLI.
Ci sono due modi per essere donna: O Marilyn o Jaqueline.
Due tipologie che imperversavano negli anni sessanta e che contrapponevano in Europa Brigitte Bardot ad Annie Giarardot. Da noi in Italia c’era un unico tipo, quello della maggiorata che metteva in competizione Sophia Loren con Gina Lollobrigida. Modello unico, mentre la Francia, che dettava il trend, era equiparata alla Francia con i due modelli tipo Brigitte solare e sensuale e Annie nervosa e cerebrale.
Gli uomini amano le bionde e poi sposano le brune recita un detto popolare. Infatti la mora è sempre stata associata ad un carattere quieto ed accogliente, più vicino al modello angelo del focolare, mentre la bionda rappresentava l’amante capricciosa che tentava gli uomini a peccare.
Fra Jacky e Marilyn la differenza è abissale: tanto era fredda glaciale e di classe la prima, quanto calda sensuale ed eccessiva la seconda.
Se io dovessi scegliere se essere Jacky o Marilyn…
Come tipo fin da ragazzina sono sempre stata style Jacky: molto magra, un tipo androgino come lei, sempre molto attenta che il look non sbavasse, educata e poco propensa ad esternare le mie emozioni.
Poi crescendo mi sono fatta più in carne diventando bionda e appetitosa come il tipo Marilyn. Può essere?
Può essere perchè penso siano le due facce di una stessa moneta. Gli uomini in genere si sentono attratti sempre dallo stesso tipo di donna.
Penso che sia stata la vita, le origini, la cultura e l’educazione a fare la differenza.
Se Marilyn fosse stata educata in una famiglia benestante, indirizzata verso un matrimonio facoltoso, si sarebbe adeguata, rimanendo color castana di capelli, sempre a dieta e attenta a condurre una vita sociale all’insegna del perbenismo.
Perché tutto sommato Marilyn era proprio questo a cui aspirava: un buon matrimonio e dei figli.
Le uniche due cose che le sono state negate dalla vita, pur essendo stata molto prodiga con lei.
La quale si sentiva incompleta invidiando Jacky perché era la moglie del suo amante.
In fondo Marilyn era più amata dal pubblico che stravedeva per lei più di quanto lo facesse per Jacky, ma Marilyn era gelosa di lei come una qualsiasi amante, che scalpitava perché il Presidente la sposasse, diventando alla fine scomoda e ingombrante.
Una situazione questa che ha ispirato tanti autori cinematografici, Woody Allen in primis con Match Point e Crimini e Misfatti.
Due tipologie che imperversavano negli anni sessanta e che contrapponevano in Europa Brigitte Bardot ad Annie Giarardot. Da noi in Italia c’era un unico tipo, quello della maggiorata che metteva in competizione Sophia Loren con Gina Lollobrigida. Modello unico, mentre la Francia, che dettava il trend, era equiparata alla Francia con i due modelli tipo Brigitte solare e sensuale e Annie nervosa e cerebrale.
Gli uomini amano le bionde e poi sposano le brune recita un detto popolare. Infatti la mora è sempre stata associata ad un carattere quieto ed accogliente, più vicino al modello angelo del focolare, mentre la bionda rappresentava l’amante capricciosa che tentava gli uomini a peccare.
Fra Jacky e Marilyn la differenza è abissale: tanto era fredda glaciale e di classe la prima, quanto calda sensuale ed eccessiva la seconda.
Se io dovessi scegliere se essere Jacky o Marilyn…
Come tipo fin da ragazzina sono sempre stata style Jacky: molto magra, un tipo androgino come lei, sempre molto attenta che il look non sbavasse, educata e poco propensa ad esternare le mie emozioni.
Poi crescendo mi sono fatta più in carne diventando bionda e appetitosa come il tipo Marilyn. Può essere?
Può essere perchè penso siano le due facce di una stessa moneta. Gli uomini in genere si sentono attratti sempre dallo stesso tipo di donna.
Penso che sia stata la vita, le origini, la cultura e l’educazione a fare la differenza.
Se Marilyn fosse stata educata in una famiglia benestante, indirizzata verso un matrimonio facoltoso, si sarebbe adeguata, rimanendo color castana di capelli, sempre a dieta e attenta a condurre una vita sociale all’insegna del perbenismo.
Perché tutto sommato Marilyn era proprio questo a cui aspirava: un buon matrimonio e dei figli.
Le uniche due cose che le sono state negate dalla vita, pur essendo stata molto prodiga con lei.
La quale si sentiva incompleta invidiando Jacky perché era la moglie del suo amante.
In fondo Marilyn era più amata dal pubblico che stravedeva per lei più di quanto lo facesse per Jacky, ma Marilyn era gelosa di lei come una qualsiasi amante, che scalpitava perché il Presidente la sposasse, diventando alla fine scomoda e ingombrante.
Una situazione questa che ha ispirato tanti autori cinematografici, Woody Allen in primis con Match Point e Crimini e Misfatti.
mercoledì 25 dicembre 2013
IL PRESEPE TRA SACRO E PROFANO
Oggi sono andata a Messa alla Steccata (L'Ordine Costantiniano...I Meli Lupi...la principessa Margaret) e l’Omelia è stata veramente curiosa.
Il Prete si era immedesimato in Papa Francesco, evidentemente, perché invece di raccontare il vangelo e la sacralità della nascita si era messo a far parlare il bambin Gesù verso tutti quelli che gli portavano doni.
Fra questi c’era il giovane "William" che parlava al bambinello…” come una sorta del piccolo George”.
Alla domanda del bambin Gesù di quale dono avesse portato. il giovane William rispondeva nessuno precisando di far come mestiere un aggiustatore di cocci rotti.
I quali come morale della parabola rivisitata e corretta, il Prete li traduceva dicendo che William aggiustava tutto quanto nel mondo si rompeva.(Pace inclusa)
Al che il piccolo Bambinello lo ringraziava perché con il suo lavoro si faceva (un c..o così...ops! ) un’esperienza utile alla comunità in cui viveva per cui non era necessario che presentasse il suo dono solo a Gesù.
Infine esortava i fedeli a non fare quello che dicono i giornali ma a seguire la parola del signore (anche se in questo caso era una fantasia del prete).
A questo punto che dire?
Vai con la pubblicità della Wind? Sorry!
martedì 24 dicembre 2013
BUON NATALE A TUTTI
“Il segreto del Ventaglio” racconta il legame sempre di due “sorelle”separate dalla nascita Lj Bin Bing) ma unite dal legame che il destino ha riservato loro.
Quello dei piedi fasciati (considerata la zona più erogena più stimolante per gli orientali) che veniva effettuato alle bambine come una tortura per impedire di correre e scappare”scegliendo” così di restare relegate in casa come prigioniere. Ma non abbastanza perché attraverso il ventaglio che si scambiavano avevano ideato un linguaggio comprensibile solo fra loro sorelle (Li Bing Bing e Gianna Jun) unite dal legamento dei piedi effettuato nello stesso giorno che aveva suggellato la loro unione indissolubile nei secoli e millenni nascondendo un segreto che si rivelerà la chiave per sciogliere i nodi del legame tra loro insorto ai gioni nostri.
Quel linguaggio segreto che è poi il simbolismo delle donne occidentali custodi dei segreti del cosmo, del futuro o della natura che per secoli si sono tramandate al di là degli studi ufficiali dei maschi ai quali potevano accedere solo poche elette che comunque pagavano spesso con la vita perché considerate una minaccia al loro potere. Se nell’antichità erano venerate come sacerdotesse, le traduttrici del linguaggio dei simboli nel Medio Evo sono state oscurate perché temute e relegate al ruolo di streghe da mandare al rogo, perseguitate soprattutto dalla religione che negava alle donne l’anima facendo di ogni pratica che andava al di là delle faccende domestiche, un artifizio del diavolo. Questa storia la sappiamo per cui non ci resta che attendere il film se non altro per ritrovare le ambientazioni cinesi ricostruite in forma originale e non come kolossal Hollywoodiani con la Cina in formato cartolina, ma sulla scia di capolavori come Lanterne Rosse il film che ha aperto la Cina al mondo surclassando i giapponesi fino ad allora padroni incontrastati dei vari festival dove venivano osannati dalla critica ma un po’ meno dal pubblico. Alzi la mano chi è andato a vedere l’ultimo film di Akira Kurosawa…
Quello dei piedi fasciati (considerata la zona più erogena più stimolante per gli orientali) che veniva effettuato alle bambine come una tortura per impedire di correre e scappare”scegliendo” così di restare relegate in casa come prigioniere. Ma non abbastanza perché attraverso il ventaglio che si scambiavano avevano ideato un linguaggio comprensibile solo fra loro sorelle (Li Bing Bing e Gianna Jun) unite dal legamento dei piedi effettuato nello stesso giorno che aveva suggellato la loro unione indissolubile nei secoli e millenni nascondendo un segreto che si rivelerà la chiave per sciogliere i nodi del legame tra loro insorto ai gioni nostri.
