La Chiara più bella, quella che più mi aveva colpita è stata nella versione americana con Dolores Hart un’attrice con due splendidi occhi azzurri.
Una bellezza radiosa, molto bionda che aveva lasciato il segno con un film su Chiara e Francesco perché le aveva dato la vocazione religiosa facendole prendere i voti. A quel tempo aveva fatto molto scalpore perché si stava affermando brillantemente nello star system.A questa attrice si era ispirato sicuramente anche Franco Zeffirelli con Fratello Sole e Sorella Luna con una Chiara, Judi Bowker, sempre molto bionda e solare rimasta nell’immaginario in una sequenza nella quale rincorreva Francesco in un campo di grano e papaveri.
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Curiosamente Liliana Cavani sceglie sempre Francesco come il più affascinante della coppia delineando Chiara come una figura minore e di bellezza normale come lo era quella della seconda versione di Helena Bonham Carter a fianco di Mickey Rourke quando era diventato sex symbol per il film Nove Settimane e Mezzo. Molto credibile come Santo Peccatore.
Perché Francesco era un Santo Peccatore (non a caso in questa versione la Cavani ha scelto come suo padre Rugther Hauer interprete appunto del film La Leggenda del Santo Bevitore che vale come parallelo).
A differenza di Francesco, Chiara invece è nata Santa con l'aureola perché le ragazze a quel tempo erano tutte morigerate sempre dedite alle preghiere fino a che non avessero trovato la loro strada: quella del matrimonio o quella del convento.
Per Chiara ci sono due scuole di pensiero: quella bionda e quella mora.
La Bionda è una Chiara innamorata di Francesco che per amor suo si vota a Dio sposandosi con Gesù chiudendosi poi in convento di clausura fuori e lontana dal mondo a pregare per i peccati degli uomini.
La mora invece è una Chiara consapevole, anche un filo fanatica in senso religioso e come tale ispira Francesco a scegliere fra servire Dio o il vil denaro.
Insomma un’integralista. Dopo Helena Bonham Carter la Cavani porta ad affiancare Francesco una Chiara (l'attrice Sara Serraiocco) un filo scialba, con grandi dentoni, l’occhio cupo con accenno di occhiaie senza l’ombra di un sorriso.
Una ragazza molto religiosa e fin troppo seria poco incline al divertimento a delineare la futura monaca Clarissa che trova sollievo e gioia nel fare penitenza.
Una ragazza "diversa" tendenzialmente masochista che nella sofferenza si immola a Dio. Per “sedurre” Francesco e convertirlo a percorrere insieme la stessa strada di fede e penitenza.
Non sempre le Sante sono innocenti. Un Leit motiv che ricorre anche nel Portiere di Notte il film che ha fatto più discutere della regista Liliana Cavani facendola conoscere a tutto il mondo.
Francesco invece è bellissimo interpretato dall’attore Mateusz Kosciukiewicz del quale la Cavani, innamorata da sempre della figura e del messaggio spirituale del giullare di Dio, si è fatta regista per dirigerlo come peccatore e santo. Da sado a masochista il passo è stato breve giustamente pronto per fare coppia con Chiara come un Fratello sole e Sorella luna.
Una domanda sorge spontanea, sul piano leggero ma fondamentale: perché se Francesco è tanto bello, i suoi genitori sono tanto vecchi e brutti? La madre, alla quale in genere il figlio assomiglia, è brutta come poche con un naso incredibilmente lungo.
In una scena si vede Chiara al centro di una lavanderia. Le lavandaie sono troppo richiamo irresisistibile per la Cavani (anche se aveva ricevuto tanti fischi con il Macbeth ma forse proprio per questo insiste).
Nel Macbeth rappresentavano le streghe ed ora sono le sante ad avvalorar quel detto che sotto la santa c’è sempre una strega?
Con Gesù c’era la sublimazione della puttana in Maddalena mentre con il Santo c’è la purificazione della strega. Come a dire che le sante sono streghe voltagabbana.
Tra una citazione al libro di Vespa e una a Dolce e Gabbana la fiction prosegue con le citazioni del Vangelo in un incrocio occulto tra il sacro ed profano.
Nel Santo c’è sempre una vena di follia. Che non c’era comunque in Gesù perché il Divino si è incarnato per dare un esempio di verità: ECCE HOMO (Ecco l'uomo). Non un santo che aspira sempre ad unirsi al Divino volgendo lo sguardo al Cielo. Gesù invece guardava gli uomini dritto negli occhi volgendosi a Dio al momento di tirare l'ultimo respiro.
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