martedì 31 dicembre 2013

IL MATRIMONIO SECONDO PUPI AVANTI



Finisce l’anno in bellezza Rai Uno con la fiction Un Matrimonio di Pupi Avati, dopo un anno di produzione molto proficua.
Le fiction Tv sono diventate la maggior attrattiva per gli spettatori un filo stanchi dei talk show specie politici che ultimamente hanno invaso il piccolo schermo insieme alla cronaca nera che invece  resiste sempre molto bene pur non raggiungendo punte di ascolto molto alte.
Tante sono le fiction da ricordare, perché sono loro a fare il pieno in questo 2013, tra le quali spiccano quelle in costume dall’800 fino agli anni 50 questi ultimi sempre molto graditi per quella sorta di Come Eravamo che ancora è nella nostra memoria.
Un Matrimonio è uno di questi, perché la fiction inizia negli anni del dopoguerra quando l’Italia aveva cominciato a rimboccarsi le maniche per ricostruire un Paese in ginocchio.
L’ambientazione è molto curata sia per gli interni delle famiglie modeste di operai che in quelle ricche ma in piena decadenza costrette a svendere quadri e preziosi vari per sopravvivere in una Bologna rossa determinata a segnare il rinnovamento concedendo opportunità a tutti, ivi comprese le donne che sono  le prime a trovar lavoro.
Perché il lavoro è tanto e soprattutto offerto ai giovani che vengono assunti come apprendisti in tutte le mansioni, dall’artigianato al commercio dall’industria alle professioni per avviarli all’assunzione a tempo indeterminato.
Il lavoro era una sicurezza ma soprattutto una certezza perché una volta conquistato lo si poteva mantenere fino alla pensione.
Bei tempi e non si fa per dire a confermar quel detto che si stava meglio quando si stava peggio.
Infatti il progresso tecnologico era ancora agli inizi mentre invece quello metalmeccanico si stava espandendo fino a raggiungere i livelli massimi con la Fiat 500 facendo il botto e aprendo il boom economico.
La storia è quella di due giovani di diversa estrazione sociale, lei bellina e operaia, lui carino e agiato ma in difficoltà stante il padre (Cristian De Sica nel ruolo che fu di suo padre Vittorio nella realtà) più propenso a scommettere nel gioco dei cavalli piuttosto che mandare avanti il laboratorio di camiceria dove le operaie non ricevono salario da mesi.

A babbo morto il figlio eredita i beni che seguita a svendere fino a quando non trova un socio antiquario per darsi al commercio delle opere d’arte delle quali è fine intenditore.
Lei, Michela Ramazzotti invece dopo varie esperienze negative trova lavoro alla Timo come centralinista arrivando così all’agognato stipendio fisso e sicuro per poter convolare a giuste nozze col fidanzato dopo aver lasciato uno spasimante musicista e di talento respinto con una telefonata interurbana fatta dalla Timo a costo zero.
Insomma dopo due puntate siano arrivati al pranzo di nozze con torta nuziale e discorso del fratello aspirante giornalista fazioso in quanto di tendenza comunista, che rovina la festa con un comizio sulla resistenza.
Per festeggiare le nozze d’oro c’è ancora tempo perché i due ragazzi hanno fatto un matrimonio in Chiesa con giuramento di fedeltà e amore per tutta la vita che fino al 1978, anno in cui venne ammesso il divorzio, era preso molto sul serio perché non era ancora prevista la famiglia allargata la quale, se formata da coppie dissidenti, era messa al bando dalla società non riconoscendo il nucleo destinato alla clandestinità.
Dopo tutto è cambiato ma Il Matrimonio di Pupi Avati vuol dare l’esempio di Come Si dovrebbe Essere per ricominciare ad avere stabilità nel Paese perché è dal nucleo familiare che si forma una società forte e piena di benessere proiettata con slancio al domani.




 Questo per dire che potrà cambiare il costume aprendosi al nuovo progresso ma con la disgregazione delle famiglie tutto quanto è stato conquistato non avrà alcun senso stante il malessere diffuso per mancanza di equilibrio e di sicurezza interiore che porta alla sfiducia verso il futuro.
Sicurezza non vuol dire sbruffoneria. Attenti al matto!
 Nel cast anche Andrea Roncato, Katia Ricciarelli e Valeria Fabrizi.
L'unica nota negativa è la capigliatura biondo-oro anche se dona molto alla protagonista Michela Ramazzotti che a quel tempo era adottata solo dalle star del cinema ma
 impensabile in una ragazza di modesta famiglia.



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