Quel linguaggio segreto che è poi il simbolismo delle donne occidentali custodi dei segreti del cosmo, del futuro o della natura che per secoli si sono tramandate al di là degli studi ufficiali dei maschi ai quali potevano accedere solo poche elette che comunque pagavano spesso con la vita perché considerate una minaccia al loro potere. Se nell’antichità erano venerate come sacerdotesse, le traduttrici del linguaggio dei simboli nel Medio Evo sono state oscurate perché temute e relegate al ruolo di streghe da mandare al rogo, perseguitate soprattutto dalla religione che negava alle donne l’anima facendo di ogni pratica che andava al di là delle faccende domestiche, un artifizio del diavolo. Questa storia la sappiamo per cui non ci resta che attendere il film se non altro per ritrovare le ambientazioni cinesi ricostruite in forma originale e non come kolossal Hollywoodiani con la Cina in formato cartolina, ma sulla scia di capolavori come Lanterne Rosse il film che ha aperto la Cina al mondo surclassando i giapponesi fino ad allora padroni incontrastati dei vari festival dove venivano osannati dalla critica ma un po’ meno dal pubblico. Alzi la mano chi è andato a vedere l’ultimo film di Akira Kurosawa…
lunedì 23 dicembre 2013
IL FLIRT CON CAMERON DIAZ: IMPOSSIBLE MISSION
Quello che sembrava una missione impossibile forse si stava avverando per Cameron Diaz.
Tom Cruise ne ha già dato prova al cinema ma nella realtà ora toccava alla Diaz.
La quale al primo incontro con Tom nel film Vanylla Sky era stata surclassata da Penelope Cruz appena sbarcata a Hollywood con la fama di l’encantadora.
Infatti Tom Cruise in crisi con Nicole Kidman appena l’aveva vista salutandola in spagnolo con un “Encantado Senorita”, era rimasto in trappola lasciando Cameron Diaz a sorseggiare in un angolo con un triste sorriso un bicchiere di Martini.
Un calice amaro per la Diaz che beveva prendendosi una solenne sbornia tanto da assumere un’aria da perfetta svaporata giusta per la commedia Tutti pazzi per Mary che l’ha lanciata come attrice brillante. E un filo fuori.
Fuori Cruise e tanti altri, Cameron ha vissuto allegramente in parallelo con i film facendo solo un ruolo da seriosa in Gang a New York che le è riuscito male nonostante l’impegno e l’immagine bellissima.
Non era il suo film, ma nemmeno di Di Caprio diciamolo perché la parte del leone l’aveva fatta Daniel Day Lewis il quale si accaparrava in seguito ruoli tosti e interessanti fino ad approdare a Nine che ha segnato il suo affondo con l’aura di fascino dell’Ultimo dei Mohicani diventata solo un ricordo.
La carriera di Cameron Diaz invece è stata tutta un crescendo all’insegna del disimpegno perché all’incontrario non è mai riuscita a fare centro come quando si era rapata per sostenere la sua sorellina ammalata di cancro in un film che doveva essere strappalacrime che invece le fossette del suo viso non aiutavano a farle sgorgare allo spettatore rimasto pazzo per Mary, indimenticata con la spuma di sperma del suo partner in testa ad effetto ciuffo scolpito.
Mi chiamo ciuffolo. Sì ed a ragione perché lei è nata col ciuffo in bellavista: già grande alla prima apparizione in The Mask. Precoce e sveglia Cameron Diaz ha accumulato tante esperienze delle quali ora si dichiara soddisfatta e pronta all’età di quarant’anni per mettere il ciuffo a posto. Nel posto giusto.
Quello di Tom Cruise per esempio che aveva incontrato dopo il successo di Bad Teacher per fare coppia complice e motorizzata facendo scorribande da innamorati pazzi con il film Innocenti Bugie.
Stavolta a diventare pazzo era stato Cruise il quale si era talmente caricato con questa performance che lo aveva fatto ritornare ragazzo, da ritenersi pronto ad affrontare un altro ruolo altrettanto esaltante, arrivato puntuale con il musical Rock of Ages nella parte di Staces Jaxx.
Cazzeggiando con il musical aveva perso di vista la famiglia arrivando a sciogliere il legame con Katie Holmes alla quale aveva lasciato la piccola Suri in attesa di accasarsi di nuovo.
Con la "tata Mary" era libero di imbastire una liaison nel quale Cameron Diaz pareva aver posto tutte le sue speranze perché con Tom Cruise si era accesa una scintilla.
Oddio forse non si era mai spenta già dai tempi di Innocenti Bugie dove sia Tom che Cameron in sella ad una moto non si erano mai divertiti tanto ma questo è meglio non dirlo perché Tom era ancora sposato per cui il flirt era solo palesato dalla stampa impicciona che loro hanno comunque smentito fino a prova contraria.
Tom è sempre stato molto riservato sul suo privato lanciandosi in querele solo per smentire che non aveva abbandonato la piccola Suri.
Già ma all’orizzonte c’era la tata Mary ad offrirsi volontaria per cui non restava che sperar ai loro fans che fossero rose facendo coppia in perenne euforia contagiata dalla follia di Cameron Diaz per la quale van tutti pazzi al cinema.
Tutti tranne Katie ovviamente. E con Scientology permettendo, alla quale non piace molto scherzare prediligendo il rigore degli adepti.
Insomma un’altra Impossible Mission per Tom, fino a prova contraria per Cameron.
Tutto dipendeva dal ciuffo…
Purtroppo rimasto senza il gel di Tom Cruise!
COL BACIO DI PENELOPE, WOODY ALLEN HA SDOGANATO I RAPPORTI LESBO.
Un primo piano gigantesco mettevano a fuoco due occhi di cerbiatta. Non spaventata ma illuminata dalla consapevolezza e disincanto.
Quello che solo una ragazza gitata, con i piedi per terra poteva esprimere, senza ipocrisie o giri di parole.
La terra è quella caliente della Spagna; la chica è Penelope Cruz; Il film Prosciutto Prosciutto.
Quando danzava in discoteca insieme con l'amica, fu subito diva.
Quando sopra l'erba, il fidanzatino figlio di papà le mordicchiava il turgido capezzolo sussurrandole: "Sai de Tortillas", fece sognare.
Quando "l'altro", il burinissimo e virile Javier Bardem le faceva il filo, si intuì il suo temperamento caliente ed esplosivo.
E quando sotto una pioggia torrenziale, bagnata come un pulcino, lui se la leccava da cima a fondo, fu subito chiaro il suo potenziale erotico, paragonabile a quello di un Tir.
A rimorchio, infatti girava tutta la nuova cinematografia spagnola, con il regista Pedro Almodovar in testa, che si apriva al mondo all'insegna della sensualità più sfrenata, trasgressiva e disinibita per descrivere la complessità dei rapporti e intrecci familiari come mai era stato affrontato prima.
Dopo vari amori fra cui Tom Cruise, ed aver approdato ad Hollywood senza mai raccogliere trionfali successi, Penelope ha ritrovato Javier Bardem, con il quale ha girato l'ultimo film diretto da Woody Allen "Vicky Cristina e Barcelona".
Se del prosciutto se n'eran fatti un baffo, con questo ultimo film, Penelope e Javier hanno cominciato ad amoreggiare dal vivo in coppia,mentre sulla scena si sono allargati dividendo il menage: lui, con quello a trois, imbastendo un flirt con due americanine, una sorta di oca e biloca in cerca di emozioni (Scarlett Johansson e Rebecca Hall) elei, Penelope, facendo fifty fifty con lui e poi con Scarlett che seduceva con una pennellata in bocca inferta ad arte.
Insomma, una girandola di rapporti senza barriere nè confini che ha allegramente sdoganato, grazie alla intelligente ironia di Woody, gli amori lesbo.
A rimorchio ne vedremo delle belle,c'è da scommetterci, si diceva allora.
Infatti anche il cinema italiano si era messo in linea a fine anno 2009 con Viola di Mare, un film sugli amori lesbo di due ragazze fine '800,ad aprire, la strada alle donne italiane, per una piena libertà di scelta.
domenica 22 dicembre 2013
IL BUONGIORNO SI VEDE DAL MATTINO
La musica si diffonde nella stanza
gli occhi socchiusi
la mente verso altri luoghi
accarezzata e coccolata
da pensieri languidi
man mano più audaci
il senso di te
si impadronisce di me
Mente…anima…
ma soprattutto Corpo…
Niente di meglio per cominciare la giornata.
Il buongiorno si vede dal mattino
Un po' di cioccolato?
sabato 21 dicembre 2013
PANETTONE O PANDORINO?
IL DOLCE PANETTONE DI BELEN
E’ il momento di Belen. Rodriguez, l’argentina più caliente che impazza in Tv.
