giovedì 25 dicembre 2014

GABANELLI INCHIESTA MANO DOPERA CINESE

(Per fortuna che ci sono  i saldi):



Domenica scorsa Milena Gabanelli ha svolto un'inchiesta sul marchio Gucci con relativi costi di manodopera cinese sulla quale avevo preso a suo tempo gli appunti che trascrivo:

"Da Santoro ad Anno Zero l'inchiesta sulle fabbriche cinesi di Prato, le quali lavorano a pieno ritmo con turni massacranti e operai pagati al minimo per poi vendere con etichette made in Italy. Che è la cosa principale per far tirare il mercato.
Una signora che si fornisce da loro dice che gli articoli vanno molto di più di quelli delle boutique: mentre queste la sera chiudono alle sei senza aver battuto chiodo, lei non riesce a mandare via la gente.
E ci credo, un capo a 8 Euro contro le centinaia di un capo da boutique fa una spietata concorrenza mettendolo in ginocchio.
Io lo posso confermare perchè abitando in pieno centro storico vedo i negozi sempre deserti, mentre al mercato settimanale ci sono gli assalti alla bancarelle.
D'altra parte la massa può permettersi di comprare e vestirsi dignitosamente (perchè i capi sono ben fatti) solo grazie ai cinesi.
La loro è una concorrenza sleale ma anche un negozio che si stablizza a due metri di distanza con gli stessi articoli in pratica fa una concorrenza sleale anche se ormai legalizzata.
Perchè il libero commercio e la libera produzione sono l'unico modo per uscire dalla crisi. Questi lavoratori di Prato portano ricchezza che noi guardiamo con sospetto perchè loro sono cinesi.
Ma lavorano qui e fanno circolare soldi italiani.
Loro danno l'esempio di come dovrebbero lavorare anche
le aziende italiane: infatti c'è una rappresentanza di un gruppo di queste, sempre di Prato, che chiede aiuti dalle banche, aiuti a destra e a manca per risollevarsi dalla crisi e riprendere il lavoro, mentre purtroppo, e dispiace dirlo ma è così, dovrebbero imitare i cinesi.
Per favorire la ripresa per un paio di anni si dovrebbero abolire le pressioni fiscali, tornando come agli anni 50-60 dove i lavoratori non si risparmiavano, insieme ai loro imprenditori.
Perchè lavoravano tutti duramente, accontentandosi di guadagnare poco senza ricorrere alla Cassa integrazione che comunque ha consentito a molte aziende di riprendersi.
Per un annetto si potrebbe fare un sacrificio e la ripresa sarebbe sicura, invece si perde tempo nei dibattiti, nelle chiacchiere, nei cortei, negli scioperi, ma se non ci sono soldi...è tutto inutile.
L'unico modo è rimboccarsi le maniche, basso profilo e ricominciare da zero.
Congelando possibilmente i debiti dell'anno precedente o, quanto meno azzerando gli interessi sui mutui e prestiti con condono delle sanzioni applicate dagli Istituti Previdenziali, lasciando la possibilità di fare ore straordinarie in nero.
Insomma, meno pressione e un po' di respiro".

Queste cose le avevo inviate con una e-mail nel marzo 2009. E curiosamente è quanto è stato adottato anche in seguito da Angela Merkel.

Niente applausi prego. State pure comodi. E Buon Natale a tutti.



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