mercoledì 18 dicembre 2013

UN SETTEMBRE PARMIGIANO...

Ieri sera sono scesi numerosi in Piazza Garibaldi di Parma per ascoltare Giorgio Gori ed Antonio Stella.
Gori ha raccontato il suo percorso di manager dello spettacolo di successo in un susseguirsi di tre eventi fortunati.
Il primo è il “calcio in culo” ricevuto da Vittorio Feltri dalla redazione del quotidiano che allora dirigeva a Bergamo,  che Giorgio Gori non finirà mai di ringraziare perché, come secondo punto, gli ha dato la possibilità di incontrare Carlo Freccero del cui insegnamento ha fatto tesoro, in quanto ritenuto il più geniale fra tutti i dirigenti, che gli ha trasmesso la passione per la Tv.
Il terzo punto invece è un fatto casuale rappresentato dal ritrovamento di una sua relazione sulle indagini di ascolto che aveva messo in cima a delle scartoffie racchiuse in uno scatolone trasportato causa trasloco davanti a un funzionario importante il quale si era scomodato per visionarlo trovandolo utile per le future  strategie aziendali, imperversando poi con i dati auditel (senza i quali non c’è foglia che si muova, senza auditel che non voglia).
Dopo il successo con la direzione di Canale 5, un passo indietro che ha stupito tutti: quello di chiedere il passaggio a Italia Uno dove ha iniziato a divertirsi alla grande, in primis con il format delle Jene.
Infine, la scelta di sperimentare produzioni in proprio formando Magnolia, con tre format di punta: L’Isola dei Famosi, X Factor su Rai Due ed Exit su La 7.
Questo salto, iniziato all’età di 40 anni non lo avrebbe mai intrapreso se a sostenerlo non ci fossero state 3 donne importanti a spronarlo: la prima è la moglie che gli ha detto: “Vai…vai…” Parole che Gori ha accompagnato con la gestualità della mano di profilo in senso ondeggiante.
La seconda è l’assistente Ilaria Dalla Tana che ha scelto di seguirlo. Vengo anch’io!
Il nome della terza non lo ha detto. Comunque…andiamo! E così fu un altro successo. Grande, tutto in crescendo che ha fatto di Giorgio Gori uno degli uomini più potenti della Tv. Chapeau!


Dopodichè è stata la volta di  Gian Antonio Stella che con il suo marcato accento milanese ha raccontato la storia degli immigrati italiani corredata da tante foto dell’epoca che man mano commentava con tanto di citazioni e poesie in dialetto facendo grande simpatia e attirando molti applausi.
Un racconto che aveva già ampiamente documentato con la collaborazione su Rai 3 la settimana scorsa in una trasmissione di approfondimento rigorosa e molto drammatica. Del problema immigrazione comunque si è già parlato molte volte e se l’Europa non si riunisce compatta per dettare le regole, non sarà mai risolto. Questo perché la paura del diverso forse l’abbiamo già superata. Quello che manca sono le regole, non certo basate sulla tolleranza e l’accoglienza, ma sul rispetto reciproco. Patti chiari e amicizia lunga. Il sentimento è un optional così come la religione che vale come tale per tutti i paesi in democrazia.
Per quel che mi riguarda io ho l’uno e l’altro, sentimento e rispetto per la religione, ma per questo non pretendo di fare testo fermo restando il diritto di farmi un’opinione ben precisa:
Per i format televisivi del doman non c’è certezza (sono quasi tutti passati a SKY!), per gli immigrati invece sì perché ogni giorno ce n’è uno nuovo.

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