Partita come naufraga dall’Isola dei Famosi, tra un flirt e l’altro trovava anche il tempo di bisticciare con Luxuria con la quale si era rimbeccata rinfacciando la sua invidia perché lui/lei non aveva “quella cosa lì”, facendo segno col ditino fra le gambe, in centro del triangolino.
Sicuramente Belen aveva visto giusto. Non così gli spettatori che invece erano galvanizzati dalle due tonde chiappe che fuoriuscivano dal perizoma mentre si accingeva a fare il bagno.
Un’inquadratura che le dava lustro facendola arrivare in finale dopo aver sbaragliato tutte le fichissime dell’Isola con Luxuria in coda.
La quale assestava il colpo di reni alla puntata perché, se Belen era lo spettacolo da far impennare l’audience, Luxuria era la colonna sonora i cui interventi, inizialmente fuori dai denti, via via andavano facendosi sempre più soft fino a rinnovarsi con un’immagine di trans di classe contesa nei vari salotti televisivi.
La Belen continuava il suo percorso di allegra latino divisa fra un fidanzato e l’altro, in un crescendo festaiolo sempre più esaltante fino ad arrivare alla conduzione di prima serata con Scherzi a Parte con il quale raccoglieva consensi ed ovazioni ogni qualvolta appariva in video, esibendosi come cantante con un motivo, ritmato ondeggiando con il lato b) che sembrava tutto un programma: “Ahi ahi ahi! che dolor, che dolor…”.
Ma lo cantava talmente divertita da contagiare il pubblico in un happenning euforico il quale rincarava felice la dose di applausi e ovazioni facendo correre tutti dietro in “cul alla Belen”.
Il lato b) era sdoganato e la sua visione non aveva fine.
Infatti la trasmissione che andava a seguire come Sarabanda,Belen si esibiva ancheggiando su e giù per la scaletta del bordo piscina, con un costumino che a malapena riusciva a contenere tutto quel ben di Dio, in un sottofondo a musica squillante.
Perchè non c’era nulla di peccaminoso in quelle inquadrature che mandavano in visibilio grandi e piccini i quali vedevano in quel bel popo’ un inno alla vita. Troppo bella e tanta. Talmente tanta che ora sta furoreggiando dappertutto.
Tutti vogliono Belen e ad ogni sua apparizione sale sempre l’impennata audience.
PIACE L’UOMO CON LA BARBA
E’ di moda l’uomo con la barba. Non una barba lunga e incolta ma quel filo appena accennato che fa tanto uomo-maschio.
Ce n’era bisogno, diciamolo. Dopo tanti sbarbati in after shave che sanno tanto di fighetto, il maschio torna prepotentemente alla ribalta, ad imperversar sullo schermo e negli spot pubblicitari.
Alcuni nomi di spicco fra i bellissimi con barba? Henry Cavill, strepitoso nel ruolo di Brandon in The Tudor, Matthews Goode presente nel film con Amy Adams “Una proposta per dir di sì”, e per finire il più tosto, quello che fa maschio al quale non si può dir di no, Gerard Butler il burinissimo interprete di 300 in cui, per tutto l’arco del film, ha recitato in slip e folta barba.
Alla quale subito dopo ha dato un lieve colpo di rasoio, giusto per tenerla solo accennata e mantenere intatto il suo fascino virile.
Manifestato in pieno in quell’affermazione ad illustrare i suoi gusti in fatto di donne: “Mi piacciono sceme”.
Finalmente un uomo che dice la Dura Verità, nascosta abilmente nel film omonimo da lui interpretato in cui si innamora invece di Katherine Heigl, una manager a fica-fredda,
ma vissuta a 360 gradi nella vita flirtando platealmente con Jennifer Aniston che lo ha catturato per fare coppia fissa anche dopo l’interpretazione del film “Il Cacciatore di Ex” in cui fanno la parte degli innamorati, tenendoselo ben stretto, determinata a non farselo scappare.
Purtroppo non è l’unica scema in circolazione, detto in senso buono ovviamente per rendere omaggio alla sua carriera di attrice brillante messa in luce con Friend’s, ormai diventato un cult fra i serial Tv in circolazione, perché Gerard Butler si è fatto distrarre, giusto il tempo di una toccata e fuga non di più, da Kate Hudson e Jessica Simpson, notoriamente star anche loro “molto spiritose”.
La verità è che Jennifer ”non piace abbastanza”, come recita il film omonimo da lei interpretato anche se poi alla fin fine riesce ad accalappiare i migliori manzi sulla piazza.
Questo perché nella vita è una persona allegra, un filo svaporata in grado di colorare piacevolmente la vita di un uomo.
Maschio, assolutamente sì. Pur non essendo bellissima, per esempio, Brad Pitt è cascato nella sua rete nonostante tutte le figottone star che lo attorniavano.
Purtroppo, l’insostenibile leggerezza dell’essere non è un’opinione ma un dato di fatto perché Brad Pitt si è stancato della farfallina Jennifer per farsi sedurre dalla più impegnata Angelina Jolie che lo ha riempito di marmocchi da accudire, rendendolo felice.
La Aniston non aveva comunque perso molto perché, acquistando l’amore di Gerald Butler aveva trovato l’uomo giusto e sincero in grado di apprezzare la sua…come dobbiamo chiamarla...svaporizzazione cerebrale?
Diciamolo senza paura. Siamo donne, oltre al cervello c’è di più e un maschio vero è quel che ci vuole per farlo divertire, senza pericolo che gli venga la barba.
Eh già, perché “un filo” lui ce l’ha già, per cui non correrà certo il rischio di infoltir le fila!
giovedì 19 dicembre 2013
FAVOLE REALI, CAMILLA STUDIA DA REGINA
Quando la Regina Elisabetta aveva affidato al Principe Carlo importanti in carichi facendolo sedere sul trono alla sua destra, tutti i media avevano gioito pensando avesse messo in disparte Camilla Parker Bowles, nonostante tutto il popolino sappia che da sempre sia l’amante e l’amore vero del “Re”.
A sfoderare il dito indice era stata proprio Diana che non sopportava di essere seconda a una vecchia gallina e Diana sapeva manovrare i media.
Perché Camilla fin dagli anni 80 è sempre stata vecchia (rispetto a Diana) ma sicuramente più tosta e tenace. Il suo era un amore vero, verso Carlo e non verso la Corona alla quale aspirava invece Diana, quanto meno come Regina Madre dopo aver perso la partita con Carlo.
Sappiamo tutti come è andata ma dove va Camilla lo sa solo la Regina.
La quale se l’è presa sotto braccio per andare a fare shopping nei mercatini di Natale per ammirare le palline colorate dell’albero o per dare una carezza ai bambini che fanno sempre girotondo. Così Camilla impara. Sì a fare la Regina.
Elisabetta la gode. Dopo anni di amore a fianco al figlio Carlo ha imparato a conoscerla anche perché ha conquistato tutte le Corti D’Europa che la Camilla l’hanno sempre invitata alle loro feste coronate di matrimoni e successioni perché insieme a Carlo fa coppia affiatata e divertente.
Ad accomunar entrambi è la simpatia e il senso dell’Humur che Camilla ha molto spiccato tanto che a Corte se la contendono ai pranzi e cerimonie per tener su la combriccola dei Windsor.
Più che una Duchessa tutti la vedono come una sorte di governante alla quale far riferimento come se sapesse sempre come fare per mandare avanti Buckyngham Palace.
Sì perché se Carlo si fidava di lei come una sorta di simbiosi madre e figlio, la Regina Elisabetta rimasta sola senza la sorella Margareth e la Regina Madre, giunta in avanzata età ora si appoggia anche lei a Camilla come una sorte di badante moldava, piuttosto che al consorte principe Filippo.
Il nipote William è troppo impegnato a far sacra famiglia reale Middleton con Kate ed il principino George il quale se continua così con tutte queste cure apprensive della Duchessa di Cambridge crescerà troppo infiocchettato di pizzi e nastri tanto che i sudditi l’hanno identificato con una bambola femminuccia. Come a dire che volevano una regina sul trono d’Inghilterra perché i Re hanno fatto solo danni.
Camilla è conscia del suo ruolo di compagna dell’erede al trono per cui nonostante il fisico robusto di una massaia teutonica, sa vestir con eleganza secondo il cliché della famiglia reale, con le lunghezze giuste dell’orlo, gli accessori che fanno pendant, sia di pelle che di parure, recitando una battuta per togliere tutti dall’impasse.
Insomma ha buon gusto perché sa vestire e cavalcare come una vera Windsor e sta diventando un mito nell’entourage di Casa Reale.
Una garanzia di continuità per la regina che pur ritenendo la coppia Kate e William come una ventata di aria fresca a Palazzo, teme che questa sia sulla strada di una nuova dinastia Middleton tanto forte è l’influenza della signora Carole aspirante Regina Madre e Nonna.
Fate pure il vostro gioco sembra dire la Regina Elisabetta, ma io ho fatto la mia scelta puntando su Camilla. Voleva Carlo? Diventerà regina.
Kate voleva Buckingham Palace? Si accontenti di Kensington Palace, come Diana.
Poi la Regina vedrà…vedrà…
Perché la Regina Elisabetta vede e gli occhialini appannati li pulisce lei personalmente. E’ un vezzo!
FORCONI E PANETTONI
DA IMMATURI A NATALE IN SUD AFRICA
Raoul Bova torna al cinema in coppia con Barbora Bobulova dopo l’esperienza felice ed effervescente di Ti Presento Un Amico, con il film corale Immaturi.
Nel cast anche Ambra Angiolini, Luisa Ranieri, Anita Caprioli e Luca Bizzarri e Ricky Menphis, con un cameo di Cesara Buonamici che annuncia al Tg della sera l’annullamento dell’ esame di maturità da parte del Ministero della Pubblica Istruzione rilasciato 20 anni prima.
Il gruppo di amici si riunisce ritrovando la stessa atmosfera dei banchi di scuola con relativi frizzi e lazzi che si scambiavano durante le lezioni. Purtroppo le rughe e qualche caduta di capello, li porta alla dura realtà di fronte ad un percorso pieno di speranze e disillusioni con la consapevolezza che quel tempo spensierato è ormai definitivamente passato.
Il film nel prom si preannunciava scoppiettante così come abbiamo visto nelle ultime commedie italiane dei nuovi autori, sperando che possano arrivare ad attirare lo stesso numero di persone presenti in sala il giorno di Natale per il cinepanettone, che al tempo degli Immaturi sbarcava con Belen.
La quale aveva fatto il pienone in tutte le proiezioni, da quella pomeridiana alle due serali.
Il film è di una volgarità imbarazzante esercitata da attori di prim’ordine come Serena Autieri e Massimo Ghini perché De Sica lo conoscevamo già, mentre Panariello, nel ruolo del macellaio sporcaccione, è stato una rivelazione, anche se le battute sembravano rubate a Massimo Cipollino (come quella che dice: “Vedrai che mio figliolo di tromberà la tua figliola)
Insomma così…
Ma la gente rideva e dunque tutto va ben. La cosa più curiosa era stata la Belen perché, accusata di esser troppo scandalosa e trasgressiva, era stata invece la più elegante e misurata facendo un’ottima figura.
Non per la TIM comunque perché aveva fatto pubblicità alla Wind (in questa scena, con il telefonino rimasto nella pancia del capo tribù dopo essere stato operato).
Ecco spiegato il disappunto della concorrente TIM che aveva trombato la sua figliola testimonial Belen. Detto fatto, per dirla alla Cipollino.
mercoledì 18 dicembre 2013
UN SETTEMBRE PARMIGIANO...
Ieri sera sono scesi numerosi in Piazza Garibaldi di Parma per ascoltare Giorgio Gori ed Antonio Stella.
Gori ha raccontato il suo percorso di manager dello spettacolo di successo in un susseguirsi di tre eventi fortunati.
Il primo è il “calcio in culo” ricevuto da Vittorio Feltri dalla redazione del quotidiano che allora dirigeva a Bergamo, che Giorgio Gori non finirà mai di ringraziare perché, come secondo punto, gli ha dato la possibilità di incontrare Carlo Freccero del cui insegnamento ha fatto tesoro, in quanto ritenuto il più geniale fra tutti i dirigenti, che gli ha trasmesso la passione per la Tv.
Il terzo punto invece è un fatto casuale rappresentato dal ritrovamento di una sua relazione sulle indagini di ascolto che aveva messo in cima a delle scartoffie racchiuse in uno scatolone trasportato causa trasloco davanti a un funzionario importante il quale si era scomodato per visionarlo trovandolo utile per le future strategie aziendali, imperversando poi con i dati auditel (senza i quali non c’è foglia che si muova, senza auditel che non voglia).
Dopo il successo con la direzione di Canale 5, un passo indietro che ha stupito tutti: quello di chiedere il passaggio a Italia Uno dove ha iniziato a divertirsi alla grande, in primis con il format delle Jene.
Infine, la scelta di sperimentare produzioni in proprio formando Magnolia, con tre format di punta: L’Isola dei Famosi, X Factor su Rai Due ed Exit su La 7.
Questo salto, iniziato all’età di 40 anni non lo avrebbe mai intrapreso se a sostenerlo non ci fossero state 3 donne importanti a spronarlo: la prima è la moglie che gli ha detto: “Vai…vai…” Parole che Gori ha accompagnato con la gestualità della mano di profilo in senso ondeggiante.
La seconda è l’assistente Ilaria Dalla Tana che ha scelto di seguirlo. Vengo anch’io!
Il nome della terza non lo ha detto. Comunque…andiamo! E così fu un altro successo. Grande, tutto in crescendo che ha fatto di Giorgio Gori uno degli uomini più potenti della Tv. Chapeau!
Dopodichè è stata la volta di Gian Antonio Stella che con il suo marcato accento milanese ha raccontato la storia degli immigrati italiani corredata da tante foto dell’epoca che man mano commentava con tanto di citazioni e poesie in dialetto facendo grande simpatia e attirando molti applausi.
Un racconto che aveva già ampiamente documentato con la collaborazione su Rai 3 la settimana scorsa in una trasmissione di approfondimento rigorosa e molto drammatica. Del problema immigrazione comunque si è già parlato molte volte e se l’Europa non si riunisce compatta per dettare le regole, non sarà mai risolto. Questo perché la paura del diverso forse l’abbiamo già superata. Quello che manca sono le regole, non certo basate sulla tolleranza e l’accoglienza, ma sul rispetto reciproco. Patti chiari e amicizia lunga. Il sentimento è un optional così come la religione che vale come tale per tutti i paesi in democrazia.
Per quel che mi riguarda io ho l’uno e l’altro, sentimento e rispetto per la religione, ma per questo non pretendo di fare testo fermo restando il diritto di farmi un’opinione ben precisa:
Per i format televisivi del doman non c’è certezza (sono quasi tutti passati a SKY!), per gli immigrati invece sì perché ogni giorno ce n’è uno nuovo.
Gori ha raccontato il suo percorso di manager dello spettacolo di successo in un susseguirsi di tre eventi fortunati.
Il primo è il “calcio in culo” ricevuto da Vittorio Feltri dalla redazione del quotidiano che allora dirigeva a Bergamo, che Giorgio Gori non finirà mai di ringraziare perché, come secondo punto, gli ha dato la possibilità di incontrare Carlo Freccero del cui insegnamento ha fatto tesoro, in quanto ritenuto il più geniale fra tutti i dirigenti, che gli ha trasmesso la passione per la Tv.
Il terzo punto invece è un fatto casuale rappresentato dal ritrovamento di una sua relazione sulle indagini di ascolto che aveva messo in cima a delle scartoffie racchiuse in uno scatolone trasportato causa trasloco davanti a un funzionario importante il quale si era scomodato per visionarlo trovandolo utile per le future strategie aziendali, imperversando poi con i dati auditel (senza i quali non c’è foglia che si muova, senza auditel che non voglia).
Dopo il successo con la direzione di Canale 5, un passo indietro che ha stupito tutti: quello di chiedere il passaggio a Italia Uno dove ha iniziato a divertirsi alla grande, in primis con il format delle Jene.
Infine, la scelta di sperimentare produzioni in proprio formando Magnolia, con tre format di punta: L’Isola dei Famosi, X Factor su Rai Due ed Exit su La 7.
Questo salto, iniziato all’età di 40 anni non lo avrebbe mai intrapreso se a sostenerlo non ci fossero state 3 donne importanti a spronarlo: la prima è la moglie che gli ha detto: “Vai…vai…” Parole che Gori ha accompagnato con la gestualità della mano di profilo in senso ondeggiante.
La seconda è l’assistente Ilaria Dalla Tana che ha scelto di seguirlo. Vengo anch’io!
Il nome della terza non lo ha detto. Comunque…andiamo! E così fu un altro successo. Grande, tutto in crescendo che ha fatto di Giorgio Gori uno degli uomini più potenti della Tv. Chapeau!
Dopodichè è stata la volta di Gian Antonio Stella che con il suo marcato accento milanese ha raccontato la storia degli immigrati italiani corredata da tante foto dell’epoca che man mano commentava con tanto di citazioni e poesie in dialetto facendo grande simpatia e attirando molti applausi.
Un racconto che aveva già ampiamente documentato con la collaborazione su Rai 3 la settimana scorsa in una trasmissione di approfondimento rigorosa e molto drammatica. Del problema immigrazione comunque si è già parlato molte volte e se l’Europa non si riunisce compatta per dettare le regole, non sarà mai risolto. Questo perché la paura del diverso forse l’abbiamo già superata. Quello che manca sono le regole, non certo basate sulla tolleranza e l’accoglienza, ma sul rispetto reciproco. Patti chiari e amicizia lunga. Il sentimento è un optional così come la religione che vale come tale per tutti i paesi in democrazia.
Per quel che mi riguarda io ho l’uno e l’altro, sentimento e rispetto per la religione, ma per questo non pretendo di fare testo fermo restando il diritto di farmi un’opinione ben precisa:
Per i format televisivi del doman non c’è certezza (sono quasi tutti passati a SKY!), per gli immigrati invece sì perché ogni giorno ce n’è uno nuovo.
martedì 17 dicembre 2013
DALLA SCALA AL REGIO
La Scala di Milano ha aperto la stagione Lirica con la Traviata della quale si è parlato molto perchè ha diviso il pubblico. Ne parlo ora perchè volevo ricollegarmi alla presenza di Carla Fracci fotografata nell'ingresso e nel foyer sempre e solo esclusivamente vestita di bianco.
Tempo fa sono andata al Teatro Regio di Parma per vedere un Gala di Danza con madrina proprio Carla Fracci molto acclamata dal pubblico la quale, dopo aver fatto un elogio funebre ad una sua ballerina del teatro di Roma i cui parenti hanno aperto una Fondazione, ha fatto parlare il signor marito.
Il Beppe in milanese aveva chiuso il discorso dicendo quanto fosse positiva quella donna lì.
Insomma...Vabbè lo spettacolo continua. Più che spettacolo direi un saggio scolastico perché se manca la scenografia la danza perde il suo fascino riducendosi a livello di ginnastica.
Personalmente non sopporto questi spettacoli che andrebbero bene allestiti per gli addetti ai lavori che devono fare una selezione per produzioni più fastose e professionali.
Son ben lontani i fasti dei galà di Bolle e della Zakarowa ma piuttosto che niente ci si può accontentare.
La Fracci ultimamente è diventata molto litigiosa perché ha attaccato prima l'ex sindaco Alemanno svergognandolo in pubblico per i tagli al Teatro e poi Roberto Bolle con il quale ha avuto un battibecco da prime donne nel metterlo al suo posto in quanto troppo divo e poco talentuoso avendo bisogno di perfezionare la tecnica non perfetta.
Nessuno se ne è mai accorto ma la Fracci ha tenuto a precisarlo. Il Bolle comunque ce lo teniamo com’è, anzi ce lo tenevamo perché in America gli hanno fatto ponti d’oro ed ora lo possiamo andare a vedere al cinema perchè è in uscita con il Balletto di Notre Dame di Roland Petit.
La Fracci invece non danza più ed è strano perché per esempio Carolyn Carson ha ancora una presenza scenica notevole nonostante l’età non più giovane.
E poi che dire del duetto con Barishnicov di una ballerina anziana come lui ma agile e scattante come un fuscello? Poi c'era anche Pina Baush senza dimenticare la Luciana Savignano ancora molto sexy quando propone il Bolero di Ravel.
Comunque Carla Fracci ha fatto una polemica inutile che sembra più dettata da invidia e gelosia nei confronti di un bellissimo ballerino che non sopporta partner vecchie.
Certo Bolle è un filino isterico, non ha la classe di Nureyev che ancora giovanissimo faceva coppia sublime con Margot Fontayn molto più anziana di lui.
La Fracci è stata grande e non si dovrebbe demolire ma vederla sempre vestita come una vestale della danza tutta in bianco avorio con collana di corallo con il marito accanto fa un po’ specie.
Si è troppo identificata nel mito di Giselle (che poche bollarine hanno saputo interpretare come lei, questo va detto) o tutte quelle eroine del balletto sulle punte con rigorosa scriminatura e crocchia dietro da sembrare più vecchina di quel che è in realtà.
Lei rappresenta la tradizione del balletto romantico e in tutù, quello classico che è sempre una gioia vedere ma poi tolti i panni si dovrebbe tornare alla realtà.
Con un bel tailleurino per esempio e una coda di cavallo se proprio non li vuol tagliare la ringiovanirebbe di sicuro. Anche un tubino con le calze nere per esempio che lei è tanto filiforme e porterebbe ancora bene.
Mia nonna anche lei aveva lunghissimi capelli che intrecciava per farsi lo chignon dietro ma quando se li è tagliati con un tocco di cachet argentato è ringiovanita.
Mia nonna era bellissima molto alta con occhi verdi un nasino piccolo ed un sorriso solare molto diversa dalla rigorosa e severa Carla Fracci.
Vabbè ma lei è una grande artista, ma mia nonna aveva un gran temperamento combattivo e generoso.
Io assomiglio nel temperamento e gusti a tutte due le nonne perché quella paterna era invaghita del cinema e dello spettacolo come me. La domenica arrivava sola in Paese in carrozza accompagnata da un fattore per andare in sala cine nella quale spesso era accolta con dei fischi dai ragazzotti del paese perché lei si metteva in prima fila col cappello in testa (le donne a quel tempo non se lo potevano togliere nemmeno per andare a cena al ristorante). Tutte due le mie nonne in casa comandavano loro: erano le classiche matriarche punto di riferimento di tutti i componenti la famiglia compresi fratelli single.
Tornando a Carla Fracci penso si contraddica un filo perché fra i ballerini del Gala c'era anche Anbeta che proviene dalla Tv degli Amici di Maria.
A quel tempo la Fracci era intervenuta per criticare Anbeta troppo diva affermata prima ancora di avere imparato la danza classica perfettamente, che richiede grandi sacrifici alla sbarra.
Adesso invece la Fracci la presenta come grande ballerina.
Mi ricordo anche di Alice ballerina che aveva vinto ad Amici e subito scritturata per uno sceneggiato televisivo nel quale faceva la danza dei sette veli di Salomè con un risultato veramente imbarazzante.
Uno su mille ce la fa come dice Morandi. Infatti fra tutti quella ad aver lasciato il segno è Emma anche se Alessandra Amoroso è altrettanto brava. Ma Emma è stata anche aiutata dal vento del gossip di Belen che le ha portato fortuna con il pene d’amore del De Martino. Molto dotato se Belen si è così attaccata…
IN FONDO ALLA SCALA....Come è duro calle lo scendere e 'l salir per l'altrui scale.
L’INFERNO DEI SANTI DI FAMIGLIA CRISTIANA
Adriano Celentano quando era andato a S.Remo non mi aveva convinta, così come in Rock Economy del quale ho già scritto un post la settimana scorsa.
Trascrivo le mie osservazioni in occasione dell'evento:
" Pertanto non mi allineo con gli anticlericali che gli danno ragione perchè non amano la Chiesa e il Papa provando simpatia solo per i preti scomodi come Don Gallo (ora deceduto).
Alla prima serata tira in ballo la fratellanza universale dicendo che siamo tutti uguali, musulmani cristiani per arrivare davanti a Dio senza la polvere che copre gli assassini e i delinquenti in genere. Ma è proprio il palco dell’Ariston la giusta sede? Perchè deve mettersi a fare il Prete?
A raccontare la passione di Cristo per esempio. E qui che allora scatta la pubblicità occulta al film di Mel Gibson dove ha lavorato anche sua figlia Rosalinda vestendo i panni del Diavolo? Non manca di fare un appello per i pendolari che stanno protestando per la soppressione dei treni di notte unendosi al coro per chiedere di farli andare più lenti per dare la possibilità di godere il paesaggio. Ma lui non aveva fatto una pubblicità per Trenitalia ad alta velocità?
Le domande sono tante che esigerebbero una risposta.
Io penso che Celentano sia bravo come artista avendo fatto di tutto dalla canzone al cinema e Tv sempre con molto successo perchè è indubbiamente originale e simpatico ma anche pieno di talento.
Però come predicatore non mi piace perchè non penso sia il suo mestiere anche se gli riconosco molto coraggio. Che ha comunque manifestato perchè la Rai glielo ha permesso dandogli carta bianca. Ad ogni modo alla fin fine quel che conta sono i numeri e gli ascolti e siccome siamo in democrazia, è giusto che uno esprima la propria opinione in libertà. Ma possibilmente senza offendere.
Queste sono scelte individuali che dipendono dal carattere più o meno bilioso.
Sarebbe da preferire l’ironia come fanno i comici ma capisco che per scuotere portando l'attenzione su un problema bisogna andare giù duro. Non ne vedo comunque la necessità in questo contesto di attacco a Famiglia Cristiana e l'Avvenire perché fanno il loro mestiere di testate giornalistiche anche se di fede cattolica.
L'hanno sempre fatto. Mi ricordo che quando ero in collegio dalle suore la rivista Famiglia Cristiana noi bambini non la potevamo leggere perchè c'erano i fotoromanzi a puntate dei Santi ma soprattutto delle Sante come Santa Barbara e Maria Goretti le quali erano diventate tali per fatti un filo scabrosi: Barbara perchè era circuita da un nobile romano che lei respingeva perchè cristiana per cui alla fine veniva mandata al martirio immersa in una tinozza di acqua gelida dopo la quale le tagliavano le tette bellissime e floride.
Maria Goretti invece era stata uccisa da uno stupratore perchè non era riuscito a deflorarla per la tenace resistenza in nome del Signore. Quando il prete a lezione parlava di questo episodio non arrivava mai a concludere fermandosi sul fatto che lui volesse farle fare qualcosa di brutto e cattivo per cui pensavo che le volesse insegnar le parolacce. Quando mi confessavo infatti il peccato più grosso era quello di aver dato della scema o della deficiente a una compagna, ma il Prete chiudeva alla svelta dicendo “...va bene va bene vai pure e di un Padre Ave e Gloria...” con benedizione senza farmi finire. Una mia amica, che era stata liquidata anche lei in fretta, era poi andata dalla suora per dire che si era dimenticata di confessare di aver fatto le brutte cose, capirai chissà quali, forse era la pipì a letto perché anche la suora serafica le aveva risposto: “va bene va bene glielo dirai la prossima volta”. Il Prete, cioè il frate Domenicano, si annoiava a confessare tutte queste piccolezze di bambinette noiose ma se ci avessero fatto leggere Famiglia Cristiana forse saremmo state un filo più maliziose.
Perchè effettivamente il Paradiso fin da allora non lo raccontavano su questa testata preferendo illustrare l'Inferno dei Santi. L'inferno è sempre più allettante.
Però quello di Celentano mi sembra una polemica esagerata che andava bene ai tempi di Gesù contro i Mercanti nel Tempio mentre adesso fa parte della normalità tutto il business e mercantaggio che si crea intorno ad ogni personaggio in odor di Santità come Padre Pio o le veggenti, per non parlare delle varie Madonne che la Chiesa non solo tollera ma approva a dirige.
Il Potere della Chiesa deve essere anche materiale perchè non si vive di solo spirito o quanto meno non si possono promuovere opere umanitarie concrete e mirate.
Anche nella Chiesa ci sono speculatori come in ogni attività sociale ma non si può sottovalutare l'importanza dell'apostolato in tutti i campi svolto con molta umanità e pietas da tanti religiosi.
Da quando hanno mandato via le suore, per esempio, dagli Ospedali gli ammalati non sono mai più stati seguiti e curati amorevolmente e disinteressatamente. E' stato un errore gravissimo mandarle via anche se costringevano gli ammalati a dire il rosario."
MINI-MISS IN PASSERELLA: IL PALCO E ' SERVITO
Quando una bambina viene violata scatta sempre la caccia al pedofilo il quale si difende perché la piccolina pensava che fosse grande in quanto precocemente sviluppata oppure vestita a festa come una miss in gambissima.
Non è una scusa valida ma siccome sono bambine e quindi non in grado di difendersi, sarebbe bene non offrirle su un piatto d’argento, vestite a festa come donnine adulte.
La moda è partita dall’America che per prima ha dettato il trend delle Lolite ammiccanti desiderose di far le scarpe a mammà o chi ne fa le veci come una sorta di capo A.
Le quali queste ultime si trovano ad avere una serpe in seno. Se la rivalità fra sorelle è deprecabile quella fra madre e figlia con patrigno o zietto al seguito è un triangolo che spesso sfocia in tragedia se non altro per un insulto al buon gusto come si fa paradossalmente in Beautiful dove l’incesto è il leit motiv conduttore di relazioni in famiglia con tanto di scambisti.
Anni fa abbiamo assistito in diretta allo stupro della piccola Bridget che al telefono piangeva perché il bruto di turno voleva punire la sua mamma Brooke (attualmente in fregola nel serial per aver rubato il marito alla sorella dopo averlo rubato alla figlia, facendo liaison con il cognato e con lo suocero) la quale poi lo perdonava sposandolo per poi far nascere la piccola Hope.
La soap va avanti da diversi anni segnando anche il costume perché ha abbattuto un tabù come quello dell’incesto presentandolo in modo soft e patinato giusto per essere assimilato allegramente dal pubblico provinciale dell’Italietta che vorrebbe essere avanti.
Infatti son fiorite le soap o fiction sulle famiglie con problematiche di relazioni e con particolare attenzione ai bambini con i quali è stato abbattuto il tabù di Carosello perché oltre non si poteva stare dovendo andare a nanna presto per alzarsi al mattino senza occhiaie per non andare a scuola e dormire sul banco.
Così sono state accese le luci della ribalta del palcoscenico per far sfilare, prima nei cortili condominiali e poi in TV, tanti mini-ballerini, mini-canterini, mini-miss-ingambissime o in mini-principesse in strass e mini-pretty woman in stivali-fetish.
L’Italietta è diventata l’Italia in miniatura con tanti piccoli nanetti aspiranti enfant prodige perché con le smorfiette e le boccucce sanno già come accattivarsi l’audience.
Alcuni ce la fanno partendo come fenomeni di talento per poi affinar le arti con tanto studio e umile gavetta mentre la maggioranza torna a casa dalla quale i genitori li volevan far fuggire, immergendosi nella realtà senza arte né parte perché non solo han smesso di studiare ma nemmeno imparato un mestiere.
Poi si dice che i giovani non trovano lavoro. Non sono cresciuti con quella cultura, ignorando persino che l’Italia sia una Repubblica fondata sul lavoro.
Tutto è lavoro, anche l’arte e l’amore perché per portarli avanti e farli crescere ci vuole impegno costanza e volontà da coltivare fin da bambini assecondando le proprie attitudini od il temperamento.
E’ curioso comunque che non si ponga un freno a queste manifestazioni infantili che creano solo illusioni, per poi accanirsi contro le sfilate di Miss Italia dove le ragazze sono già adulte e quindi libere di scegliere.
In Francia le Mini-Miss sono state contestate ed a ragione. La Francia è sempre avanti, rispetto all’Italia, sia nell’abbattere i tabù che nel porre un freno quando si esagera.
L’Italia aspetta che lo dica Papa Francesco sempre molto attento al mondo dell’infanzia, perché se Grasso dal Senato guarda la Boldrini la Presidente della Camera guarda le miss, mica i bambini
La ricetta del giorno e':
TAGLIATELLE PAGLIA E FIENO CON FUNGHI SPECK E PANCETTA CROCCANTE.
Far rosolare l'aglio in un filo di olio extravergine di oliva assieme al prezzemolo tritato.
Aggiungiamo quindi i funghi tagliati a cubetti e lasciamo cuocere rigirando di tanto in tanto.
Regoliamo di sale. Dividiamo i funghi in due parti. Frulliamo la metà dei funghi con 3 cucchiai di panna e prezzemolo.
A parte, in una padella pulita, rosoliamo e facciamo leggermente abbrustolire la pancetta tagliata a striscioline. Rimettiamo la crema di funghi in padella con i funghi che abbiamo lasciato interi e la pancetta. Mescoliamo bene e regoliamo di sale se necessario.
Cuociamo le tagliatelle in acqua bollente salata. Scoliamole, quindi condiamole con il sugo preparato. Aggiungiamo del prezzemolo tritato. Se necessario ammorbidiamo il sugo con un altro cucchiaio di panna e con acqua di cottura della pasta.
lunedì 16 dicembre 2013
IL BALLETTO CLASSICO E LE FAVOLE DARK
Le favole classiche hanno fatto il loro tempo perché vengono tutte tradotte in versione Dark o Gotiche ritenute più al passo con i tempi tanto che perfino le favole di Walt Disney, ultimo baluardo dell’ingenuità infantile, vengono rivoltate come un guanto come abbiamo visto con Biancaneve e il Cacciatore o Cappuccetto Rosso Sangue e ora con Hansel e Gretel e la Strega della Foresta Nera
dei Fratelli Grymm che tra poco sbarcherà al cinema in versione Horror.Da urlo.
Per i più piccini non tutto è perduto perché resistono le favole moderne che a Natale hanno sempre fatto il pieno mentre ora fanno ascolti in Tv, come il serial Mamma Ho Perso L’Aereo, Tata Matilda, Baby Birba o Penelope con una curiosa Cristina Ricci col naso da maialino a seguito di una maledizione che ovviamente riuscirà a sconfiggere come nelle più belle favole.
La curiosità consiste nel constatare come il Balletto classico, quello del Bolshoji e della Scala in primis siano stati fagocitati dal cinema che dopo la prova dello Schiaccianoci dello scorso anno con pochi spettatori in sala a dire il vero, continua questa fase sperimentale prima di sbarcare, si spera, in TV così come abbiamo visto in diretta con Raymonda dal Teatro alla Scala di Milano su Rai 5.
Purtroppo, anche a Teatro la Danza sembra sia rimasta alla fase sperimentale con saggi delle Scuole che mettono in scena le loro Stelle Nascenti così come abbiamo visto al teatro Regio di Parma in un Galà che non andava oltre il carino, dopo che la stagione Parma Danza 2013 aveva dato soddisfazioni a livello di gradimento.
Ma le grandi star preferiscono grandi cachet per cui Parma Danza è stata abolita dal prossimo Cartellone del Teatro Regio che ha messo in scaletta tante opere che non siano di Giuseppe Verdi da relegare al Verdi Festival anche se l’evento è a rischio chiusura.
domenica 15 dicembre 2013
PETER O' TOOLE DA LAWRENCE A LORD JIM PASSANDO DA SCHETTINO.
Peter O'Toole lascia le scene (osservazioni del 2 febbraio 2013). Non è che le praticasse ormai più di tanto...qualche particina in Kolossal L'Ultimo Imperatore, Troy, Anna e The King ma mai come protagonista assoluto. Questo perchè è invecchiato male a causa dell'alcol che lo aveva distrutto.
Poi giunto in vecchiaia si è ripreso ma i segni sono rimasti.
E pensare che era bellissimo. Ma era anche un filo nevrotico perchè la sua recitazione era sempre sopra le righe, a volte anche in trance che sfociava in violento tremore dell'espressione facciale delineando i personaggi in modo incisivo e originale. Così come ha fatto in primis con Lawrence d'Arabia che poi ha ripetuto con Lord Jim e Becket e il suo Re, la trilogia che lo ha caratterizzato agli inizi di carriera.
Incuriosita e interessata dal personaggio, avevo letto anche il libro scritto da Thomas Edward Lawrence (ispiratore del film), I Sette Pilastri della Saggezza di cui trascrivo uno stralcio perchè lo ritengo molto attuale, con l' entrata della Turchia in Europa caldeggiata dal Presidente Baraci Obama.
"Con un'idea gli Arabi potevano essere trascinati per una fune, perchè la loro acquiescenza senza riserve li rendeva servi umili e obbedienti.Erano figli incorreggibili dell'idea, ciechi alla pratica ed ai colori,persuasi dell'antagonismo irriducibile fra anima e corpo. La loro mente strana oscura piena di esaltazioni e depressioni, sregolata, serbava tuttavia più ardore e capacità di fede di ogni altr. Era un popolo fatto di impeti per il quale l'astrazione costituiva il motivo più forte, il processo dell'infinito coraggio e varietà, mentre lo scopo non significava nulla.
Le civiltà Arabe erano astratte, a carattere più intellettuale e morale che non pratico.Raggiunsero l'apogeo in un momento felice quando l'Europa era tornata barbara, mentre la memoria latina e “greca cominciava a impallidire.
Per contrasto, la loro imitazione degli scolastici potè sembrare cultura, progressiva la loro attività spirituale, le loro condizioni prospere.E in realtà giovarono a conservare ad un futuro medioevale i frammenti di un passato classico.
Con la venuta dei Turchi questa felicità divenne un sogno.Gradatamente i popoli semiti asiatici passarono sotto il giogo ottomano con una lenta morte. Furono spogliati dei loro beni, il loro spirito tarpato dalla presenza opprimente di un governo militare. I Turchi insegnarono agli Arabi che gli interessi di una Setta superavano quelli del patriottismo, che le cure piccine di una provincia contavano più dei problemi nazionali. A forza di sottili discrepanze li indussero a sospettarsi l'uno dell'altro..."
Che dire? Innanzitutto che il Presidente degli Stati Uniti d'America, con tutta la stima e l'entusiasmo per il personaggio di grande bellezza e carisma, non dovrebbe suggerire all'Europa le mosse da adottare nella UE.
Domanda: se si raggiungesse la pace nella striscia di Gaza, il Medio Oriente si metterebbe finalmente in pace con il mondo occidentale, cessando di inneggiare alla Jihad?
Mah! Io credo che sia una guerra santa infinita...alimentata dal terrorismo e dai venditori di armi.
D'altra parte anche la guerra del Vietnam è stata scatenata dagli Americani quando il loro Presidente Johnson era proprietario di fabbriche di armi....
Comunque sono situazioni che noi non possiamo risolvere,dando un piccolo contributo con le manifestazioni di piazza. Ma chi dirige questi scenari se ne impippa...
Come mai Lawrence si fosse sobbarcato il problema degli arabi lo descrive sempre nel libro de I Sette Pilastri:
Schettino è un Capitano stile Love Boat e non si poteva pretendere una confessione coraggiosa a riscattarsi dalla "brutta figura".
Perchè è alla brutta figura che si riferiva non sfiorandogli minimamente un atto di mea culpa.
Siamo ben lontani dal personaggio di Peter O'Toole in Lord Jim che invece il senso di colpa della sua vigliaccheria lo aveva annientato. Ma i Capitani Coraggiosi è un capitolo d'altri tempi perchè ora i Capitani da Crociere sono addestrati più per fare animazione che comandare in un naufragio, sempre e comunque sottovalutato.
Quanto a Lawrence penso che abbia fatto il suo tempo perchè i Paesi Arabi restano divisi e chiusi nei loro territori che poi sono in pratica o sultanati o a regime dittatoriale.
Vedremo se il germe della democrazia si svilupperà in quelli che hanno fatto la rivoluzione.
Ma sono problemi complessi che nemmeno le grandi potenze si vogliono sobbarcare, sempre per via di quel sogno di giorno ad occhi aperti...che recitava Lawrence.
I grandi pensano alle alleanze fra di loro, alle vacance, alla vita mondana a incassare le diarie o a far di conto come i ragionieri. Se parlano del Medio Oriente si eccitano solo con l'Emiro del Qatar perchè è ricco, investe e fa il sultano democratico portando in giro solo la favorita moglie, mentre le altre le lascia a casa senza incarichi pubblici per non fare la figura di Berlusconi che, quanto a sultano, ha dato lezioni a tutti gli emiri arabi.
E pensare che era bellissimo. Ma era anche un filo nevrotico perchè la sua recitazione era sempre sopra le righe, a volte anche in trance che sfociava in violento tremore dell'espressione facciale delineando i personaggi in modo incisivo e originale. Così come ha fatto in primis con Lawrence d'Arabia che poi ha ripetuto con Lord Jim e Becket e il suo Re, la trilogia che lo ha caratterizzato agli inizi di carriera.
A proposito di Peter O'Toole parliamo di Lawrence d’Arabia.
Già visto tante volte, ma Peter O' Toole nelle vesti di un arabo che cavalca il cammello nel deserto con il frustino in mano mi fa sempre impazzire. Bello e dannato.Gli interpreti erano all'altezza tutti quanti: da Omar Sharif, Anthony Quayle, Alec Guiness, Anthony Quinn,Jack Hawkins,Josè Ferrer.Incuriosita e interessata dal personaggio, avevo letto anche il libro scritto da Thomas Edward Lawrence (ispiratore del film), I Sette Pilastri della Saggezza di cui trascrivo uno stralcio perchè lo ritengo molto attuale, con l' entrata della Turchia in Europa caldeggiata dal Presidente Baraci Obama.
"Con un'idea gli Arabi potevano essere trascinati per una fune, perchè la loro acquiescenza senza riserve li rendeva servi umili e obbedienti.Erano figli incorreggibili dell'idea, ciechi alla pratica ed ai colori,persuasi dell'antagonismo irriducibile fra anima e corpo. La loro mente strana oscura piena di esaltazioni e depressioni, sregolata, serbava tuttavia più ardore e capacità di fede di ogni altr. Era un popolo fatto di impeti per il quale l'astrazione costituiva il motivo più forte, il processo dell'infinito coraggio e varietà, mentre lo scopo non significava nulla.
Le civiltà Arabe erano astratte, a carattere più intellettuale e morale che non pratico.Raggiunsero l'apogeo in un momento felice quando l'Europa era tornata barbara, mentre la memoria latina e “greca cominciava a impallidire.
Per contrasto, la loro imitazione degli scolastici potè sembrare cultura, progressiva la loro attività spirituale, le loro condizioni prospere.E in realtà giovarono a conservare ad un futuro medioevale i frammenti di un passato classico.
Con la venuta dei Turchi questa felicità divenne un sogno.Gradatamente i popoli semiti asiatici passarono sotto il giogo ottomano con una lenta morte. Furono spogliati dei loro beni, il loro spirito tarpato dalla presenza opprimente di un governo militare. I Turchi insegnarono agli Arabi che gli interessi di una Setta superavano quelli del patriottismo, che le cure piccine di una provincia contavano più dei problemi nazionali. A forza di sottili discrepanze li indussero a sospettarsi l'uno dell'altro..."
Che dire? Innanzitutto che il Presidente degli Stati Uniti d'America, con tutta la stima e l'entusiasmo per il personaggio di grande bellezza e carisma, non dovrebbe suggerire all'Europa le mosse da adottare nella UE.
Domanda: se si raggiungesse la pace nella striscia di Gaza, il Medio Oriente si metterebbe finalmente in pace con il mondo occidentale, cessando di inneggiare alla Jihad?
Mah! Io credo che sia una guerra santa infinita...alimentata dal terrorismo e dai venditori di armi.
D'altra parte anche la guerra del Vietnam è stata scatenata dagli Americani quando il loro Presidente Johnson era proprietario di fabbriche di armi....
Comunque sono situazioni che noi non possiamo risolvere,dando un piccolo contributo con le manifestazioni di piazza. Ma chi dirige questi scenari se ne impippa...
Come mai Lawrence si fosse sobbarcato il problema degli arabi lo descrive sempre nel libro de I Sette Pilastri:
“Non tutti gli uomini sognano allo stesso modo,
coloro che sognano di notte nei ripostigli
polverosi della loro mente, scoprono al risveglio
la vanità di quelle immagini, ma quelli che
sognano di giorno sono uomini pericolosi perché
può darsi che recitino i loro sogni ad occhi aperti
per attuarli…
fu ciò che io feci…Io intendevo creare una Nazione nuova
ristabilire un’influenza decaduta, dare a venti
milioni di Semiti la base sulla quale costruire
un ispirato palazzo di sogni per il loro pensiero nazionale…”
coloro che sognano di notte nei ripostigli
polverosi della loro mente, scoprono al risveglio
la vanità di quelle immagini, ma quelli che
sognano di giorno sono uomini pericolosi perché
può darsi che recitino i loro sogni ad occhi aperti
per attuarli…
fu ciò che io feci…Io intendevo creare una Nazione nuova
ristabilire un’influenza decaduta, dare a venti
milioni di Semiti la base sulla quale costruire
un ispirato palazzo di sogni per il loro pensiero nazionale…”
“L’onore ha senso perfino fra i Ladri ma non ne ha nessuno in Politica” lo recita nel film quando Emiri, Sceicchi Predatori del Deserto avevano stipulato un patto di alleanza al quale sono rimasti fedeli fino a missione compiuta.
E invece a proposito di Lord Jim il film del Capitano che aveva lasciato la sua nave colta da naufragio per poi riscattarsi con la morte, si potrebbe fare un parallelo con Schettino in onda tempo fa su Rai 5 in una lunga intervista dove si confessava e discolpava.Spudoratamente.
Avevo seguito a sprazzi l'intervista intervallata con il tormentone Salga a Bordo Cazzo per dare un certo frizzo alla trasmissione noiosa e soporifera.Schettino è un Capitano stile Love Boat e non si poteva pretendere una confessione coraggiosa a riscattarsi dalla "brutta figura".
Perchè è alla brutta figura che si riferiva non sfiorandogli minimamente un atto di mea culpa.
Siamo ben lontani dal personaggio di Peter O'Toole in Lord Jim che invece il senso di colpa della sua vigliaccheria lo aveva annientato. Ma i Capitani Coraggiosi è un capitolo d'altri tempi perchè ora i Capitani da Crociere sono addestrati più per fare animazione che comandare in un naufragio, sempre e comunque sottovalutato.
Quanto a Lawrence penso che abbia fatto il suo tempo perchè i Paesi Arabi restano divisi e chiusi nei loro territori che poi sono in pratica o sultanati o a regime dittatoriale.
Vedremo se il germe della democrazia si svilupperà in quelli che hanno fatto la rivoluzione.
Ma sono problemi complessi che nemmeno le grandi potenze si vogliono sobbarcare, sempre per via di quel sogno di giorno ad occhi aperti...che recitava Lawrence.
I grandi pensano alle alleanze fra di loro, alle vacance, alla vita mondana a incassare le diarie o a far di conto come i ragionieri. Se parlano del Medio Oriente si eccitano solo con l'Emiro del Qatar perchè è ricco, investe e fa il sultano democratico portando in giro solo la favorita moglie, mentre le altre le lascia a casa senza incarichi pubblici per non fare la figura di Berlusconi che, quanto a sultano, ha dato lezioni a tutti gli emiri arabi.
KIRSTEN, DA ENFANT PRODIGE A REGINA
E’ accaduto con Jane Campion che ha avuto il merito di lanciare e valorizzare molte attrici: con Lezioni di Piano, Holly Hunter un’attrice non bellissima che nessuno filava e che nel film è esplosa con una intensa sensualità, e con The Cut, Meg Ryan che l’ha riproposta in versione pruriginosa e torbida, togliendole il clichè di fidanzatina d’America.
Una regista donna di grande talento, anche se figlia d’arte, (e va sottolineato perché purtroppo molti figli d’arte non sono poi all’altezza della fama dei genitori) è Sofia Coppola che ha fatto sodalizio felice e di successo con un’attrice dall’aria fragile e diafana, ma con una luce negli occhi dai bagliori felini da cucciolo di jena.
Non per nulla ha esordito come tale nell’Intervista col Vampiro, dove faceva una bambina usata come trastullo da una coppia di vampiri gay, Tom Cruise e Brad Pitt emergendo con un fascino infantilmnte perverso che si esaltava fra i vizi dei signori della notte.
Un fascino innocente e tormentato che Sofia Coppola ha colto per descriverlo in una sua opera interessante e tragica, Il Giardino delle Vergini Suicide, dove raccontava la fine drammatica di cinque ragazzine oppresse da un educazione troppo rigida. Un gruppetto tragico nella quale la Kirsten riusciva a distaccarsi trovando il coraggio nella voglia che aveva suscitato in un ragazzo con il quale scappava per la festa del ballo della scuola diventando perfino la reginetta per poi finire la nottata in un prato pieno d’erba ad offrirgli la sua verginità. Reginetta di una sola notte perché lui l’abbandonava lasciandola al suo destino di suicida condiviso con le sorelle.
Ma il sodalizio fra Sofia Coppola e la Kristen si è consolidato esplodendo nella seconda opera, con quel Marie Antoinette in versione Rock che faceva sussultare la Francia con tanti uhhhh di disapprovazione mentre le platee si inchinavano alla genialità della regista.
E con lei, la bambina Kristen Dunst sbocciava in tutta la sua viziosità, danzando da Regina un minuetto rock incalzante e martellante che faceva da colonna sonora a una incessante sfilata tra abiti color sorbetto, ventagli, corse in carrozza balli in maschera e letti disfatti. Alla faccia come sappiamo di un popolo affamato. Ma era solo una bambina, come darle addosso? Questa è la versione secondo Sofia Coppola della Regina di Francia Marie Antoinette col volto di Kirsten Dunst. La quale dopo questo film, come una maledizione non ha più ingranato una pellicola se non come spalla dell’Uomo Ragno, personaggio di Cartoon. Per crescere artisticamente c’è ancora tempo perché le distrazioni che si concede a Hollywood sono tante non facendosi mancare nulla: dai flirt con Orlando Bloom a quello di Robert Pattison, dallo shopping sfrenato alle corse in macchina con le amichette, tutte ex enfants prodiges come lei, con le quali raccogliere multe e arresti a gogo’: la Polizia in America non scherza. Sì, perché purtroppo queste ragazzine, viziate dalla vita e dal successo, se hanno scavalcato allegramente la gavetta, non hanno superato la prova del nove: palloncino e strisce.
Ma la sua carriera ha proseguito approdando a Cannes con Lars Von Trier in Melhancolia dove appariva con un seno tutto nuovo ad effetto seducente da accalappiare il premio della Palma d’Oro che la piccola Kirsten accettata nonostante le idee naziste del regista mentre Charlotte Gainsburg si defilava clamorosamente (anche perché la Dunst disse di meritarlo perché lei era una star).
Ma Charlotte si è poi presa la rivincita lavorando ancora con Von Trier in The Nympphomaniac dimenticando le simpatie del regista per il nazifascismo allineandosi con l’intellighentia dello star system che l’aveva perdonato. Un conto è un’idea contro, un conto è fare un film insieme a delle patate bollenti.
Infatti il leit motiv è l’orgasmo simulato che in questo contesto viene fatto in coro al quale la Gainsburg ha voluto assolutamente partecipare.
Tutto questo per dire che se Kirsten Dunst è una farfallina, Charlotte è un’attrice che sa recitare simulando orgasmo e impegno ideologico.
Sempre meglio che arrampicarsi sugli specchi con un uomo ragno!
O No?
Vieni…spalanca le mie porte…
Sospirami il tuo desiderio,
aprimi le più segrete stanze,
solo tu hai la chiave.
Spogliami, denudami, approfitta
Della mia anima, trasportami nel
Tuo mondo di peccati…di desideri…
Scova nelle mie viscere, fammi tua…
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